MaM
Messaggio del 15 febbraio 1983:Il mondo di oggi vive in mezzo a forti tensioni e cammina sull’orlo di una catastrofe. Può essere salvato solo se troverà la pace. Ma la pace potrà averla soltanto ritornando a Dio.

Beata Alexandrina Maria da Costa - «Desidero che vengano alla scuola della tua cameretta» (Momenti della Passione)


Il mondo dorme. Che mortalità generale! Dorme nel fango, nelle tenebre, nel peccato. Sento che è così, e mi sento io pure in un grande cimitero dove si incontra solo il silenzio della morte: vi sono sepolta, già senza carne, senza ossa e senza cenere. Il mio sforzo per rialzarmi, per uscirne e riunire nuo­vamente tutto il mio essere, è inutile.

L'oppressione delle umiliazioni non cessa. Essa non trova più in me né corpo, né spirito, né anima da schiacciare, ma mi pesa ed opprime nel dolore stesso: lo rialza, lo ravviva, non lo lascia in pace... Ed io rimango sulla croce, sempre sulla croce.

La vita che ha lasciato il corpo ed è fuggita verso l'alto, soffre: sta là, vive là, lontano, molto lontano. Ma, oh, quan­to soffre quella vita! In quanto a me, sento di non avere più né spirito né ani­ma; è fuggito tutto; tutto si è allontanato dal corpo, dal corpo che non ha neppure ceneri, ma sente tutti gli effetti del dolore. Che triste e dura separazione!

Sì, questa vita che si è allontanata da me vive in alto, ma continua a liberare anime: è in un lavoro continuo, come se stesse ad aprire porte. Da queste porte escono stormi di anime che salgono, at­traversando nuvole, per entrare nel Paradiso.

Per me c'è soltanto dolore. Cercheranno invano di darmi gioia: le gioie di questo mondo sono per me come rose ap­passite, già fradice, senza colore: rose appassite ma sempre con molte e acute spine. Tutto mi ferisce e mi lascia sotto il peso delle umiliazioni..., sola, senza nessuno. Per me non vi sono buoni consigli, né amici: tutto muore subito nel mondo delle mie tenebre. Mio Dio, come sono sola! Il mio sforzo per consolare Gesù, per amarlo e salvargli anime è grande. Non ci riesco. Mi aggrappo alla croce. Il sorriso delle mie labbra è falso, anche se senza inten­zione di falsità; ma il costante sorriso dell'anima al dolore e alla croce è vero. Mi consola la volontà del Signore; voglio soltanto quella, ma in nulla provo consolazione sensibile. Vedo tutto perduto. Levo il mio grido a Gesù e alla cara Mammina; invoco tutto il cielo e vado soffrendo e camminando. Ieri, 30 maggio, verso sera, mi è giunta da Bahia [Brasile] una lettera del mio direttore spirituale. Fu come un raggio di sole che illuminò tutta la camera ed entrò nella mia anima. Ma durò soltanto il tempo che impiegai a leggerla. Istanta­neamente tutto si spense e rimasi di nuovo nell'oscurità e an­cor più sola di prima; le spine mi ferirono in maggior profondità. Ringraziai Gesù e Mammina per il regalo fattomi alla chiu­sura del suo mese benedetto; dono che fiduciosa attendevo e speravo fosse duraturo; invece lo accompagnarono spine. Sia benedetto il Signore: la Sua volontà è anche la mia... (diario, 31-5-1946).

... I giorni della mia vita sono come una eternità: che de­siderio del cielo! Quando potrò vedere Gesù e Mammina e goderli eternamente? Ma oh! Che grande indifferenza sento per tutto questo. ... O mio Dio, sarà un mio difetto il non preoccuparmene? Soffro, soffro per sentimenti tanto strani!... È terminato il mese di Mammina: che nostalgia! Ho fatto cosette tanto piccole per Suo amore: non so amare né Lei né Gesù...

Questa mattina, subito dopo la Comunione, Gesù si è af­frettato a parlarmi: - Figlia mia, Io, il Padre mio e lo Spi­rito Santo abbiamo stabilito dimora per sempre nel tuo cuore.

Lo Spirito Santo ti colma dei suoi beni, del suo amore, della sua luce. E sai perché, mia sposa amata? Perché tutto comunichi e distribuisca alle anime. Riempi i loro cuori di ciò di cui è colmo il tuo: di amore, di grazie e di ricchezze divine... - Mio Gesù, oh, se inventassi Tu nuovi regali da offrirti, nuovi mezzi con cui Ti possa amare e dispensassi me dal cer­carli! lo non so nulla e non ho nulla... Dimmi ciò che devo fare e dammene la forza; accetta intanto la mia vergogna ed umiliazione che sento davanti a Te nell'udirti parlare così... - - ... lo voglio, lo desidero che tu continui a darmi il gran­de sacrificio di lasciar venire alla scuola della tua cameretta tutti coloro che lo vogliono: è scuola delle scuole, la scuola più sublime, la scuola delle meraviglie del Signore... Qui come nel Cenacolo, le anime ricevono la luce dello Spirito Santo; quante ne escono già illuminate! Ricevono luce dai tuoi sguardi, dalle tue parole, dal tuo soffrire: tutto in te irradia amore, tutto diffonde ciò che è del cielo... Madre mia benedetta, vieni dalla nostra figlia che ne­cessita molto di aiuto - È venuta Mammina, mi ha presa con Sé e mi ha coperta di carezze: - Figlia mia e figlia del mio Gesù, amata dai no­stri Cuori, le tue piccole cose fatte per Me durante il mese di maggio furono per Me grandi, molto grandi; fa' lo stesso per il tuo Gesù in questo mese di giugno dedicato a Lui. Soffri contenta perché Egli non sia ferito: allieta così il mio Cuore di Madre... - (diario, 1-6-1946).

So, sento di soffrire orribilmente nell'anima e nel corpo, ma quasi non so spiegare il mio dolore nei suoi vari aspetti. Il mio spirito è diventato come un sole coperto da oscure nubi; così nascosto non illumina più la terra e manda luce ad altri astri che stanno al di sopra di lui`. Non so spiegarmi me­glio... Sono sola, sola per soffrire e combattere... Non avere nessuno! Ho solo belve attorno a me, ho solo immondezze che dissolvono il mio corpo: mi pare che denti di ferro lo scarnifichino e giungano a ferire anche l'anima. Mi pare che essa sia in una agonia e in un grido continuo per chiedere soc­corso, che può venire soltanto dal cielo. Non so pregare né amare...

Nel pomeriggio di ieri la mia anima ha veduto le spaven­tose sofferenze dell'Orto. Mascherando il dolore, il cuore pareva volare come una colomba verso di esse: voleva con un solo volo raggiungere contemporaneamente Orto e Calvario. Era Orto e Calvario di vite. Il dolore e lo spavento schiacciavano il cuore, lo distruggevano; l'amore lo rifaceva... Lacrime di sangue uscivano dai miei occhi e mi colavano sul volto; per essere più chiara, uscivano da quelli di Gesù e colavano sul Suo volto: la mia anima sentiva. così. Oggi, all'arrivo sul Calvario, non ero io a portare la croce, ma sono caduta ugualmente sfinita: sudori freddi coprivano il mio corpo...

Ho sentito i miei occhi chiudersi e avvicinarsi il momento di spirare.

È venuto Gesù: - Figlia mia,... dimmi, non sei contenta del tuo dolore e del tuo cuore sempre sanguinante?... - Sì, mio Gesù... - Solo con il dolore si possono salvare tante anime... Non dico che si salveranno tutte come desidererei, ma dico che si perderanno solo quelle che vorranno perdersi e che resisteranno totalmente alle mie grazie divine. Ti prometto: « Tutti coloro che ti faranno visita... saranno salvi, anche coloro che verranno a te per curiosità e male intenzionati: il tuo dolore sarà forza invincibile che li salverà tutti ». Questo fa parte della missio­ne che ti ho affidata la più nobile e sublime missione.

(diario, 7-6-1946).