... È passato un altro anno e non distinguo ciò che è stato perché non
vedo se non tenebre dietro e davanti a me. Come ho trascorso il mio
tempo? Come l'ho usato nel Tuo servizio? Molto male, Gesù mio! O vita
che non ho saputo e non so vivere! Sono povera, sono miserabile, non
sono nulla... Negli ultimi momenti dell'anno feci accendere alcuni
ceri, recitai il « Te Deum »: è stato il mio ringraziamento al Signore
per quanto si è degnato di inviarmi di dolore e di gioia. L'ho
benedetto per tutto, perché fu tutto prova del suo grande amore. Nella
mia ignoranza non ho saputo dirgli altro.
Iniziai il nuovo anno sorteggiando i miei protettori. Mi toccarono San
Giuseppe e Santa Teresina: ne rimasi contenta. Siano essi la mia guida
nelle tenebre, che tanto sgomento causano all'anima mia. Ho invitato
il Cielo a intercedere per me e ad insegnarmi ad amare Gesù e Mammina;
vorrei vivere soltanto una vita d'amore.
Il giorno 2 fu il quinto anniversario di quando Gesù mi disse: -
Preparati alla lotta che dovrai sostenere, apparentemente sola. - E
che lotta, mio Dio! Questa data mi ha ripresentato tra le tenebre i
sentieri spinosi che ho percorso. All'inizio dell'anno cominciai a
sentire cadere su di me una colata torrenziale di fuoco, che bruciava e
decomponeva il mio corpo: lo sento come tra fiamme ardenti che lo
riducono in cenere infuocata. Sono stanca di tanto soffrire, ma
l'anima è a braccia aperte per ricevere quanto Gesù vorrà darle. Ebbi
un combattimento tanto grande con il demonio... Ieri notte, quanto più
mi sforzavo di sviare il pensiero dall'Orto, tanto più il cuore gli si
avvicinava. Il suolo dell'Orto e la giustizia di Dio erano per me come
due pietre da mulino: il mio corpo era il grano di frumento che esse
schiacciavano e macinavano. Il cuore, come una nube che si apre per
scaricare acqua, si aprì per scaricare amore e ricevere tutto il
dolore. Per quel dolore ho sentito il mio corpo in sudore di acqua e
sangue. Prostrata, in un antro isolato, sentii, e l'anima mia vide, un
angelo che mi rialzava; rimasi più forte per affrontare quanto mi
attendeva. Oggi, fin dal mattino, Gesù era nel mio cuore con il suo
santo Capo coronato di tante acute spine... Ho sentito che Egli,
dall'alto della croce, nella più dolorosa agonia, negli ultimi momenti
della Sua vita, diffondeva amore, che si estendeva a tutto il mondo
come si diffonde un profumo. Con Lui agonizzavo per Suo amore e per le
anime. Sono rimasta come morta un bel po'. Sentivo una vita, venuta da
grande altezza, quasi a contemplare la morte del mio corpo; ma era vita
che non gli apparteneva. È venuto il mio Gesù: - Figlia mia, non vi è
nulla che separi i cuori che si amano di un amore puro e santo. I
nostri sono uniti: il Mio e il tuo nel massimo amore, amore divino,
amore di Dio. Nulla ci può separare. Ma Io voglio, all'inizio
dell'anno, nel primo venerdì, dedicato al mio divin Cuore, unirli e
intrecciarli nuovamente; chi viene a legarli è la tua e Mia Madre
benedetta... Ho travasato nel tuo cuore tutta la mia ricchezza. E sai
perché? Ti ho consegnato il mondo e oggi rinnovo la consegna. E’ per
mezzo tuo, grazie al potere e alla missione da Me dati, che questo
mondo viene a Me e passa liberamente dal tuo cuore al Mio... Ma non
aspettarti consolazioni e gioie: sei la mia vittima. Ma non voglio
terminare questo colloquio senza preavvisarti, senza dare al mondo
questo avvertimento. Hai sentito cadere una colata di fuoco su di te
perché sei la mia vittima; è pioggia che presto cadrà sul mondo se non
si convertirà... - (diario, 3-1-1947).
Mi domandano se amo Gesù. Non so se Lo amo, ma so che voglio amarlo.
Non so parlargli né so come Gli parlo: so che tutto si immerge nelle
tenebre e in esse tutto sparisce e muore. Sono molte le mie sofferenze;
e tanta la mia amarezza!... Il mio corpo è come grano che non è mai
macinato abbastanza; l'ingranaggio che muove il mulino non si
incaglia, non cessa di macinare. Vivo talmente abbandonata, che non
trovo conforto sulla terra. Nelle mie confessioni, ch'io faccio
frequentemente per fortificare di più la mia anima con la grazia del
Sacramento, non trovo sollievo né conforto. Sia con il parroco che con
il confessore ordinario, sono sempre timida, piena di paura e sento di
non essere compresa. Mio Gesù, sarà colpa mia, o sei Tu a
permetterlo?... È da Te e da Mammina che attendo aiuto, conforto e
pace... Continuo a sentire il mio corpo disfarsi in cenere di fuoco per
quella pioggia bruciante che gli cade sopra; mi stanca al massimo, mi
lascia senza vita... ... Sul Calvario tutto era silenzio: si udivano
soltanto i sospiri di Gesù; regnava soltanto il dolore, aumentato dal
rancore di molti cuori che, soffocati da non so che cosa, non
parlavano più. E nel mio cuore sentivo come se tutto il mondo
maltrattasse e lapidasse Gesù, pur vedendolo agonizzare in quel modo.
Mi sono unita molto al dolore di Mammina: con Lei desideravo avere
Gesù sulle mie braccia per curare il Suo divin corpo molto ferito. Che
dolore e compassione per Gesù! Che unione di amore e di agonia! E
venuto il mio Gesù ed ha trasformato subito la mia anima: - Figlia
mia, la croce è vita, è amore, è segno di redenzione. Io sarò con te,
soffro e vinco in te... La tua vita è amore. Come non cessano un
istante i crimini del mondo, così non cessa di cadere su te che sei
vittima la scarica immolante del sacrificio e del martirio. Abbi
coraggio!... Ripara... Vedi questa piaga? Trapassa il mio Cuore da una
parte all'altra... Con quale malvagità è stata fatta! Sai chi è stato?
- Mio Gesù, se non ti dispiaccio con ciò che voglio dirti, ascoltami. -
Parla, figlia mia, dimmi tutto. - Chiedimi la riparazione che vuoi, ma
senza che io sappia chi è [quel peccatore]. Non posso riparare in
questo modo? - Gesù si è rallegrato tanto e subito il suo Cuore divino
si è trasformato in amore, in forti fiamme. Quella ferita che
trapassava il Cuore da una parte all'altra è sparita: tutto era
luce... - Tu rimarrai come se non avessi intelligenza per capire il
dolore, ma non per questo soffrirai di meno: soffrirai amaramente.
Sentirai come se mai o quasi mai Mi avessi posseduto; ma non per questo
tralascerai di possedermi interamente, quanto più è possibile ad una
creatura umana. Farò che molte anime vedranno Me in te, con tutta la
mia ricchezza e gli inesauribili tesori del mio divin Cuore. Tu sei e
sarai dopo la tua morte, per ogni anima in peccato, un parafulmine che
attirerà su di sé il peso della giustizia divina; e per ogni anima in
grazia, sarai una calamita che attira e che distribuirà l'amore che Io
vi ho depositato... Sarai luce per l'umanità... - ... (diario,
10-1-1947).