... La inutilità mi ruba tutto... A mani vuote, senza nulla, nulla per
il mio Signore, completamente abbandonata dalla terra e dal cielo, a
volte giungo a dire a me stessa, improvvisamente, senza volerlo: « Ma
io vivo? il mondo esiste? e il Cielo esiste? ». Sussulto a questi
sentimenti di abbandono e a queste domande che io non so donde vengano.
Sì, Gesù, io vivo per Tua grazia. Il mondo esiste e io non sono
abbandonata da tutte le creature. Il Cielo esiste perché Tu esisti e
non abbandoni nessuno dei tuoi figli. Credo, credo e confido! Gesù,
sono la Tua vittima. L'ultima proibizione circa il mio caso, non c'è
già più. Durò poco. Fosse avvenuta la stessa cosa riguardo la
proibizione al mio padre spirituale [Pinho], di circa 10 anni fa! Sia
benedetto il Signore. Seppi domenica scorsa di questa ritrattazione. Mi
dissero di non pensarci più. Uscì da me un peso che mi opprimeva. Oh,
se tutti comprendessero e avessero lo zelo per il buon nome dei propri
simili! Io non sapevo né so come ringraziare il Signore. Chiesi a
Mammina di farlo per me. Questa notizia fu come un iniezione che
fortificò la mia anima. Ma il conforto scomparve ben presto e ritornai
al giogo del mio calvario... (diario, 28-11-1952).
... Dopo la notte, il giorno; dopo tanto soffrire, Gesù venne ad
aggiustare tutto. Ebbi nuovamente la Messa in camera mia. Fu il giorno
22 in cui ebbi questo dono dal Cielo: gli uomini vengono soltanto
quando Gesù lo permette. Doveva essere un giorno di consolazione e di
gioia, ma il mio Amato non lo permise. Lo benedissi e Lo lodai per
tutto. Egli ama quando consola e ama quando ferisce: è sempre amore,
amore senza pari.
Non sapendo partecipare alla Messa, come al solito, interessai il
Cielo, chiesi a Mammina di parteciparvi per me con i Suoi sentimenti e
non con i miei, di accompagnare Gesù, di far Sue le mie intenzioni e di
offrirmi unita a Gesù all'Eterno Padre nella stessa immolazione.
Cominciai in tale stato a preparare la culla al Bambino Gesù per il
giorno di Natale; ma il presepio che Gli preparai fu assai peggiore di
quello di Betlemme... La notte fu talmente spaventosa e la tristezza e
l'agonia così tremende che mi indussero a pensare molto seriamente se
questo fosse il mio ultimo Natale sulla terra. Avvenga ciò che Gesù
vuole. Gli preparai la culla con spine: la mia infedeltà e la mia
imperfezione. Tutto questo mi faceva soffrire tanto... Gli rinnovai il
mio completo abbandono e Gli chiesi che fosse il più perfetto
possibile. In tutto questo, nella morte di tutto, mentre per gli altri
tutto era vita e gioia, ebbi una cosa in mio favore: la pace del
Signore regnava nella mia anima... ... - Mia figlia, depositaria del
mio divin Cuore e di tutto ciò che è Mio: il Calvario è dolore, è
immolazione, sacrificio, salvezza. Chi ama, soffre; chi soffre è ricco.
Il dolore arricchisce, dà nobiltà al cuore e all'anima.
Oh, se il mondo lo sapesse, se le anime comprendessero il segreto, il
vero segreto della perfezione e dell'amore! È il mezzo più efficace per
attirare le misericordie del Signore: amare, soffrire; soffrire e
amare. È il segreto della perfezione; è il maggior mezzo di salvezza.
Il dolore non deve separarsi dall'amore. Poveretto chi soffre senza
amare! Io ho sofferto molto perché ho amato molto. È stato l'amore che
Mi ha portato a soffrire... Io ho fatto, figlia mia cara, in modo che
tu comprendessi i Miei segreti: il dolore e l'amore... - ... (diario,
26-12-1952).