MaM
Messaggio del 23 giugno 2006:Cari figli, anche oggi la Madre gioisce con voi. Sono venuta, mi sono presentata come “Regina della Pace”. Perciò anche oggi vi invito pregate per la pace. Rinnovate i miei messaggi, vivete i miei messaggi. Pregate cari figli pregate! Grazie, cari figli, perché avete risposto alla mia chiamata!

Beata Alexandrina Maria da Costa - Mistiche piaghe


... Il giovedì mi portò un Orto doloroso al massimo. Gesù venne al mio incontro non per darmi consolazione ma per im­primere in me tutte le Sue piaghe. Tutto il mio essere divenne Cristo, la vita sofferente di Cristo. I chiodi che trapassavano le Sue mani ed i Suoi piedi tra­passarono i miei; la ferita della lancia e il dolore del Suo divin Cuore divennero miei. Né i chiodi né la lancia erano di ferro, ma di fuoco che bruciava e trapassava tutto. E così, tutta Cristo, caddi sul suolo dell'Orto e mi avvolsi in esso.

Scomparve tutta la vita di Cristo per rimanere il fango e la immondezza più nauseante.

Discese su di me il peso della giustizia divina; fu il calice della più tremenda amarezza... (diario, 5-9-1952).

Meglio non accusare nessuno e soffrire nel silenzio

... Si avverò il presentimento della mia anima che da tempo mi corrodeva. Aspettavo qualcosa, senza sapere quale. Avevo ed ho paura di tutto e di tutti e con ragione. Le sofferenze nascono talora da chi meno ci si aspetta; tuttavia questa volta le presentivo da dove sono venute: intervenne un'altra proi­bizione... Il primo sabato, dopo il colloquio con Gesù e con Mam­mina, rimasi convinta dalle parole divine che sarebbe venuta qualche nuova sofferenza. Tuttavia, la mia anima era forte e cantava in attesa di ciò che Gesù le avrebbe inviato. Fu verso sera che una lettera mi comunicò la proibizione. Mi trapassò il cuore; più ancora: rimasi soggetta al rigore della tempesta, spaventosamente sbattuta dai venti, come se quel pugnale fosse impigliato negli alberi ed io con esso.

Non piansi. Con lo sguardo al Cielo, lodavo e benedicevo il Signore. Nelle ore più agitate, con il cuore, perché con le labbra non lo potevo, dicevo: « Mio Dio, mio Gesù, Mammina, soccorretemi! Sono la vostra vittima! Almeno soffrissi sola, ma quanti soffrono per me! ». La mia vita mi pareva ancor più quello che sento sempre: soltanto illusione, inganno, falsità. Ma tutto questo contro la mia volontà. Non sentivo nessuno dalla mia parte, né in cielo né in terra. Presa la risoluzione di darne notizia al mio santo medico perché mi pareva un sollievo se egli partecipasse al mio dolore, mi venne un'altra idea. Fu un impulso fortissimo dell'anima e del cuore: scriverò al Santo Padre e al Cardinale; racconterò loro la mia vita; dirò loro quanto soffro; chiederò la loro be­nedizione; chiederò che abbiano compassione di me e che mi prendano come figlia, che mi diano la loro amicizia e si met­tano dalla mia parte. Mio Dio, io non voglio accusare nessuno. Voglio soffrire sola, con Te, nel silenzio, abbandonata e ignorata da tutti. Non vorrei più scrivere [il diario], non ricevere mai più visite, vivere sola, proprio sola in questa notte di tenebre, nella notte completa, nella inutilità di tutto. Mentre soffrivo così, non sentivo consolazione, ma nell'in­timo della mia anima regnava la pace; nasceva come nasce il sole, cresceva, mi invadeva tutta... Mi costò desistere dalla riso­luzione presa di non scrivere più. Ho obbedito per amore e continuerò fino a che piacerà al Signore. Dissi perfino ad uno [dott. Azevedo] : - Se mi vuol bene non mi obblighi più a scrivere. - L'amore di Gesù ha vinto. Che Egli perdoni i miei scoraggiamenti! Domenica, dopo la Comunione, quando nel mare della mia amarezza chiedevo a Gesù di non permettere che mi ingan­nassi né ingannassi altri, mi parve di udire da Lui queste parole: - Figlia mia, non sono lo il Cammino, la Verità e la Vita? Confida! lo sono la Verità suprema. Vivi di Me, vivi la Mia vita, non ti inganni... Confida, abbi coraggio!... - (diario, 12-9-1952).

... Ho voglia di fuggire ove non possa essere veduta. Rimango abbattuta, umiliatissima nel vedermi visitata e cir­condata da persone. Molti vedono in me ciò che non ho e mi giudicano quello che non sono, per la misericordia e la grazia del Signore, non per merito mio. Ma molti, e in numero assai più elevato, pensano di vedere in me le virtù e la santità che non ho, ma che desidererei avere, perché è volontà del Signore che diventiamo perfetti e santi. Questi, senza volerlo, mi fanno soffrire di più dei primi.

Non ho mai pensato, grazie a Dio, di volere apparire buo­na, passare per virtuosa agli occhi del mondo. Sì, io voglio essere quella che Gesù vuole e nulla più; voglio amare Gesù e Mammina e dare Loro le anime. Sono le mie brame e aspi­razioni. Ma non faccio nulla; ogni momento sono derubata dalla inutilità... (diario, 3-10-1952).

... - Coraggio, figlia mia, ascolta la voce di Gesù che ti ama e desidera che tu Lo faccia amare; soffri con gioia, soffri con eroismo... Tu sei nascosta perché pochi vedono in te le meraviglie che vi ho racchiuse. Sei un sole splendente coperto da una leggera nube che si squarcerà affinché i raggi luminosi penetrino ed illuminino tutti i cuori attraverso i tempi. La tua vita giungerà da un polo all'altro del mondo, come il regno di Cristo cro­cifisso... - (diario, 10-10-1952).