MaM
Messaggio del 25 Dicembre 1991: Cari figli, oggi in modo speciale vi porto il piccolo Gesù perché vi benedica con la Sua benedizione di pace e di amore. Cari figli, non dimenticate che questa e' una grazia che molta gente non comprende e non accetta. Perciò voi, che dite di essere Miei e chiedete il Mio aiuto, date tutto di voi stessi, anzitutto date il vostro amore e l'esempio nelle vostre famiglie. Voi dite che Natale e' la festa della famiglia; allora cari figli, mettete Dio nelle vostre famiglie al primo posto, affinché Egli possa donarvi la pace e proteggervi non solo dalla guerra ma, anche in tempo di pace, da ogni assalto satanico. Se Dio e' con voi avete tutto, mentre quando non lo avete, siete poveri e persi e non capite dalla parte di chi state. Perciò, cari figli, decidetevi per Dio e poi riceverete tutto. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta - Messaggi anno:1947

17 maggio 1947

   La divina chiamata mi trae dal sonno per questa breve lezione dello Spirito Santo:
   «Tanto più un'anima è figlia di Dio, secondo il concetto teologico di S. Paolo apostolo (ai Romani c. 8 v. 14), e tanto più è sollecita a seguire i consigli dello Spirito Santo, il quale non suscita mai nei figli di Dio desideri irrealizzabili (ai Galati c. 5 v. 17) e prega in voi gridando: "Padre", sapendo che il Padre conosce ciò che vuole l'Amore intercedendo in nome dei santi, ossia secondo i suoi desideri d'amore, perché l'amore incendi la Terra (Romani 8 v. 26-27 e Galati cap. 4, v. 6).
   L'anima figlia di Dio prende dal Padre suo questa caratteristica divina: la sollecitudine pronta e ilare nel fare ciò che è Bene. La misura della figliolanza raggiunta è data dalla prontezza con la quale l'anima eseguisce le divine ispirazioni, senza fermarsi a considerare ciò che queste possono esigere di sforzo dalla creatura umana ed avere in sé di pericoloso per l'individuo carnale.
   In vero l'anima che è figlia di Dio è già come un astro lanciato nella immensa vastità degli spazi celesti per raggiungere il suo posto e fissarsi in esso: Dio, e nulla ne può arrestare la corsa d'amore.
   La mia gioia sia in te.»

30 maggio 1947

   Dice Gesù, mentre io leggo la frase [1] dell'Ecclesiastico cap. 31 v. 35:

   «Tutte le cose create da Dio sono buone e le ha create per sollievo dell'uomo. Tutte. Ma ciò che le fa divenire non buone è sempre il disordine con cui l'uomo le usa. Dio vi voleva e vi vuole in gioia. Ma la disubbidienza all'ordine, ossia le concupiscenze, sostituiscono alla gioia la noia, il dolore, le risse, la miseria, la disunione dei cuori e delle famiglie. Per questo, dopo che il disordine si era instaurato sulla Terra e cresceva col tempo, il Signore dette la Legge. Ma è forse giovata? No. Dette Me. Ma è forse giovato? No. Io detto la Parola evangelica. Ma è forse giovata? No.

   È detto ancor nell'Ecclesiastico: "Il sapiente non odia la Legge e non darà negli scogli come nave in tempesta. L'uomo di senno è fedele alla Legge di Dio, e la Legge è fedele a lui".

   Ecco la ragione di ogni male: che troppo pochi sono i sapienti, e perciò, nonostante la ragione data da Dio all'uomo sia come nave atta a portare l'uomo dalla riva terrena a quella celeste sull'oceano dei suoi giorni terreni, la maggioranza dà di cozzo sugli scogli e naufraga miseramente.
   Prega, ora. Ho bisogno di una tua preghiera per lo spirito che Io so. La pace a te.»
       
   1 frase, che è in Siracide 31, 27. La citazione successiva è da Siracide 33, 2-3.

16 luglio 1947

 Dice S. Azaria:
   «La missione dell'Angelo Custode si crede, da parte della gente, che cessi con la morte del custodito. Non è così sempre. Cessa, è cosa conseguente, alla morte del peccatore impenitente, e con sommo dolore dell'angelo custode di colui che non si pentì. Si trasfigura in gloria gioconda ed eterna alla morte di un santo che dalla Terra passa al Paradiso senza soste purgative. Ma continua quale era, come protezione che intercede e ama il suo affidato, per coloro che dalla Terra passano al Purgatorio per espiare e purificarsi. Allora noi, gli angeli custodi, oriamo con la carità per voi davanti al trono di Dio, e uniti alle nostre orazioni d'amore presentiamo i suffragi che sulla Terra vi applicano parenti e amici.

   Oh! tutto non posso dire di quanto sia vivo, attivo, dolce il legame che ancora ci unisce a voi purganti. Come madri che spiano il ritorno della salute in un figlio che fu malato ed è convalescente, come spose che contano i giorni che le separano dalla riunione con lo sposo prigioniero, così noi. Noi, neppur per un attimo, non cessiamo di osservare la divina amorosa Giustizia e le vostre anime che si mondano fra i fuochi d'amore. E giubiliamo vedendo l'Amore sempre più placato verso voi, e voi sempre più degne del suo Regno. E quando la Luce ci ordina: "Vai a trarlo fuori per portarlo qui", più ratti che saette noi ci precipitiamo a portare un attimo di Paradiso, che è fede, che è speranza, che è conforto a coloro che ancora restano a espiare, là nel Purgatorio, e stringiamo a noi l'anima amata per la quale operammo e soffrimmo, e risaliamo con lei insegnandole l'osanna paradisiaco.

   I due dolci attimi nella missione dei Custodi, i due più dolci attimi, sono quando la Carità ci dice: "Scendi, ché un nuovo uomo è generato e tu lo devi custodire come gemma che mi appartiene", e quando possiamo salire con voi al Cielo. Ma il primo è meno del secondo. Gli altri attimi di gioia sono le vostre vittorie sul mondo, la carne e il demonio. Ma come si trema per la vostra fragilità da quando vi si prende in custodia, così sempre si palpita dopo ogni vostra vittoria, perché il Nemico del Bene è vigile a tentare di abbattere ciò che lo spirito costruisce. Perciò gioioso, perfetto nella sua gioia è l'attimo in cui entriamo con voi nel Cielo. Perché nulla più può distruggere ciò che è ormai compiuto.

   E ora, anima mia, rispondo ad un tuo intimo chiederti se Dio è contento che nella tua casa [1] sia un altro Custode. O tu, che non ci fai mai domande ma tieni aperto il tuo spirito sul quale il tuo desiderio scrive talora i suoi più forti interrogativi a tua stessa insaputa, senza che la tua volontà [intervenga], trattenuta dal chiedere da quel degno rispetto che troppo pochi hanno verso il Soprannaturale che si abbassa su voi, sappi che è dolce rispondere a chi è come te, e darti conforto, anima cara a Dio e tormentata dagli uomini.

   Sì. Dio è contento. Contento perché nella tua casa è un angelo felice di vegliare un'anima testé creata, gemma di Dio, e contento perché Gesù è Colui che amava i pargoli… e il resto lo dico all'anima tua, e resti fra noi come un segreto così bello che è inutile svelarlo al mondo che non sa comprendere le gioie di Dio e delle anime di Dio.»
 
   1 nella tua casa, dove si trovava come "inquilina" una donna "prossima ad essere madre", di cui parlerà il 30 ottobre 1947.

24 luglio 1947

Le parole dell'Amore sono sempre un invito all'Amore, sia che siano dolci e premianti, sia che siano severe. Perché l'Amore tende a congiungersi con i suoi creati e perciò sempre, anche quando rimprovera, invita ad avvicinarsi, per essere perdonati, o a fondersi, per essere beati.

   Colui che dice che Dio è terribile non conosce Dio – e se così è, è ancor perdonabile – o mente conoscendolo, e allora è imperdonabile perché sacrilegamente leva a Dio il suo più divino serto: quello della Carità che comprende e perdona; è imperdonabile perché leva al suo prossimo la forza che lo salva: quella della fiducia nella misericordiosissima Carità.

   Quando Io sento uno, sia pur sacerdote, che tuona su un'anima: "Dio non è contento di te. Dio ti condanna" e così via, riprovo il dolore di quando, in Palestina, ero denegato per ciò che ero dai miei nemici, e devo fare uno sforzo di misericordia per non condannare colui che condanna il suo prossimo e denega la mia infinita e paziente Misericordia.

   Sta' in pace. Sono sempre il tuo Dio d'amore.»

27 luglio 1947

Ore 11,30 (ascoltando la S. Messa radiotrasmessa da S. Maria degli Angeli – Roma)

   Dice Gesù non appena la S. Messa ha inizio:

   «Una lezione, una grande lezione, Maria mia.
   Ecco! Vedi… (mi appare la vetta del Calvario, giallo e brullo, la croce altolevata colla Vittima, ai lati Maria Ss. e Giovanni. Giù in basso Gerusalemme nel sole. Sul Calvario la folla imprecante…). Considera, anima mia dilettissima, che non mi sazio di ammaestrare perché voglio che tu mi conosca tutto e in tutto, per quanto è concesso a creatura ancor della Terra. Voglio tu venga a Me dotta di Me. ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

20 agosto 1947

Dice S. Azaria, ancora seguendo le sue spiegazioni sugli Angeli Custodi (l'altra è del 16 luglio 1947):

   «Un'altra azione dell'Angelo Custode è quella di essere costantemente e meravigliosamente attivo presso Dio, del quale ascolta gli ordini e al quale offre le azioni buone del custodito, presenta e appoggia le suppliche, intercede nelle sue pene; e presso l'uomo al quale soprannaturalmente fa da maestro che guida nel sentiero diritto, senza soste, con ispirazioni, luci, attraimenti verso Dio.

   Oh! i nostri fuochi, che sono i fuochi della Carità che ci ha creati e che ci investe dei suoi ardori, noi li convergiamo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

29 agosto 1947 Ore 19

Dice Gesù:
   «La vendetta di Dio è il perdono.

   Sulla Croce avrei potuto fulminare i colpevoli. I fulmini rigavano il cielo e avrei potuto dirigerli sugli assembrati ad insultarmi. Anche qualche altra vendetta avrei potuto fare.

   Ero sempre Dio. Ma non sono mai stato tanto Dio come usando il perdono per unica vendetta. Punendo i miei offensori sarei stato un potente Io, un uomo, sempre un uomo che col favore di Dio può usare anche delle forze cosmiche per atterrare i suoi nemici. La storia del mio popolo è piena di episodi del genere provocati da patriarchi e profeti, da giusti sempre. Ma vendicandomi col perdono sono stato Dio. Ossia un Essere sovrumano, tanto più su degli uomini che ho saputo usare la vendetta che l'uomo non usa: il perdono.

   E l'ho insegnata a voi, miei seguaci, perché i seguaci di Cristo, i veri seguaci di Cristo, ossia i santi, divengono ciò che è detto1 "figli dell'Altissimo, dèi, eredi del Regno di Dio".

   Maria, perdona. Non sanno ciò che fanno coloro che ti dànno dolore. Non sanno. Perdona per essere figlia dell'Altissimo, mio specchio, mia sorella. La mia pace per tuo balsamo.»

   Il conforto per mali comportamenti di famigliari.
          
   1 è detto, in Salmo 82, 6, ripreso in Giovanni 10, 34.

6 settembre 1947

Dice Gesù:
   «Generalmente, spiegando i dieci Comandamenti, è detto che essi si iniziano coi tre dedicati al culto di Dio, perché Dio ha la precedenza, e ogni cosa di Dio la deve avere su ogni altro essere o cosa. Spiegazione giusta, ma non è l'unica spiegazione questa comune, per spiegare l'ordine dato ai dieci Comandamenti.

   Dio, essendo la Perfezione, poteva essere messo al vertice della scala ascensionale della perfezione. Dare a Lui il culto e l'onore quando la creatura si era reso degno di darglielo come si conviene essendo già "giusto" in tutte le cose della Terra. Ma credi tu ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

14 settembre 1947

Dice Gesù:
   «Hai mai meditato su quanto vuol dire l'espressione che ricorre sulle labbra dei teologi parlando di tutti gli scritti dell'Antico e Nuovo Testamento: "Dice la Sapienza, dice il Signore"? Poco fa hai sentito dire da un predicatore: "Dice il Signore: 'Quando io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli….'". Non ha detto: "Dice Paolo"1. Ma "dice il Signore".
   Perché? Per rispetto pensando che Dio è l'informatore di ogni azione dell'uomo? Anche. Ma soprattutto perché va detta la verità. E la verità è che nei suoi amatori Dio tanto è presente che la perso­nalità, e soprattutto il pensiero di essi, si annulla in quello di Dio, e non è più Paolo, Pietro, Giovanni, Giacomo o Giuda. Pietro Paolo Giovanni Giacomo Giuda, portavoce di Dio, dicono ciò che Dio parla in loro: voce di Dio, dicono le sue parole. E così, in tempi più lontani, Isaia, Geremia, Jesai bar Sirac, Sofonia, Michea, Zaccaria… e in tempi più vicini tutte le voci del Signore, sparse nei secoli per dire agli uomini le parole di Dio. Quelle parole che sono altrettante luci, altrettante medicine, altrettante grazie.
   Vedi come è buono il Signore con quelli che sono tutti suoi? Di essi uomini fa tanto una cosa con Lui che non più essi ma Egli è loro e parla, agisce sino a potersi dire con vera parola: "dice il Signore" di ciò che la loro mano scrive. E vedi ancora come per vera giustizia essi non possono gloriarsi delle parole che scrivono, perché non di loro ma del Signore esse sono.
   Per questo ti ho sempre detto: sii sempre umile, perché, se un atomo di superbia sorgesse in te per ciò che scrivi, Io ti abbandonerei sinché un lungo sincero pentimento non ti avesse di nuovo resa accettevole al mio cuore.
   Sta' in pace, anima mia, piccola crocifissa. La croce, dopo essere stata considerata oggetto di orrore, fu esaltata per avermi portato, divenendo strumento di redenzione. I crocifissi, dopo essere stati provati nel dolore, saranno esaltati per aver compiuto in loro quanto mancava alla mia Passione.»
       
   1 Dice Paolo, infatti l'espressione è in 1 Corinzi 13, 1.

17 settembre 1947

Dice Gesù:
   «Non è nulla ricevere il Battesimo e gli altri Sacra­menti, meno la Confessione in punto di morte e che sia sincera e leale, e Olio Santo, se non vivete perseverando "ben fondati [1] e saldi nella fede, immobili nella speranza del Vangelo". Anzi, questi doni di valore infinito si ritorcono a vostra condanna. Perché più è chie­sto a chi più è dato. Perché il Vangelo è Vita. Perché i Sacramenti sono Forza. Perché nel Cristianesimo tutto è attivo, e guai a quelli che con tanta Vita infusa in loro sono dei tiepidi, degli ignavi che ve­getano senza lavorare, con le grandi potenze che sono a loro state date, per comparire sempre "santi, immacolati, irreprensibili da­vanti all'Altissimo".

   L'uomo-animale [2] – ché tale è l'uomo privo della Grazia, ossia così come è quando nasce da donna – agli occhi di Dio è simile a un morto il cui corpo corrotto non può entrare a contaminare il Tempio eterno dove splende il trono di Dio, e nel cui corpo corrotto non può venire Colui che empie di Sé tutto il Creato, onnipresente su tutto ciò che è, con la Potenza nelle creazioni inferiori, con la Potenza, Sapienza e Amore nell'uomo, creazione superiore.
 Ma avervi creato non basta a Dio. Perfezione del Creato, Egli vuole abitare in voi con la sua Perfezione Trina, possedervi prima di darsi al vostro possesso in eterno, godervi prima che voi lo possiate godere in Cielo. Ed ecco allora il Cristo che, ubbidendo al Padre e all'Amore, si incarna e si immola per fare dell'acqua battesimale non un rito ma una vita. Questo fa Cristo: vi innesta alla Vita, e il Battesimo è l'operatore. Così come, se possibile fosse, un chirurgo, prendendo un nato-morto e congiungendolo ad una matrice attiva, lo rendesse vivo, altrettanto fa di voi il Battesimo. Vi prende morti. Vi immerge nell'onda che è acqua, ma in realtà è sangue, il Sangue mio, e vi restituisce vivi della Vita che è Grazia.

   Considera [3] la grande libertà del cristiano fortificato dalla Vita che ha ricevuto. Dice l'apostolo: "Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come viveste ancora del mondo, vi sottomettete a questi precetti: non toccare, non gustare, non maneggiare?".

   Grande verità! Che ho detto [4] Io ai miei fedeli: "Coloro che crederanno in Me scacceranno i demoni, beveranno i veleni, toccheranno i serpenti, calpesteranno gli scorpioni, passeranno per fuoco ed acqua e fra le fiere selvagge, e nulla farà loro del male sinché Io-Vita non lo concederò per vestirli della porpora dei martiri". Il vero cristiano non deve temere il mondo e le sue potenze, le quali e il quale mettono insidie anche nelle cose più naturali, come nel godere di un cibo, di un frutto, di un fiore, di una carezza data o ricevuta, di un affetto, e le cose buone, da Dio create perché l'uomo suo figlio ne avesse gioia, mutano in veleni, serpenti, scorpioni, acqua, fuoco e fiere selvagge.

   Abbiate in voi la pienezza di Me e senza interdirvi ciò che Dio vi ha concesso, così come ve lo ha concesso: con giustizia, prudenza, temperanza, e sarete superiori alle insidie dei demoni e dei sensi. Perché Io, che ho vinto la morte e il peccato, vi fortificherò contro le cose che possono divenire peccati e morte.»
     
   1 ben fondati… è citazione da Colossesi 1, 23, che è il rinvio messo dalla scrittrice all'inizio e che va completato con il versetto22 per la citazione che segue.
               
   2 L'uomo-animale… è preceduto da v. 12 del cap II, che si riferisce a Colossesi 2, 12.
           
   3 Considera… è preceduto da Cap II v.20, che si riferisce a Colossesi 2, 20-21.
           
   4 ho detto, come in Marco 16, 17-18.