MaM
Messaggio del 16 gennaio 1986:Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera. Ho bisogno delle vostre preghiere perché attraverso di voi Dio sia glorificato. Cari figli, vi supplico di ascoltare e di vivere il mio invito materno, invito dettato solo dall'amore per potervi aiutare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - II mondo non è risuscitato ha sempre nuove invenzioni di peccato


... Gesù è risuscitato [Pasqua]. E in me niente è risusci­tato: sono rimasta morta alla vita, alla grazia, a tutto quanto è del Signore. In me nascono e risuscitano da un istante all'altro solo il peccato, le malvagità. Pare che io abbia sempre in me nuove invenzioni per peccare e calpestare ogni legge santa di Gesù. La mia malizia, da me si comunica anche al mondo intero. - Non sono soltanto io veleno e odio, ma faccio che lo siano tutta la terra e tutti i cuori. Potesse parlare la mia ignoranza! È orribile e spaventoso questo sentimento di malvagità. Sulla terra e nell'atmosfera tutto è invenzione per offendere il Signore. Io uso verso di Lui ogni maltrattamento; Lo cro­cifiggo, Gli causo la morte nel mio cuore. Mi pare che il grido accorato e doloroso di Gesù stia nel mio udito e che il suo dolore infinito stia nel mio cuore. Il dolore è Suo perché l'offendo molto, non è mio per averlo offeso. I miei istinti sono peggiori di quelli delle belve; il cuore è più duro della roccia; in esso regna il demonio. Non posso, non so dire più nulla, ma avrei una infinità di cose da dire. La vigna di cui ho parlato è fiorita ed è cresciuta tanto; ha formato un pergolato. Ma la tempesta continua a volere abbatterla, distruggerla insieme alla messe bionda e agli arbu­sti fioriti. Oh, se la mia anima sapesse mostrare la cura che ha nel sostenerla e non consentire che cada a terra e, toccandola, si macchi! Gli occhi interiori non possono guardare il pericolo in cui si trova tutto questo. Tutto il mio essere fu segregato; sta carcerato nelle nere torri. Il mondo alzò muri, con forti manette [catene], attorno a me; non consente che in questa abitazione vi sia luce né entri un piccolo raggio di sole. Posso gemere, posso urlare: non sono udita. Nel piano superiore che tocca il cielo vi è una sapienza infinita, vi sono sguardi che tutto penetrano: penetrano e scru­tano nel più intimo di tutti i cuori; penetrano in tutti i luoghi della terra, del mare, dell'atmosfera e dei cieli. [Questa sapienza] ha una grandezza superiore a tutte le grandezze, un amore infinitamente superiore all'amore di tutti i cuori umani. Non so dire nulla di questa grandezza: io non sono neppure un verme al suo confronto; è superiore a tutto ciò che è esistito ed esisterà. ...Ieri, giovedì,... era già notte: il mio cuore si è trasfor­mato come in una colomba e il mondo in un piccolo globo. Questo globo entrò tutto nel cuore. E la Colomba con il becco confitto nella terra putrefatta incominciò a rimuoverla e a ta­gliare alla radice ogni albero cattivo e velenoso.

Il globo del mondo è tanto amato ed abbracciato in un abbraccio eterno. Però certi alberi non si lasciarono distruggere completa­mente; le loro radici velenose crebbero e si estesero. Di qui vennero per Gesù il sudore di sangue, i flagelli, la corona di spine e la morte. Più ancora: Gesù avrebbe avuto il calvario non di un giorno soltanto ma di molti e molti secoli. Tutto ciò avvenne in me e tutto soffersi con Gesù. Questa mattina ho percorso il Calvario: portavo la croce sulle spalle; il viaggio è stato molto spinoso, triste e silenzioso. La Colombina volava dolcemente e sopra di me batteva le ali, accompagnandomi sino alla cima della montagna: da lei rice­vevo tutta la forza...

Io vedevo ciò che il mondo era, ciò che verrebbe ad essere... Sono spirata... Poco dopo è venuto Gesù: - Figlia mia,... la tua vita non è inutile... Io vivo per darmi alle anime e tu vivi per condurle a Me ... Abbi sempre sempre presente la parola « vittima », la tua consegna totale al Signore. Assomigli in tutto alla vera Vittima del Golgota. Ti faccio sapere e comprendere solo una parte delle numerose e gravi offese a Me fatte: il tuo cuore, così fragile, così sen­sibile, non resisterebbe a tanto dolore. Non sopporteresti il sentimento e la visione totale delle offese fatte al tuo Gesù che ami tanto... - ... (diario, 18-4-1952).