Oggi ho sentito il demonio accanto e dentro di me. Ho sentito ansie
insopportabili di amare Gesù, di dargli anime, di conoscerlo, di farlo
conoscere. Pazza di amore gli ripetevo: - Gesù, Gesù, amore, amore! -
In questo stato, non potei contenere le lacrime sentendo la mia
miseria, il fango in cui sono vissuta e che mi causava orrore Le mie
ansie d'amore non valevano nulla, tutto era perduto. Mi sentivo in un
cimitero immenso, quasi senza vita come se non mi muovessi già più;
coperta appena di ceneri, parevo uno di quei vermi che nelle pinete
fanno la loro casa sotto mucchetti di terra e di legno macinato. E in
mezzo a tutto questo sta sempre la mia offerta a Gesù come vittima,
unita al timore di offenderlo. Combattimento tremendo e quasi continuo.
Vivo senza vivere; soffro senza soffrire; amo senza amare (diario,
28-9-1944).
Stamattina Gesù è sceso in questo cimitero, si è unito ai vermi, si è
coperto con le stesse ceneri. Tutto era morte dentro di me. Morte che
pareva fusa a un gemito di tutta l'umanità. Gesù non ha dato in me
segno di vita: sono rimasta nelle tristi tenebre in un dolore amaro; le
anime, l'amore di Gesù mi obbligano a soffrire tutto... (diario,
29-9-1944).
Potei per due giorni respirare meglio: Gesù si degnò di alleviare per
qualche tempo le mie sofferenze. Oggi mi ha sovraccaricata di più del
peso amorosissimo della sua croce. Mi sento alle porte dell'eternità.
Mi hanno trascinato colà due violente lotte con il demonio. Dio mio,
che sofferenza tremenda! Ho lottato, ho implorato il soccorso di Gesù,
di Mammina, di San Giuseppe... Io ero un mostro incassato in un mostro
ancora più grande. Con gli occhi rivolti al crocifisso, ho ripetuto
decine di volte: - Gesù, sono la tua vittima. Accetta le mie lacrime.
Ognuna sia un mare di amore nel quale possa nascondere i tuoi
tabernacoli, affinché non siano attaccati e profanati dai tuoi figli. -
Ho sofferto la prima volta per un sacerdote in grave pericolo, e la
seconda per tutti i sacerdoti. La furia del demonio era tremenda: mi
pareva di essere avvolta in una nebbia tenebrosa che mi impediva di
vedere. O mio Dio, e i dubbi di avere peccato!? Non potevo ricordarmi
che stavo alla presenza di Dio, che Lo avevo in me...
Era già notte quando venne Gesù: - Figlia mia, fra te e il demonio vi è
una grande distanza: in mezzo a voi ci sono Io. Sono astuzie sue, ma
ciò che ti presenta è falso. L'ho legato Io e non permetto che ti si
avvicini. Coraggio, mia amata. Sei mia, tutta mia! -
Mi sentii rivivere e mi tranquillizzai per qualche tempo (diario, 2-10-1944).
« Sono meraviglie, sono prove date da Me »
« ... La ringrazio molto per le notizie che ha avuto la bontà di darmi
su Macieira. Può immaginare quanto le ho apprezzate. Riguardo ad
obbedire, faccio il più possibile, ma, padre mio, sapesse quello che
avviene qui! Se potessi scrivere io, le direi certamente qualcosa; ma
siccome non posso scrivere, vado gemendo e piangendo, passando ore
triste ed amare con la terribile paura di offendere il mio Gesù.
Speriamo che Egli mi dia forza e coraggio per quando lei verrà di
aprirle la mia anima come desidero e necessito. Per carità, preghi per
me. Sapesse come sono triste! Mi insegni ad amare Gesù e Mammina; io
li prego che non consentano che li offenda. Se fosse necessario
rinunciare al cielo, [pur di non offenderli] lo farei; preferisco
l'inferno che offendere Gesù. Gliel'ho detto anche stanotte e glielo
dico di cuore... » (lettera a d. Umberto, 9-10-44).
Ieri Gesù, impietosito dal mio dolore, mi condusse qui d. Umberto,
senza che io lo aspettassi, e che non avrei osato chiamare. Ho potuto
aprirgli la mia anima con difficoltà: ho fatto un enorme sacrificio a
parlare: l'ho offerto a Gesù per coloro che occultano le loro colpe con
malizia. Ho pianto lacrime di sollievo e di vergogna; ma è subentrata
subito in me una grande pace, mentre sono scomparse dalla mia anima
tutte le tenebre, i dubbi e quanto era dolore... Mi sento oggi più
libera dagli assalti del demonio, ma sento nella mia anima terribili
minacce: egli è come legato e muto... (diario, 11-101944).
Stamane avevo appena fatta la mia preparazione per ricevere Gesù,
quando giunse il parroco: collocato l'Atteso della mia anima sul
tavolino e accese le candele, mi disse: - C'è qui Gesù a farti un poco
di compagnia. Verrà d. Umberto, a dartelo. -
Appena il parroco se ne fu andato, una forza proveniente da non so dove
mi obbligò ad alzarmi: mi inginocchiai davanti a Gesù e mi chinai verso
di Lui. Il mio viso e il mio cuore non erano mai stati tanto vicino a
Lui. Che felicità, la mia! Lo pregai intensamente per me, per tutti
coloro che mi sono cari e per il mondo intero. Mi sentii ardere in
quelle fiamme divine. Gesù inoltre mi parlò: - Ama, ama, figlia mia,
non avere altra preoccupazione che quella di amarmi e di darmi anime.
Dove c'è Dio c'è tutto: vittoria, trionfo! - Chiesi agli angeli di
venire a cantare lodi a Gesù con me. Cantai sempre finché fui obbligata
da d. Umberto a ritornare sul mio letto Infiammata dall'amore divino,
feci la Comunione. Alcuni minuti dopo Gesù mi disse: - Sono meraviglie,
sono prove date da Me. Di', figlia mia, al mio caro d. Umberto che fui
Io a permettere tutto. Più nulla è necessario da parte mia. Ora è solo
necessario lottare, lottare, combattere con lo sguardo fisso in Me. La
causa è mia, è divina! Poveri uomini che immolano così le mie vittime!
Povere anime che feriscono così il mio divin Cuore! Mi consolo
nell'amore di questa colomba innocente, di questa vittima amata,
signora dei miei tesori e di tutta la mia ricchezza. Venga il mondo
intero, venga presto a bere a questa fonte. È acqua che lava e
purifica, è fuoco che brucia e santifica. -
Mio Gesù, Ti amo, sono tutta tua, sono la tua vittima... (diario, 12-10-1944) 4z.