MaM
Messaggio del 18 marzo 2014:Cari figli! Come madre desidero esservi d’aiuto. Con il mio amore materno desidero aiutarvi ad aprire il vostro cuore perché in esso mettiate il mio Figlio al primo posto. Desidero che, attraverso il vostro amore per mio Figlio ed attraverso la vostra preghiera, vi illumini la luce di Dio e vi riempia la misericordia di Dio. Desidero che in questo modo si allontani la tenebra e l’ombra di morte che vuole circondarvi e sedurvi. Desidero che sentiate la gioia della benedizione della promessa di Dio. Voi, figli dell’uomo, voi siete i figli di Dio, voi siete i miei figli. Perciò, figli miei, camminate per le vie sulle quali vi guida il mio amore, vi insegna l’umiltà, la sapienza e trova la via verso il Padre Celeste. Pregate con me per coloro che non mi accettano e non mi seguono, per coloro che, a causa della durezza del loro cuore, non possono sentire la gioia dell’umiltà, della devozione, della pace e dell’amore – la gioia del mio Figlio. Pregate perché i vostri pastori con le loro mani benedette vi diano sempre la gioia della benedizione di Dio. Vi ringrazio.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Gesù mi mandò un Padre in aiuto


... Mi sento sola, completamente sola... La tempesta conti­nua... Solo Tu, o mio Dio, puoi aiutarmi; ma, povera me, mi pare che anche Tu mi abbia abbandonata. Il grido di soccorso non arriva agli orecchi di nessuna persona. Che mai avverrà, mio Dio? Lancio lo sguardo oltre la finestra della mia camera: ci sono delle nuvole; fisso in esse i miei occhi ammirando la grandezza del Creatore. Si squarciano le nubi ed appare l'az­zurro del cielo: non posso resistere a tanta nostalgia! Vorrei volare là, ma quanta distanza tra me e il firmamento! Piango, piango molte lacrime... Si avvicinavano i giorni in cui sarei rimasta senza Comu­nione. - Mio Dio, come farò a stare senza di Te? Gesù, Mam­mina, soccorretemi. Non posso vivere senza Gesù! - Mammina ebbe compassione del mio dolore. Gesù vegliò su di me: non mi lasciò un giorno senza riceverLo; mi inviò d. Umberto, salesiano, che, per alcuni giorni, si sforzò di illu­minare e tranquillizzare la mia anima. Sentii di essere da lui capita: mi infondeva coraggio nonostante la mia grande soffe­renza. Dopo essere stata ascoltata da lui in confessione sentii nella mia anima gioia e soavità e, forzata non so da che cosa, cantai cantici a Gesù e a Mammina.

Poi ritornai nel mio solito stato di ansie, dolori e martirio... (diario, 8-9-1944)

« ... Siamo rimasti tutti con molte e sante nostalgie di lei. È proprio vero che ciò che è buono in questo mondo passa in fretta. Ciò che lei dice di Gesù, o meglio di essersi Egli ser­vito di lei per darmi luce e sollievo, volevo dirlo io. Non so come ringraziare Gesù e nulla so dire a lei, qualcosa del molto che ho nell'anima. Grazie! Che Gesù le ripaghi tutto... Da tre giorni sono senza Comunione; mi sento affamata da non poterne più. Sento di perder la vita: la mia anima muore di fame... Non ho più scritto nulla del mio diario. Sono cieca, pazza di dolore. Ma anche così, le prometto di fare il possibile per dettare qualche cosa e di curarmi perché sto sempre peggio. Gesù chiede molte cose e che costano tanto! Io Gli do tutto e non Gli do nulla, perché sento di non aver nulla da darGli... » (lettera a d. Umberto, 14-9-1944).

Gesù, Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Dopo aver ricevuto Gesù [eucaristico], divenne più soave la sofferenza della mia anima: il mio Amato mi donò insieme una maggiore intensità di unione, che già sentivo ieri, nei ri­guardi delle persone che io amo e che in questi ultimi tempi mi odiano... Ritornai però ben presto alle sofferenze dolorose del corpo e dell'anima. - O mio Dio, la tempesta non si calma. Abbi pietà di me: vedi come sono ferita. Tentano strapparmi dalle tue braccia divine. Legami, legami, o Gesù! Non consentire che mi sepa­rino da Te. Che io perda tutto ciò che è della terra, ma che possieda Te! Mi sento abbandonata, sola, sola, senza alcuno cui ricor­rere: Gesù, Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Voglio amare i vostri Cuori santissimi, ma non so cosa sia amore; non lo conosco; mi pare che nel mondo non esista. Abbiate compassione delle mie ansie. Datemi l'amore che desidero, che da Voi aspetto. Lasciate che io mi perda in Voi; che mi inebrii delle vostre fiamme divine... - (diario, 15-9-1944).

« ... Vorrei dirle tante cose, ma non posso. Mi sento molto ammalata. Incarico Gesù e Mammina di ringraziarla per quanto fa per me e per i miei cari, perché io non ho parole adeguate. Grazie! Ma in modo speciale un grazie infinito per avermi mandato un sacerdote a darmi Gesù`. Chi mi dà Gesù mi dà la vita, mi dà tutta la ricchezza del cielo e della terra. Non posso desiderare di più. Che ansie io sento di possederlo e quali desideri di amarlo! Ma, povera me, tutto sparisce come il fumo, senza che io ar­rivi a vedere traccia di qualcosa. Con tanto soffrire, finisco col non soffrire. Muoio d'amore per Gesù e finisco col non amarlo. Per quanto mi sforzi, non posso credere a me stessa. O mio Dio, che triste notte! Mi dispiace per quanto lei e i suoi confratelli stanno sof­frendo. Usino verso di lui molta carità e amore: lo vuole Gesù che procede allo stesso modo con noi. Egli è sempre più offeso. Povero Gesù! Ama e non è amato... » (lettera a d. Um­berto, 21-9-1944).

... Dopo la Comunione, mi sentivo disanimata, abbattuta, non sapevo dir nulla a Gesù. Mi sforzavo di ripetere molte volte: - Mio caro Gesù, mio amore, sono tua. - Non dissi altro per alcuni minuti. Venne Lui: - Mi piace tanto, figlia mia, mi consola tanto, colomba amata, la tua affermazione: « Mio Gesù, mio caro amo­re, sono tutta Tua ». Ripetila molte volte. Coraggio, o mia amata! Non temere gli assalti del demonio. Soltanto con questo sacri­ficio puoi riparare per crimini tanto gravi. Dammi tutto ciò che ti chiedo per la mia gloria e la salvezza delle anime. È per [aiutarti a sopportare] questo che ti ho scelto il medico molto caro al mio divin Cuore. E di' al mio caro d. Umberto che fu scelto da Me perché venisse presso di te. Non intervengo con la frequenza che egli vorrebbe per il suo studio [circa il tuo caso]. Ma, ricevute le mie divine luci, voglio che vada dal padre tuo [Pinho], ama­to dal mio Cuore, cui invio tutto il mio amore: insieme so­stengano e diffondano la mia divina causa, aiutati da coloro che sono miei amici e hanno cura di ciò che è mio. Va', figlio­lina, da' l'abbondanza del mio divino amore a coloro che ti stanno intorno e ti aiutano: sono tutti cari a Me.

Di' al mio caro d. Umberto che il profumo - è profumo divino, è il profumo delle tue virtù. Dico questo perché gli è necessario per il suo studio. -

... Mi sentii obbligata ad inginocchiarmi e ad alzare le brac­cia al cielo per meglio lodare il Signore. Sentivo forti ansie di dissolvermi in fuoco divino e in quell'amore immergere i cuori e le anime... (diario, 27-9-1944).