MaM
Messaggio del 25 maggio 2007:Cari figli, pregate con me lo Spirito Santo che vi guidi nella ricerca della volontà di Dio sul cammino della vostra santità. E voi che siete lontani dalla preghiera convertitevi e cercate, nel silenzio del vostro cuore, la salvezza della vostra anima e nutritela con la preghiera. Io vi benedico tutti ad uno ad uno con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Beata Alexandrina Maria da Costa - Ho una fame divoratrice di anime


Passo la mia vita, spreco il mio tempo nella inutilità: di qui mi sorgono spine, tante ferite, tanta amarezza. Ho sete di darmi, di consumarmi nell'amore di Gesù, di dedicarmi tutta al Suo servizio, di non riposare un momento senza fare del bene alle anime. Ho fame, una fame divora­trice, infinita, di chiuderle tutte nel mio cuore per introdurle e chiuderle così per sempre nel Cuore divino di Gesù. Ma sento che è vano questo sentimento. La mia inutilità non mi consente di essere utile, neppure un istante, alla vita del Signore, al bene delle anime. Il mio cuore è in un mare di sangue: è tutto piaghe e ferite; non lo si può toccare. Il suo dolore arriva al Cuore di Gesù. La mia povera natura non ha forza né coraggio per altro. La volontà vuol salire, salire sempre: non vuole cessare di darsi, di abbandonarsi totalmente alla divina Provvidenza. Ma l'inutiltià impedisce tutto questo. Non valgo nulla, non sono nulla, se non miseria e corruzione.

Gesù, Mammina, siate la mia forza! Mi abbandono in Voi così come sono. Tutta la mia fiducia è in Voi. In questo ab­bandono vi è tutta la mia donazione, la mia accettazione... (diario, 11-7-1952).

Non posso, è impossibile resistere a tanta fame e a tanto dolore, a meno che non sia sempre Gesù, il vincitore di tutte le cose, a resistere in me. Ho fame di darmi, di darmi tutta, interamente. Ho fame di possedere, ma non qualsiasi cosa: voglio possedere i cuori della umanità intera. Ma oh, questa fame non è mia! Tutto questo sentimento insaziabile di darmi e di possedere non è mio: è un non so che di infinito. Questo dare si dà interamente e va a compenetrarsi in tut­to; si dà con tutta la grandezza e si dà con tutta la purezza e tutto l'amore; si dà con tutta l'essenza: è un dare divino, è l'essenza di Dio.

Questa fame di possedere è infinita; vuole possedere in sé tutto quello che Gli appartiene e vuole impossessarsene con la stessa grandezza, con la stessa vita e lo stesso amore.

Due vite in un solo essere. Parla, parla, mia ignoranza!... Bramo che le mie tenebre spaventose si trasformino esclu­sivamente in luce per tutta l'umanità, anche se io, solo io, do­vessi rimanere per tutta la vita nell'enorme abisso delle mie tenebre.

Sono certa, confido, credo ciecamente che Gesù e Mam­mina hanno da vincere in me in tutti i momenti della mia vita, giorno e notte, guidandomi per mano al porto della sal­vezza... (diario, 1-8-1952).