... Che nostalgia dei primi sabati, dei colloqui con Mammina!...
Perdere tutte le cose divine, dopo aver perduto le umane; perdere ogni
conforto ed appoggio del Cielo, dopo aver perduto ogni conforto ed
aiuto della terra! Sto scavando in una profondità che mi spaventa...
Sostenere nelle mie mani anche solo l'attrezzo mi affatica il corpo e
l'anima, mi causa un grande sfinimento. Il corpo, disfatto dal dolore,
risente anche del dolore dell'anima... Vedo il sepolcro, quel sepolcro
che mi ha nascosta, quel sepolcro che la morte ha voluto e che le
tenebre e la morte stessa continuano ad esigere. Attorno ad esso vi è
un giardino fiorito; dentro, morte e tenebre; fuori, vegetazioni, gigli
rigogliosi, vita che vive e fa sopravvivere sempre. Nulla di questo è
mio; mie sono la miseria e la inutilità... Oh, quanto vuol parlare ed
espandersi il libro del mio cuore! Come sono infinite le mie ansie di
amare Gesù e di farlo amare e di consegnargli l'umanità intera!
L'inutilità soffoca tutto e mi ruba persino questo libro.
Il mio Calvario, il mio Orto, tanto pieni di agonia, sono da me
calpestati e dimenticati. Non li vivo, perché mi pare che nulla di essi
fu per me.
O mio Dio, confido in Te! Credo, Gesù, credo! Mammina, soccorrimi!
Così camminai oggi verso la cima della montagna, mentre la terra si
apriva in grandi crepacci. Qui mi inghiottiva e colà mi respingeva per
inghiottirmi nuovamente.
Credo, mio Dio, credo. Alla mia agonia e morte venne a prendermi Gesù:
- Vieni, figlia mia, dammi la tua mano. - Aprendo un ovile, ma questo
ovile era Gesù, guidandomi sempre per mano, mi fece entrare e mi disse:
- Vieni a Me; abbi coraggio! lo sono il tuo Gesù. - Sempre sostenuta
dalla mano del Signore, all'entrata dell'ovile, che mi pareva Lui,
cominciarono ad entrare una dopo l'altra, pecore nutrite; tutte avevano
un posto e non finivano mai di entrare. - Ecco, mia figlia, queste
pecorelle sono le anime che le tue sofferenze conducono a Me. Non so
dire come rimasi: ero fuori di me.
- Se è così, come credo, io voglio rimanere sulla terra e soffrire sino
alla fine del mondo. - No, figlia mia, il tuo cielo è vicino. Però
continuerai lassù la tua missione; le anime, quelle pecorelle nutrite,
continueranno a salvarsi come se tu soffrissi - ...
Gesù collocò nelle mie mani un vaso; questo vaso era pieno di una
semente che non ho riconosciuto; sul vaso spiccava come una pigna; da
ogni squama della pigna usciva una fiamma, e tutte unite formavano una
sola fiamma. - Semina sulla terra, figlia mia, questo seme. È la Mia
semente: arricchiscine le anime; accendi nei cuori questo amore. È il
Mio amore. Soffri, soccorri il mondo. -
Gesù disparve, il vaso pure; rimasi sola tra le tenebre... (diario, 4-6-1954).
... Mio Dio, quanto è affamato il mio cuore! Potranno saziarlo
soltanto i cuori e le anime di tutta la terra. Esso è tanto grande,
tanto grande! È più grande del mondo. Che gioia, o Gesù, se il mondo
intero vi entrasse!... Il cuore si apre come un vulcano di fuoco che
vuole incendiare il mondo. Mio Dio, quanta necessità di parlare di
questo vulcano di fuoco e farlo comprendere!... Aumentano il martirio
del corpo e il martirio dell'anima... Ma il mio sepolcro alla
superficìe sembra parlare; la vegetazione, questo giardino di cui già
vedo la fine, è sempre più fiorito. Il silenzio della morte parla, il
giardino si fa più distante e i fiori ognor più belli e numerosi...
Venne Gesù...: - Figlia mia, il tuo cuore è mio; è mio e lo sarà
sempre... Le anime di cui sei vittima lanciano il loro cuore al mondo,
al fango; lo consegnano a satana; disprezzano il mio Sangue, i meriti
del Calvario. Le tue sofferenze vanno a ricuperarle dagli artigli di
satana; le portano ad approfittare nuovamente del mio Sangue e le fanno
venire al mio Cuore... -
... Mentre dicevo a Gesù « credo, credo » non Lo vedeva né L'udivo...
Regnava la morte che mi portava a ripetere sempre « credo, credo! ».
Incontro a questo mio « credo » è venuta di nuova la Vita: il mio Gesù
mi ha alzata dalla morte. Nelle Sue mani aveva un giglio ed una palma;
mi ha posto tutto nella mano destra... - Giglio, simbolo di candore e
purezza; palma, simbolo del martirio. Sono doni di Gesù. Sei martire
del Portogallo, sei martìre dell'umanità intera... - ... (diario,
11-6-1954).