MaM
Messaggio del 25 dicembre 2014:Cari figli! Anche oggi vi porto tra le braccia mio Figlio Gesù e cerco da Lui la pace per voi e la pace tra di voi. Pregate e adorate mio Figlio perché nei vostri cuori entri la sua pace e la sua gioia. Prego per voi perché siate sempre più aperti alla preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta

25 luglio 1953

  «Lo vedi? Chiese profanate, Vescovi e Sacerdoti aggrediti... Già scomunicati per essere comunisti, cadono anche sotto l'altra scomunica che colpisce chiunque alza le mani su Sacerdoti o profana le chiese.
   Il male cresce e dilaga sempre più. Dopo un effimero trionfo i colossi dai piedi d'argilla, i profeti della menzogna, cadono, crollano, si spezzano, si sbriciolano, muoiono, una e una volta. Ma la lezione non serve. Se mi fosse concesso tornerei sulla Terra, per ripatire la mia Passione, e anche più atroce, pur di salvarli. Ma il Padre, di cui Io sono suddito, oltre che Figlio ubbidientissimo, non me lo concede. Tornerò solo all'estrema ora del mondo, come Cristo Giudice e Re dei re, per l'ultimo, supremo giudizio. E sarà rapido come fulmine a ciel sereno. E sarà potente per i buoni, tremenda per i malvagi quell'ora!
   Se tu non mi fossi necessaria ancora, ti direi: "Dammi la tua vita per la loro conversione", e sono certo che tu consentiresti subito perché sei anima eroicamente santa tutta tesa e data per la salvezza delle anime. Ma non posso chiederti questo perché mi servi ancora. Ti chiedo solo preghiere e offerta di sofferenze per essi. E per essi ti detto questa poesia:

         "Povera foglia che il vento trasporta
         ecco ciò che è un'anima morta.
         Seco la porta, con cupo lamento
         sino all'eterno tremendo tormento.
         Seco la porta con turbine fatal
         sino all'orrendo stagno infernal,
         dove per sempre essa là perisce
         e il castigo, pel suo voler, patisce.
         Hanno scelto da sé la loro sorte?
         Or la scontino con l'eterna morte!".

   (Nel dirla Gesù piange. Poi riprende:)

   Leggo la tua intima domanda. Tu lo sai che Io fui e sono l'Uomo delle infinite parole e dei profondi silenzi. Potrei dirti dunque ciò che vuoi sapere. Ma invece dico: "Tutto è condizionato al modo con cui si agirà verso te e l'Opera. Ma soprattutto tu mi servi, e ti voglio viva per questo, come anima vittima per la redenzione dei peccatori"».

25 Agosto 1953 . Ore 19

Dice Maria Ss.:
   «Metti nel medaglioncino d'oro con la stella, che è di Marta, un pezzette del lino miracoloso: una perla di bene sotto la perla che è nella stella, e che Marta lo porti più che può. E tu poniti al collo la corona di Gerusalemme. Quegli ulivi superstiti sono stati molte volte toccati e benedetti da mio Figlio, e da Me, e dagli Apostoli e discepoli, e da molti Consacrati, nei secoli. Hanno bevuto il Sangue di Gesù, il suo e mio pianto. E ciò li fa santi e potenti contro Satana e ogni altro male.

Più userai quella Corona e più sarai benedetta e mi darai gioia, e la darai al mio Gesù... Hai avuto un dono d'infinito valore spirituale.

Amalo, preferendolo, benché così rozzo, e scabro, e povero, ad ogni altra Corona, meno quella di Mr. Fulton Sheen che veramente sarebbe bene che tu facessi, per questo povero mondo così in pericolo in tutti e cinque i continenti».

8 settembre 1953

Natività di M. V. Ss.
   «A tutti coloro, te compresa, che non sapete capire il perché il profumo che viene a voi, con  Me o con mio Figlio, sia così mutevole, complesso, difficile ad attribuire a questo o quel fiore o essenza, io dico:
   Ricordate che io, di cui oggi cade il dì natalizio, nacqui in Galilea, ma venivo dalla stirpe di Davide, della Giudea, e che durante la mia vita stetti, oltre che nel mio orto di Nazaret, al Tempio, e poi, fatta donna, sposa, madre, peregrinai per tutta la Palestina.
   Mi hanno chiamata "Vaso adorabile". Ma sono anche "Vaso di tutti i profumi celesti e terreni, spirituali e naturali".
   In Me sono i profumi dei roseti, dei gigli delle convalli, delle dature, dei terebinti della valle ove Davide, da cui vengo, abbatté il gigante Golia, e quelli dei boschi dell'Hermon, e le resine preziose, che danno l'incenso, il benzoino, l'olibano, di altri boschi palestinesi, e vi è il profumo dell'incenso che veniva arso nel Tempio, al sacrificio del mattino e della sera, e l'effluvio dei balsami che anime buone versarono sul mio Gesù, e quello, penoso, dei balsami sparsi sul mio Figlio morto.
   Tutto è in Me, e tutto è in Gesù. Siamo due vasi colmi di profumi eletti e santificatori. E, quando vogliamo, lasciamo sfuggire, direi traboccare presso i nostri diletti, ciò che ci colma, e ne esce un complesso di aromi, definibili, in cui talora predomina questo o quell'odore. Tanti odori, ma tutti ugualmente santi, eletti, santificatori. Tutti testimonianza di ciò che può Dio, che posso Io, per i miei prediletti.
   Come nel Tempio si purificava dal Sommo Sacerdote il Propiziatorio nel Santo dei Santi per renderlo atto al Sacrificio santo dell'antica religione ebraica, così ora, con l'onda misteriosa, venuta da un turibolo paradisiaco, si purifica l'ambiente dei nostri eletti per renderli sempre più nostri servi».

26 settembre 1953

   Apro la scatoletta del Rosario Missionario e la trovo come velata da un liquido odorosissimo che si è già posato sulla Corona. Resto stupefatta. Ma ecco Maria Ss. che mi spiega:

   «Posso spargere i miei balsami dove voglio, così come posso far sgorgare acqua dai luoghi che scelgo, acqua dalla terra, o acqua dai miei occhi, come sta accadendo ora in Sicilia, e ciò per convertire anime e guarire corpi, altrettanto posso spargere i miei profumi, unguenti di santificazione sugli oggetti a me cari, e di benedizioni sulle anime che mi amano e che Io amo».

9 ottobre 1953

 «Sì, è vero. La mia immagine si è inumidita del mio pianto, qui, in camera tua, ieri sera. E avrei voluto poter piangere di gioia, per te, per l'opera, per le anime. Invece! Ho pianto di dolore! Dolore, perché proprio mentre sta per iniziare l'Anno Mariano, anno in cui più necessaria che mai sarebbe stata la pubblicazione dell'Opera che mi avrebbe fatta conoscere come nessun'opera scritta su Me neppure dai più valenti mariologhi, vivi o defunti, fece mai, e col farmi conoscere, così esattamente e conformemente alla verità storica della mia vita, alla verità evangelica e teologica, avrebbe portato a Dio, a mezzo mio, infinite anime, vedo più che mai che l'Opera, per molti motivi: d'interesse, di invidia, di superbia, d'ingiustizia, non uscirà in tempo.

   Soffro per te, per tutte le anime che, non avendo l'opera, non avranno salvezza in quest'Anno Mariano, e anche per Me e per il Figlio mio che, dall'alto dei Cieli, e nella luce di Dio, vediamo tutta l'enormità di questa mala azione universale, privando il mondo di luce, salvezza spirituale, privando noi di veder compiuta la Volontà nostra, per il bene delle anime. Privando infine te di quanto sarebbe tuo pieno, santo diritto di avere: il mezzo potente di salvare, in questo tempo tragico, pieno di eresie, persecuzioni, delitti, tante anime. Il tuo unico santo desiderio sin dai tuoi più teneri anni, il tuo perfetto amore per esse, per cui ti offristi "vittima" perché essi avessero conversione, redenzione, e infine gloria eterna.

   Questo impedire che Io e il Figlio da me nato si sia conosciuti in tutta la nostra perfezione, è per Me e per Gesù un dolore che fa piangere a Me pianto amarissimo e a Lui lacrime di Sangue. L'ora della Passione e del Calvario, per l'odio ingiusto della folla, per l'avidità del traditore, per l'uccisione dell'Agnello di vera Redenzione, si ripete in pieno, e questo mi affligge quanto, e più ancora, mi afflisse il tradimento di Giuda, la fuga degli Apostoli, il Processo, le torture, la morte del Figlio mio».