... Non potrò mai dire cosa sentì la mia anima nel giorno 27 marzo,
dodicesimo anniversario del mio digiuno completo. Una fame molto forte,
infinita, ma non fame di cibo. Era come se avessi il petto ed il cuore
aperti e venisse il mondo verso di me, come onde del mare; quante più
onde avevo ricevute, tante più ne venivano e tanto più andavo incontro
ad esse e tanto maggiore era l'ansia di possederle. La umanità era il
mare e tutto quel mare era mio e poteva essere contenuto nel mio petto
e nel mio cuore. Ho sofferto amaramente, infinitamente, perché tutto
quel mare non entrava in me. Ho sofferto sola, in silenzio... (diario,
2-4-1954).
... Trascorsi l'anniversario dei miei 29 anni di letto [14-4-1925]. Non
so dire i tristi ricordi portati da questa data, anche se con gli
occhi al Cielo accetto tutto gioiosamente e voglio soltanto la volontà
di Gesù... Ho vissuto giorni e ore nella mia vecchiaia eterna e nel
compito di scavatore, abbandonandomi fiduciosa nelle braccia di Gesù
tramite Mammina, senza minimamente sentire di essere da Loro accolta.
Questa notte sono stata male, con le più grandi sofferenze del corpo;
non ho potuto dormire. Così mi è stato possibile accompagnare Gesù
dalla prigione ai tribunali. Quanto agonizzava la mia anima! L'ho
accompagnato anche stamani, ma ero ribelle: chiedevo la Sua condanna.
Sono stata io a dargli la morte. Questa stessa mattina, una visita di
persona raccomandata è venuta ad aumentare il mio calvario: mi ha
lacerato il cuore accennando ad un punto che è il maggior tormento
della mia vita. Ho pianto molte lacrime, proprio molte; ma tutte
avevano un fine: andare a Gesù. Solo Tu, mio Dio, sai quanto fu grande
il mio dolore. Nell'intimo del cuore gridavo costantemente « basta,
basta! » e con le labbra dicevo: « Gesù, non basta; tutto ciò che vuoi;
sono la Tua vittima ».
Mio Dio, come può essere, se ciò che vale è quello che viene
dall'intimo del cuore e non quello che dicono le labbra? Io non volevo
che il cuore parlasse e gridasse in quel modo: volevo che dicesse ciò
che dicevano le labbra, perché questa era la mia ansia; questo soltanto
è ciò che voglio. Non ho altro volere se non quello di Gesù. Non ero io
che parlavo così nel cuore; non so chi era che diceva « basta! ».
Quanto mi è costata questa lotta! In questa agonia mortale, è venuto
Gesù. Mi ha chiamata. L'ho soltanto udito, non L'ho visto. - Vieni,
figlia mia, incontro al tuo Gesù! Abbi coraggio, non dubitare che sono
lo. Io ti ho scelta, lo ti ho preparata rendendoti simile a Me... Non
ti ho detto lo: « Soffri, soffri, lascia che ti umilino e calunnino »?
Ricorda ciò che dissero di Me. - (diario, 16-4-1954).
... Quanto mi costa il sentirmi dire che chi mi visita resta
scomunicato! O Gesù, sia tutto per Tuo amore e per la salvezza delle
anime! Le visite mi causano sgomento: mi pare sentirne nausea. Allo
stesso tempo vorrei abbracciare tutti e averli nel mio cuore. Ma tale
scomunica danneggerà queste anime?! Non sono qui per la loro rovina, ma
per Tuo amore, mio Dio, e per immolarmi per loro. Non dico altro su
questo perché non mi sento... (diario, 23-4-1954).