MaM
Messaggio del 17 giugno 2013:Cari figli, sono venuta qui e mi sono presentata come Regina della pace. Anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per la pace. Pregate per la pace, particolarmente nelle vostre famiglie. Pace, pace, cari figli! Apritevi al dono della pace! La Madre prega insieme con voi e intercede per tutti voi presso suo Figlio. La Madre vi ama con materno amore. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata.

Camilla Bravi - 17 febbraio 1949. Voci interiori.

Unita a Gesù crocifisso, meditavo la sua dolorosa Passione e mi domandavo perché Gesù, che poteva salvarci con una sola goccia del suo Sangue, abbia preferito soffrire tanto. E concludevo tra me: ma se l'ha scelto Colui che ha fatto tutte le cose bene, certo è bene così, anche se io non lo comprendo.

Gesù, sempre buono, m'istruì con le sue ispirazioni: «Quando Io, Verbo Eterno, seconda Persona della Santissima Trinità, presi carne nel seno immacolato di Maria, scesi sulla terra per salvare l'uomo, per riscattarlo, e mi offrii al Padre mio per soddisfare la divina Giustizia. Mi addossai tutti i peccati degli uomini, e anche i mali cagionati da essi, ossia il dolore e la morte, tanto da essermi fatto peccato per amor dell'uomo (2 Cor S, 2), e d'essere diventato l'oggetto di maledizione (Gal 3, 13) presso il Padre celeste, Io, suo Figlio, l'Agnello immacolato, perché in quel momento Io rappresentavo presso di Lui l'umanità peccatrice e soddisfacevo per essa. Essendo l'Uomo Dio, potevo soddisfare anche con una sola mia parola o con una goccia sola del mio Sangue divino, ma scelsi il dolore perché ai mali estremi, portati sulla terra dal peccato e continuati nell'umanità peccatrice, cioè l'odio, l'egoismo, la lussuria, la menzogna, la vendetta, la cupidigia... Io portassi un rimedio estremo, cioè il mio amore misericordioso, la mia purezza, dolcezza, umiltà, giustizia e verità infinite. Volli soffrire sulle mie Carni Immacolate tanto dolore, anche per santificare il dolore, affinché tutti coloro che avrebbero sofferto per mio Amore, per i miei meriti infiniti potessero meditare il dolore e santificarsi, ed Io in essi, miei membri, potessi continuare a salvare e santificare le anime, ed essere la loro forza e consolazione, e associarli con Me nella mia passione, desideroso di arricchirli di tutti i miei meriti».

«Ho scelto il dolore anche per provare il mio grande e infinito Amore, perché non c'è amore più grande di colui che dà la vita per salvare la persona amata. Per avere la certezza di un amore sincero, puro, forte bisogna che esso sia provato nel dolore».

«Lo sposo, la sposa, l'amico ama d'amore sincero quando ama la persona amata anche se caduta in povertà o in malattia, ed è contento di continuare a dividerne la sorte».

«Anche tra i pagani tu puoi trovare di questo amore, ma sappi che anche questo è un raggio del mio Amore infinito che Io ho donato a tutte le mie creature e ho infuso nell'anima dell'uomo, mediante la coscienza naturale. E quando l'uomo, anche pagano, compie un'opera buona, egli riverbera quel raggio del mio Amore che Io ho donato a tutti gli uomini».

«Il cristiano invece, quando compie un'opera buona, non solo riverbera il mio Amore, ma partecipa come membro della mia Chiesa ai meriti miei, poiché per la grazia santificante che possiede (se non è in peccato grave, ma che può sempre riacquistare con i Sacramenti o il dolore perfetto), partecipa alla mia vita divina che lo rende figlio adottivo di Dio ed erede del mio Regno, il Paradiso».

«Se Io non avessi con l'esempio scelto di soffrire per salvare l'uomo, qualche essere ignorante o superbo avrebbe potuto dubitare del mio Amore, ma Io ho voluto dare, nell'umiliazione e nella sofferenza più atroce, tutto il mio Sangue e la mia vita perché l'uomo avesse la prova del mio grande Amore. La dolorosa passione e morte mia è stata la consumazione del mio sacrificio e della prova del mio Amore, che Io ho perpetuato sino alla fine dei secoli nell'Eucaristia, lasciando in cibo tutto Me stesso all'uomo».

«La prova più grande ed infinita del mio Amore per l'uomo, incomprensibile al mondo intero, è stata la mia Incarnazione, perché in essa mi sono esinanito, annichilito, annientato, nascondendo sotto la natura umana la mia Divinità. Ho assunto la natura umana unendola alla divina nell'unica Persona del Verbo, del Figlio di Dio. E per riscattare l'uomo dal peccato, non solo mi sono fatto Uomo, ma mi sono fatto vile, schiavo, perché ho voluto e desiderato morire umiliato e vilipeso fra due ladroni sulla croce. Comprendi ora, o mia cara, perché ho scelto il dolore?».

Come ho ringraziato il Signore con gioia, pensando che il suo dolore santifica il mio, e che mi ha scelta vittima con Lui per la salvezza delle anime!