MaM
Messaggio del 25 giugno 2014:Cari figli! L’Altissimo mi dona la grazia di poter essere ancora con voi e di guidarvi nella preghiera verso la via della pace. Il vostro cuore e la vostra anima hanno sete di pace e d’amore, di Dio e della sua gioia. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e nella preghiera scoprirete la sapienza del vivere. Io vi benedico e intercedo per ciascuno di voi davanti al mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Lacrime di nostalgia, di rassegnazione, di pace


« Mio buon padre [Pinho] ... Non mi pare realtà, ma sogno, il ricevere una sua lettera e potere rispondere! Potrò farlo? Aspetto ordini. Non voglio affatto disobbedire. Scrivo ancora con paura. Il mondo è tanto cattivo. È vero che non ho com­messo nessun crimine per essere trattata così, ma meglio sof­frire una vita intera da innocente che un solo momento da colpevole: è tanto bella l'obbedienza e piace tanto a Gesù!

La sua lettera mi giunse il giorno 13. Fu un regalo di Gesù e di Mammina. L'apprezzai molto, ma l'apprezzamento non mi apparteneva, non era mio. Mi caddero le lacrime involontariamente: lacrime di nostal­gia, di pace e di rassegnazione.

Oggi è un mese che la mia anima l'ha veduta partire e l'ha accompagnata con grande dolore in alto mare, in quel lungo e doloroso viaggio. La visione era chiara; l'ha accom­pagnata giorno e notte; giorno per giorno lei diventava sempre più minuscolo finché, tra l'uno ed il due di marzo, scomparve. L'anima cessò di vederla, ma non di sentirla. Sapesse come è questo sentimento! E io sapessi spiegarmi!...

La distanza che ci separa ha unito fortemente, come mai,. le nostre anime... Come sono unita a Gesù e non cesso di pen­sare a Lui, così sono unita all'anima del mio padre e lo ricordo sempre con profonda nostalgia: nostalgia che di tanto in tanto mi spreme lacrime dagli occhi; con grande sforzo le obbligo a nascondersi.

A volte esamino la mia coscienza: sarà attaccamento e affetto esagerato? Non è. Rimango in pace; Gesù vede e sa. Non scambierei l'amore per Gesù con quello per il padre e per tutte le creature del mondo: Egli è il principio e il fine del mio vivere; ed è Lui senza dubbio che ha unito così le nostre anime. A quattro anni dalla nostra dura e dolorosa separazione, quando mi pareva di non resistere ai desideri e alle ansie che lei venisse ad incoraggiarmi e a guidare la mia anima verso, Gesù, venne il colpo ancor più puro, inflissero nel mio cuore il più doloroso pugnale: pugnale che non uscirà mai più, ferita che non si chiuderà se non quando lei sarà davvero qui. Ho sperato fino all'ultimo momento, convinta che lei non partisse. Ma sia benedetto Gesù! Non basta tutta la mia vita, non basta tutta una eternità per ringraziarlo di così grande grazia: non è venuto meno nel darmi forza e grande rasse­gnazione. Ho pianto molte lacrime, ma silenziose, calme e serene. Il maligno mi ha tormentata con grandi dubbi e col mo­strarmi la mia vita tutta inutile, ma, con la grazia di Dio, ho vinto tutto e mi pare senza offesa per Gesù. Egli sa che, man­candomi lei, mi manca tutto; Egli conosce l'abbandono in cui mi trovo...

D. Umberto mi è molto amico e comprende molto bene la mia anima, ma ben presto anch'egli ricevette la proibizione. Tuttavia, nonostante che mi comprenda e mi abbia sostenuta in ore tanto tragiche, sentii sempre che il mio padre era la prima e l'ultima luce della mia anima. Non tralasciò mai di occupare nel mio cuore lo stesso posto; Gesù non lo ha tolto di là. Era ed è il primo per cui pregavo e prego. E D. Umberto, poverino, mi diceva: - Io non voglio per nulla intromettermi. Voglio soltanto sostenere la sua anima. Il suo vero direttore è il padre (Pinho). -

Povera me, e povera Deolinda, se in questi tristi e lunghi anni il Signore non mi avesse lasciato un medico tanto buono e santo! Nessuno vorrebbe trovarsi nelle sue condizioni. Ci è molto amico; amico saldo della causa di Dio; è anche amico, amico sincero, di lei, padre... P. Alberto pure mi vuol bene, e sa perdonare i peccati benissimo. Molte lodi siano date al Signore!... A quando la felice notizia del suo ritorno, con libertà di prendersi cura della mia anima fino alla fine?... » (lettera a - p. Pinho, 20-3-1946).