MaM
Messaggio del 4 agosto 2006:Cari figli anche oggi la Madre con serietà vi invita: pregate, cari figli, per la pace. Pace, pace, pace! Che sia la pace, cari figli! La Madre intercede presso suo Figlio per ciascuno di voi, la Madre prega per ciascuno di voi. Pregate insieme con la Madre, specialmente in questo tempo, per la pace. Grazie, cari figli, perchè avete risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta

3 giugno 1949

 1° venerdì del mese del S. Cuore

   In compenso dell'atroce soffrire, Gesù è meco sempre e rinnova il miracolo1 del dissetarmi del Sangue del suo Cuore aperto e dell'immergermi nel fuoco del suo Cuore… La beatitudine…
   E Maria Ss. viene al pomeriggio. Sempre come il 31 maggio e 1° giugno. E dopo avermi detto che è felice che si dicano a Roma i Rosari insieme "perché la preghiera è più efficace se fatta in molti", mi dice:
   «Vuoi sapere perché mi vedi con questo insolito manto di penitenza, di lutto quasi, benché non pianga più e raggi la gioia del mio cuore? Ecco. Te lo dico. E ti rivelo un nuovo titolo col quale voglio che tu mi invochi.
   Per quanto non si mediti, e non si accetti, e non si creda, sul mio dolore, e la descrizione di esso paia avvilente, e la si voglia negare, proprio perché non si sa meditare sul mio dolore di madre e di credente, io sono stata la vittima insieme al Figlio mio. E lo sono. Perché ogni offesa a Lui fatta percuote il mio cuore, flagella il mio amore per Lui, così come ogni suo soffrire di quel giorno di Passione fu flagello, percossa, spina, chiodo, urto, caduta mia.
   E allora, ora che una furiosa, instancabile, sempre più violenta grandine di offese viene scagliata dall'Umanità contro il suo Signore, io vesto il manto di penitenza, io, la vittima col Figlio mio, la divina Vittima.
   Vedi? Sto col gesto supplice che avevo nel Sepolcro al momento del mio completo sacrificio e della mia suprema preghiera per gli uomini. Imploro e spargo grazie… Raccolgo preghiere e riparazioni… Mi offro e offro. Imploro il Padre, e pietà dal Padre. Conforto con le mie grazie i fedeli. Raccolgo le loro preghiere e riparazioni. Le offro per consolare l'Amor del mio Cuore. E per farle potenti mi offro con voi, io, Madre vittima della e per la Umanità.
   Salutami, Maria, così: "Ave, Maria, Madre Vittima per i peccati degli uomini, prega per noi". Il mio nuovo titolo è questo: Maria Immacolata vittima trafitta dai peccati del mondo.»
   E Gesù assente… Poi Maria Ss. scompare, ma resta Gesù, ancora, ancora…
          
   1 rinnova il miracolo, compiuto già il 29-30 marzo 1945.

15 agosto 1949 Sera

 Mi dice Gesù:
   «Solo la Madre mia seppe tutto di Me, sia del mio tempo di Figlio a Nazaret, che di Maestro e Redentore, che di Risorto glorioso. Perché, e per mia parola e per disposizione divina, Maria tutto sapeva e partecipava di Me: fatiche, dolori, gioie e trionfi. Maria sola. Gli evangelisti ed apostoli seppero in parte di questa o quella parte della mia vita. E molto, quasi tutto ignorarono di mia Madre.
   Ma tu, mia piccola Maria, mio piccolo Giovanni, tu, tu sola sai tutto di Me e di Maria. Tu hai vissuto la nostra vita, al fianco nostro. Tu hai respirato l'aria della nostra casa, della casa di Gioacchino e poi di Maria, della nostra Nazaret, della nostra Palestina tutta. Tu hai sentito l'odore del pane sfornato da Maria, delle tele da Lei lavate, del suo Corpo verginale e del mio. Tu hai sentito l'odore dei balsami della Maddalena, e della putredine del risorto Lazzaro, l'odore dell'agnello e del vino della Cena pasquale e quello del mio Sangue sparso nella Passione. Tu hai contato i nostri respiri e voci e sguardi, atti, lezioni, miracoli.
   Più del grande Giovanni tu sai. O mia crocifissa adoratrice, questo ti ho voluto dare per il tuo lungo patire: la perfetta, completa conoscenza di Noi, quali Santi e Dottori non l'ebbero.
   Ma i tempi urgono. Solo una conoscenza ampia di Me può salvare. E a chi tutto mi ha dato tutto ho dato, perché molti per il tuo sacrificio, che ha tutto ottenuto dal mio amore, avessero Vita. Né gli uomini né l'inferno potranno strapparti dallo spirito il tesoro che Io ti ho dato. Esso ti aiuterà a vivere e morire e ad anticipare il godimento del Cielo.
   Anima mia, al mondo che ti circonda ed affligge serra gli occhi corporali, ma apri quelli del tuo spirito, tienli aperti sempre sul mondo che Io ti ho illustrato: il mio mondo.
   Esulta e godi di Me infante. Ammira e ascolta il Fanciullo già Maestro. Discepola, ascolta il Verbo parlante alle turbe.
   Riposa sul mio Cuore, novello Giovanni. Impòrporati del mio Sangue.
   Piangi per lo strazio di mia Madre, che erompe alfine, dopo l'eroico soffrire sul Calvario. Capiscilo tu, tu almeno, quello strazio duplice di madre e di prima e perfetta tra i credenti. Nessuno lo capisce. Solo tu che lo hai visto e di esso ricordi, senti, vedi le voci, le lacrime, i singhiozzi.
   Ripara al troppo poco considerato dolore di Maria, Corredentrice, col tuo comprensivo amore. Questo ti chiedo: che tu ripari alla superficialità con cui troppi guardano la passione di mia Madre.
   Oggi te lo chiedo, oggi festa dell'Assunta. Giorno di gaudio mariano. Ma per aver quel gaudio Maria dovette bere un calice amaro quanto il mio…. Fu un mare di dolore Maria, prima d'essere la Regina del Cielo.
   Siete lavati dal mio Sangue e dal mare di pianto di Maria. E nessuno ci pensa… Tu ripara per tutti gli indifferenti.»

16 agosto 1949

Dice Gesù:
   «Quando Io sento l'ipocrita e irragionevole frase, che è sfida alla Carità, alla Sapienza, alla Giustizia, e velario a nascondere la loro volontà contraria, audacemente e superbamente ed anche vilmente contraria alla mia: "Se è opera di Dio, Dio ci penserà e la farà trionfare", con un sussulto di santa ira vorrei scendere sulla Terra e ripetere il gesto [1] con cui nettai il Tempio dai barattieri, ladri e mercanti.
   Questo dovrei fare. Ma sono la Misericordia, e tale sono sinché l'uomo è sulla Terra. Attendo la loro conversione sin che hanno re­spiro. Ma poi, per i protervi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

5 settembre 1949

Sera

   Sono così accasciata di tanta guerra e così stanca e sfinita per dover sempre lottare contro i nemici dell'opera — sfinita anche fisicamente — che mi pare di non esser più buona di pregare, più generosa, più niente di buono. E lo dico a Gesù.

   Egli mi risponde: "Sei forse uscita dalla via di immolazione che hai preso da tanti lustri? Sei forse pentita di aver chiesto la croce, il sacrificio, il dolore, per amor di Dio e del prossimo? Ti ripugna for­se la tua condizione di inferma sempre più inferma perché lo vole­sti? Non credi più alla potenza del dolore per amore, forse? Non vuoi più offrire forse il quotidiano tuo olocausto? Si è forse raffred­dato, per sfiducia in Me, il tuo amore in Me? Vorresti forse mutare la tua sorte, guarire, godere, vivere come vivono il 98% delle crea­ture umane? Non te la senti forse più di riparare continuamente, col tuo continuo amore fedele a Me e alla mia Chiesa, a tutte le col­pe che le anime, e specie quelle sacerdotali e consacrate, compio­no? Lo sconforto della constatazione della marea crescente di colpe contro il voto, il sacerdozio, la religione, ti suggerisce forse che è inutile ogni cosa ed è meglio non soffrire più? Rispondi!".

   "No, Signore. Nulla di questo. Voglio soffrire, ora che la sofferenza è totale e totalmente conosciuta, come quando ti chiesi di accettarmi ostia non sapendo a che punto possa salire il dolore. Voglio amarti e soffrire per darti anime e farti contento".

   "E allora? Credi che siano le preghiere meccaniche, come suono di strumento caricato, quelle che hanno valore per Me? Lascia perdere le cose che sono orpello e non oro, le folene [1] che non sono fiamma, gli incendi di paglia: cenere che il vento sperde. E vivi nel tuo rogo che ti arde e che arde davanti al mio trono e mi copre, col suo fiammeggiare armonioso, le brutture e le bestemmie. Che cerca di coprirlo. Perché Io sono Dio e vedo… Ma se vedendo ho dolore, il tuo amore mi consola. Sta' in pace, in pace. È l'amore quello che conta. E tu hai l'amore per Me, per Noi del Cielo. Ami con tutta te stessa, con tutte le tue forze e volontà. Quindi ami in misura perfetta e ci fai felici. Val più il tuo dire: 'Ti offro le mie sofferenze di oggi per le intenzioni a Te più care' che mille preghiere fatte con le labbra avendo nel cuore l'egoismo".
           


   1 le folene sono i bioccoletti di cenere volanti nell'aria, secondo la definizione ripresa da un vocabolario antico. Oggi sono dette fanfaluche.

8 settembre 1949

  Dice Gesù:
   «Ho detto [1]: "Diverse sono in Cielo le dimore del Padre mio", non per dire che gli abitanti del Cielo avranno diverso il gaudio del godimento di Dio per essere più o meno lontani da Lui, ma per dire che ognuno sarà nella schiera alla quale la Carità l'aveva predestinato e alla quale lo spirito vocato rimase fedele sulla Terra. Contemplativi e attivi, predicatori e mistici, missionari ai quali piccola parve la Terra, e reclusi che dilatarono, dalla loro cella monastica o dalla loro camera-calvario, la loro carità su tutte le anime e la mia Parola a tutte le anime, alle quali altri permisero che la mia Parola andasse.

   Sappi però che, anche se altri impediscono che i portavoce compiano la missione alla quale Io li elessi, il loro posto in Cielo è e rimane quello che la loro fedeltà alla vocazione di diffusori della mia Parola ha loro meritato: la schiera degli evangelizzatori. E alla spada fiammeggiante della mia Parola, che ferisce a morte l'eresia e il padre dell'eresia, uniranno la palma del martirio. Perché martiri sono, sebbene incruenti, degli uomini. Martiri di un lungo martirio, più crudele e multiforme di quello che i pagani davano a molti confessori di Cristo.

   La Gerusalemme celeste, quale la vide [2] il tuo grande omonimo, Giovanni il Veggente di Patmos, ha dodici porte e dodici fondamenti. Perché per molte porte si entra nella Città dei Santi: per molte vie, per molte missioni. E anche perché per diverse missioni, eseguite fedelmente, gli spiriti fedeli costruiscono la Città eterna di Dio. E le porte sono di perle – la perla sta per lacrima – perché si entra per mezzo del dolore in Cielo.

   Non vi è santo che, per questo o per quello, permesso da Dio o procacciato dagli uomini mossi da Satana, o da Satana stesso, o donato a loro istanza da Dio stesso, non sia entrato in Cielo che per merito del suo patire perfetto. Il dolore apre le porte della gloria eterna. Io sono glorioso – Io, il Cristo, l'Uomo-Dio – per aver patito il dolore più grande di quello patito da altri uomini.

   Ma in verità ti dico che tu sei del fondamento d'ametista. Perché sei l'amante-penitente per tutti, perché portasti il lutto del tuo Gesù crocifisso dall'infanzia per tutta la vita, perché portasti sempre le insegne della penitenza e dell'umiltà, perché sei la mia Violetta eterna, anima mia.

   Il mio Sangue nel tuo calice. Le tue perle (le lacrime che ti fanno spargere) sul cuore dei tuoi crocifissori. Ma se il mio Sangue è balsamo che ti inebbria e ti infiamma di gaudio d'amore e ti imprime il segno che salva dallo sterminio, le tue lacrime sul cuore dei tuoi crocifissori saranno rimorso dopo essere stato segno e misura del loro destino e della loro carità. Perché dove poca è carità poco è Luce divina. E l'uomo è cieco e ingiusto quando non è unito, illuminato, santificato dall'unione con Dio.

   In verità, non è vera carità dove si conculca il Verbo conculcando le sue voci.»
           
   1 Ho detto, in Giovanni 14, 2.
           
   2 quale la vide, in Apocalisse 21.

11 settembre 1949

"Per poter amare tutto il prossimo, vedimi in ognuno".
   "È molto difficile poter vedere Te in alcuni! Tu che sei carità vera, fedele, costante, Tu che sei verità, Tu che sei giustizia, misericordia, pazienza, temperanza, tutte, tutte le virtù!".
   "È vero. Troppo prossimo, anche esteriormente cristiano, è l'opposto, in tutto o in parte, di ciò che Io sono. Ma tu sfòrzati a vedere Me in ognuno. Un atto di fede che possa provocarti un atto d'amore per quelli che, in verità, non meritano il tuo amore. Ama Me nella loro anima. L'anima viene da Dio, quindi ancora da Me. L'anima, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

4 ottobre 1949 Ore 15, 30

 Dopo tanto vedo mia mamma1. È fra le fiamme del Purgatorio. Non l'ho mai vista nelle fiamme. Grido. Non riesco a reprimere il grido che poi giustifico a Marta con una scusa, per non impressionarla.
 La mia mamma non è più così fumosa, grigiastra, dall'espressione dura, ostile al Tutto e a tutti, come la vedevo nei primi tre anni dopo la morte quando, benché la supplicassi, non voleva volgersi a Dio… né è annebbiata e mesta, quasi spaventata, come la vidi per gli anni successivi. È bella, ringiovanita, serena. Sembra una sposa nella sua veste non più grigia ma bianca, candidissima. ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

21 novembre 1949 Ore 15

 Dice Gesù:
   «In questo giorno Io dissi, l'anno passato, che avrei levato sacca e bordone ai pastori, per provare i samaritani. E l'ho fatto. Ho strappato una maschera, più d'una, e ho finito la loro prova perché era l'ultima prova per loro. Io ho detto: "Dopo questa, basta, perché sarebbe tentare la pazienza della creatura, di te, creatura mia".
   Già ti ho detto, i giorni passati, che come anche per questi si è avverata la profezia del marzo 1947, così deve compiersi il mio decreto anche per questi.
   Quante volte ho detto che la figura di Giuda, entusiasta e credente, ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16 giugno 1950

 Festa del S. Cuore.
   (ricopio per ordine avuto il 12-6-53. Solo oggi [19-6-53] ritrovo il foglio in questione e trascrivo).
   Mi appare Gesù nella gloria del Cielo. Il Gesù glorioso, imponente, vero Re dei re e Signore dei signori, come fu dopo la sua Risurrezione e Ascensione. Scosta con le Mani bellissime il manto regale, fermato al sommo del Petto da un aureo cesello e ricadente molto oltre i piedi, formando un ampio strascico oltre la veste, lunghissima tanto da coprire totalmente i suoi piedi.
   Lo ammiro, notando a quale perfettissima, anche in potenza di forme, armonia ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

23 gennaio 1950

 [Dice Maria:]
   «Quest'anno a Me, la più umile e la più grande d'ogni umana creatura, verrà dato il massimo e ultimo sigillo di grandezza: la proclamazione del Dogma della mia gloriosa Assunzione in anima e corpo.

   Ma ciò non m'esalta, non mi fa staccata da voi tutti. Sono e resto Colei che tanto più ama le creature più esse sono povere, sole, incomprese, afflitte come lo fui Io.

   Per questo, alla piccola mia veggente belga ho detto: "Sono la Madonna dei Poveri e voglio che con questo nome mi si onori e veneri, e che qui e ovunque i poveri trovino in Me la Madre e Consolatrice, e i Popoli la loro Salvatrice, i malati la loro Sanatrice, gli afflitti la loro Consolatrice, gli increduli la loro Datrice di Fede, i disperati la loro fonte di Speranza, i duri di cuore Colei che accende in loro l'amore verso Dio e prossimo.

   Qui, a Banneux, è sgorgata una sorgente per il bene materiale di molti. Ma più ancora dal mio Cuore Immacolato ne sgorga una che è tutta Amore e Misericordia per tutti coloro che crederanno e pregheranno la Madonna dei Poveri, o di Banneux, che è la stessa cosa.

   Poiché Io tutto so, vivendo nella luce sapienziale di Dio sin da quando cominciai ad essere nel seno di Anna, e la possiedo ora perfettamente, vivendo nel Seno incandescente della Trinità Eterna, ti dico che, dopo qualche inevitabile ostacolo ecclesiastico, il mio culto, come Madonna dei Poveri, come Io lo fui, si estenderà, e sorgeranno chiese a Me dedicate in molte città, e là Io darò grazie ai poveri, umili, malati, d'anima o di corpo, per salvarli, e nel corpo e più nell'anima, e ciò mi farà ancor più beata che il Dogma più grande che sta per essere definito, perché Io, più che gloria, voglio figli, essendo la Corredentrice».