« Mio buon padre [Pinho],
... ho veduto la sua fotografia presa ultimamente: mi ha rattristata il
vederla tanto magro; interrompa il lavoro, è necessario che lei riposi
molto! Laura, che di tanto in tanto mando a Oporto dai suoi familiari,
mi ha detto che anch'essi sono impressionati... Lavorino quelli che
hanno più salute. E ora, che dirle di più? Se le forze e la mia
ignoranza mi consentissero, non la finirei mai... Quanto bisogno avrei
di lei, per aprirle la mia anima, per mostrarle un libro di
innumerevoli pagine che ho nel cuore! È un libro che si potrà
comprendere e leggere tutto solamente nella luce della eternità.
In esso sono scritte le ansie di darmi, di consumarmi nell'amore di
Gesù e di condurre a Lui le anime, tutte, proprio tutte. Non posso
consentire che se ne perda neppure una sola. Impazzisco giorno per
giorno, momento per momento, per Gesù e per loro.
La mia sofferenza è inaudita, il dolore nel sapere che Gesù è offeso è
infinito. Quanto parla questo libro! Che io muoia ogni momento; che io
dia il mio sangue sino all'ultima stilla, sino alla fine dei secoli, ma
che non sia offeso Gesù, che le anime non vadano all'inferno... E dopo
questo, dopo tanti dolori ed amarezze, non trovo nulla in me, mi sento
derubata di tutto, senza possedere nulla da dare a Gesù, per consolarlo
e ripararlo e per la salvezza delle anime. L'inutilità è stata crudele
verso di me.
Devo vivere di fede e di speranza, ma sovente non ho il coraggio di
dire a Gesù che credo, come Egli mi ordina tante volte! I colloqui del
venerdì sono solo per me: sono colloqui di dolore e di fede; ma mi
sembrano illusione. Gesù appare e si nasconde e io rimango come se Lui
non venisse; mi rimane appena nell'anima un po' di conforto, ma per
poco tempo. Anche se nascosto, è sempre Gesù che vince in me.
Ho sempre sete di soffrire di più per Lui, di dare la vita per Suo amore e per le anime.
Il Cardinale non si stanca di mandarmi benedizioni e parole di
conforto; quanto mi è amico! Così pure il canonico Cruz, segretario
dell'arcivescovo: venne qui giorni or sono e, dopo avermi confortata
molto, mi disse di essere dalla nostra parte e di rappresentare
l'arcivescovo. Anche se i nemici sono rabbiosi, sono molto più numerosi
gli amici e Gesù veglierà su chi vive soltanto per Lui. Giungerà la
nostra ora. Confidiamo, padre, confidiamo. La separazione voluta dagli
uomini non è valsa a nulla: Gesù ha unito ancor più le nostre anime.
Come sono grandi le cose di Dio! Come è infinito il Suo potere! Sia
benedetto!... » (lettera a p. Pinho, 2-5-1954).
... Nell'abisso del mio scavo devo ripetere il mio « credo »; non posso
cessare di ripeterlo... « Credo, Signore, che vivo in Te e per Te!
Credo che Ti amo, pur senza la minima consapevolezza di amarti. Sono
Tua, sono Tua! ».
Il mio sepolcro, quanto parla nel profondo silenzio della morte! Non è
a me che parla, ma al mondo ". Non è conversazione di giorni, ma di
tutto il tempo. Sento che parla, che dà luce e vita, ma a me niente:
non odo, non comprendo niente... Nulla ho detto, nulla so dire; e il
mio libro infinito vuol parlare. Io sono il suo leggio`... (diario,
28-5-1954).