MaM
Messaggio del 2 febbraio 2012:Cari figli, da così tanto tempo io sono con voi e già da così tanto tempo vi sto mostrando la presenza di Dio ed il suo sconfinato amore, che desidero tutti voi conosciate. Ma voi, figli miei? Voi siete ancora sordi e ciechi; mentre guardate il mondo attorno a voi non volete vedere dove sta andando senza mio Figlio. State rinunciando a Lui, ma Egli è la fonte di tutte le grazie. Mi ascoltate mentre vi parlo, ma i vostri cuori sono chiusi e non mi sentite. Non state pregando lo Spirito Santo affinché vi illumini. Figli miei, la superbia sta regnando. Io vi indico l’umiltà. Figli miei, ricordate: solo un’anima umile brilla di purezza e di bellezza, perché ha conosciuto l’amore di Dio. Solo un’anima umile diviene un paradiso, perché in essa c’è mio Figlio. Vi ringrazio. Di nuovo vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, cioè i vostri pastori

Messaggi di altre apparizioni

Camilla Bravi - Messaggi anno:1949

17 febbraio 1949. Voci interiori.

Durante il ringraziamento della Comunione, piangevo ai piedi di Gesù, schiacciata sotto il peso della mia miseria, e io Lo supplicavo che mi concedesse un po' di forza per riuscire a vincermi, a tacere. E gli dicevo: « O Gesù, sono ventiquattro anni che lotto e prego per riuscire a vincermi, ma quasi sempre mi giustifico o scatto. Se tu non compi il miracolo, non mi sarà possibile guarire. Quanti difetti in me, quante mancanze! Quanti peccati mortali prima, nella mia vita mondana! Quanti veniali e imperfezioni, anche dopo convertita, nonostante tante tue grazie straordinarie. Io non riesco a capire come fai a volere tanto bene a questa miserabile, a questa cloaca d'immondezza, a questo aborto d'inferno. Veramente merito il tuo sdegno, ma Tu sei tanto buono, vedi il mio dolore che è sincero, abbi pietà di me, perdona, sostituisciti a me, ipnotizza la mia volontà, te l'ho donata, fa' che riesca a tacere».

Gesù m'attirò a Sé e asciugava le mie lacrime mentre così mi parlava: «Ricordi quando, ventiquattro anni or sono, t'ho convertita? Quel giorno tu ti donasti a Me con dedizione completa e Mi pregasti sempre così: "O Signore, prenditi la mia volontà. Te la dono oggi per sempre. Io sono troppo misera e potrei ancora servirmene, mio malgrado, per offenderTi. Tu che sei il mio grande amore e mi ami d'amore infinito, Tu che sei il padrone di tutte le cose, anche del tempo, se questa mia volontà dovessi riprenderla solo un attimo per offenderti deliberatamente, dimenticando il mio dono, non lasciarmi il tempo di usarla, fammi morire prima". E Io allora ti risposi: "In verità in verità ti dico che m'impossesso della tua volontà, che non permetterò mai che tu possa perdermi col peccato grave, che piuttosto ti farò morire prima. E in verità ti dico pure che ti lascerò in vita perché tu cresca sempre nel mio Amore e ti possa santificare, perché anche non progredire in Amore vuol dire, non fermarsi, ma andare indietro". Oggi ti ripeto le stesse parole di allora; in verità in verità ti dico che ti lascio in vita perché voglio farti santa. Io veglio su di te.

Quest'anno prossimo è l'Anno Santo e ricorre il venticinquesimo della tua conversione, e ti prometto che ti donerò a poco a poco l'umiltà di cuore che tanto desideri. Io conosco le mie creature; conosco ciò che dipende dal carattere, dalla malattia, dal tuo orgoglio, e a volte m'accontento dei tuoi sforzi e desideri. Non ti ho forse, in questi due anni, liberata dal turbamento e dall'avvilimento nelle tue cadute? Per il tuo orgoglio però è bene che Io ti lasci sperimentare la tua debolezza. Io non t'abbandonerò mai, te lo prometto, neppure quando tu soffrirai tanto perché ti sembrerà d'essere diventata l'oggetto della mia maledizione e di essere perduta per sempre. Ricorda allora quello che Io t'ho giurato e promesso, e confida sempre nel mio Amore».

La Madonna m'abbracciò e mi disse: «Non temere, Io veglio su di te, e quando sarai nella prova e ti crederai perduta e abbandonata, sarò Io che ogni tanto verrò a illuminarti, consolarti e fortificarti per sostenerti». Provai tutto il giorno il dolore dei miei peccati.

17 febbraio 1949. Voci interiori.

Unita a Gesù crocifisso, meditavo la sua dolorosa Passione e mi domandavo perché Gesù, che poteva salvarci con una sola goccia del suo Sangue, abbia preferito soffrire tanto. E concludevo tra me: ma se l'ha scelto Colui che ha fatto tutte le cose bene, certo è bene così, anche se io non lo comprendo.

Gesù, sempre buono, m'istruì con le sue ispirazioni: «Quando Io, Verbo Eterno, seconda Persona della Santissima Trinità, presi carne nel seno immacolato di Maria, scesi sulla terra per salvare l'uomo, per riscattarlo, e mi offrii al Padre mio per soddisfare la divina Giustizia. Mi addossai tutti i peccati degli uomini, e anche i mali cagionati da essi, ossia il dolore e la morte, tanto da essermi fatto peccato per amor dell'uomo (2 Cor S, 2), e d'essere diventato l'oggetto di maledizione (Gal 3, 13) presso il Padre celeste, Io, suo Figlio, l'Agnello immacolato, perché in quel momento Io rappresentavo presso di Lui l'umanità peccatrice e soddisfacevo per essa. Essendo l'Uomo Dio, potevo soddisfare anche con una sola mia parola o con una goccia sola del mio Sangue divino, ma scelsi il dolore perché ai mali estremi, portati sulla terra dal peccato e continuati nell'umanità peccatrice, cioè l'odio, l'egoismo, la lussuria, la menzogna, la vendetta, la cupidigia... Io portassi un rimedio estremo, cioè il mio amore misericordioso, la mia purezza, dolcezza, umiltà, giustizia e verità infinite. Volli soffrire sulle mie Carni Immacolate tanto dolore, anche per santificare il dolore, affinché tutti coloro che avrebbero sofferto per mio Amore, per i miei meriti infiniti potessero meditare il dolore e santificarsi, ed Io in essi, miei membri, potessi continuare a salvare e santificare le anime, ed essere la loro forza e consolazione, e associarli con Me nella mia passione, desideroso di arricchirli di tutti i miei meriti».

«Ho scelto il dolore anche per provare il mio grande e infinito Amore, perché non c'è amore più grande di colui che dà la vita per salvare la persona amata. Per avere la certezza di un amore sincero, puro, forte bisogna che esso sia provato nel dolore».

«Lo sposo, la sposa, l'amico ama d'amore sincero quando ama la persona amata anche se caduta in povertà o in malattia, ed è contento di continuare a dividerne la sorte».

«Anche tra i pagani tu puoi trovare di questo amore, ma sappi che anche questo è un raggio del mio Amore infinito che Io ho donato a tutte le mie creature e ho infuso nell'anima dell'uomo, mediante la coscienza naturale. E quando l'uomo, anche pagano, compie un'opera buona, egli riverbera quel raggio del mio Amore che Io ho donato a tutti gli uomini».

«Il cristiano invece, quando compie un'opera buona, non solo riverbera il mio Amore, ma partecipa come membro della mia Chiesa ai meriti miei, poiché per la grazia santificante che possiede (se non è in peccato grave, ma che può sempre riacquistare con i Sacramenti o il dolore perfetto), partecipa alla mia vita divina che lo rende figlio adottivo di Dio ed erede del mio Regno, il Paradiso».

«Se Io non avessi con l'esempio scelto di soffrire per salvare l'uomo, qualche essere ignorante o superbo avrebbe potuto dubitare del mio Amore, ma Io ho voluto dare, nell'umiliazione e nella sofferenza più atroce, tutto il mio Sangue e la mia vita perché l'uomo avesse la prova del mio grande Amore. La dolorosa passione e morte mia è stata la consumazione del mio sacrificio e della prova del mio Amore, che Io ho perpetuato sino alla fine dei secoli nell'Eucaristia, lasciando in cibo tutto Me stesso all'uomo».

«La prova più grande ed infinita del mio Amore per l'uomo, incomprensibile al mondo intero, è stata la mia Incarnazione, perché in essa mi sono esinanito, annichilito, annientato, nascondendo sotto la natura umana la mia Divinità. Ho assunto la natura umana unendola alla divina nell'unica Persona del Verbo, del Figlio di Dio. E per riscattare l'uomo dal peccato, non solo mi sono fatto Uomo, ma mi sono fatto vile, schiavo, perché ho voluto e desiderato morire umiliato e vilipeso fra due ladroni sulla croce. Comprendi ora, o mia cara, perché ho scelto il dolore?».

Come ho ringraziato il Signore con gioia, pensando che il suo dolore santifica il mio, e che mi ha scelta vittima con Lui per la salvezza delle anime!

Maggio 1949.

Nella Comunione spirituale, Gesù mi disse: «Adorami oggi nel mio Cuore vivente in Maria, come te l'ho mostrato più volte. Tu a volte pensi non sarebbe più esatto dire: Maria vivente nel Cuor di Gesù. Ora ti spiego perché si dice: Gesù vivente in Maria. Perché è il mio Cuore che dona a Lei l'amore e tutti i suoi sentimenti. È il suo Cuore che riceve dal Mio».

«Il mio Cuore è stato formato in Maria Santissima per opera dello Spirito Santo; e come Essa nell'Incarnazione mi ha dato il suo sangue immacolato, e il mio Sangue è sangue di Maria, come Essa, essendo madre di Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, è diventata la vera Madre anche di Dio per partecipazione del Verbo Figlio di Dio che in Lei assunse Carne, la Vergine è perciò la Madre vera di Dio, perché Madre di Gesù Cristo vero Dio. Il mio Cuore è vivente nel suo Cuore, perché ha fatto sempre la volontà di Dio quand'era in terra, e la fa in Cielo in modo perfettissimo».

«Perciò tu puoi chiamarlo: Cuore della divina Volontà. L'essenza del Cuore di Maria è la Volontà divina. Perciò in Cielo comanda e ottiene tutto ciò che vuole Dio. Di nessun altro cuore s'è servito Iddio come di quello di Maria, e in esso Egli ha versato tutto il suo infinito Amore, tanto grande da renderla Figlia del Padre, Madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo».

«Il Cuore di Maria conosce tutti i segreti di Dio, perché è unito al Cuore del suo Figlio Gesù. Maria partecipa per grazia e possiede gli attributi del mio Cuore: la bontà, la grandezza, la potenza e la sapienza del Sacro Cuore di Gesù, Verbo Incarnato in Lei. Il Cuore di Maria è il forziere che racchiude i gioielli, cioè le grazie di Dio, per versarle sul mondo. È il tabernacolo in cui l'eterna Sapienza vuole essere adorata dagli Angeli e dagli uomini. È specchio di Dio che riverbera la Divinità; è dolce calamita che attira le anime nel Cuore di Gesù, e che conquista o disperde i miei nemici».

«Dio ha voluto sin dall'eternità ch'Ella diventasse la Madre sua, per trasfondere nel suo Cuore materno l'Amore suo infinito verso le sue creature. Maria ama teneramente tutta l'umanità, specialmente i figli della Chiesa di cui Ella ha partorito il Capo, Gesù; ed esercita ancora il suo Amore verso di loro, figli suoi adottivi. Ella intercede, placa, disarma la Giustizia divina. E questo amore materno in Lei, è Dio che glielo dona continuamente per associarla in tutto a Sé nell'opera di salvezza delle anime, come la volle Corredentrice nella Redenzione del genere umano, costituendola nostra Madre ai piedi della Croce. Ella sempre e ancor oggi scende sulla terra, protesa verso i figli e il mondo, per illuminarli, soccorrerli, salvarli, portarli a Gesù».

Egli continuò: «Il mio Cuore è inseparabilmente unito al Cuore della Madre mia. Unica è la fiamma d'Amore dei nostri due Cuori: il mio Amore infinito alimenta il suo Cuore. Due Cuori uniti nell'unica fiamma d'Amore del Figlio, così che dei nostri due Cuori formiamo un sol cuore e una sola volontà: la Volontà di Dio. Hai compreso perché si dice: Cuor di Gesù vivente in Maria? Come staccare Maria e il suo Cuore dal Mio, se Essa è legata con legami così profondi con la Santissima Trinità, col Figlio di Dio e suo Figlio Gesù, da esserne tutta assorbita, immedesimata, divinizzata? Comprendi le grandezze del Cuor di Maria? Amalo tanto questo suo Cuore, perché amandolo tu ami anche il Mio. Se tu sei nel mio Cuore, sei anche nel Suo. Se sei nel suo Cuore, sei anche nel Mio. Amala, falla conoscere ed amare, così consolerai il mio Cuore».

1 maggio 1949.

Sento che in questi giorni di maggio il Signore continua ad istruirmi intorno alla bellezza di Maria, con dei pensieri che io credo siano ispirazioni del Signore, perché io mi abbandoni sempre di più a Lei, l'ami sempre più e la faccia conoscere e amare.

Sono pensieri che mi vengono come se qualcuno me li spiegasse. Oggi mi venne questo pensiero. La Madonna è tanto bella che, al dire dei santi che l'hanno veduta quand'erano in vita, se non fossero stati ben istruiti in Teologia, l'avrebbero scambiata per una dea.

E Gesù mi disse: «Infatti per la sua bellezza, per i prodigi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

11 marzo 1949. Voci interiori.

Nella Comunione Gesù mi assorbì in Sé e mi parlò così: «Gusta quant'è dolce e soave il mio Amore; immergiti nel mio Sangue e bevilo, gusta la mia Carne immacolata. Dico a te ciò che ho detto a qualche anima da Me prediletta: "Se non avessi istituito questo Sacramento d'Amore, lo istituirei ora per te, tanto Io t'amo e tanto è grande il desiderio che ho di venire a te e la gioia di unirmi e restare con te"».

«Gusta il mio Amore, mia cara, mia gioia, mia piccola, mia prediletta sposa! Io t'amo tanto, tanto! Dimmi che tu credi al mio Amore per te: mi fa tanto piacere sentirlo».

Mi ricordai allora di tutti i miei peccati e delle mie infedeltà, e risposi: «Oh, sì, io credo tanto al tuo Amore per me; ma dimmi, o mio Dio, mio Amore, mio Tutto: non ricordi più chi sono io, e quanto Ti ho offeso? Come fai a volermi così bene?».

Ed Egli a me: «E tu non ricordi più che sei la vittima del mio Amore misericordioso? È vero che sei anche la vittima della mia Giustizia, perché con le tue sofferenze Io voglio continuare a salvare i peccatori; ma ricordati, e non dimenticare mai, che sei soprattutto la vittima del mio Amore misericordioso. Ti porterò nella Sorgente infinita del mio Amore, negli abissi profondi riservati ai miei cari, miei prediletti Sacerdoti, perché tu apprenda la scienza del mio Amore. Voglio fare della tua anima, rinchiusa nell'intimo di Maria Santissima, il mio cielo, per venire a riposarmi in Te. Quando vieni in spirito a visitarmi nel mio Sacramento d'Amore, adorami, pregami, amami sempre in Lei. Ora tu hai la certezza che Io sono nella tua anima, che per mezzo di Maria essa sta diventando come un piccolo cielo. Ma verrà un tempo che ti sembrerà di non aver più in te la mia grazia santificante, e sarai tentata di cercarmi fuori dal cielo interiore dell'anima tua. No, questo non succederà mai. Io te l'ho promesso: se tu dovessi perdere la mia grazia, Io che conosco l'avvenire ti farei morire subito, piuttosto che perderti. Ti ripeto che Io ti lascerò in vita per santificarti».

«Fidati di Me, e quando il dubbio d'aver perduto la mia grazia strazierà il tuo cuore, non uscire mai dalla tua anima, perché Io sarò nascosto in te, anche se tu non mi sentirai o non mi troverai. Vivi in Maria: Essa è il cielo nell'anima tua, Essa nasconde la tua anima in sé. Amami, cercami nella sua anima: è lì il luogo ove devi meditare, visitare il mio Sacramento d'Amore e il Calvario».

«Io sono il libro di vita in cui imparerai la scienza del mio Amore. Chi più di Maria può esserti maestra? L'Eucaristia è il pegno del mio infinito Amore per l'umanità, di quell'Amore eterno che ha fatto scendere il Figlio di Dio sulla terra nell'Incarnazione e che ha dato la sua vita sulla croce. Qui nell'Eucaristia Io continuo il mio sacrificio del Calvario, sacrificio incruento, mistico ma reale. Qui nell'Eucaristia Io soffro misticamente la mia passione, per i sacrilegi, i tradimenti, l'ingratitudine. Gli uomini mi perseguitano, e Io mi offro continuamente al Divin Padre per placare la a divina Giustizia».


«Quando istituii questo Sacramento d'Amore, vidi tutta l'ingratitudine, le offese che avrei ricevuto, anche dai miei prediletti Sacerdoti; ma ciò non poté impedirmi di istituirlo, perché l'Amore di un Dio per le sue creature, per i suoi figli, prevalse sull'ingratitudine e sull'odio degli uomini. Pensai solo a lasciare all'uomo Me stesso, perché in Me trovasse la vita, la luce, la forza, l'Amore».

«Pensai a te, a quelli che come te mi avrebbero desiderato, e in Me si sarebbero salvati e santificati. Comprendi con che abisso d'Amore Io amo l’uomo? Io comunico agli uomini il mio Amore e trovo in essi le mie delizie, purché vengano a Me con fede e abbandono».

25 marzo 1949.

Stamane, giorno dell'Annunciazione, ho pregato la Vergine perché mi rivestisse di tutte le virtù e le disposizioni ch'Ella aveva nel giorno dell'Annunciazione dell'Angelo. Gesù mi accolse contento di vedermi così ricca, e mi disse: «Io vengo a te nelle sembianze d'un bambino adagiato nelle braccia di Maria Santissima, proprio come quando nell'Incarnazione ero nel suo grembo, perché voglio che il grembo di Maria, ossia il suo spirito, l'interno del suo Cuore, siano come il trono ove Io vengo a te per riposarmi nella tua anima. Anch'Io ti faccio bella e ti purifico nel mio Amore, e distruggo nel suo fuoco tutti i tuoi peccati veniali e le imperfezioni, supplendo così, con l'amplesso eucaristico, alla confessione che non puoi avere di frequente. Ricordati che il fuoco dell'Amore distrugge i peccati come il fuoco del purgatorio».

«In questo mistero d'amore e di umiltà infinita della mia Incarnazione, voglio donarti l'Amore al nascondimento e all'umiltà: ne hai tanto bisogno. È nell'interno di Maria che Ella t'insegnerà e ti porterà alla vita interiore, Ella che ha vissuto in intimità così profonda con il Verbo da diventare la Madre sua diletta. Ella ama, adora, ottiene tutto per te: unisciti sempre più alle sue disposizioni. Gioisci, esulta oggi con Maria perché è il giorno in cui è sceso dal Cielo in terra il divino Amore, il giorno in cui sono venuto in terra. Io di questo Amore ti voglio fare preda, vittima fortunata: pensa sempre a questa grazia così grande. Voglio donarti questo mio Amore per fortificarti nelle prove che ti preparo, per farti santa, perché hai visto che l'Amore è dolore».

La Vergine adorava muta e silenziosa Gesù Bambino e mi disse: «Io amo, adoro, prego, ottengo, per te».

2 aprile 1949.

Gesù nella Comunione era, come in tutti questi giorni, tutto una piaga grondante Sangue. Mi disse ancora, stringendomi a Sé: «Prega e fa' fioretti, perché, ti ripeto, il castigo si fa sempre più vicino, ma sarà mitigato per le anime buone, specialmente per il Papa, il mio dolce Vicario, che per la sua vita di penitenza e preghiera è fatto secondo il mio Cuore. Egli vuole la Messa di domani propiziatrice, e vuole passare il suo Giubileo in preghiera, perché egli sà il castigo che minaccia l'umanità. Voglio preghiere e penitenza».

Pregai Gesù che, se fossi ancora in vita quando manda il castigo, mi desse un atto d'amore perfetto, e sempre, anche in punto di morte. Mi disse: «Non temere; stai in Maria Santissima. Ella è l'arca noetica che in mezzo ai flutti salva tutti quelli che sono in Lei. Vedi com'è addolorata? Piange lacrime di sangue».

Ella mi abbracciò mentre io asciugavo con i miei baci le sue lacrime di sangue.

Venerdì Santo 1949.

Passai tutto il giorno unita a Gesù e a Maria. Gesù si presentava a me in tutta la sua passione: dal Getsemani alla prigionia, alle interrogazioni, la flagellazione, l'incoronazione di spine, il viaggio al Calvario, le beffe, gli sputi, le carni scarnificate, tutto coperto di lividure e di sangue sino all'ora della crocifissione. Poi le parole in croce, la morte, la ferita al costato, la Vergine Addolorata ecc.

Ogni ora passavano davanti al mio intelletto i dolorosi quadri della sua passione e morte senza che io facessi sforzi per meditare, perché Gesù stesso io lo vedevo nell'anima mia, in braccio all'Addolorata ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19 maggio 1949.

Gesù mi assorbì nel suo splendore per purificarmi, e bruciava tutte le mie miserie, mentre io, confusa per tanto amore, così gli dicevo: «Tu sei il mio Dio, e io ti amo con tutto il mio cuore, col tuo stesso Cuore e con il Cuore di Maria».

Egli mi confidò: «Mai come oggi il mio amore è rifiutato, misconosciuto; mai come oggi è rifiutato il mio amore misericordioso, è calpestato».

«Come vorrei versarlo sul mondo intero! Come fanno soffrire il mio Cuore coloro che non si curano del mio Amore! La sua pienezza vuol donarsi. Io sono l'Amore infinito e tutti i miei attributi esercitano l'Amore. La mia Onnipotenza ha creato l'uomo e tutto il cosmo per allietare il suo esilio. La mia sapienza lo illumina. La mia Misericordia e bontà lo perdona. La mia grazia lo fa partecipe della mia vita per donargli la felicità, il Paradiso. Anche quando lo castigo, è sempre per amore, per condurlo al "bene supremo, a Me, suo Dio. Anche quando per forza, per il bene dell'uomo, lo castigo e adopero la mia Giustizia, subito la mia Misericordia la disarma, perché sempre essa prevale, e a malincuore lo castigo. E anche nel castigo Io sono sempre misericordioso».

«Essendo Io Giustizia infinita, devo esercitare questo mio attributo quando il peccatore rifiuta ostinatamente la mia Misericordia, il mio perdono. Ha rifiutato il mio Amore e ha creato lui stesso inimicizia con Me.

E il dannato non può più ricevere quella luce che Io solo gli potrei dare, perché lui stesso si è confermato nel male, per il suo ostinato rifiuto al mio perdono e il suo ostinato odio o disprezzo contro di Me. Se Io non esercitassi con lui la mia Giustizia, non sarei più Dio, Bene perfettissimo, perché premierei il male che vi è nel reprobo. In Me non può stare altro che il Bene. È per amore alla mia Giustizia che Io castigo il reprobo, perché anche nella Giustizia, Io esercito l'Amore».

«Ebbene, il mio Amore infinito Io lo sfoggerò in te perché a te donerò quell'Amore che tanti rifiutano, affinché tu possa amarmi e riparare anche per coloro che calpestano il mio Amore».

Mi sentivo come schiacciata sotto il peso della bontà del Signore, ed esclamai piangendo d'amore: «O mio Dio, come posso mostrarti il mio amore per tante tue grazie, io tanto povera e misera?». Ed Egli, stringendomi a Sé: «È tanto facile: offrimi l'Amore che Io verso in te, e serviti di esso non solo per amarmi, ma anche per supplire a tutto ciò che tu mi devi».