... Durante la notte dal 5 al 6 gennaio pensavo: - O Gesù, avessi
anch'io, come i Magi, oro, incenso e mirra da offrirti! Ma non ho
nulla. Non posso venire al tuo presepio con la mia miseria. - La mia
tristezza era profonda... In quel momento vidi Gesù davanti a me: con
una gran croce sulle spalle, un ginocchio a terra, il Volto divino
inclinato verso di me, mi guardava con tristezza. Dietro vi erano molte
persone con sguardi di rancore verso di Lui, come volessero scaricargli
addosso ogni specie di sofferenza. Questa scena mi richiamava la
moltitudine dei Giudei che lo insultavano lungo la strada del Calvario.
Io non seppi se non ripetere a Gesù: - Sono la tua vittima. - ... Son
già trascorsi 5 giorni e sento ancora in me quel Volto divino dagli
sguardi tanto tristi, ma tanto pieni di dolcezza. Quanto doveva
soffrire Gesù, per apparirmi in quello stato! ...Oggi, giunta al
Calvario, avevo dentro di me Chi può fissare e scrutare tutte le strade
di quel percorso irrigato di sangue. Questo contribuì ad aumentare il
mio dolore: tanto sangue sparso corrisposto con tanta ingratitudine!
Vedevo il mondo rifuggire da quel sangue e io volevo salvarlo: non c'è
altro mezzo. Se potesse essere visto questo dolore! Se fosse compresa
questa agonia, quante anime si salverebbero! Il cuore si struggeva in
amore e Qualcuno prendeva quell'amore e lo diffondeva nel mondo: un
soffio, come di vento, lo portava ovunque; anche dai miei occhi, dalle
mie labbra, da tutto il mio corpo prendeva non so che cosa e lo
spargeva. Io, in croce, disfatta dal dolore, agonizzavo nell'abbandono,
nell'oscurità e nella morte. È venuto Gesù: - Figlia mia, vedo nella
tua morte la vita delle anime. Prendo dal tuo cuore amore per tutte...
Quanto vale il Calvario! Il dolore è sigillo che non si cancella; la
croce è segno di redenzione. Abbi coraggio! II dolore è salvezza del
mondo. Traggo dal tuo cuore, dai tuoi occhi, dalle tue labbra, da
tutto il dolore del tuo corpo un balsamo salutare di salvezza. Mi
rallegro nel vederti sopportare tutto con animo contento le cuore
forte... Non mancano le anime disposte ad accompagnarmi sul Tabor, ma
quando giunge il dolore, il Calvario, rifiutano la sofferenza: fuggono
e mi lasciano solo. In te trovo tutta la generosità; mi sei fedele...
- ... (diario, 11-1-1946).
... Prego e soffro senza che nulla di questo mi appartenga: non
posseggo nulla da dare a Gesù. Le mie tenebre sono come leoni che tutto
inghiottono...
Ero tanto prostrata per il mio Orto ed il mio Calvario!... Rare volte
ho sentito come oggi il capo tanto ferito dalle spine: che dolori acuti
e profondi! Tutto il capo era una piaga viva... E’ venuto Gesù: - Mia
figlia, voglio la tua oscurità, il tuo abbandono, la tua crocifissione
somigliante alla mia. Non dico che, nella mia Passione, il divin Padre
abbia cessato di assistermi, che non abbiamo continuato ad amarci con
lo stesso amore e che lo abbia perduto la mia unione con Lui e con lo
Spirito Santo, no! Lo stesso avviene in te, mia cara crocifissa: hai
sempre la mia divina assistenza: ti accompagno nella crocifissione
indicibile... - ... (diario, 18-1-1946).
Non ho nessuno cui ricorrere: sulla terra non trovo sollievo. Chi vuole
soccorrermi, non può; chi può, non vuole. Mio Dio, mi pare che queste
righe siano scritte con il mio sangue, tanto grande è il mio dolore; è
impossibile descriverlo; neppure il più grande sapiente saprebbe
descriverlo tale quale è. Non sono già più il cencio stracciato, non
sono neppure cencio, non sono nulla: il dolore ha disfatto tutto, le
tenebre hanno sommerso tutto. Vincerà il nome di Gesù. - Vinci, Gesù,
vinci, mio Amore! Fa' che la mia fiducia giunga dalla terra al cielo,
arrivi da me a Te. - Ecco le parole che le mie labbra balbettano
sovente. - Mio Gesù, dammi forza per poter dettare tutto, se questa è
la tua divina Volontà; accetta il mio sacrificio! - ... Oggi, nella
salita al Calvario, il cuore galoppante sembrava scoppiare per le ansie
di vedere nuovi mondi di purezza e di amore da consegnare a Gesù. Mi
pareva che denti di ferro scarnificassero il mio corpo. Mi sentivo
ferita da molti cuori pietrificati. Su di me scorrevano il Sangue di
Gesù e le lacrime di Mammina; cadevano poi su quei cuori che non si
rammollivano.
È venuto Gesù: - Figlia mia, il Signore è con te, è con te la mia pace.
Sei piena di grazia perché da Me l'hai ricevuta ed in te abita e vince
Gesù... - ... (diario, 25-1-1946).
« Che grande esempio dài, per il tuo amore alla croce!
... Resto sempre sgomenta in tanta oscurità... Tutto in me vedo
perduto: Signore, Signore, la mia sofferenza è inutile!... O mio
Calvario, ogni volta più triste e doloroso! Oh, quanto fui flagellata!
Mi pare impossibile che il mio corpo non abbia i segni delle ferite e
non sia rimasto disfatto... Venne Gesù: - Figlia mia... sai bene che lo
sono sempre con te a raccogliere le tue sofferenze ed utilizzarle per
le anime... Quali grandezze e bellezze nella tua anima!... - Mio Gesù,
se io nulla vedo e trovo in me, che puoi raccogliere Tu da utilizzare
per le anime? - - Ascoltami: come potresti tu vedere degli oggetti che
le fiamme divoratrici di un fuoco vivo consumarono? Come potresti
vedere una cosa che offristi e fu portata in un luogo ove non puoi
andare? Tutto ciò che soffri, tutto ciò che fai, tutto il tuo amore è
nascosto, è consumato nel mio.
Se tu potessi vedere il valore della tua sofferenza, ciò che hai fatto
per Me e per le anime, l'amore con cui Mi ami, perderesti la vita, se
fosse vita tua e non vita di Cristo; solamente alla luce dell'eternità
tu potrai vedere e l'umanità pure vedrà quanto hai fatto e sofferto per
salvarla. (diario, 15-2-1946).
Si continua a parlare della partenza del mio padre spirituale [p.
Pinho]. Attorno a me sento incessantemente un mare furioso, il fischio
del vento, la più spaventosa tempesta che mi si schianta contro, come
fossi una banchina [del porto] cui è legato il padre... Soffro anche
per la sofferenza dei miei, specialmente di mia sorella. Giorni fa ho
sofferto ciò che egli soffriva a Fatima nel congedarsi dalle persone
care. Nello stesso istante vedevo una mano posarsi sul mio capo: mi
dava forza per proseguire fra tutti quei dolori. In ispirito mi
abbracciavo alla croce e dicevo a Gesù: - Il dolore sia dolore per me e
amore per Te. Sia questo un abbraccio eterno! - Così dicendo, mi
sentivo scoppiare per la sofferenza. A fianco del dolore cammina la
fiducia. Il dolore pare persino superare la fiducia; ma invece no.
Essa lo sorpassa come il bue che va avanti all'altro più lento. Il
dolore cammina cieco ma con la certezza di giungere al porto di
salvezza; non qui sulla terra ove è certo di non trovare nulla. ...
Sento sgomento per ciò che il Signore mi chiederà ancora, ma resta la
volontà di dargli tutto: mi pare che mi porterà via la mamma e forse
la sorella (diario, 17-2-1946).
Il 20 febbraio non si cancellerà più dalla mia memoria: giorno della
partenza del mio padre per il Brasile. Cosa mi ha chiesto mai Gesù! Non
mi aspettavo tanto! Nella mattinata di tale giorno, subito dopo la
Comunione, domandai a Gesù parecchie volte se il mio padre sarebbe
partito o no; ma non mi rispose. Però, anche così, continuai a
rimanere nella mia fiducia, contro ogni speranza. Il Signore mi mandò
qualcuno [d. Umberto] per animarmi, confortarmi e prepararmi a quello
che ci attendeva. L'anima era forte. Mi sono mantenuta calma e serena,
ma ciò che soffrivo non si può né immaginare né dire... Mettendomi a
pregare non sapevo come orientare le mie orazioni: chiedere a Gesù il
miracolo di non lasciar partire il padre spirituale, o ringraziarlo per
così grande grazia, o implorare per lui un buon viaggio? Indecisa sul
da farsi, presentai soltanto queste mie intenzioni a Gesù. Con la
forza della mia fiducia, che non so donde venisse, dicevo: non è
partito, non parte. Come mi ingannavo! Il dolore era lacerante. Ho
detto: sono arrostita come San Lorenzo; ma è fuoco peggiore: mi brucia
lo spirito, mi stanca l'anima... Fiduciosa soltanto nel Signore e
nella sua provvidenza, mi venne in mente Abramo con il suo Isacco...
Non sapevo che a quell'ora il bastimento navigava già in alto mare
portando lontano il padre. Quanto devo ringraziare il Signore di avermi
aiutata a vincere tutto con serenità e rassegnazione!... E ora che
fare? Continuare a confidare e a sperare nel Signore, raddoppiare le
mie preghiere e, con gli occhi al cielo e il cuore in alto, attendere
serena e soffrire tutto per amore. Ieri mattina, dopo la Comunione,
dissi a Gesù: - Mi affido a Te per tutto e Ti prometto di fare tutto il
possibile per non preoccuparmi più se questo o quello compromette la
tua divina causa: se è tua, io non devo preoccuparmene, ma Tu solo. Io
voglio, mio Gesù, e prometto di fare ogni sforzo per compiere tutto
nella maggior perfezione possibile ed amarti con tutto l'amore di cui è
capace il mio cuore... - Nel pomeriggio ho saputo dell'ora e di tutti i
particolari del congedo e della partenza del padre. Ho voluto essere
forte, nascondere le mie lacrime, ma vi sono riuscita per poco tempo:
ho potuto soltanto soffocare i singulti... Mi pareva un dolore senza
fine: l'ho offerto a Gesù, benedicendolo e lodandolo per tutto.
Come avevo promesso a Gesù di non pronunciare una parola di gioia né di
soddisfazione se il padre non fosse partito, così Gli ho promesso, con
il suo aiuto, di non dire una parola in sfavore di coloro che lo hanno
fatto partire e che mi hanno fatto soffrire tanto...
Dopo la Comunione ho fatto un breve ringraziamento perché le forze non
mi consentivano di più. Ho recitato il « Te Deum » leggendolo su un
libretto che mi ero fatta prestare per recitarlo come ringraziamento
nel caso il padre non fosse partito; l'ho recitato ugualmente, convinta
di dare così più consolazione a Gesù: benedirlo tanto nel dolore
quanto nella gioia... ... Venne il mio Gesù: - Figlia mia, cuore d'oro,
cuore di fuoco, anima pura, candida, vieni a Me, vieni al mio Cuore per
ristorarti in così amaro dolore: vieni a prendere coraggio, conforto e
fiducia. - - Mio Gesù, sai bene che solo in Te confido, non in me, e
sai come hai permesso che io mi ingannassi o che il demonio mi
ingannasse... - Tranquillizzati e ascoltami. Non ti ho ingannata, tu
non ti sei ingannata ed il demonio non ti ha ingannata, perché Io non
l'ho acconsentito. Tutto ciò che ho fatto non è stato né per umiliare
te né coloro che Io amo e che si prendono cura della mia divina causa,
ma per renderli più fermi e più disponibili...
Figlia mia, mi è costato assai non dirti tutto ciò che stava
succedendo: ti ho dato coraggio e fiducia, in tutto questo tempo,
perché tu potessi resistere ed avessi la forza per ricevere questo
colpo tanto duro... Ti ho promesso di liberarlo [p. Pinho]: è stato
questo il mezzo migliore per la sua liberazione. Non è partito
spiritualmente, è rimasto con te. Ciò che Io ho unito, gli uomini non
possono separare.
Coraggio... Che grande luce dài al mondo; che grande esempio per la tua
disponibilità e per il tuo amore alla croce! - (diario, 22-2-1946).
Sono nelle mani di Dio per tutto quanto vuole: Egli sia la mia forza.
... Il dolore, la nostalgia del mio padre partito per il Brasile hanno
raggiunto l'apice, non possono crescere di più... Ma lo [p. Pinho]
sento nella mia anima con una unione tanto forte come non mai... Partì
il corpo, ma rimase nel mio calvario la vita della sua anima: è ciò che
sento... I miei occhi non possono frenare le lacrime, ma sono lacrime
di disponibilità, di pace, di amore. Mentre gli occhi piangono, l'anima
si eleva, si prostra davanti a Gesù e gli sorride e, come avesse
braccia, le distende per lasciarsi crocifiggere e nella maggiore
tranquillità, con la migliore volontà, dice a Gesù: - Voglio, accetto
l'immolazione, il sacrificio per tuo amore... - ... (diario, 26-2-1946).