Pare che il mio cuore debba buttar sangue per dettare queste righe,
tanto è il mio sacrificio. Tutto il mio vivere è diventato inutile`.
Ciò che sente la mia anima è un orrore. Non so come non mi sia
disperata, ma lo so: il Signore dà il martirio, mi immola come Gli
piace, ma contemporaneamente viene a sostenermi, a vincere in me e a
far sì che tutto il mio soffrire sia beatitudine. È gaudio senza
consolazione, ma è gaudio perché non so né posso vivere fuori della
sofferenza. Il cuore e l'anima sanguinano e allo stesso tempo tutta la
mia letizia è nell'amarezza, è nel calvario. Mi sforzo di coprire
quanto soffro con il sorriso; questo mio sorriso, questa mia letizia
non viene dal di fuori, ma dal di dentro. L'amore e la letizia per la
sofferenza sono legati alle molte sofferenze, al doloroso martirio che
si svolge in me. Però tutto questo soffrire è inferiore all'amore
intenso che ho per il dolore. Non posso vivere senza dolore...
(diario, 16-5-1952).
... Dico molto e in conclusione sento che non è niente: è solo la mia
inutilità in tutte le cose del Signore; in tutto potrei ripararlo,
consolarlo e amarlo. Sento come se questa inutilità sia da sempre. Mi
pare che per me fu inutile la venuta di Gesù in terra, la Sua vita, il
Suo Calvario. Non ho la minima cosa da dargli. Tutto il mio soffrire
dei giovedì e dei venerdì era inutile: andavo forzata ad accompagnare
Gesù nelle varie stazioni... Egli mi aiutava a portare la croce e io me
ne liberavo: la aborrivo e non volevo l'aiuto di Gesù... Venerdì,
immersa nella mia inutilità, mentre sentivo ripugnanza, se pur non ero
odio, verso il Calvario, sentii una grande umiliazione nel vedermi
attorniata da persone. Mi veniva alla mente e provavo il sentimento di
essere una strega, anche se non so cosa sia`. Ma accettavo tutto e
amavo per amore di Gesù e delle anime... (diario, 23-5-1952).
Ho paura e rimango talvolta sgomenta per la mia inutilità: è un
tormento di morte, e di morte disperata. Invoco con le labbra, più
volte con il cuore solamente, i nomi di Gesù e di Mammina; conto su di
Loro; è con l'amore e la forza dei Loro Cuori che io combatto. Confido
in Loro... Non sono però inutile per il peccato: sono sempre folle per
i piaceri e le passioni. L'anima sente ed ha visioni, sovente
orribili, di tutte le malvagità con la conoscenza della gravità di
tutte le azioni. Non voglio peccare, dico di voler l'inferno piuttosto
che offendere Gesù e allo stesso tempo mi dispiace quando non soddisfo
ai miei desideri, quando non pecco con quella soddisfazione cui mi
porta la passione disordinata, la malizia infernale. Mi pare che
voglio peccare e, per varie circostanze, sono interrotta nel peccato;
rimango disorientata e penso soltanto a ciò che tentai e non ho potuto
attuare. Pare che voglia tutto, in realtà non voglio. Oh, no! Non
voglio peccare contro il Signore... (diario, 30-5-1952). L'enorme
sacrificio di dettare fa parte della mia inutilità. Tuttavia non voglio
cessare di provare il mio amore a Gesù... Non voglio sentire né sapere
se sono utile o inutile: ciò che voglio è obbedire e fare in tutto la
volontà del mio Signore, a qualunque costo... Dopo una tremenda
lotta... chiesi aiuto a Gesù e a Mammina perché non volevo offenderli.
Senza sentire gli effetti della Loro protezione, rimasi abbrutita,
ebbra, fuori di me, tanta è stata la follia disordinata alla quale mi
abbandonai. Non pensavo al pentimento, ad emendarmi. Fu allora che un
dolore infinito mi invase il cuore: era cosa da morire se Gesù non
fosse la mia forza. Dentro di me Egli mi ha parlato e fatto comprendere
che quel dolore era Suo e che erano i peccati a farlo soffrire così...
(diario, 6-6-1952).
... Sono inutile per tutto ciò che è del Signore, inutile per servirlo
ed amarlo... Sono utile a satana e a tutte le sue opere, seguo le sue
orme, percorro soltanto le strade dell'inferno. In una lotta tremenda,
quando mi dibattevo, ubriaca nelle passioni, stavo proprio per cadere
nell'inferno. Non so come vi sia stato qualcuno che si lanciò verso di
me e non mi lasciò cadere là dentro,... mi strappò da quelle fiamme e
dagli artigli di satana. Dopo questa scena spaventosa, sentii il
dolore infinito di Gesù, le Sue lacrime e i Suoi sospiri, udii i Suoi
lamenti: - Mi rigetti dal tuo cuore? Che male ti ho fatto? Perché Mi
ferisci così? È stato il mio amore che ti ha condotta a tanta
cattiveria e a tanta ingratitudine? Cambia strada! Il Mio Cuore vuole
possederti, vuole perdonarti. - Non avrei resistito a questo dolore
infinito, grande come Dio, senza la forza di Gesù e la protezione di
Mammina, che invocai con tutta l'anima. Nello stesso momento il mio
cuore prese le sembianze di un nido con numerosi e affamati uccellini
dal becco aperto; io li alimentavo non so con che cosa, li curavo con
tutto l'amore senza risparmiarmi sacrifici.
Scomparvero questi sentimenti come nube che si dilegua ed io rimasi di
nuovo nella mia dolorosa sofferenza, nella mia spaventosa inutilità.
Non posseggo grandi cose: approfitto di tutte le briciole di
mortificazioni e di sacrifici da offrire a Gesù, attraverso il Cuore
immacolato di Mammina, per molte intenzioni e a gloria Sua e per il
bene delle anime. Ma entra sempre in tutto la mia inutilità... (diario,
13-6-1952).
... Il mio Orto, tanto differente da quello che fu in altri tempi, non
ebbe altro se non inutilità. Io fui morte per l'Orto e l'Orto fu morte
per me: così avvenne perché io non ho voluto approfittare della vita
che mi offriva. E Gesù, ai cui sguardi tutto era presente, soffriva un
dolore infinito: mi fece provare lo stesso dolore, mostrandomi e
facendomi sentire contemporaneamente quanto mi amava, quanto amava le
anime. In quel momento mi immersi in Lui, mi persi in Lui, scomparvi
come goccia d'acqua sperduta nell'universo. Oggi, nella santa
Comunione, non dico di avere avuto consolazione; ma mi sono nuovamente
perduta in questo oceano come goccia di rugiada che con il sole
scompare. L'anima è rimasta forte: con questa forza ha vinto
l'inutilità del Calvario. Durante il viaggio, nel sentirmi venir meno
per così spaventosa inutilità, il mio cuore ha gridato spontaneamente:
- Soccorrimi, Gesù! Sono perduta se non mi aiuti. - Ho potuto giungere
alla cima: anche se inutile, sono rimasta crocifissa. Il mio cuore ha
continuato a gridare incessantemente: - Io sono inutile, ma Tu, Gesù,
sei utile per tutti. Padre, Padre mio, vieni in mio aiuto! - E con
questo grido sono caduta nel sonno della morte. Ho sentito come se
l'anima morisse nella più densa oscurità... (diario, 20-6-1952).
Invece del cielo ho nel mio cuore l'inferno. Ove dovrebbe regnare Gesù,
regna il demonio. Tutto il mio essere è inferno: latrati, odii, urla,
disperazione e fuoco. Io sento tutto questo e le mie orecchie odono
tutto. R un terrore e, in alcuni momenti, pare che io mi lanci nella
disperazione. Ho paura di me, ho paura del mondo. Io sono l'inferno e
il mondo viene a mettersi dentro, ad affondare e a perdersi in esso.
Potessi scolpire, in modo che tutti potessero vedere, i sentimenti e
l'immagine dell'inferno, vorrei farlo affinché tutti i peccatori
comprendessero ciò che li attende nella eternità, se non cambiano
strada. Sento una gran pena per le anime: vorrei soccorrerle ad ogni
costo. Ma come, mio Gesù, se io sono l'inferno e faccio di tutto per
rovinarle?... Passo la mia vita ad avvelenare tutta l'umanità: i miei
gesti, i miei sguardi maliziosi sono sempre alla ricerca di luoghi e di
persone con cui peccare e soddisfare i miei desideri... Per questo
vivo, per questo solo sono utile. Per il bene, per Gesù, sono inutile...
Sia benedetta la croce che Gesù mi dà... Che sarebbe di me in questa
sofferenza, in questa inutilità, se io non possedessi la Sua santa
pace! Sono inutile, è vero, ma ho nostalgie fortissime del cielo...
(diario, 27-6-1952).