La divina chiamata mi trae dal sonno per questa breve lezione dello Spirito Santo:
«Tanto più un'anima è figlia di Dio, secondo il concetto teologico di S. Paolo apostolo (ai Romani c. 8 v. 14), e tanto più è sollecita a seguire i consigli dello Spirito Santo, il quale non suscita mai nei figli di Dio desideri irrealizzabili (ai Galati c. 5 v. 17) e prega in voi gridando: "Padre", sapendo che il Padre conosce ciò che vuole l'Amore intercedendo in nome dei santi, ossia secondo i suoi desideri d'amore, perché l'amore incendi la Terra (Romani 8 v. 26-27 e Galati cap. 4, v. 6).
L'anima figlia di Dio prende dal Padre suo questa caratteristica divina: la sollecitudine pronta e ilare nel fare ciò che è Bene. La misura della figliolanza raggiunta è data dalla prontezza con la quale l'anima eseguisce le divine ispirazioni, senza fermarsi a considerare ciò che queste possono esigere di sforzo dalla creatura umana ed avere in sé di pericoloso per l'individuo carnale.
In vero l'anima che è figlia di Dio è già come un astro lanciato nella immensa vastità degli spazi celesti per raggiungere il suo posto e fissarsi in esso: Dio, e nulla ne può arrestare la corsa d'amore.
La mia gioia sia in te.»