Mi chiedevi che cosa desiderassi condividere questa volta con i lettori dell’Eco… Pregandoci su, mi è venuto un pensiero che spero sia un’illuminazione di Dio. Da tanti anni la Vergine Maria ci invita a cose molto chiare, semplici e concrete. Il problema è che noi abbiamo un po’ la tendenza ad abituarci e a non prendere sul serio il fatto che, se la Madonna si sposta dal Cielo per venirci a parlare, deve esserci una ragione molto importante.
Fin da piccolo bambino, ancora prima di andare alla scuola elementare, alcune domande mi creavano preoccupazione. Tra queste una in particolare: “Che cosa sarà di noi quando moriremo?”. Ricordo come se fosse ora che cercavo di respirare il più lentamente possibile, solo per non consumare la mia vita e per allontanare l’arrivo della morte. Non ne parlai però con nessuno: penso che non ne fossi neanche capace! Più tardi, quando iniziai ad andare a scuola e il ritmo della vita cominciò a scorrere più velocemente, queste domande divennero più blande; solo dentro di me, nella parte più profonda, echeggiava ogni tanto una profonda insicurezza. In genere tra i miei coetanei simili domande non si affrontavano, ed io mi chiedevo se non fossi l’unico al mondo al quale arrivavano pensieri di questo genere!
La “Sveta Bastina” del gennaio 1988 riportava una lunga intervista con il Cardinale “di ferro” Frantisek Tainsek, Arcivéscovo di Praga. che,dopo essere stato interrogato sulla situazione della chiesa. cecoslovacca,ha risposto anche a una domanda su Medjugorje:
Era presente la scorsa estate a Medjugorje per raccontare ai giovani accorsi per il festival la sua incredibile avventura: quella di prestare il suo corpo a Gesù Cristo per un film che sarebbe stato visto da quaranta milioni di persone in tutto il mondo (tanti gli spettatori fino alla Pasqua; un cifra tuttavia destinata sicuramente a salire). Ancora non si sapeva che tutto il mondo avrebbe parlato dell’evento straordinario che l’aveva coinvolto; e proprio lì, nella terra benedetta, Jim Caviezel ha presentato ai giovani quello di cui i giornali e i media, i teologi e la gente comune, i credenti e gli agnostici, i cristiani e gli ebrei, e molti altri ancora avrebbero scritto, parlato, discusso e dissertato… Chi a favore, chi contro; chi ammirato, chi disgustato; chi confermato nella propria fede, chi disturbato da una verità che svela la propria menzogna.
Il 25 luglio 1987 ai e’ presentata nell’Ufficio parrocchiale di Medjugorje una signora americana, di nome Rita Klaus, accompagnata dal marito e dai suoi tre figli. Provenivano da Evana City (Pennsylvania). Donne piena di vita, agile e dallo sguardo sereno, aveva ardentemente desiderato di palare con i Padri della parrocchia. Quanto più andava avanti nel suo racconto, tanto più i Padri che l’ascoltavano rimanevano stupiti.
Un giorno chiesi a Dio di poter conoscere le persone più importanti del mondo, per poter imparare da loro, per poter diventare come loro, pensavo che con i soldi, la fama e la mia abilità potessi fare opere grandi e magari gradite al Signore. Perché accontentarsi del poco? Nelle mie sciocche preghiere tornava tutto alla perfezione, ogni particolare era deciso, il programma della mia vita era ormai chiaro, per quale ragione il Signore avrebbe dovuto dire di no? Il Signore non mancò di ascoltarmi e senza accorgermi di niente mi trovai ad essere un barelliere sopra un treno che andava a Lourdes.
Una luterana idealista: dopo tante speranze deluse approda alle certezze dell’amore di Dio. La storia di Susanna.
IL BEATO IVAN MERZ, MODELLO PER I GIOVANI DEL NOSTRO TEMPO
Caro Don Angelo, per me non avrei mai scritto, ma da quando il Padre... ha saputo che avresti pubblicato volentieri qualche testimonianza che venisse anche dalle famiglie non mi dà tregua finché non ti avrò inviato io qualche cosa; scrivo dunque per obbedienza. ...
Mons. Emilio Ogñénovich, Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Mercedes-Luján (Argentina) è stato a Medjugorje dal 25 al 31 Maggio 2006. Durante la sua visita ha incontrato il Parroco Fra Ivan Sesar. Mons. Ogñénovich, che ha fondato una Televisione ed una Radio Cattolica a Buenos Aires, ha espresso il desiderio di visitare Radio “Mir” Medjugorje, che considera l'anima di Medjugorje.
Attimo per attimo il cammino di conversione nel candido racconto di un giovane svizzero. —di Patrick— (Lausanne — CH —) Tre anni fa (luglio ‘84) sono stato la prima volta a Medjugorje. Mi sono sentito subito a casa. Lì ho sentito che il Signore e la Madonna mi amavano tanto, per ciò che ero. Ho visto tanta pace e tanto amore negli occhi di quella gente semplice.
Adesso capisco che tutti gli sbagli commessi nella mia vita li ho voluti io. Potevo scegliere, perché Dio ci lascia liberi, ma troppe volte sono volata nella falsa luce della società mondana, dove tutto è gioia e felicità che dura un istante: -certo per le continue preghiere di mia madre, da anni sola perché mio padre è in America- è arrivata la vera dolce luce dell’amore, che ha voluto salvare il suo fiorellino, ormai appassito dal soffio velenoso del mondo, donandogli la salvezza nella risurrezione.