MaM
Messaggio del 16 settembre 1982:Vorrei dire anche al Sommo Pontefice la parola che sono venuta ad annunciare qui a Medjugorje: pace, pace, pace! Desidero che egli la trasmetta a tutti. Il mio messaggio particolare per lui é di riunire tutti i cristiani con la sua parola e la sua predicazione e di trasmettere ai giovani quello che Dio gli ispira durante la preghiera.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Impasto del Cielo con la terra


... Verso le 15, improvvisamente si uni in tal,modo il Cielo con la terra che mi fece ricordare ciò che da bambina vedevo: l'impasto che fa il panettiere nel cilindro. Che movimento ave­va quella ruota che miscelava tutto! In una stessa massa, il Cielo e la terra. Passai poi ad un'altra regione: tutto era tenebre spaven­tose; la mistura di quella massa era sempre nello stesso mo­vimento. Gesù non veniva, non veniva; ho sofferto sola. Non avevo appoggio. Dicevo sempre « credo, credo! ». L'ho udito: - Mia figlia, chiedimi ciò che vuoi, come vuoi. Leggo nel tuo cuore. So che tutto è per amore mio. Non hai peccato, non Mi hai rattristato. Questo impasto è simbolico: è l'impasto avvenuto sul Calvario, il Cielo con la terra. Sono stato lo che ho dato vita alla terra stessa, dando per essa la Mia vita. Ora [quell'impasto] ha un altro significato: scende il Cielo alla terra per punirla, castigarla a causa dei suoi crimini. Fa' presto, figlia mia, non tardare a comunicarlo al Papa... Si fac­cia penitenza, grande penitenza, si faccia orazione fervorosa e con tutto l'amore... - Gesù, perdono; Gesù, misericordia! Soccorrimi! Credo in Te! Soccorrimi, io muoio di sgomento. -

- Coraggio, rialzati dallo sfinimento. Ricevi la goccia del mio divino Sangue... - ... (diario, 23-7-1954). ... Il mio Orto e il mio Calvario furono vissuti e sofferti al primo piano della casa. Ero un vermiciattolo che cammi­nava, camminava sotto il peso di tutta la terra. Nel piano superiore, piano di godimento, di piaceri, di paz­zie vergognose, vi erano finestre dappertutto; da tutte usciva il massimo veleno, ma neppure un pensiero verso la vita del primo piano. Dal Cielo veniva tutta la giustizia di Dio che passava e penetrava in ogni luogo del primo piano, e veniva a schiacciare il verme che si trascinava ad ogni costo. Ripetevo il mio « credo », ma il dolore e l'agonia erano tali che mi pareva ripetere sempre « credo » e « non credo » allo stesso tempo.

- Gesù, mi affido a Te: sono la Tua vittima. - Venne Gesù; alzò da terra questo povero verme, fece luce, luce molto chiara e splendente... Mi disse: - Vieni, figlia mia; alzati; esci dalla morte, esci dalle tenebre. Contempla la luce, ne hai bisogno. Tu non sei verme, sei vittima... Riposa qui, mia sposa prediletta... Coraggio! Sei vittima del mondo in vizi, del mondo in guerra! Come è misteriosa la tua vita! Davanti a tali prodigi gli uomini si fermano, restano ac­cecati, ma sono pochi quelli che si lasciano vincere ed illu­minare dalla luce. Beati questi! Che gloria attende i grandi mi­stici che sostengono e portano a Me le anime! Coraggio! (diario, 30-7-1954).

Interrogatori su interrogatori ... Gesù non si accontenta dei tormenti indicibili del corpo e dell'anima; permette che vengano gli uomini con interroga­tori ed interrogatori, che accetto gioiosamente con lo sguardo al Cielo, offrendoli per amore di Gesù e delle anime. Rispondo come Gesù mi ispira, ma poi, da sola con Gesù che mi fa comprendere tutte le cose, il cuore sanguina nel dolore e nell'agonia sotto il peso delle umiliazioni, mentre nel mio intenso amore vado ripetendo: « Grazie per tutto, mio Gesù! Tutto Ti dia gloria e onore; sono la Tua vittima ». Ma il dire questo, sentendo la mia inutilità, la perdita di Gesù, di Mammina, di tutto il Cielo, dubbiosa su tutto il mio vivere, quanto costa! Per avere presente il dubbio di mentire a me stessa e a tutti, non sarebbero necessari i dubbi degli altri. Anche solo il mio sentimento così doloroso e tremendo mi fa agonizzare. Ma voglio darmi alle anime e mi umilio davanti a loro. Non riesco ad ammettere di essere visitata, tanto è grande la mi­seria che sento in me... (diario, 6-8-1954).

« Mio buon padre [Pinho], ... Padre mio, spero che quando riceverà questa mia, avrà già ricevuto quella del medico, nella quale egli spiega ciò che sta avvenendo e anche il mio stato di salute "; se non è giunta, non ritarderà. Il dott. Sebastiano Cruz, segretario dell'arcivescovo, è ve­nuto 8 giorni or sono e mi ha incoraggiata molto. Poco mancò che mi tuffasse in cielo `. È con noi, è un sostegno valido. Il giorno 8 di questo mese è venuto un gesuita: ne sono rimasta meravigliata. Mi ha domandato se conosco p. Pinho; gli ho risposto di sì; mi ha detto che è nipote del vescovo di Funchal [Madeira], che è già stato costi a Baia e ultima­mente in Africa. Mi ha fatto varie domande, cui ho risposto come mi ha ispirato il Signore. Non so se è venuto qui spon­taneamente o se portava "acqua nel becco". Mi ha raccoman­dato le sue intenzioni e io ho fatto altrettanto.

Non mancano curiosi che vengono ad interrogarmi anche da altre diocesi. Il Signore mi dà sempre luce per rispondere. E se Egli è con me, chi contro di me? Venisse anche il mondo intero, non devo temere. Oh, se Gesù venisse a prendermi per il Cielo! Provo molte ansie, ma non posso abbandonare le anime; però in cielo continuerà il mio compito, finché vi saranno anime sulla terra... » (lettera a p. Pinho, 13-8-1954).