Per Suor Teresa Cherubina.
Dice Gesù:
«In un luogo era nata una pianta di fiori. Pensi ognuno il fiore che più gli piace, e che sia bello e prezioso. Ma il luogo dove era nato non era confacente a questo fiore. Si sa che ad alcuni occorre vivo sole, ad altri penombra, ad alcuni terreno magro, ad altri terreno grasso, certi vogliono la roccia per abbrancarvi le radici, altri guai se un sasso turba il loro vivere. Questo fiore, dunque, era cresciuto in un terreno non a lui propizio, e solo per bontà del Signore aveva potuto vivere fino a
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La voce immateriale del mio interno ammonitore [1] mi sveglia alle sei meno un quarto e mi saluta così: "Il Signore si manifesti sempre più al tuo spirito e ti istruisca". Attende poi che io abbia gustato questo saluto e che sia ben desta, poi dice: "Scrivi". Mi siedo, prendo quaderno e penna. E lui detta:
«Ogni azione dell'uomo ha sempre dei testimoni anche se fatta nel segreto: l'occhio di Dio e l'angelo che ogni uomo ha a custode. Ma vi sono azioni di una speciale categoria che richiedono testimoni anche fra gli uomini. E sono proprio le azioni che per
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Trovo in un giornale un fatto di cronaca che riguarda l'occultismo e il sequestro della libertà d'arbitrio commesso su una povera giovane da parte di una medium. Non so se il termine che uso, di sequestro di libertà d'arbitrio, sia giusto. Certo è che la giovane è succube alle volontà della medium che la fa agire con voce e atti di uno morto da 2 anni.
Dico a me stessa: "Lo copio e lo mando a Giuseppe, come gli ho mandato la relazione su Dora avendone la risposta esauriente e efficiente a decidere". Mentre sto scrivendo il fatto, il mio interno ammonitore mi dice:
«No. Non la mandi a Giuseppe. Non è necessario. Potrebbe creare ritorni o desideri di ritorni alla medianità nell'uomo appena guarito da essa. Parlare di Dora era necessario, perché era dimostrazione di come può Satana mescolarsi alle Potenze superiori. Giuseppe ha dovuto ricordare, confrontare e sempre più concludere nella via giusta. Ma qui no. È tutto Satana. Non lo tentare. Da' piuttosto il foglio che copi a P. Migliorini. Gli servirà per le prediche, per mostrare che il Purgatorio c'è ed è sofferenza, e per controbattere le teorie di coloro che evocano i defunti. Lo senti? Soffrono a venire, e quelli che vengono, per evocazione, sono anime non ancora libere da forze terrene, ossia ancora aggravate di colpe. Su ciò dovrei dire che, più che anime, i demoni vengono. Ma già ti parlò [1] il benedetto Verbo su ciò. Non aggiunga il suddito parole alle parole del suo Re.»
E tace. Tace il buon compagno così pronto a guidare perché io non faccia passi falsi. Dio ne sia benedetto!
1 ti parlò, per esempio l'11 settembre 1943, ma anche altre volte.
Mentre lavoro d'ago, contemplo mentalmente la figura morale di Gesù Cristo. Penso che se potessi avere un quadro dipinto di Lui, secondo le mie indicazioni e perciò il più vicino possibile a quale era il suo Ss. Volto d'Uomo, vorrei fargli scrivere sotto una frase che fosse "tutto" ciò che era Gesù di Nazaret. Penso a "Venite a Me", a "Io sono la Via – Verità – Vita", a "Sono Io, non temete". Ma sento che non è ancora ciò che l'anima mia vuole per indicare "il Cristo".
S. Azaria mi parla:
«Gesù è il Compendio dell'amore dei Tre. Gesù
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Dice Gesù:
«Trentatré giorni or sono Io ti dissi: "Non darò più nulla finché non vedrò tutto messo in ordine, come prudenza vuole". E te l'ho detto in maniera tale che tu hai preferito che non a te solo, ma con dettato chiaro lo ripetessi anche a chi ti guida. E otto giorni dopo1, avendone il modo, ti ho accontentata. Ora tutto è a posto, copiato, corretto come va fatto. Torno a ripetere che in materia così grave e con uno strumento tanto sfinito è doveroso non lasciare accumularsi il lavoro, ma va copiato man mano, e man mano
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Notte fra il 28 e 29 gennaio 1946
Mi lamento del troppo che soffro. Dico: "È troppo tremendo". S. Azaria mi dice:
«Perché chiami tremendo ciò che viene da Dio? Perché lo dici insopportabile? Come puoi chiamare atroce ciò che è compartecipazione alla Redenzione di Cristo? Atroce è l'inferno. Insopportabile è ciò che viene da Satana. Tremendo può essere soltanto ciò che viene dall'Odio. Dio non dà nulla di superiore a ciò che la creatura può sopportare. Solo su suo Figlio appesantì la mano. Quelle solo furono sofferenze senza misura. Eppure il Cristo, che ne sapeva la giustizia, le sopportò senza dirle tremende, atroci o insopportabili, perché dire così sarebbe stato accusare il Padre di colpirlo senza carità.
Le anime vittime devono uniformarsi alla Vittima in tutto. Piangi, ma non dire che è troppo ciò che soffri. È proporzionato a ciò che puoi sopportare. E potrebbe crescere. Ma nel contempo crescerà la tua forza di sopportazione perché aumenterà l'amore. E l'aumento di amore è aumento di forza. Credi che a Dio piaccia di vederti soffrire? Non pensarlo. Come ne soffriva per il Figlio dell'uomo, patente in croce per gli uomini, Egli, la Bontà, soffre di doverti far soffrire. Ma tu lo hai chiesto per assomigliare a Gesù, in tutto. E Dio ti contenta.
Guarda l'ora del mondo. Vedi come è peccaminosa? Quest'ora è stata contemplata da Gesù nelle ultime 24 ore della sua vita umana. E anche te, come consolatrice, ha contemplato. Ma non consola chi si lamenta! Su, dunque! Un poco di eroismo! Canta con me: "Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo".» E tace.
Prometto di non dire più "tremendi" i miei dolori.
Alle ragazze di Narni e a Emma [1] e Pia.
Dice Gesù:
«"Colui che, messa la mano all'aratro, si volge indietro a guardare il passato e le possibilità del passato, o guarda ai lati e si attarda a meditare su ciò che è esposto di allettante su essi, non è adatto al Regno di Dio". È detto ancora: "Chi, volendo costruire una torre, non calcola prima la spesa e le difficoltà che incontrerà per portarla a termine, sarà beffato dovendo lasciare in tronco il lavoro". È detto ancora: "Il sale è buono, ma se perde il sapore a che serve
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Ad un mio intimo ragionamento sul come mai adesso il Signore mi spinge, più ancora di permettermi, a ricevere persone e a non nascondere chi sono – e la cosa mi fa paura perché la temo un inganno diabolico – Egli così mi risponde:
«Tu ubbidisci e non temere. Non te ne verrà maggior danno di quanto fino ad ora te ne fu fatto anche col tuo stare nascosta. E, per lo meno, il danno fatto da coloro che non sanno capire Dio là dove è, sarà neutralizzato da ciò che constateranno e diranno gli spiriti retti.
Usiamo le astuzie del mondo a combattere il mondo. Le astuzie insegnate dal maestro del mondo… Io l'ho detto [1]: "Siate semplici come le colombe e astuti come i serpenti". Satana dei suoi scolari fa dei serpenti astuti ed essi assumono atteggiamenti clamorosi, atti a sedurre i pesanti cuori degli uomini del mondo, mentre gli spiriti retti, che rifuggono da queste esibizioni perché l'anima sente che sono insincere, non sanno dove andare per trovare ciò che sentono loro necessario, solo perché in 90% dei casi le vere "voci" stanno segrete e segregate.
Basta. Per te basta. Che almeno gli incerti possano confrontare e scegliere. E ognuno sceglierà secondo che merita, perché i veri cercatori di Dio andranno in un senso, i cercatori impuri di Dio in un altro. Sono cercatori impuri quelli che dall'amicizia con una "voce" o "strumento" sperano diletto o utile umano. Li abborro. Perché non è per queste cose che suscito le mie voci e i miei strumenti. Non Io istrione. Ma neppure le mie voci. Non Io ciarlatano e mimo. Ma neppure essi. Non Io oracolo per tutte le stoltezze. Ma neppure essi. Non Io divertimento. Ma neppure essi. E vanno rispettati. Ma quando si tenta di scalzarli con arti umane e con arti diaboliche, svisarli, calunniarli come malati, per non dire pazzi e mentitori, allora Io dico: "Basta del silenzio e del nascondimento! Esci fuori e sii noto ai migliori!".
E non è incongruenza nella mia condotta, ma alta e previdente giustizia. E anche coscienza e conoscenza del tempo. La foce si avvicina… Il fiume da Me nutrito sia noto prima che si sperda nel mare soprannaturale. La mia pace sia con te, martirizzato Giovanni! Ma lo sai, piccolo Giovanni. Il "grande Giovanni" vide [2] la Gerusalemme celeste e le glorie dell'Agnello e i misteri dei tempi ultimi dopo il martirio. Il martirio assottiglia il velo della carne, è la saliva di Dio sui sensi ancora umani. Dopo, la visione si fa sempre più netta. Perché deve preparare alla "possessione" di Dio. E così sarà. E se c'è chi non crede, chi non può credere, la sua incredulità è la macia dalla quale sono levate le pietre per lapidare il "negatore", il "bestemmiatore", il "prepotente" che vorrebbe mettere termini a Dio col negargli il potere di fare di un nulla un suo strumento, il potere di fare miracolo.
Addio, piccolo Giovanni dei martiri. La benedizione di Dio a tuo viatico ora per ora, tormento per tormento.»
1 l'ho detto, in Matteo 10, 16.
2 vide, in Apocalisse 21-22.
Ore 10,30
Il Padre è andato via da 20 minuti… io rimugino le mie grandi amarezze…
Gesù, apparso al momento della Comunione al lato destro del letto, mi consola ora divinamente, attraendomi contro il suo petto. Godo del tepore del suo Corpo attraverso la stoffa di lana bianca della sua veste, mi sento sicura così, fra la dolce tenaglia delle sue forti mani che mi obbligano a stare così, contro di Lui, come fosse un semplice uomo amico. Ma delle lacrime mi cadono lo stesso, perché mi ha fatto dolore il lamento del Padre e la sua velata accusa di
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Dice Gesù:
«Due direzioni, una a guida di chi può essere sedotto a lasciare il vero per il falso, e una anche a guida per chi può avere dubbi, basando il suo giudizio su assiomi e teorie che non possono spiegare il soprannaturale perché sono tutti naturali.
Apri, piccolo Giovanni, il libro [2] ai Giudici dove è detto dell'idolo di Mica, e al libro di Ester dove è spiegato da Mardocheo il sogno. E ascolta e scrivi.
Non richiamo l'attenzione sulla storia della formazione dell'idolo. Parlo dal punto in cui è detto del giovinetto di Betlemme di Giuda, levita. Un esempio, un brutto esempio di coloro che avendo da servire con umiltà il Signore, in casa di verità, non si appagano più, dopo qualche tempo, della loro funzione umile e santa, e "vogliono andare a star meglio" ossia a cercare più di quanto Dio ha loro concesso sapendolo dono buono e che, ben tutelato, sarebbe ragione di lode per il servo buono. Ed eccoli seguire, dopo aver avuto golosità di doppia e tripla porzione, altre vie, per cercare. Che? Dio non si presta ad accontentare le concupiscenze spirituali. E coloro che cercano più che Dio non dia, o non trovano, e hanno il solo danno di trascurare il vero per le nuvole, oppure finiscono col trovare Satana in veste di profeta.
Oh! è aumento di meriti e di gloria questo? No. Meglio era se il giovane betlemmita e levita rimaneva semplice levita, anziché divenire sacerdote di un idolo! Meglio era se aveva il poco, venuto da Dio, al molto venuto da un idolatra, il quale si pompeggiava dicendo: "Ora poi sono sicuro che Dio mi farà del bene perché ho un sacerdote della stirpe di Levi!". Ma non capite che dove è orgoglio e finzione tutto serve per aumentarli, e la Finzione e l'Astuzia insegnano ciò che può sedurre clamorosamente le piccole anime?
L'uomo d'Efraim non era soddisfatto del suo culto, né del figlio creatosi sacerdote. Sapeva bene che era larva di religione, inutile apparenza. Sapeva che non era valido il dio e il culto che si era fatto, né presso il vero Dio né presso gli uomini. Tanti sanno ciò. E allora ecco che sentono il bisogno di coprire il proprio vuoto con un aiuto sacerdotale. Ma no. Non serve. Male fa chi così fa, e male fa chi a quel giuoco si presta.
Ognuno stia dove Io l'ho messo, e non vada cercando d'avere "a stare meglio". È ancora la superbia che si infiltra sotto mentite spoglie di bontà e di zelo. E ubbidienza, ubbidienza, ubbidienza. O il mio castigo non mancherà. Ho bene il modo, di due che sono uniti per mio volere, di colpirne uno solo, riserbando pace "al piccolo fonte che crebbe e divenne fiume e si trasformò in luce e sole e versò acque abbondanti", e che sa che tale è divenuta non per suo merito ma per mio volere. E che non ha chiesto questa grazia, ma solo quella di amarmi. E che soffre – perché solo Io posso sapere quanto soffre – vedendo che non tutti sono di una sorte: di quella del popolo di Dio.
I figli di un solo popolo comprendono il linguaggio del loro re e dei sudditi fedeli al re. Come mai, dunque, così pochi capiscono la mia Parola, e i più dubitano che sia mia, e anche si lasciano sedurre da altre parole che hanno suono falso come l'origine da cui vengono? Io ve lo dico. Come ho dato posso cessare di dare. Sono anni che lo dico. Ma "al piccolo fonte che crebbe" Io non leverò la sua gioia perché ella è nelle disposizioni in cui si è messa per amore. Ella morirà nella mia pace. E pace è per lei essere in Me ed Io in lei come era il mio sogno d'esserlo in tutti i cuori.»