MaM
Messaggio del 15 giugno 1985:Il cuore dell’uomo è come una perla splendente. Quando appartiene interamente a Dio risplende anche nelle tenebre. Ma quando si divide, un po’ per Dio e un po’ per Satana, allora quella perla non brilla più e non vale più niente.

Beata Alexandrina Maria da Costa - L'ovile è il Cuore di Gesù


... Che nostalgia dei primi sabati, dei colloqui con Mam­mina!...

Perdere tutte le cose divine, dopo aver perduto le umane; perdere ogni conforto ed appoggio del Cielo, dopo aver per­duto ogni conforto ed aiuto della terra! Sto scavando in una profondità che mi spaventa... Soste­nere nelle mie mani anche solo l'attrezzo mi affatica il corpo e l'anima, mi causa un grande sfinimento. Il corpo, disfatto dal dolore, risente anche del dolore dell'anima... Vedo il sepolcro, quel sepolcro che mi ha nascosta, quel sepolcro che la morte ha voluto e che le tenebre e la morte stessa continuano ad esigere. Attorno ad esso vi è un giardino fiorito; dentro, morte e tenebre; fuori, vegetazioni, gigli rigogliosi, vita che vive e fa sopravvivere sempre. Nulla di questo è mio; mie sono la mi­seria e la inutilità... Oh, quanto vuol parlare ed espandersi il libro del mio cuore! Come sono infinite le mie ansie di amare Gesù e di farlo amare e di consegnargli l'umanità intera! L'inutilità sof­foca tutto e mi ruba persino questo libro.

Il mio Calvario, il mio Orto, tanto pieni di agonia, sono da me calpestati e dimenticati. Non li vivo, perché mi pare che nulla di essi fu per me.

O mio Dio, confido in Te! Credo, Gesù, credo! Mammina, soccorrimi!

Così camminai oggi verso la cima della montagna, mentre la terra si apriva in grandi crepacci. Qui mi inghiottiva e colà mi respingeva per inghiottirmi nuovamente.

Credo, mio Dio, credo. Alla mia agonia e morte venne a prendermi Gesù: - Vieni, figlia mia, dammi la tua mano. - Aprendo un ovile, ma questo ovile era Gesù, guidandomi sempre per mano, mi fece entrare e mi disse: - Vieni a Me; abbi coraggio! lo sono il tuo Gesù. - Sempre sostenuta dalla mano del Signore, all'entrata del­l'ovile, che mi pareva Lui, cominciarono ad entrare una dopo l'altra, pecore nutrite; tutte avevano un posto e non finivano mai di entrare. - Ecco, mia figlia, queste pecorelle sono le anime che le tue sofferenze conducono a Me. Non so dire come rimasi: ero fuori di me.

- Se è così, come credo, io voglio rimanere sulla terra e soffrire sino alla fine del mondo. - No, figlia mia, il tuo cielo è vicino. Però continuerai lassù la tua missione; le anime, quelle pecorelle nutrite, con­tinueranno a salvarsi come se tu soffrissi - ...

Gesù collocò nelle mie mani un vaso; questo vaso era pieno di una semente che non ho riconosciuto; sul vaso spiccava come una pigna; da ogni squama della pigna usciva una fiam­ma, e tutte unite formavano una sola fiamma. - Semina sulla terra, figlia mia, questo seme. È la Mia semente: arricchiscine le anime; accendi nei cuori questo amo­re. È il Mio amore. Soffri, soccorri il mondo. -

Gesù disparve, il vaso pure; rimasi sola tra le tenebre... (diario, 4-6-1954).

... Mio Dio, quanto è affamato il mio cuore! Potranno sa­ziarlo soltanto i cuori e le anime di tutta la terra. Esso è tanto grande, tanto grande! È più grande del mondo. Che gioia, o Gesù, se il mondo intero vi entrasse!... Il cuore si apre come un vulcano di fuoco che vuole in­cendiare il mondo. Mio Dio, quanta necessità di parlare di questo vulcano di fuoco e farlo comprendere!... Aumentano il martirio del corpo e il martirio dell'anima... Ma il mio sepolcro alla superficìe sembra parlare; la vegeta­zione, questo giardino di cui già vedo la fine, è sempre più fiorito. Il silenzio della morte parla, il giardino si fa più distante e i fiori ognor più belli e numerosi... Venne Gesù...: - Figlia mia, il tuo cuore è mio; è mio e lo sarà sempre... Le anime di cui sei vittima lanciano il loro cuore al mondo, al fango; lo consegnano a satana; disprez­zano il mio Sangue, i meriti del Calvario. Le tue sofferenze vanno a ricuperarle dagli artigli di satana; le portano ad approfittare nuovamente del mio Sangue e le fanno venire al mio Cuore... -

... Mentre dicevo a Gesù « credo, credo » non Lo vedeva né L'udivo...

Regnava la morte che mi portava a ripetere sempre « credo, credo! ». Incontro a questo mio « credo » è venuta di nuova la Vita: il mio Gesù mi ha alzata dalla morte. Nelle Sue mani aveva un giglio ed una palma; mi ha posto tutto nella mano destra... - Giglio, simbolo di candore e purezza; palma, sim­bolo del martirio. Sono doni di Gesù. Sei martire del Porto­gallo, sei martìre dell'umanità intera... - ... (diario, 11-6-1954).