... Nella notte dal 17 al 18 fui tormentata con grande violenza dal
demonio; venne tre volte con piccoli intervalli: prima sotto forma di
uomo malizioso, poi di cane... da ultimo accompagnato da una
moltitudine di demoni per tormentarmi di più. Appena potevo invocavo
Mammina e Gesù, rinnovavo a Gesù l'offerta di vittima: - È per Te e per
le anime. Io non voglio peccare, Tu lo sai: aiutami!... - I miei dolori
nell'Orto furono di tutte le specie. Grande fu l'amarezza. Nell'agonia
mortale mi rotolai sul suolo parecchie volte. Il peso schiacciante dei
peccati di tutti gli uomini sembrava spremermi tutte le vene fino a
farne sprizzare il sangue che inzuppava i vestiti tanto che li sentivo
come incollati al corpo; ne vidi inzuppata anche la terra. Gesù, parlo
di Te, non di me perché soltanto Tu hai sofferto in me e non io; però
ho quasi agonizzato con Te.
Nella stessa unione con Gesù oggi sono caduta con la croce che pesava
su di me; un braccio di essa mi ha colpita sul petto ferendomi il
cuore; per qualche istante sono rimasta svenuta, come se non avessi
vita. I carnefici mi hanno fissato incuriositi pensando che fossi
morto. Con rinnovato furore mi hanno trascinato bruscamente facendomi
battere sulle lastre di pietra. Dalle spine del mio capo si sono aperte
altre fonti di sangue. Nonostante tutto, dal mio cuore uscivano per i
carnefici soltanto amore e compassione. La marcia si è fatta ancor più
accelerata: la rabbia dei carnefici bramava di vedermi sulla cima del
Calvario per condurre a termine i loro malvagi intenti.
- Perché mi ferite così, se vado a morire per voi? - sussurrava Gesù nel mio cuore...
È venuto Lui, ma non con premura: ha tardato assai: - Mia sposa, sposa
angelica, sposa dell'Eucarestia, vengo a te con - fame, sete e freddo.
La mia fame e sete sono di anime e di cuori. Dammeli! Sazia il mio
divin Cuore. Vengo con freddo e voglio riscaldarmi al calore del tuo
amore, al fuoco del tuo cuore. Vengo perché espulso da cuori gelati o
tiepidi: sono ghiacciato nella loro freddezza. Non li ho mai
abbandonati, ma sono stato obbligato a lasciarli: mi hanno espulso per
far posto al demonio. Prima però mi hanno preso, ferito, coperto di
spine. Alla porta dei loro cuori ho bussato, ho chiamato tante volte
con dolcezza e tenerezza di padre. Ho chiesto loro di accendere il
fuoco del Mio amore nei loro cuori; non mi hanno ascoltato, non hanno
voluto udire e hanno accolto il demonio. E furono tanti questa notte ed
anche oggi. E sai chi? Erano sacerdoti, qualche religioso, qualche
religiosa e « anime pie ». Come Mi hanno offeso e ferito! Non ti parlo
poi del numero incalcolabile di altri peccatori che Mi hanno offeso
orribilmente e di tanti cui fra poco chiederò i conti. ... La tua vita
è un insieme della vita di Cristo e della Madre mia benedetta...
Confida; Io non vengo meno. Sei la colomba dell'Eucarestia; continui a
volare al mio tabernacolo per deliziare il mio Cuore; è per questo che
ti chiamo sposa eucaristica. Grazie al tuo fuoco eucaristico, avrò,
dopo la tua morte, molte anime e spose eucaristiche... - (diario,
24-5-1946).