MaM
Messaggio del 25 ottobre 2013:Cari figli! Oggi vi invito ad aprirvi alla preghiera. La preghiera opera miracoli in voi e attraverso di voi. Perciò figlioli, nella semplicità del cuore cercate dall’Altissimo che vi dia la forza di essere figli di Dio e che satana non vi agiti come il vento agita i rami. Decidetevi di nuovo, figlioli, per Dio e cercate soltanto la sua volontà e allora in Lui troverete gioia e pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Beata Alexandrina Maria da Costa - Messaggi anno:1952

Sono in un universo di pace e di amore (Momenti della Passione)


... Questa mattina,... nella mia inutilità, là sul Calvario, sono stata crocifissa con Gesù. Nell'agonia, mentre il cuore e l'anima gridavano, lo spirito ricordava il grande giorno del­l'Assunzione di Mammina. Le ho chiesto che, in memoria della Sua coronazione, mi coronasse con il Suo amore, con le Sue grazie, e facesse Sue le mie preghiere per portarle al trono di Dio. Durante tutta l'agonia di Gesù io andavo lontano, molto lontano, con la mia inutilità; mentre il mio cuore crocifisso con Gesù si apriva in un vulcano di fuoco, di un ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Mistiche piaghe


... Il giovedì mi portò un Orto doloroso al massimo. Gesù venne al mio incontro non per darmi consolazione ma per im­primere in me tutte le Sue piaghe. Tutto il mio essere divenne Cristo, la vita sofferente di Cristo. I chiodi che trapassavano le Sue mani ed i Suoi piedi tra­passarono i miei; la ferita della lancia e il dolore del Suo divin Cuore divennero miei. Né i chiodi né la lancia erano di ferro, ma di fuoco che bruciava e trapassava tutto. E così, tutta Cristo, caddi sul suolo dell'Orto ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

Credo senza credere, confido senza confidare


Mi pare di non avere fede. Talvolta vivo come se mai l'a­vessi avuta né la conoscessi; altre volte come se l'avessi avuta e la perdessi. Questa vita, nella sua brevità, mi dà tempo a tutto, pro­prio a tutto ciò che serve per il peccato. Sono un mondo di malvagità, vizi, odio; un mondo di offese al Signore, un mondo di perdizione. Ho tempo per tutto ciò che è male: ho in me tutto il ve­leno e mi pare di conoscere tutte le qualità di crimini; ho tutta la malizia circa il modo con cui sono praticati. Per ciò che è buono, mio Dio, per servirti ed amarti, non ho un mo­mento... Il giorno 13, nell'ascoltare la trasmissione da Fatima, alle invocazioni non disperai perché Gesù e Mammina vegliarono su di me. Quando udivo « Mio Dio, io credo in Te, ma au­menta la mia fede » mi pareva che dentro di me si ripetesse « non credo, non credo! non ho fede! ». Sentivo che non v'era nessuno al mondo come me; non avevo forza per chiamare Gesù e Mammina. Le lacrime spun­tarono nei miei occhi, tentarono di vincermi, scesero sulle mie guance; l'abbandono del cielo e della terra prevalsero in me. Il martirio del corpo è continuo, ma l'agonia dell'anima non è meno presente e costa assai di più. La tempesta non cessa. Le onde agitatissime del mare continuano ad accavallarsi portandomi verso gli abissi. Le tenebre della notte, unite alla inutilità, sono terribili. Tuttavia, nel più intimo del cuore e dell'anima si accentua la pace. L'inferno, la disperazione sono alla superficie; per alcuni momenti coprono soltanto la tranquillità e la pace che dimora nello scompartimento più profondo. Quando avviene questo, tremo perché mi pare di essere buttata nell'abisso del­la perdizione. Viene dall'alto, non so da dove, come una corda che mi attira a sé. Pare che le mie braccia l'afferrino e, come vi fos­sero dei gradini, di tanto in tanto ne salgo uno, nonostante sia sempre nello stesso posto. Questo sentimento è balsamo per le ferite fatte dalle tante pugnalate e spine. Mio Gesù, quanto è vasto il giardino delle Tue sofferenze... (diario, 17-10-1952).

... Il mio dubbio e la grande tentazione contro la fede sono quasi costanti: mi pare di non credere alla esistenza di Dio, ai Suoi misteri, alla Sua dottrina, alla Sua legge. Dubito di me, di tutto il mio vivere e mi pare di avere questo dubbio anche a riguardo della vita e della esistenza di Gesù. Credo senza credere, confido senza confidare, che non sarà così, che non offenderò Gesù per questi dubbi e sentimenti... (diario, 24-10-1952).

« La tua vita è una sintesi della Mia »


... Mi pare di aver perduta la mia fiducia in Dio e che non sia vero ciò che spero dalla Sua infinita misericordia. Odio il Signore e la Sua legge, se Egli esiste; odio il Suo amore; non lo voglio accettare e allo stesso tempo bramo amarlo e perdermi in Lui. Amo il peccato, lo abbraccio, ne sono l'au­trice... Mio Dio, che orrore! Che mondo infinito di malvagità e che dolore infinito io sento nel cuore contemplandolo! Questa visione è di Gesù, non è mia. A me pare di non avere cuore: Quello che soffre in me è di Gesù...

Non giungo a vedere né a possedere nulla... Ieri, nel terreno dell'Orto, si alzò una torre di odio, di in­vidia, di orgoglio e di ogni sorta di peccati. Questa torre era immensa ed io vi regnavo. Non soddisfatta del dominio del mondo, tentavo il dominio di Dio. Volevo essere più di Lui. Mi offersi per tutto all'eterno Padre e subito discesi alla terra; la abbracciai in un eccesso di amore; predicai, evange­lizzai. In quello stesso luogo, come su una nube, scendeva l'eterno Padre. La nube si sfasciava su di me. Era nube di giustizia schiacciante... Mi offersi nuovamente all'eterno Padre. Oh quanto Gesù amava!

... Gesù mi ha detto: - Mia figlia, gioia del Cielo, soste­gno della giustizia divina, se i sapienti della Chiesa santa stu­diassero e comprendessero la missione per cui il Signore ti ha scelta, la riparazione in tutto il senso della parola che ti è affidata dall'Altissimo, non si opporrebbero alla Mia divina volontà. Tutto ciò che in te avviene, tutte le meraviglie divine che opero in te sono lezione per il mondo, per coloro che sanno di più, che leggono di più, che comprendono di più. È una sintesi della vita di Cristo, della vita riparatrice di Cristo, della vita re­dentrice di Cristo... - ... (diario, 31-10-1952).

« Chi ama soffre! Il dolore arricchisce »


... La inutilità mi ruba tutto... A mani vuote, senza nulla, nulla per il mio Signore, completamente abbandonata dalla terra e dal cielo, a volte giungo a dire a me stessa, improv­visamente, senza volerlo: « Ma io vivo? il mondo esiste? e il Cielo esiste? ». Sussulto a questi sentimenti di abbandono e a queste domande che io non so donde vengano. Sì, Gesù, io vivo per Tua grazia. Il mondo esiste e io non sono abbandonata da tutte le creature. Il Cielo esiste perché Tu esisti e non abbandoni nessuno dei tuoi figli. Credo, credo e confido! Gesù, sono la Tua vittima. L'ultima proibizione circa il mio caso, non c'è già più. Durò poco. Fosse avvenuta la stessa cosa riguardo la proibi­zione al mio padre spirituale [Pinho], di circa 10 anni fa! Sia benedetto il Signore. Seppi domenica scorsa di questa ritrattazione. Mi dissero di non pensarci più. Uscì da me un peso che mi opprimeva. Oh, se tutti comprendessero e avessero lo zelo per il buon nome dei propri simili! Io non sapevo né so come ringraziare il Signore. Chiesi a Mammina di farlo per me. Questa notizia fu come un inie­zione che fortificò la mia anima. Ma il conforto scomparve ben presto e ritornai al giogo del mio calvario... (diario, 28-11-1952).

... Dopo la notte, il giorno; dopo tanto soffrire, Gesù venne ad aggiustare tutto. Ebbi nuovamente la Messa in camera mia. Fu il giorno 22 in cui ebbi questo dono dal Cielo: gli uomini vengono soltanto quando Gesù lo permette. Doveva essere un giorno di consolazione e di gioia, ma il mio Amato non lo permise. Lo benedissi e Lo lodai per tutto. Egli ama quando consola e ama quando ferisce: è sempre amore, amore senza pari.

Non sapendo partecipare alla Messa, come al solito, inte­ressai il Cielo, chiesi a Mammina di parteciparvi per me con i Suoi sentimenti e non con i miei, di accompagnare Gesù, di far Sue le mie intenzioni e di offrirmi unita a Gesù all'E­terno Padre nella stessa immolazione. Cominciai in tale stato a preparare la culla al Bambino Gesù per il giorno di Natale; ma il presepio che Gli preparai fu assai peggiore di quello di Betlemme... La notte fu talmente spaventosa e la tristezza e l'agonia così tremende che mi in­dussero a pensare molto seriamente se questo fosse il mio ultimo Natale sulla terra. Avvenga ciò che Gesù vuole. Gli preparai la culla con spine: la mia infedeltà e la mia imperfezione. Tutto questo mi faceva soffrire tanto... Gli rin­novai il mio completo abbandono e Gli chiesi che fosse il più perfetto possibile. In tutto questo, nella morte di tutto, mentre per gli altri tutto era vita e gioia, ebbi una cosa in mio favore: la pace del Signore regnava nella mia anima... ... - Mia figlia, depositaria del mio divin Cuore e di tutto ciò che è Mio: il Calvario è dolore, è immolazione, sacrificio, salvezza. Chi ama, soffre; chi soffre è ricco. Il dolore arric­chisce, dà nobiltà al cuore e all'anima.

Oh, se il mondo lo sapesse, se le anime comprendessero il segreto, il vero segreto della perfezione e dell'amore! È il mezzo più efficace per attirare le misericordie del Signore: amare, soffrire; soffrire e amare. È il segreto della perfezione; è il maggior mezzo di salvezza. Il dolore non deve separarsi dall'amore. Poveretto chi soffre senza amare! Io ho sofferto molto perché ho amato molto. È sta­to l'amore che Mi ha portato a soffrire... Io ho fatto, figlia mia cara, in modo che tu comprendessi i Miei segreti: il do­lore e l'amore... - ... (diario, 26-12-1952).