- O Gesù, sarà mai possibile che una morta parli, che il cuore di un
cadavere senta nostalgie del cielo, ansie di volare a Te, bramoso di
nascondersi per tuffarsi nella immensità del tuo divino Amore? Gesù, è
il mio dolore che Ti parla,... è un dolore che racchiude in sé tutti i
dolori. Gesù, mi sento non come un cadavere da poco sepolto nel quale i
vermi non siano ancora penetrati e che potrebbe essere riconosciuto,
no, mio Gesù, ma come se neppure le ceneri avessi più: tutto scomparve.
O mio Dio, che morte, la mia, che eternità perduta! Ascolta, o Gesù,
abbi compassione! Volgi lo sguardo verso di me, leggi nel mio dolore: è
per Te, è per le anime... Vedi che senza di Te non resisto a tante
nostalgie del cielo; con tante ansie di amarti non posso restare qui...
O dolore, o dolore, solo tu vivi, ma non ami Gesù, non vivi per Gesù.
Giunga fino a Te il mio grido! Che sarà di me, mio Dio, che sarà di me
senza di Te? O lotta, o tremenda lotta!
Gesù, è un anno che terminò il mio martirio a « Foce ». In questi
ultimi 40 giorni rivissi ciò che passai colà. Accetti, o Gesù, il
martirio tanto doloroso? Non tornai a « Foce » ma posso quasi dire che
soffersi come quando ero là. Facesti in modo che tutto si ripetesse:
rivissi tutto, o Gesù. Accetta il mio dolore e, per amore delle anime,
chiudi l'inferno. Fa' che io Ti ami e Ti faccia amare. Ho fame di darti
il mondo intero. Ahimè, mio Gesù! Ho nostalgia di alimentarmi ma non
sono io che la sento; non è il mio corpo che sente fame e sete perché
io già non esisto; ma è un cuore, un'anima come fosse mia che sente
questa fame e questa sete. Udisti, mio Gesù, che questo mio duro penare
mi obbligò a dire che avrei dato tutto, il mondo, la vita, se fosse
stato possibile, solamente per avere una piccola alimentazione. Che
ansie, che ansie, mio Gesù, di possedere tutto per darti tutto! Voglio
amarti, voglio darti anime!... Volgi verso di me il tuo divino sguardo,
perché voglio fissare i miei occhi nei tuoi. - (diario, 20-7-1944).