Il giorno di Pasqua, nel 1921, sognai il mio dolce Salvatore: mi diede una corona di mirto e mi invitò ad andare con Lui. Mi condusse in una sala meravigliosa, mai vista prima, piena di fiori bellissimi; una musica incantevole si diffondeva nell'aria e infondeva nel cuore una beatitudine indescrivibile.
Il 26 aprile 1921 feci un sogno che inizialmente mi procurò molta angoscia, ma che poi mi diede molta serenità.
Vidi un signore con una barba folta che entrava nella mia stanza assieme a due signore. Appena li ebbi salutati, l'anziano signore pregò le due donne di lasciarci soli, perché doveva dirmi alcune cose importanti in privato.
Quando uscirono, mi disse: "Ora la devo visitare fino infondo e il mio segretario dovrà riportare tutto per iscritto". Vidi in effetti vicino a me uno scrivano. Un grande timore mi invase quando cominciò a visitarmi. Iniziò dai piedi e dettava ogni cosa al segretario. Non riuscivo a capire la maggior parte delle cose che diceva, capii solo le ultime parole: “...proprio come la giovane Emmerich di Diilmen!”.
Dopo aver detto queste parole, si mise a pregare e quindi riprese a visitarmi. Io non dovevo dirgli niente mentre svolgeva il suo lavoro. Prese quindi anche le mie mani e, come prima, capii solo l'ultima frase, sempre identica: "...proprio come la giovane Emmerich di Dúlmen!".
Quanto fui felice di uscire da un sogno così pesante!
La domenica di Pentecoste del 1921, di notte, sognai la dolcissima Madre Celeste: era così bella che non è possibile descriverla. Teneva in braccio Gesù Bambino e tutti e due portavano sul capo una bellissima corona di rose bianche e foglie verdi; ai piedi della Madonna pendeva una grande Croce. Maria disparve tre volte e per altrettante volte riapparve al medesimo posto.
Vedevo questa immagine molto in alto, fra le nubi, direttamente fuori dalla finestra della mia stanza, dalla quale, pur stando a letto, posso vedere la chiesa. Qualche mese fa ebbi ancora un sogno simile e vidi la Madonna Regina del Cielo al medesimo posto.
Alla fine di maggio del 1921 sognai il diavolo.
Verso la metà della notte, dopo una giornata veramente dolorosa, caddi in un breve torpore e vidi in sogno il maligno vicino al mio letto che percuoteva quanto più poteva le mie ferite.
Una persona che ha regolarmente assistito la povera Anna, così racconta nei suoi scritti: "Il bene che Anna fece, con la parola e con l'esempio, non poteva piacere a Satana. Anna mi ha detto spesso (e sua madre lo ha confermato) che il demonio andava da lei di notte e la percuoteva, talvolta anche in sogno. La maggior parte delle volte Anna non poteva gridare forte, ma solo sospirare. Sua madre spesso si svegliava e capiva subito che il maligno era di nuovo là e da là non si allontanava fino a che Anna non veniva cosparsa di acqua santa.
Talvolta teneva tappata la bocca di Anna e le diceva: 'Prova a gridare se sei capace'. Altre volte la picchiava sui suoi poveri piedi piagati.
Anna mi raccontò spesso che, a causa delle percosse del maligno, quasi sempre riportava delle graffiature e delle tumefazioni in tutto il corpo. Spesso, appena il diavolo arrivava alla sua vista, Anna cadeva in svenimento per la paura.
Se Anna pregava per la conversione di qualche anima, l'ira del demonio non aveva limiti; infuriato le gridava: “Non posso prendere te, questo lo so, ma tu non devi interessarti delle altre anime; non ti permetto di strapparle dalle mie mani. Tu non devi pregare per nessuno”.
Il 30 maggio 1921 sognai un uomo gravemente ammalato in una stanza. Qualcuno mi disse: "Prega molto per quest'uomo, perché riceva degnamente i Sacramenti degli infermi!
Dopo due giorni venni a sapere che un uomo che io conoscevo bene si era ammalato gravemente; morì di lì a due giorni, dopo aver chiesto e ricevuto i Sacramenti degli inferni.
L'11 luglio 1921 sognai che stavo per accostarmi alla Santa Comunione. Dopo una lunga preparazione, vidi che sul tavolino nella mia stanzetta, dove il signor Parroco deponeva di solito la patena col Santissimo, divenne tutto meravigliosamente luminoso. Da 13 vidi il Salvatore Gesù sulla strada: era tutto vestito di bianco, ma senza il mantello rosso, come a volte si vede in qualche statua che lo raffigura col Sacro Cuore; aveva solo un abito bianco splendente, indescrivibile e pieno di luce. Veniva verso di me con una patena in mano e mi diede la Santa Comunione. Quando mi svegliai, il mio cuore batteva così tanto dalla gioia che passai in adorazione tutte le ore della notte.
Il 30 luglio 1921 vidi in sogno due suore di un convento. Una disse: "C'è una grande carestia che comporterà molti sacrifici!". L'altra suora mi prese con sé e mi fece vedere quale grande miseria c'era fra la gente. Una tristezza funerea aleggiava ovunque e molti morivano. Ovunque non si sentivano che pianti e lamenti. La gente, però, aveva ripreso a pregare, chiedendo a Dio che mettesse fine a quel castigo e promettendo al Signore di convertirsi e di migliorarsi. Una suora diceva a quelli che incontravamo: “Solo se vedrà penitenza e riparazione il Signore ritirerà la sua mano!”
Nella domenica dedicata alla consacrazione della chiesa, sognai un grande campo di grano. Ai margini c'era un signore dall'aspetto cupo che disse: "Attraverso questo campo di frumento passa la strada della vita" e mi mostrò una lunga strada che era cosparsa di molte spine. Poi mi raccomandò di stare molto attenta alle spighe che si trovavano sui lati della strada, affinché il vento non le rompesse, "perché al tempo della mietitura - mi disse - ogni spiga dev'essere ritta e questo lavoro è richiesto a te".
Il 17 dicembre 1921 sognai di trovarmi in una grande chiesa tutta in penombra, proprio com'era la mia anima da cinque giorni. Dopo essere rimasta parecchio tempo in quella chiesa, decisi di andarmene. Allora raccomandai ancora una volta la mia povera anima oscurata al dolce Salvatore nel tabernacolo: non avevo nient'altro da offrire. Avevo già raggiunto la porta quando, di colpo, divenne tutto chiaro e luminoso attorno all'altare maggiore e vidi sui gradini dell'altare il Bambino Gesù seduto. Egli sorrise e tutto divenne di nuovo luminoso anche nella mia anima.
Quando mi svegliai ero tutta piena di gioia "Mio Gesù, non essermi giudice, ma Salvatore!"