... Il giorno 11 ebbi una grande afflizione, una delle maggiori avute
in vita mia. Non so se fu permessa dal Signore o causata dal demonio.
Lo ignoro ma ho sofferto molto: non sono capace di descrivere quanto.
Sopportai rassegnata. Non fui capace di fare alcuna delle mie
preghiere giornaliere, essendo stanca per la sofferenza; non ho perduto
però la mia unione con Dio. Abbracciata al crocifisso dissi di cuore: -
Mia croce, ti abbraccio con Gesù, ti voglio, ti amo. Gesù, sono la tua
vittima. - Stringevo al petto l'immagine della cara Mammina e Le
dicevo: - Sei stata Tu, Mammina, a portarmi questo regalo nel Tuo
giorno [festa della Madonna di Lourdes]. Soccorrimi, confortami!... -
Mio Gesù, accetta parte di queste sofferenze per le seguenti intenzioni
(gliele nominai) ed accetta il rimanente da distribuire per il mondo. -
Trascorsi 24 ore in questo dolore senza sfogarmi con nessuno.
Interrogata, cercai di mascherare e non dissi nulla; tacqui fino a non
poterne più. Volevo piangere e non fui capace, così la sofferenza fu
più grande.
Il giorno 12 alzai un lembo del velo che copriva tanto dolore; mi
confortarono e vollero persuadermi che quella sofferenza non aveva
l'origine che io le attribuivo. Rimasi più sollevata... Poi invece
ricevetti il colpo: non era immaginazione la mia, ma realtà. Ben
lontana dal ribellarmi, lo ricevetti e lo abbracciai. Prego e soffro
per chi mi ferisce: perdono come desidero che Gesù perdoni le mie
colpe. Non voglio offendere Gesù né cessare di amarlo un solo momento.
Se mi offrissero di scegliere l'amore di tutte le creature, gli onori
e le lodi, e di farmi padrona del mondo intero, di non essere mai
schernita, disprezzata, umiliata, a patto di non amare Gesù per un solo
momento, io direi: - No, no! Sempre no! Voglio amare sempre Gesù,
oppressa dal dolore e umiliata, sempre umiliata. - Non posso dire che
la sofferenza non costi; ma è anche vero che questa vita passa e
l'amore di Gesù dura eternamente. Voglio amarlo! Voglio amarlo!
... Gesù mi parlò così: - ...Coraggio, posso dire del tuo caso ciò che
dissi [agli Apostoli] : « le porte dell'inferno non prevarranno contro
di Me, cioè contro la mia Chiesa »; e ora dico « la rabbia umana, che
pare piuttosto infernale, non potrà nulla contro la Mia divina causa ».
Fatti animo, sposa cara... - ... (diario, 14-2-1947).
... Aspetto un giorno, poi un altro, sempre in attesa che arrivi un
sacerdote di cui possa fidarmi e a cui possa aprire la mia anima perché
la guidi a Gesù e la sostenga in questo cammino tanto doloroso e
spinoso. Non appare nessuno! Sono sola in questa lotta costante. Voglio
amare Gesù e non Lo amo; né so come amarlo; non ho chi mi insegni. Mi
rivolgo a San Giuseppe: Gli chiedo dal fondo dell'anima di essere il
mio maestro, il mio direttore e che ami per me Gesù, Mammina e la
Trinità Santissima (diario, 21-2-1947).
«Mio buon padre [Umberto], chiedo perdono per la grande colpa di non
avere ringraziato prima per la lettera che con grande carità mi ha
scritto. Lo sa che Gesù non mi lascia provare gioia, anzi, quando
ricevo lettere dalle persone più care rimango con paura fino a che le
ho lette: temo tutti. Mi pare che tutto il mondo sia contro di me. Non
posso però nasconderle che la sua lettera mi è stata di appoggio e di
guida: una roccia su cui mi sono consolidata. Ho visto che lei
comprende chiaramente la mia anima e, poiché la comprende bene, ha
ricevuto uno schiaffo che assomiglia a quello preso dal mio primo padre
spirituale, il santo p. Pinho. Mi vengono allontanati coloro che mi
comprendono. Che lotta e che paura per confessarmi! Ciò che provo è
precisamente quello che lei ha capito. Vorrei sparire. Ed ogni giorno
nella Comunione dico a Gesù: - Voglio essere Ostia pura, viva, Ostia in
sangue, in ogni Ostia consacrata, in ogni Tabernacolo ove abiti
sacramentato. Voglio sparire in Te, voglio apparire soltanto come
appari Tu in ogni Ostia; in esse si vedono solo le specie del frumento,
appaiono soltanto loro. Nascondimi, Gesù, nascondimi! Riempimi di Te. -
Io, mio buon padre, vorrei fuggire, nascondermi da ogni sguardo umano
perché mi veda soltanto Gesù, perché è solo per Lui che io voglio
vivere. Ma sono certa che se fosse possibile sparire agli occhi della
terra, la mia anima non rimarrebbe soddisfatta; avrei ancora paura del
mondo: solo il cielo, solo il possesso eterno del mio Dio può colmarmi,
può saziare tutto in me.
Sono stanca di tanto soffrire, di tanto bramare. Però, povera me, se
tralasciassi di soffrire un solo momento! Non saprei vivere, morirei
fatalmente... » (lettera a d. Umberto, 20-3-1947).