Il mondo dorme. Che mortalità generale! Dorme nel fango, nelle tenebre,
nel peccato. Sento che è così, e mi sento io pure in un grande cimitero
dove si incontra solo il silenzio della morte: vi sono sepolta, già
senza carne, senza ossa e senza cenere. Il mio sforzo per rialzarmi,
per uscirne e riunire nuovamente tutto il mio essere, è inutile.
L'oppressione delle umiliazioni non cessa. Essa non trova più in me né
corpo, né spirito, né anima da schiacciare, ma mi pesa ed opprime nel
dolore stesso: lo rialza, lo ravviva, non lo lascia in pace... Ed io
rimango sulla croce, sempre sulla croce.
La vita che ha lasciato il corpo ed è fuggita verso l'alto, soffre: sta
là, vive là, lontano, molto lontano. Ma, oh, quanto soffre quella
vita! In quanto a me, sento di non avere più né spirito né anima; è
fuggito tutto; tutto si è allontanato dal corpo, dal corpo che non ha
neppure ceneri, ma sente tutti gli effetti del dolore. Che triste e
dura separazione!
Sì, questa vita che si è allontanata da me vive in alto, ma continua a
liberare anime: è in un lavoro continuo, come se stesse ad aprire
porte. Da queste porte escono stormi di anime che salgono,
attraversando nuvole, per entrare nel Paradiso.
Per me c'è soltanto dolore. Cercheranno invano di darmi gioia: le gioie
di questo mondo sono per me come rose appassite, già fradice, senza
colore: rose appassite ma sempre con molte e acute spine. Tutto mi
ferisce e mi lascia sotto il peso delle umiliazioni..., sola, senza
nessuno. Per me non vi sono buoni consigli, né amici: tutto muore
subito nel mondo delle mie tenebre. Mio Dio, come sono sola! Il mio
sforzo per consolare Gesù, per amarlo e salvargli anime è grande. Non
ci riesco. Mi aggrappo alla croce. Il sorriso delle mie labbra è falso,
anche se senza intenzione di falsità; ma il costante sorriso
dell'anima al dolore e alla croce è vero. Mi consola la volontà del
Signore; voglio soltanto quella, ma in nulla provo consolazione
sensibile. Vedo tutto perduto. Levo il mio grido a Gesù e alla cara
Mammina; invoco tutto il cielo e vado soffrendo e camminando. Ieri, 30
maggio, verso sera, mi è giunta da Bahia [Brasile] una lettera del mio
direttore spirituale. Fu come un raggio di sole che illuminò tutta la
camera ed entrò nella mia anima. Ma durò soltanto il tempo che impiegai
a leggerla. Istantaneamente tutto si spense e rimasi di nuovo
nell'oscurità e ancor più sola di prima; le spine mi ferirono in
maggior profondità. Ringraziai Gesù e Mammina per il regalo fattomi
alla chiusura del suo mese benedetto; dono che fiduciosa attendevo e
speravo fosse duraturo; invece lo accompagnarono spine. Sia benedetto
il Signore: la Sua volontà è anche la mia... (diario, 31-5-1946).
... I giorni della mia vita sono come una eternità: che desiderio del
cielo! Quando potrò vedere Gesù e Mammina e goderli eternamente? Ma oh!
Che grande indifferenza sento per tutto questo. ... O mio Dio, sarà un
mio difetto il non preoccuparmene? Soffro, soffro per sentimenti tanto
strani!... È terminato il mese di Mammina: che nostalgia! Ho fatto
cosette tanto piccole per Suo amore: non so amare né Lei né Gesù...
Questa mattina, subito dopo la Comunione, Gesù si è affrettato a
parlarmi: - Figlia mia, Io, il Padre mio e lo Spirito Santo abbiamo
stabilito dimora per sempre nel tuo cuore.
Lo Spirito Santo ti colma dei suoi beni, del suo amore, della sua luce.
E sai perché, mia sposa amata? Perché tutto comunichi e distribuisca
alle anime. Riempi i loro cuori di ciò di cui è colmo il tuo: di amore,
di grazie e di ricchezze divine... - Mio Gesù, oh, se inventassi Tu
nuovi regali da offrirti, nuovi mezzi con cui Ti possa amare e
dispensassi me dal cercarli! lo non so nulla e non ho nulla... Dimmi
ciò che devo fare e dammene la forza; accetta intanto la mia vergogna
ed umiliazione che sento davanti a Te nell'udirti parlare così... - -
... lo voglio, lo desidero che tu continui a darmi il grande
sacrificio di lasciar venire alla scuola della tua cameretta tutti
coloro che lo vogliono: è scuola delle scuole, la scuola più sublime,
la scuola delle meraviglie del Signore... Qui come nel Cenacolo, le
anime ricevono la luce dello Spirito Santo; quante ne escono già
illuminate! Ricevono luce dai tuoi sguardi, dalle tue parole, dal tuo
soffrire: tutto in te irradia amore, tutto diffonde ciò che è del
cielo... Madre mia benedetta, vieni dalla nostra figlia che necessita
molto di aiuto - È venuta Mammina, mi ha presa con Sé e mi ha coperta
di carezze: - Figlia mia e figlia del mio Gesù, amata dai nostri
Cuori, le tue piccole cose fatte per Me durante il mese di maggio
furono per Me grandi, molto grandi; fa' lo stesso per il tuo Gesù in
questo mese di giugno dedicato a Lui. Soffri contenta perché Egli non
sia ferito: allieta così il mio Cuore di Madre... - (diario, 1-6-1946).
So, sento di soffrire orribilmente nell'anima e nel corpo, ma quasi non
so spiegare il mio dolore nei suoi vari aspetti. Il mio spirito è
diventato come un sole coperto da oscure nubi; così nascosto non
illumina più la terra e manda luce ad altri astri che stanno al di
sopra di lui`. Non so spiegarmi meglio... Sono sola, sola per soffrire
e combattere... Non avere nessuno! Ho solo belve attorno a me, ho solo
immondezze che dissolvono il mio corpo: mi pare che denti di ferro lo
scarnifichino e giungano a ferire anche l'anima. Mi pare che essa sia
in una agonia e in un grido continuo per chiedere soccorso, che può
venire soltanto dal cielo. Non so pregare né amare...
Nel pomeriggio di ieri la mia anima ha veduto le spaventose sofferenze
dell'Orto. Mascherando il dolore, il cuore pareva volare come una
colomba verso di esse: voleva con un solo volo raggiungere
contemporaneamente Orto e Calvario. Era Orto e Calvario di vite. Il
dolore e lo spavento schiacciavano il cuore, lo distruggevano; l'amore
lo rifaceva... Lacrime di sangue uscivano dai miei occhi e mi colavano
sul volto; per essere più chiara, uscivano da quelli di Gesù e colavano
sul Suo volto: la mia anima sentiva. così. Oggi, all'arrivo sul
Calvario, non ero io a portare la croce, ma sono caduta ugualmente
sfinita: sudori freddi coprivano il mio corpo...
Ho sentito i miei occhi chiudersi e avvicinarsi il momento di spirare.
È venuto Gesù: - Figlia mia,... dimmi, non sei contenta del tuo dolore
e del tuo cuore sempre sanguinante?... - Sì, mio Gesù... - Solo con il
dolore si possono salvare tante anime... Non dico che si salveranno
tutte come desidererei, ma dico che si perderanno solo quelle che
vorranno perdersi e che resisteranno totalmente alle mie grazie divine.
Ti prometto: « Tutti coloro che ti faranno visita... saranno salvi,
anche coloro che verranno a te per curiosità e male intenzionati: il
tuo dolore sarà forza invincibile che li salverà tutti ». Questo fa
parte della missione che ti ho affidata la più nobile e sublime
missione.
(diario, 7-6-1946).