... Il giovedì mi portò un Orto doloroso al massimo. Gesù venne al mio
incontro non per darmi consolazione ma per imprimere in me tutte le
Sue piaghe. Tutto il mio essere divenne Cristo, la vita sofferente di
Cristo. I chiodi che trapassavano le Sue mani ed i Suoi piedi
trapassarono i miei; la ferita della lancia e il dolore del Suo divin
Cuore divennero miei. Né i chiodi né la lancia erano di ferro, ma di
fuoco che bruciava e trapassava tutto. E così, tutta Cristo, caddi sul
suolo dell'Orto e mi avvolsi in esso.
Scomparve tutta la vita di Cristo per rimanere il fango e la immondezza più nauseante.
Discese su di me il peso della giustizia divina; fu il calice della più tremenda amarezza... (diario, 5-9-1952).
Meglio non accusare nessuno e soffrire nel silenzio
... Si avverò il presentimento della mia anima che da tempo mi
corrodeva. Aspettavo qualcosa, senza sapere quale. Avevo ed ho paura di
tutto e di tutti e con ragione. Le sofferenze nascono talora da chi
meno ci si aspetta; tuttavia questa volta le presentivo da dove sono
venute: intervenne un'altra proibizione... Il primo sabato, dopo il
colloquio con Gesù e con Mammina, rimasi convinta dalle parole divine
che sarebbe venuta qualche nuova sofferenza. Tuttavia, la mia anima era
forte e cantava in attesa di ciò che Gesù le avrebbe inviato. Fu verso
sera che una lettera mi comunicò la proibizione. Mi trapassò il cuore;
più ancora: rimasi soggetta al rigore della tempesta, spaventosamente
sbattuta dai venti, come se quel pugnale fosse impigliato negli alberi
ed io con esso.
Non piansi. Con lo sguardo al Cielo, lodavo e benedicevo il Signore.
Nelle ore più agitate, con il cuore, perché con le labbra non lo
potevo, dicevo: « Mio Dio, mio Gesù, Mammina, soccorretemi! Sono la
vostra vittima! Almeno soffrissi sola, ma quanti soffrono per me! ». La
mia vita mi pareva ancor più quello che sento sempre: soltanto
illusione, inganno, falsità. Ma tutto questo contro la mia volontà. Non
sentivo nessuno dalla mia parte, né in cielo né in terra. Presa la
risoluzione di darne notizia al mio santo medico perché mi pareva un
sollievo se egli partecipasse al mio dolore, mi venne un'altra idea. Fu
un impulso fortissimo dell'anima e del cuore: scriverò al Santo Padre e
al Cardinale; racconterò loro la mia vita; dirò loro quanto soffro;
chiederò la loro benedizione; chiederò che abbiano compassione di me e
che mi prendano come figlia, che mi diano la loro amicizia e si
mettano dalla mia parte. Mio Dio, io non voglio accusare nessuno.
Voglio soffrire sola, con Te, nel silenzio, abbandonata e ignorata da
tutti. Non vorrei più scrivere [il diario], non ricevere mai più
visite, vivere sola, proprio sola in questa notte di tenebre, nella
notte completa, nella inutilità di tutto. Mentre soffrivo così, non
sentivo consolazione, ma nell'intimo della mia anima regnava la pace;
nasceva come nasce il sole, cresceva, mi invadeva tutta... Mi costò
desistere dalla risoluzione presa di non scrivere più. Ho obbedito per
amore e continuerò fino a che piacerà al Signore. Dissi perfino ad uno
[dott. Azevedo] : - Se mi vuol bene non mi obblighi più a scrivere. -
L'amore di Gesù ha vinto. Che Egli perdoni i miei scoraggiamenti!
Domenica, dopo la Comunione, quando nel mare della mia amarezza
chiedevo a Gesù di non permettere che mi ingannassi né ingannassi
altri, mi parve di udire da Lui queste parole: - Figlia mia, non sono
lo il Cammino, la Verità e la Vita? Confida! lo sono la Verità suprema.
Vivi di Me, vivi la Mia vita, non ti inganni... Confida, abbi
coraggio!... - (diario, 12-9-1952).
... Ho voglia di fuggire ove non possa essere veduta. Rimango
abbattuta, umiliatissima nel vedermi visitata e circondata da persone.
Molti vedono in me ciò che non ho e mi giudicano quello che non sono,
per la misericordia e la grazia del Signore, non per merito mio. Ma
molti, e in numero assai più elevato, pensano di vedere in me le virtù
e la santità che non ho, ma che desidererei avere, perché è volontà del
Signore che diventiamo perfetti e santi. Questi, senza volerlo, mi
fanno soffrire di più dei primi.
Non ho mai pensato, grazie a Dio, di volere apparire buona, passare
per virtuosa agli occhi del mondo. Sì, io voglio essere quella che Gesù
vuole e nulla più; voglio amare Gesù e Mammina e dare Loro le anime.
Sono le mie brame e aspirazioni. Ma non faccio nulla; ogni momento
sono derubata dalla inutilità... (diario, 3-10-1952).
... - Coraggio, figlia mia, ascolta la voce di Gesù che ti ama e
desidera che tu Lo faccia amare; soffri con gioia, soffri con
eroismo... Tu sei nascosta perché pochi vedono in te le meraviglie che
vi ho racchiuse. Sei un sole splendente coperto da una leggera nube che
si squarcerà affinché i raggi luminosi penetrino ed illuminino tutti i
cuori attraverso i tempi. La tua vita giungerà da un polo all'altro del
mondo, come il regno di Cristo crocifisso... - (diario, 10-10-1952).