MaM
Messaggio del 25 novembre 1988:Cari figli, vi invito alla preghiera affinché nella preghiera abbiate l'incontro con Dio. Dio si offre e si dona a voi, ma da voi desidera che nella vostra libertà rispondiate alla sua chiamata. Perciò, figlioli, durante la giornata trovate il tempo per poter pregare nella pace e nell'umiltà ed incontrarvi con Dio Creatore. Io sono con voi ed intercedo per voi presso Dio. Perciò vegliate perché ogni incontro, nella preghiera, sia una gioia per avere incontrato Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ventinove anni di letto


... Non potrò mai dire cosa sentì la mia anima nel giorno 27 marzo, dodicesimo anniversario del mio digiuno completo. Una fame molto forte, infinita, ma non fame di cibo. Era come se avessi il petto ed il cuore aperti e venisse il mondo verso di me, come onde del mare; quante più onde avevo ricevute, tante più ne venivano e tanto più andavo in­contro ad esse e tanto maggiore era l'ansia di possederle. La umanità era il mare e tutto quel mare era mio e poteva essere contenuto nel mio petto e nel mio cuore. Ho sofferto amara­mente, infinitamente, perché tutto quel mare non entrava in me. Ho sofferto sola, in silenzio... (diario, 2-4-1954).

... Trascorsi l'anniversario dei miei 29 anni di letto [14-4-­1925]. Non so dire i tristi ricordi portati da questa data, an­che se con gli occhi al Cielo accetto tutto gioiosamente e voglio soltanto la volontà di Gesù... Ho vissuto giorni e ore nella mia vecchiaia eterna e nel compito di scavatore, abbandonandomi fiduciosa nelle braccia di Gesù tramite Mammina, senza minimamente sentire di es­sere da Loro accolta. Questa notte sono stata male, con le più grandi sofferenze del corpo; non ho potuto dormire. Così mi è stato possibile accompagnare Gesù dalla prigione ai tribunali. Quanto ago­nizzava la mia anima! L'ho accompagnato anche stamani, ma ero ribelle: chie­devo la Sua condanna. Sono stata io a dargli la morte. Questa stessa mattina, una visita di persona raccomandata è venuta ad aumentare il mio calvario: mi ha lacerato il cuore accennando ad un punto che è il maggior tormento della mia vita. Ho pianto molte lacrime, proprio molte; ma tutte ave­vano un fine: andare a Gesù. Solo Tu, mio Dio, sai quanto fu grande il mio dolore. Nell'intimo del cuore gridavo costantemente « basta, basta! » e con le labbra dicevo: « Gesù, non basta; tutto ciò che vuoi; sono la Tua vittima ».

Mio Dio, come può essere, se ciò che vale è quello che viene dall'intimo del cuore e non quello che dicono le labbra? Io non volevo che il cuore parlasse e gridasse in quel modo: volevo che dicesse ciò che dicevano le labbra, perché questa era la mia ansia; questo soltanto è ciò che voglio. Non ho altro volere se non quello di Gesù. Non ero io che parlavo così nel cuore; non so chi era che diceva « ba­sta! ». Quanto mi è costata questa lotta! In questa agonia mortale, è venuto Gesù. Mi ha chiamata. L'ho soltanto udito, non L'ho visto. - Vieni, figlia mia, incontro al tuo Gesù! Abbi coraggio, non dubitare che sono lo. Io ti ho scelta, lo ti ho preparata rendendoti simile a Me... Non ti ho detto lo: « Soffri, soffri, lascia che ti umilino e calunnino »? Ricorda ciò che dissero di Me. - (diario, 16-4-1954).

... Quanto mi costa il sentirmi dire che chi mi visita resta scomunicato! O Gesù, sia tutto per Tuo amore e per la sal­vezza delle anime! Le visite mi causano sgomento: mi pare sentirne nausea. Allo stesso tempo vorrei abbracciare tutti e averli nel mio cuore. Ma tale scomunica danneggerà queste anime?! Non sono qui per la loro rovina, ma per Tuo amore, mio Dio, e per immolarmi per loro. Non dico altro su questo perché non mi sento... (diario, 23-4-1954).