MaM
Messaggio del 14 dicembre 1981:Pregate e digiunate! Vi chiedo solo preghiera e digiuno!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Minacciano di lasciarmi senza Comunione!

otte tenebrosa, orrori di morte! Continua il grido del do­lore: ascoltalo, Gesù, è lui che piange, è lui che invoca il tuo soccorso!... Non vedo luce... Il mio cuore sente di esser stato lacerato e trapassato da una dura lancia, di aver ricevuto una nuova grave ferita, di non poter essere ferito di più... Sono in uno stato di grande spavento; non so di cosa mai sia presàgo il mio dolore. Che orrore! Infuria la tempesta, sento il sibilare dei venti, l'echeggiare dei tuoni terrificanti, minacce di distruzione. Tutto fuggì terrorizzato e io, sola, in mezzo al mare, senza timone, senza barca, senza luce, sto per affondare per sempre in questo abisso. Orrore! Orrore!... Mio Dio, che cosa mi a­spetta ancora? Mi abbandono nelle tue braccia santissime... (diario, 27-7-1944).

« Non pensi, mio buon padre Umberto, che il mio silenzio sia dimenticanza. Non lo dimenticherò né sulla terra né in cielo. La causa di tutto sono i regali (croci) di Gesù. Sapesse quanto soffro... Ma la sofferenza non importa; ciò che vale è consolare Gesù; basta che non mi manchi la sua grazia e la sua forza per poter resistere a tutto... Non ho dimenticato le sue inten­zioni, quelle dei novizi e confratelli di codesta santa casa sa­lesiana... Mi perdoni, per carità, le mie mancanze. La ringrazio di cuore e con tutta l'anima per quanto ha fatto per me. Gesù la ripaghi, la colmi dei suoi benefici e del suo amore perché soltanto Lui conosce e sa il conforto che mi ha dato. Lo sento al mio fianco e questo mi dà coraggio nel mio soffrire. Sia benedetto Iddio. Non sono ancora odiata da tutti... » (lettera a d. Umberto, 30-7-1944)

- Ascolta, mio Gesù, il mio dolore quasi moribondo. Gli è stato inferto un colpo molto duro. O dolore che uccidi il dolore! O dolore che può essere compreso soltanto da Te! Con lo sguardo in Te, o Gesù, le calunnie, le umiliazioni, i di­sprezzi, gli odii, le dimenticanze hanno tutta la dolcezza del tuo Amore. Venga tutto, o Gesù, venga tutto ciò che Ti piace. Muoia il mio nome, come sento che morirono il corpo e l'a­nima, affinché viva il tuo divino Amore nei cuori e la tua Grazia nelle anime. Ecco, mio Amato, perché mi lascio immolare. Ma come resistere a tanto? Guarda questo cuore che scoppia e si disfa nel dolore: non può sopportare tanto tormento se non vieni in mio aiuto. Vieni, o Gesù! Aiuto, aiuto! Vogliono pri­varmi di tutto: mi minacciano persino di lasciarmi senza Co­munione, proibendo al parroco di venire da me, se non in pe­ricolo di morte, nel caso che io non obbedisca. Obbedisco, obbedisco, con la tua divina Grazia. Santa ob­bedienza, io ti amo per Gesù e per le anime! Mi hanno messa in pubblico, senza il mio consenso: non sapevo nulla. Ed ora vogliono, a spese del mio dolore, racco­gliere le penne che il vento furioso disperse! Come lo potranno? Ahi, mio Gesù, mai più, mai più! Almeno potessi vivere nascosta, amarti come desidero tanto, essere tua oltre ogni limite, ma, perdonami, senza avere sif­fatta vita [mistica]. Quanti sono santi senza avere questo ge­nere di vita! Ed io sono piena di miserie! Quanta nostalgia per i miei anni lontani! Tanti colloqui ho avuti con Te, senza che si sapesse nulla! Darei vite, darei mondi per vivere na­scosta. Perdonami, o Gesù, questo volere: non voglio avere vo­lontà mia. Sapessi almeno che con la mia sofferenza fosse completa la tua consolazione! Potessi vivere nascosta in questa cameretta e Tu solo e queste povere pareti foste gli unici te­stimoni dei miei dolori! Se i miei e coloro che mi sono cari potessero non ricordare che io vissi qui e che vissi con loro, oh, allora non soffrirei! Vedo però che chi soffre di più è il tuo divin Cuore; coloro che mi sono cari soffrono con me e non possono dimenticarmi: ciò mi addolora moltissimo. Quante volte non posso contenere le lacrime, cieca di do­lore! Poi mi viene questo pensiero: è più perfetto non piangere, Gesù è più contento. Fisso i miei occhi in Lui inchiodato sulla croce; resto un po' di tempo a contemplarlo; allora le lacrime, che parevano non aver mai fine, cessano: sento una nuova vita. Mio Dio, che lotta tremenda! Povera me senza di Voi, o Gesù e Mammina! Soccorretemi, sono la vostra vittima... Gesù, non permettere che io ceda, non consentire che le mie labbra desistano dal ripetere: « Gesù, Ti amo! Sono la tua vittima ».

Gli uomini diano la sentenza che vogliono; non importa. Dammi Tu la certezza che vinci in me e di amarti e di darti anime. Gesù, non vedo né il mio passato né il mio presente, vedo solo il mio futuro: vedo il mio sangue scorrere fra spine; in una notte tremenda e oscura avanza il mio dolore che con­tinua a vivere... - (diario, 1-8-1944).

- Gesù, guardo da un lato e dall'altro e non vedo nes­suno; temo e tremo; che spavento!... Gesù, non lasciarmi senza riceverti: ch'io perda tutto, tutto, ma che abbia la Comunione; perdere tutto, ma possedere Te!... - Mio Dio, che vita tanto mal compresa! Se non fosse per amore di Gesù e delle anime, non starei soggetta ai verdetti degli uomini, non avrei da obbedire loro. Questi pensieri pas­savano rapidi come baleni. Mi sentivo poi come obbligata a scambiare tutte le gioie con l'amore di Gesù: Egli è degno di tutto. Le anime, le anime! Questo pensiero vibrò in me, accen­dendo desideri più saldi di camminare tra le spine...; mi fece comprendere chiaramente chi è Gesù e chi è il mondo... Sento nostalgia della mia « Passione » del venerdi, ma ho terrore delle estasi. Temo i venerdì e i primi sabati, temo qual­siasi giorno ed ora nei quali, mio Gesù, Tu ti degni di par­larmi. Sarà una imperfezione? Abbi compassione, Gesù!...

Passarono alcune ore: era notte alta; tutto in casa riposava, solamente il mio dolore, la mia lotta continuavano. Mi apparve improvvisamente Gesù: - Dammi la mano, figlia mia, non ti promisi di sollevarti dal tuo abbattimento? Va' nelle braccia di Mammina a prendere conforto. - Mi sentii subito nelle braccia di Mammina e, come una bimba, buttai le mie braccia al suo collo. Ella mi strinse dol­cemente e mi accarezzò coprendomi di baci. Io piangevo; Ella mi asciugava le lacrime con il suo santissimo manto e mi diceva: - Non piangere. Consola con me il tuo e mio Gesù. Egli è tanto offeso! Su, prendi coraggio! - E Gesù: - Il tuo dolore, figlia mia, il tuo martirio strappa dagli artigli di Satana le anime che egli con tanto furore mi rubò. Coraggio... La tempesta passa. Ricevi Grazia, Amore e la Luce dello Spirito Santo. - Vidi lo Spirito Santo in forma di colomba che lasciava cadere dall'alto sopra di me raggi dorati e un profluvio di splen­dore... Ne rimasi fortificata. Poco dopo, in una dolce pace, mi addormentai (diario, 10-8-1944).