... Mi sento sola, completamente sola... La tempesta continua... Solo
Tu, o mio Dio, puoi aiutarmi; ma, povera me, mi pare che anche Tu mi
abbia abbandonata. Il grido di soccorso non arriva agli orecchi di
nessuna persona. Che mai avverrà, mio Dio? Lancio lo sguardo oltre la
finestra della mia camera: ci sono delle nuvole; fisso in esse i miei
occhi ammirando la grandezza del Creatore. Si squarciano le nubi ed
appare l'azzurro del cielo: non posso resistere a tanta nostalgia!
Vorrei volare là, ma quanta distanza tra me e il firmamento! Piango,
piango molte lacrime... Si avvicinavano i giorni in cui sarei rimasta
senza Comunione. - Mio Dio, come farò a stare senza di Te? Gesù,
Mammina, soccorretemi. Non posso vivere senza Gesù! - Mammina ebbe
compassione del mio dolore. Gesù vegliò su di me: non mi lasciò un
giorno senza riceverLo; mi inviò d. Umberto, salesiano, che, per alcuni
giorni, si sforzò di illuminare e tranquillizzare la mia anima. Sentii
di essere da lui capita: mi infondeva coraggio nonostante la mia grande
sofferenza. Dopo essere stata ascoltata da lui in confessione sentii
nella mia anima gioia e soavità e, forzata non so da che cosa, cantai
cantici a Gesù e a Mammina.
Poi ritornai nel mio solito stato di ansie, dolori e martirio... (diario, 8-9-1944)
« ... Siamo rimasti tutti con molte e sante nostalgie di lei. È proprio
vero che ciò che è buono in questo mondo passa in fretta. Ciò che lei
dice di Gesù, o meglio di essersi Egli servito di lei per darmi luce e
sollievo, volevo dirlo io. Non so come ringraziare Gesù e nulla so dire
a lei, qualcosa del molto che ho nell'anima. Grazie! Che Gesù le
ripaghi tutto... Da tre giorni sono senza Comunione; mi sento affamata
da non poterne più. Sento di perder la vita: la mia anima muore di
fame... Non ho più scritto nulla del mio diario. Sono cieca, pazza di
dolore. Ma anche così, le prometto di fare il possibile per dettare
qualche cosa e di curarmi perché sto sempre peggio. Gesù chiede molte
cose e che costano tanto! Io Gli do tutto e non Gli do nulla, perché
sento di non aver nulla da darGli... » (lettera a d. Umberto,
14-9-1944).
Gesù, Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Dopo aver ricevuto
Gesù [eucaristico], divenne più soave la sofferenza della mia anima: il
mio Amato mi donò insieme una maggiore intensità di unione, che già
sentivo ieri, nei riguardi delle persone che io amo e che in questi
ultimi tempi mi odiano... Ritornai però ben presto alle sofferenze
dolorose del corpo e dell'anima. - O mio Dio, la tempesta non si calma.
Abbi pietà di me: vedi come sono ferita. Tentano strapparmi dalle tue
braccia divine. Legami, legami, o Gesù! Non consentire che mi separino
da Te. Che io perda tutto ciò che è della terra, ma che possieda Te! Mi
sento abbandonata, sola, sola, senza alcuno cui ricorrere: Gesù,
Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Voglio amare i vostri Cuori
santissimi, ma non so cosa sia amore; non lo conosco; mi pare che nel
mondo non esista. Abbiate compassione delle mie ansie. Datemi l'amore
che desidero, che da Voi aspetto. Lasciate che io mi perda in Voi; che
mi inebrii delle vostre fiamme divine... - (diario, 15-9-1944).
« ... Vorrei dirle tante cose, ma non posso. Mi sento molto ammalata.
Incarico Gesù e Mammina di ringraziarla per quanto fa per me e per i
miei cari, perché io non ho parole adeguate. Grazie! Ma in modo
speciale un grazie infinito per avermi mandato un sacerdote a darmi
Gesù`. Chi mi dà Gesù mi dà la vita, mi dà tutta la ricchezza del cielo
e della terra. Non posso desiderare di più. Che ansie io sento di
possederlo e quali desideri di amarlo! Ma, povera me, tutto sparisce
come il fumo, senza che io arrivi a vedere traccia di qualcosa. Con
tanto soffrire, finisco col non soffrire. Muoio d'amore per Gesù e
finisco col non amarlo. Per quanto mi sforzi, non posso credere a me
stessa. O mio Dio, che triste notte! Mi dispiace per quanto lei e i
suoi confratelli stanno soffrendo. Usino verso di lui molta carità e
amore: lo vuole Gesù che procede allo stesso modo con noi. Egli è
sempre più offeso. Povero Gesù! Ama e non è amato... » (lettera a d.
Umberto, 21-9-1944).
... Dopo la Comunione, mi sentivo disanimata, abbattuta, non sapevo dir
nulla a Gesù. Mi sforzavo di ripetere molte volte: - Mio caro Gesù, mio
amore, sono tua. - Non dissi altro per alcuni minuti. Venne Lui: - Mi
piace tanto, figlia mia, mi consola tanto, colomba amata, la tua
affermazione: « Mio Gesù, mio caro amore, sono tutta Tua ». Ripetila
molte volte. Coraggio, o mia amata! Non temere gli assalti del demonio.
Soltanto con questo sacrificio puoi riparare per crimini tanto gravi.
Dammi tutto ciò che ti chiedo per la mia gloria e la salvezza delle
anime. È per [aiutarti a sopportare] questo che ti ho scelto il medico
molto caro al mio divin Cuore. E di' al mio caro d. Umberto che fu
scelto da Me perché venisse presso di te. Non intervengo con la
frequenza che egli vorrebbe per il suo studio [circa il tuo caso]. Ma,
ricevute le mie divine luci, voglio che vada dal padre tuo [Pinho],
amato dal mio Cuore, cui invio tutto il mio amore: insieme sostengano
e diffondano la mia divina causa, aiutati da coloro che sono miei amici
e hanno cura di ciò che è mio. Va', figliolina, da' l'abbondanza del
mio divino amore a coloro che ti stanno intorno e ti aiutano: sono
tutti cari a Me.
Di' al mio caro d. Umberto che il profumo - è profumo divino, è il
profumo delle tue virtù. Dico questo perché gli è necessario per il suo
studio. -
... Mi sentii obbligata ad inginocchiarmi e ad alzare le braccia al
cielo per meglio lodare il Signore. Sentivo forti ansie di dissolvermi
in fuoco divino e in quell'amore immergere i cuori e le anime...
(diario, 27-9-1944).