... Questa mattina,... nella mia inutilità, là sul Calvario, sono stata
crocifissa con Gesù. Nell'agonia, mentre il cuore e l'anima gridavano,
lo spirito ricordava il grande giorno dell'Assunzione di Mammina. Le
ho chiesto che, in memoria della Sua coronazione, mi coronasse con il
Suo amore, con le Sue grazie, e facesse Sue le mie preghiere per
portarle al trono di Dio. Durante tutta l'agonia di Gesù io andavo
lontano, molto lontano, con la mia inutilità; mentre il mio cuore
crocifisso con Gesù si apriva in un vulcano di fuoco, di un fuoco che
era solo amore, amore infinito, amore divino.
Questo amore era nel mio cuore, ma non mi apparteneva: era l'amore di
Gesù. Era Lui che amava, si immolava e dava la vita. Egli ha consegnato
lo Spirito al Padre. Anch'io ho sentito come se perdessi la vita per
qualche momento. ... Sono rivissuta con la Sua Vita all'udire la Sua
voce: - Figlia mia, Gesù è in cielo, Gesù è nel tuo cuore... Sono qui,
figlia cara... Voglio confortarti, voglio prepararti perché tu possa
con più forza e con maggiore eroismo sopportare molto dolore... Il
cielo è in te; in te vi è Dio in tutta la Sua pienezza. - - O Gesù,
come sono grande! Quanto è grande il mio cuore! È vero: io sento di
essere il Cielo, sento di avere in me l'azzurro chiaro del firmamento.
Vale la pena di soffrire una vita intera per godere questi deliziosi
momenti. O Gesù, quanto è bello il Cielo!... - Sono in un universo
infinito di pace e di amore. È di qui che io grido, è di qui che io
imploro: - O Gesù, o Mammina, o Padre, o Spirito Santo, ascoltate le
mie suppliche, le mie preghiere! Gesù, Mammina, mia Trinità adorabile,
non le pronuncio, ma Vi mostro il mio cuore: sono in esso molto
presenti; accettale, Gesù, per quell'amore che Ti ha indotto a portare
Mammina in cielo in corpo ed anima. - ...
- Sì, sì, figlia mia, il Cielo legge nel tuo cuore; il Cielo accoglie i
tuoi desideri, le tue richieste, le tue ansie... Ma tu non cessare di
chiedere penitenza, orazione, emendamento di vita. Coraggio! Va' in
pace e da' al mondo la Mia pace. - ... (diario, 15-8-1952).
« Mio buon padre [Pinho], ... Oh, se tutti comprendessero la vita di
Gesù nelle anime e la loro necessità di un sostegno, di una guida, di
una luce che le illumini; le illumini nelle vie del Signore, affinché
diano allo stesso Signore quanto Egli aspetta da loro!
Se ciò fosse compreso, noi non avremmo sofferto tanto. Ma, siccome la
sofferenza è la cosa più gradita a Gesù, ciò che importa è che gliela
diamo con tutto l'amore, con tutta la perfezione. Ho paura di tutto e
di tutti, fino al punto che se mi dicessero: "Domani il tuo padre
[Pinho] sarà qui vicino a te per rimanervi fino alla fine della tua
vita, che non deve essere lontana, e per essere il tuo sostegno e la
tua luce, forse non sentirei questo sostegno e non vedrei questa luce e
lo temerei, perché Gesù mi ha tolto tutto, tutto.
Non ho consolazione in nulla; tuttavia bramo quel giorno... Però, padre
mio, non ne abbia pena, perché nonostante la mia indicibile sofferenza,
la mia mancanza di tranquillità, la mia paura, il mio sgomento di tutto
e di tutti, nonostante l'abbandono in cui mi trovo nella morte e nella
oscurità spaventose, la mia inutilità per la terra e per il cielo, che
è martirio dolorosissimo e tremendo, la mia anima si mantiene in pace:
pace del Signore, la più intima. L'inquietudine è solo alla superficie:
è come il sughero sulle onde agitatissime del mare. Vivo senza sentire
la vita, abbandonata nelle braccia di Gesù e Mammina... » (lettera a p.
Pinho, 26-8-1952).
... La mia sete è ardente: ho sete di tutti i cuori di tutta l'umanità.
Mi sento bene soltanto a darmi, a darmi infinitamente e a possedere
infinitamente. Soltanto così potrò dire: « amo e sono amata, amo e mi è
ricambiato l'amore ». Ho occhi che penetrano la terra, il cielo,
l'inferno: vedono tutto, conoscono tutto. E ne ho altri che vedono
soltanto il mondo, vedono soltanto il peccato con tutti i suoi
strumenti maliziosi.
Il mio cuore in superficie vuole solo questo: la follia ed il piacere.
Nell'intimo, molto nell'intimo, vuole soltanto amare Gesù con la
massima follia d'amore; non offenderlo mai e dargli tutte le anime.
L'inutilità mi ruba tutti i desideri, le ansie e tutto ciò che è bene.
Ieri, per tutta la giornata, sentii nel mio corpo tutte le ferite di
Gesù. Perfino il volto era piagato ed il capo coronato di spine. A
notte rimasi avvolta, come in un mantello, nel suolo dell'Orto. Questo
mantello mi copriva esternamente e internamente; tutto il mio essere
diventò Orto e diventò sangue. Venne la rivolta; mi separai dal Sangue
del Signore. Sopravvenne l'inutilità; nella mia rivolta avanzai come
se fosse la più alta montagna; nella mia inutilità rimasi separata da
Gesù come da una spaventosa barriera. Durante la notte sono stata più
volte nella prigione con Gesù; ma fuggivo subito attraverso i sentieri
della inutilità. Al mattino sono andata al Calvario: ero io e non ero
io; avevo due vite: una percorreva il Calvario, l'altra il mondo
inutile. Pazza per il peccato, ho avuto una tremenda lotta; dicevo a
Gesù: « non voglio peccare ». Chiedevo a Mammina di offrire a Gesù la
mia riparazione per coloro che Lo offendono con i piaceri... - Va' in
pace, figlia mia; soffri, soffri; non negare a Gesù il tuo dolore,
dammelo sempre con un sorriso. Rimani in croce, rimani nella tua
inutilità: è questa che dà utilità a tante anime smarrite. Coraggio,
coraggio, figlia mia: la tua oscurità è luce, la tua inutilità è utile,
la tua morte è vita... (diario, 29-8-1952).