... Verso le 15, improvvisamente si uni in tal,modo il Cielo con la
terra che mi fece ricordare ciò che da bambina vedevo: l'impasto che fa
il panettiere nel cilindro. Che movimento aveva quella ruota che
miscelava tutto! In una stessa massa, il Cielo e la terra. Passai poi
ad un'altra regione: tutto era tenebre spaventose; la mistura di
quella massa era sempre nello stesso movimento. Gesù non veniva, non
veniva; ho sofferto sola. Non avevo appoggio. Dicevo sempre « credo,
credo! ». L'ho udito: - Mia figlia, chiedimi ciò che vuoi, come vuoi.
Leggo nel tuo cuore. So che tutto è per amore mio. Non hai peccato, non
Mi hai rattristato. Questo impasto è simbolico: è l'impasto avvenuto
sul Calvario, il Cielo con la terra. Sono stato lo che ho dato vita
alla terra stessa, dando per essa la Mia vita. Ora [quell'impasto] ha
un altro significato: scende il Cielo alla terra per punirla,
castigarla a causa dei suoi crimini. Fa' presto, figlia mia, non
tardare a comunicarlo al Papa... Si faccia penitenza, grande
penitenza, si faccia orazione fervorosa e con tutto l'amore... - Gesù,
perdono; Gesù, misericordia! Soccorrimi! Credo in Te! Soccorrimi, io
muoio di sgomento. -
- Coraggio, rialzati dallo sfinimento. Ricevi la goccia del mio divino
Sangue... - ... (diario, 23-7-1954). ... Il mio Orto e il mio Calvario
furono vissuti e sofferti al primo piano della casa. Ero un
vermiciattolo che camminava, camminava sotto il peso di tutta la
terra. Nel piano superiore, piano di godimento, di piaceri, di pazzie
vergognose, vi erano finestre dappertutto; da tutte usciva il massimo
veleno, ma neppure un pensiero verso la vita del primo piano. Dal Cielo
veniva tutta la giustizia di Dio che passava e penetrava in ogni luogo
del primo piano, e veniva a schiacciare il verme che si trascinava ad
ogni costo. Ripetevo il mio « credo », ma il dolore e l'agonia erano
tali che mi pareva ripetere sempre « credo » e « non credo » allo
stesso tempo.
- Gesù, mi affido a Te: sono la Tua vittima. - Venne Gesù; alzò da
terra questo povero verme, fece luce, luce molto chiara e splendente...
Mi disse: - Vieni, figlia mia; alzati; esci dalla morte, esci dalle
tenebre. Contempla la luce, ne hai bisogno. Tu non sei verme, sei
vittima... Riposa qui, mia sposa prediletta... Coraggio! Sei vittima
del mondo in vizi, del mondo in guerra! Come è misteriosa la tua vita!
Davanti a tali prodigi gli uomini si fermano, restano accecati, ma
sono pochi quelli che si lasciano vincere ed illuminare dalla luce.
Beati questi! Che gloria attende i grandi mistici che sostengono e
portano a Me le anime! Coraggio! (diario, 30-7-1954).
Interrogatori su interrogatori ... Gesù non si accontenta dei tormenti
indicibili del corpo e dell'anima; permette che vengano gli uomini con
interrogatori ed interrogatori, che accetto gioiosamente con lo
sguardo al Cielo, offrendoli per amore di Gesù e delle anime. Rispondo
come Gesù mi ispira, ma poi, da sola con Gesù che mi fa comprendere
tutte le cose, il cuore sanguina nel dolore e nell'agonia sotto il peso
delle umiliazioni, mentre nel mio intenso amore vado ripetendo: «
Grazie per tutto, mio Gesù! Tutto Ti dia gloria e onore; sono la Tua
vittima ». Ma il dire questo, sentendo la mia inutilità, la perdita di
Gesù, di Mammina, di tutto il Cielo, dubbiosa su tutto il mio vivere,
quanto costa! Per avere presente il dubbio di mentire a me stessa e a
tutti, non sarebbero necessari i dubbi degli altri. Anche solo il mio
sentimento così doloroso e tremendo mi fa agonizzare. Ma voglio darmi
alle anime e mi umilio davanti a loro. Non riesco ad ammettere di
essere visitata, tanto è grande la miseria che sento in me... (diario,
6-8-1954).
« Mio buon padre [Pinho], ... Padre mio, spero che quando riceverà
questa mia, avrà già ricevuto quella del medico, nella quale egli
spiega ciò che sta avvenendo e anche il mio stato di salute "; se non è
giunta, non ritarderà. Il dott. Sebastiano Cruz, segretario
dell'arcivescovo, è venuto 8 giorni or sono e mi ha incoraggiata
molto. Poco mancò che mi tuffasse in cielo `. È con noi, è un sostegno
valido. Il giorno 8 di questo mese è venuto un gesuita: ne sono rimasta
meravigliata. Mi ha domandato se conosco p. Pinho; gli ho risposto di
sì; mi ha detto che è nipote del vescovo di Funchal [Madeira], che è
già stato costi a Baia e ultimamente in Africa. Mi ha fatto varie
domande, cui ho risposto come mi ha ispirato il Signore. Non so se è
venuto qui spontaneamente o se portava "acqua nel becco". Mi ha
raccomandato le sue intenzioni e io ho fatto altrettanto.
Non mancano curiosi che vengono ad interrogarmi anche da altre diocesi.
Il Signore mi dà sempre luce per rispondere. E se Egli è con me, chi
contro di me? Venisse anche il mondo intero, non devo temere. Oh, se
Gesù venisse a prendermi per il Cielo! Provo molte ansie, ma non posso
abbandonare le anime; però in cielo continuerà il mio compito, finché
vi saranno anime sulla terra... » (lettera a p. Pinho, 13-8-1954).