Il dolore distrugge il mio corpo il quale ne resta così disfatto che mi
pare non esista: vive solo il dolore. Io non sono neppure più un cencio
immondo: non sono nulla. Quanto soffro occultamente! Solo Gesù lo sa.
È per amor Suo e delle anime che mi nascondo il più possibile; soffro
con Lui; basta che Lui lo sappia. Mi lamento e gemo solo quando sento
di non poterne più; ma l'anima, la mia povera anima si dilata e la sua
sofferenza si estende sempre più. Il dolore l'annienta in modo tale che
già non sembra se non una scia di fumo che scompare nell'aria.
O mio Gesù, non ho più vita nell'anima e nel corpo: ho soltanto il
dolore; lui solo vive dentro di me. È il compagno inseparabile della
vita interiore, della vita intima con Dio.
Dico a Gesù: - Voglio vivere in questo corpo che non esiste; voglio
vivere in esso tanto profondamente la vita interiore, la vita intima
con Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, che non voglio uscirne a trattare
di ciò che è esterno: voglio morire in questa intimità. O mio Gesù, non
permettere che il mondo mi separi da Te. - Ma io non so vivere e sento
che non imparerò mai a vivere quella vita perfetta, quella vita
dell'alto che bramo tanto. Mi perdo alla sua ricerca e non sono capace
di impossessarmene. Sono tali le ansie che ho di viverla, che a volte
mi pare di immergermi nell'abisso di quella vita che realmente non
vivo più qui. Non è vita, pare una nube vagante che mi assorbe e mi
porta non so dove. Nulla di questo è visto dagli occhi del corpo, nulla
di questo è palpabile; sono cose dell'anima: non so dire altro. Povera
me! Sento che non amo e non sono perfetta: quanto più forti le ansie di
perfezione, tanto più è la corruzione e miseria! È ciò che mi fa
vedere la mia oscurità, talvolta molto spaventosa. Ebbi con il demonio
due attacchi violentissimi... Volevo uscire dalla lotta solamente per
non peccare, ma volevo essere vittima... Nel pomeriggio di ieri,
improvvisamente, sentii cadere sulle mie spalle un peso schiacciante;
l'anima vide che era il Cielo, era la Giustizia di Dio... ... Sono
stata condotta per una grande scalinata alla presenza dei giudici.
Quanto ho sofferto nel sentire Gesù, grandezza senza pari, davanti a
loro, fatto tanto piccolo e addirittura un niente! E loro, i veri
niente, pieni di orgoglio, vanità, grandezza senza nessun potere! E’
stato abbattuto il Potente e si sono elevati nel loro orgoglio coloro
che non avevano nulla. Quanto Gesù soffriva in silenzio!... Quali
segreti indicibili la mia anima vedeva in così grande sofferenza! ...
Le tenebre nere della notte non impedivano alla mia anima di scrutare
quei segreti; segreti che soltanto la sapienza di un Dio può e sa
rilevare. Unita a quella Sapienza di cui non so dire nulla, mi sono
sentita obbligata a soffrire e ad agonizzare... - Mio Gesù, voglio
essere piccolina, per essere grande soltanto nelle Tue cose. Voglio
essere vuota, vuota totalmente, perché Tu possa riempirmi. Voglio in me
Gesù, soltanto Gesù. Voglio essere grande per amarti e per consolarti,
voglio essere grande per salvarti anime; ma in quanto a me voglio
essere piccolina, sempre piccolina... - Coraggio, figlia cara! In te
tutto è amore, anche se adombrato da imperfezioni, imperfezioni che Io
permetto. Quanto più Mi brami, tanto più Mi possiedi; più soffri, più
Mi ami e più anime salvi. Quanto più ti senti sparire e morire, tanto
più in te appaiono le Mie opere e più vita dai alle anime... - ...
(diario, 17-1-1947).