Il 30 luglio 1921 vidi in sogno due suore di un convento. Una disse: "C'è una grande carestia che comporterà molti sacrifici!". L'altra suora mi prese con sé e mi fece vedere quale grande miseria c'era fra la gente. Una tristezza funerea aleggiava ovunque e molti morivano. Ovunque non si sentivano che pianti e lamenti. La gente, però, aveva ripreso a pregare, chiedendo a Dio che mettesse fine a quel castigo e promettendo al Signore di convertirsi e di migliorarsi. Una suora diceva a quelli che incontravamo: “Solo se vedrà penitenza e riparazione il Signore ritirerà la sua mano!”
Nella domenica dedicata alla consacrazione della chiesa, sognai un grande campo di grano. Ai margini c'era un signore dall'aspetto cupo che disse: "Attraverso questo campo di frumento passa la strada della vita" e mi mostrò una lunga strada che era cosparsa di molte spine. Poi mi raccomandò di stare molto attenta alle spighe che si trovavano sui lati della strada, affinché il vento non le rompesse, "perché al tempo della mietitura - mi disse - ogni spiga dev'essere ritta e questo lavoro è richiesto a te".
Il 17 dicembre 1921 sognai di trovarmi in una grande chiesa tutta in penombra, proprio com'era la mia anima da cinque giorni. Dopo essere rimasta parecchio tempo in quella chiesa, decisi di andarmene. Allora raccomandai ancora una volta la mia povera anima oscurata al dolce Salvatore nel tabernacolo: non avevo nient'altro da offrire. Avevo già raggiunto la porta quando, di colpo, divenne tutto chiaro e luminoso attorno all'altare maggiore e vidi sui gradini dell'altare il Bambino Gesù seduto. Egli sorrise e tutto divenne di nuovo luminoso anche nella mia anima.
Quando mi svegliai ero tutta piena di gioia "Mio Gesù, non essermi giudice, ma Salvatore!"
Il 21 dicembre 1921 sognai di essere a letto, con la mano destra abbandonata lungo la sponda, quand'ecco venire il demonio che cominciò a graffiare e a scuoiare la mia mano. Ogni volta che cercavo di sollevarla, egli la tirava giù di nuovo. Mi svegliai e vidi che effettivamente avevo la mano a penzoloni lungo la sponda del letto.
Il 1° marzo 1922, mercoledì delle ceneri, sognai la Beata Vergine vicino al mio letto; mi disse: "Anna, è tempo che tu venga rivestita". Poi prese un abito e me lo mise indosso, proprio come si fa con una religiosa. Mi mise anche un velo. Lo lasciò sul mio capo solo pochi istanti, poi lo tolse e al suo posto vi mise una corona di spine e quindi nuovamente il velo, dicendomi: "Ora dovrai soffrire ancora più di prima ". Poi pose la sua mano sui miei piedi piagati e disse: "Queste ferite si chiuderanno presto, in cambio però tu dovrai soffrire molto per gli altri... fino al tuo ritorno a casa". In sogno Le dissi: "O Mamma, se potessi stare davanti al Santissimo Sacramento solo una notte!" ed Ella mi portò allora in una piccola cappella dove era conservato Gesù Eucaristia.
Il sabato santo del 15 aprile 1922 sognai di trovarmi sul monte Calvario. Mi trovavo proprio sul posto dove era stata issata la Croce che però nel sogno non vidi. Vi erano anche molti angeli adoranti in ginocchio. La terra era tutta bagnata, io ne presi una manciata e vidi scendere del Sangue. Restai in preghiera e in adorazione fino a quando non mi svegliai.
"O Volto tanto degno di essere adorato nelle tremende cadute sotto la Croce, coperto di Sangue e di sputi, abbi pietà di me, povera peccatrice."
Il 21 gennaio 1923 sognai che sul mio cuscino ci fossero impresse nove immagini del caro Salvatore. Tutto il cuscino ne era pieno. Rappresentavano alcuni episodi della vita di Gesù: dalla sua fanciullezza trascorsa accanto alla sua SS. Madre, fino al tremendo momento della salita al Calvario. Nel basso, in mezzo, c'erano tre immagini di Gesù con la pesante Croce e la corona di spine. Da queste immagini il Salvatore mi guardava pieno di compassione e mi disse: "La mia Croce sia il tuo letto e il tuo luogo di riposo e la mia corona di spine sia il cuscino per il tuo capo, per ulteriori dolori".
Anna ha dettato alla signorina Rosa Imlauer quanto segue.
“Il 25 aprile 1923 vidi il dolce Salvatore che mi mostrava una corona di spine su ciascuna delle quali vi era una goccia di sangue.
Mi trovai di colpo nell'orto degli ulivi. Vedevo il Salvatore che pregava e sudava sangue. I discepoli erano lontani e si erano addormentati.
Vidi anche il momento nel quale il dolce Salvatore fu fatto prigioniero e come, poco prima, i soldati e i servi del sinedrio caddero al suolo, e poi, quando gli legarono le mani e lo trascinarono via.
Vidi anche come questi lo condussero davanti a Pilato e davanti al gran Consiglio.
Lo vidi patire tutto solo in carcere: era così buio e freddo ed Egli era da tutti abbandonato.
Lo vidi poi davanti a Pilato e ancora carico della pesante Croce. Inizialmente il corteo attraversò una larga strada, poi piegò in un vicolo molto stretto, quindi passò attraverso una porta. Qui, Gesù cadde dolorosamente al suolo. Poi il corteo salì verso il Calvario.
Vidi come il dolce Salvatore venne inchiodato alla Croce ed assistetti anche alla sua morte. Erano lì la Santa Madre di Dio, San Giovanni e Maria Maddalena che, da dietro, strinse i piedi di Gesù.
Durante tutta questa visione io partecipai ai dolori del Signore (Vedi: Nota 26). In confronto a ciò che il nostro Salvatore patì per noi, anche il castigo della nostra morte è ben poca cosa.
Ebbi questa contemplazione dalle quattro del pomeriggio fino alla mezzanotte del 25 aprile:
È un'altissima grazia poter soffrire per, con e come Gesù, che, unico vero innocente, ha assunto su di sé tutte le sofferenze possibili per ricondurre noi uomini all'amore del Padre.
Wally Knoferl, una povera sarta di Pforring, l'11 luglio 1951, dichiarò all'Arcivescovo Mons. Michele Buchberger quanto segue:
"Nel 1925 ebbi spesso l'opportunità di far visita alla cara Anna Schdffer. Una volta mi raccontò un sogno meraviglioso, che ancora oggi ricordo con commozione.
In quell'occasione Anna mi attirò molto vicino a sé per potermi parlare a bassa voce. Mi disse: 'Wally, pensa, sono stata tre giorni in Paradiso!'. Le risposi: 'Bene, Anna, com'è andata?'. E Anna mi raccontò: 'Mentre stavo pregando, fui rapita dal mondo. La mia vita pendeva soltanto da un sottilissimo filo. Le nubi si aprirono e apparve un giardino meraviglioso pieno di fiori, nel quale potei camminare a lungo. Ad un certo punto mi vennero incontro tante vergini e ciascuna di esse fece un inchino davanti a me. Quando ripresi a camminare vidi arrivare dei giovani, molto alti, e in mezzo a loro mi venne incontro una Signora la cui bellezza non è minimamente descrivibile. Mi prese per mano e mi disse: Anna, vieni, ora verranno per te i giorni più difficili. Coraggio! Il mio divin Figlio ti ricompenserà di tutto!'.
'Ciò che ebbi la fortuna di vedere, non te lo posso descrivere. La dolce Madre di Dio mi condusse più avanti, su una piazza e disse: Guarda, qui sarà la tua abitazione per tutta l'eternità! Io guardai e vidi anche il Santo Padre, in Roma, che mi impartiva la sua benedizione.'
'Fu tremendo, poi, quando dovetti ritornare nel mondo!'
A questo punto Anna cominciò a piangere con tanta amarezza e soggiunse: 'Ed ora, Wally, non vorrei altro che morire...'. Allora le chiesi di raccontarmi solo un po' com'era il Paradiso, ed ella mi rispose: 'Non posso descriverti tutte le meraviglie che il Buon Dio dona a coloro che lo amano'. Ed io le chiesi ancora: 'Ma in Paradiso troveremo le cose che ci sono qui in terra?'. Capendo cosa intendevo dire, mi rispose: 'Sì, lì ci sono anche prati e boschi, torrenti e montagne, abitazioni e palazzi, ma tutto è trasparente e spiritualizzato, mentre qui in terra tutto è inquinato dalla maledizione del peccato!'.
Questo fatto è riportato dalla sorella di Anna, Kathi: "Il 9 agosto 1925, alcuni mesi prima della morte di Anna, il Parroco le volle portare la Santa Comunione alle quattro del mattino, perché poi alle cinque doveva partire. La nostra mamma si alzò quindi alle tre e mezza e subito andò nella stanza di Anna; la vide immobile nel letto: sembrava dormire. Stava ritornando sui suoi passi per andare a vestirsi, quando sentì un colpo pauroso. Si voltò di scatto spaventata: Anna giaceva nell'angolo della stanza con il viso sul pavimento, raggomitolata come un verme. I denti superiori erano rotti, la lingua gonfia e bucata da parte a parte. Sanguinava dalla bocca e dal naso, sopra l'occhio sinistro c'era una profonda ferita, simile a quella che si vede sul volto di Cristo nella Sindone.
Anna non sarebbe mai stata capace di rialzarsi, né avrebbe potuto muoversi per i suoi piedi piagati. Era stata sbalzata lontana dal letto, oltre il comodino; un ultimo attacco furioso dell'inferno a questa creatura piena di dolori che aveva strappato tante anime al demonio.
La caduta le procurò anche conseguenze mentali: da quel momento, infatti, spesso le sue parole divennero confuse. In certi periodi, comunque, ritornava alla piena conoscenza".