Il
17 dicembre 1921 sognai di trovarmi in una grande chiesa tutta in
penombra, proprio com'era la mia anima da cinque giorni.
Dopo essere rimasta parecchio tempo in quella chiesa, decisi di
andarmene. Allora raccomandai ancora una volta la mia povera anima
oscurata al dolce Salvatore nel tabernacolo: non avevo nient'altro da
offrire. Avevo già raggiunto la porta quando, di colpo, divenne tutto
chiaro e luminoso attorno all'altare maggiore e vidi sui gradini
dell'altare il Bambino Gesù seduto. Egli sorrise e tutto divenne di
nuovo luminoso anche nella mia anima.
Quando mi svegliai ero tutta piena di gioia "Mio Gesù, non essermi giudice, ma Salvatore!"