Dice Gesù:
«Non ti voglio molto stancare perché sei sfinita. Due parole soltanto per te e per tutti quelli che il timore accascia.
Fate vostre le parole[768] di Sara che ti ho condotto a leggere. Fatene un pensiero di fede e speranza.
La mia misericordia è pronta ad assolvere purché a lei ricorriate con fede e umiltà. La mia bontà è più incline a liberarvi dal male e dalla sventura che a lasciarvici, purché non dubitiate di Me. La mia sapienza sa fino a che punto posso spingere la prova per ogni singolo mio figlio. Se passassi quel segno sarei imprudente, quindi non più perfetto, quindi non Dio.
Non temete, vi dico, non temete. Credete in Me e nel nome mio.»
[768] parole che nella volgata si leggevano in Tobia 3, 20-22 (è questo il rinvio che la scrittrice mette accanto alla data) e che non si trovano nella neo-volgata: Certo non è in potere dell’uomo penetrare il tuo consiglio; ma chiunque ti onora è sicuro che la sua vita, se passerà per la prova, sarà coronata; se egli sarà nella tribolazione, sarà liberato, se verrà sottoposto al castigo, potrà giungere alla tua misericordia. Tu infatti non godi della nostra perdizione e dopo la tempesta doni la calma, dopo le lacrime e i sospiri infondi la gioia. (Dalla traduzione della “Bibbia” che la scrittrice possedeva e consultava).
Dice Gesù:
«Due riflessioni necessarie a farsi sempre, e specie più ora che sotto la sferza del demonio i vostri cuori sono portati a vacillare nel dubbio, primo passo verso la disperazione. È quel che vuole Satana. A lui non importano tanto le rovine materiali che produce, ma gli effetti spirituali che esse hanno in voi. Perciò è bene che Io, Maestro, vi ripeta[769] ancora una volta la lezione circa il modo di comportarsi per ottenere.
Dice Marco al capo 6° del suo Vangelo, al versetto 5: “E non poteva (Gesù) fare alcun miracolo e non guarì che pochi infermi”.
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Dice Gesù:
«Ed ora che finalmente puoi essere tutta mia, ti parlo.
È carità sopportare anche i disturbatori e non ti devi rifiutare a questa carità, né innervosirti. Guarda il tuo Maestro. Io ti do una grande lezione di sopportazione. Non volendo sottoporti ad una doppia fatica parlandoti mentre altri ti parlano o ti fanno chiasso d’attorno, né volendo mettere altri a conoscenza della mia istruzione a te, attendo, con pazienza che non si stanca d’esser tale, che tu possa esser tutta per Me. Tu vedi con quanta tranquillità aspetto e con quanta benignità riprendo a parlarti quando il
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Dice Gesù:
«Io sono il buon Samaritano[5]. Non ci sono che Io che ho pietà delle vostre ferite e che mi curvo[6] su voi versandovi sopra, senza ripugnanze e stanchezze, l’olio e il vino spremuto dall’amore.
Per tutto il fiele e l’aceto che mi date, o uomini che mi offendete nella mia natura e nella mia dottrina, Io vi do il vino del mio Sangue premuto dalle vene come da grappolo messo nel torchio, non tanto dai crocifissori, quanto dall’amore per voi che mi ha dato nelle mani dei crocifissori, e vi do l’olio della mia Misericordia che fluisce dal cuore squarciato anche dopo la morte,7] perché neppure fosse immune da offesa il mio cadavere e conservata una goccia del mio Sangue per Me.
Satana ladrone vi assale e ferisce e poi vi abbandona. Il mondo vi guarda e vi deride, se pure non si unisce a Satana per ferirvi. Io solo vengo e ho pietà del vostro stato.
Non ricusate l’Amico che vi vuole salvare. Lasciatevi curare da Lui. Venite da chi vi ama.»
[5] il buon Samaritano, quello della parabola di Luca 10, 29-37.
[6] mi curvo, invece di si curva, è correzione nostra. Non annoteremo, in genere, le rare correzioni ortografiche e, comunque, non sostanziali.
[7] cuore squarciato anche dopo la morte, come si narra in Giovanni 19, 31-37.
Dice Gesù:
«Quello che hai visto è il beato transito della Madre mia. Sei tanto sfinita e torturata che il mio amore sente il bisogno di versare su te la dolcezza delle visioni. E, per te che devi morire, quale più confortevole di questa?
La morte delle vittime non è sempre placida come la sera di Maria. Vi sono fra voi quelle che restano sulla croce sino all’ultimo respiro. Ma fosse anche per la durata di quest’ultimo, l’estasi vi accompagna, oltre il dolore, alla pace del cielo. Il dolore è ormai esaurito quando viene la vostra sera, e dai Cieli
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Dice Gesù:
«Più e più volte vi ho detto, e ve lo dico una volta ancora oggi, giorno della manifestazione del Cristo,[12] che quando Dio è con voi tutte le forze della Terra insieme unite sono come fumo che un vento gagliardo disperde.
La potenza non è nelle armi e nel numero degli armati. La potenza è in quella parte che ha Dio con sé. Dio è dove vi è onestà di vita, amore al Signore, giustizia di diritto.
Vano è sperare che Dio sia dove le colpe sorpassano quel limite che la mia Misericordia ammette perché si ricorda d’esser stata Uomo e di avere subìto gli assalti del Nemico vincendoli perché era Uno con la Volontà del Padre, la quale non vuole che l’uomo si perda ma vinca per salvarsi. Dio non è dove in nome di una prepotenza ci si permette l’abuso e il sopruso. Dio non è dove non vi è amore per Lui, e amore non è dove è colpa di vita e anticarità di prossimo.
Non mentite dicendo: “Io amo Dio, ma non posso amare il prossimo perché m’ha fatto questo e quello”. No. Non amate.
Se vi foste nutriti di carità fino a farne carne e sangue vostri, non potreste distinguere e separare, e dall’amore eccelso donato a Dio passereste senza fratture all’amore santo donato al vostro prossimo. Se la carità fosse viva in voi, coprirebbe come un manto divino le miserie dei fratelli e ve li farebbe apparire copie minori di Dio di cui sono figli come voi. Se faceste della carità la vostra vita, sareste beati di amare chi vi disama, sapendo che in tal modo raggiungereste l’amore perfetto, il quale non agisce sperando ricompensa da chi lo riceve ma credendo con fede assoluta che il Buono tiene segnati i vostri affetti e ve ne fa ricchezze eterne che troverete al vostro entrare nel Regno.
E che ho fatto e che faccio Io verso di voi? Amo chi mi ama? No, amo con amore doloroso anche chi mi offende. Vi ho amati prima che foste, pur conoscendo le offese che mi avreste fatte, e se verso chi mi ama ho predilezioni celesti perché essi, i miei amatori, sono il conforto del cuor mio, per voi che mi colpite ho sovrabbondare di misericordia, e come da fonte inesauribile spargo su voi l’onda dell’amore per chiamarvi a Me, per salvarvi a Me, per darvi quella gioia che non potete che trovare in Me, sperando di penetrarvi ed ammollire la vostra durezza e farvi buoni, o figli che mi siete costati tanto e che non volete credere in Me.
Non ricusate la mia mano che si tende verso di voi, che ha conosciuto lo spasimo d’esser trafitta ma che soffre molto di più per essere respinta che non trafitta. Dolce la trafittura mi sarebbe stata quando avessi saputo che da essa sarebbe venuta salvezza per voi. Carezze le infinite ferite, baci le spine, abbraccio la croce, se il mio onniveggente pensiero avesse conosciuto che dal mio Sacrificio fosse venuta redenzione a tutto l’umano genere. Ora cade stanca per il suo peso di misericordia che non posso effondere.
L’oro me lo dànno le preghiere dei santi e l’incenso l’olocausto delle vittime, ma la mirra, l’amarissima mirra me la date voi che non m’amate e che mi fate rigustare il calice del Getsemani e la spugna del Calvario col vostro disamore. Preziosissimo l’oro e l’incenso deposto ai miei piedi che sono corsi volonterosi alla morte per voi. Ma poco, poco, troppo poco rispetto ai mucchi di mirra di cui è ricoperta la Terra e dall’alto dei quali ride Satana schernendo Me che crede vinto dall’inutilità del sacrificio.
Ma vinto non sono. I vinti saranno sempre e solo i servi di Satana. Io e i miei salvati saremo i vittoriosi in eterno e dalla nostra pacifica, fulgida, eterna gloria vedremo gli abbattuti dal Nome santo e terribile, che è il mio, scomparire nella Morte eterna.
Figli che ancora mi amate, non abbiate paura. Io sono il Salvatore. E voi che senza odiarmi non sapete amare, scuotetevi, venite a Me. Vi chiamo intorno al mio segno. Venite. Credete. Purificatevi, accendetevi, sperate. Atterrate i vostri nemici spirituali e i vostri nemici materiali con la spada dell’amore.»
[12] giorno della manifestazione del Cristo, o Epifania, che si celebra il 6 gennaio e che ricorda il fatto riferito in Matteo 2, 1-12. Accanto alla data, la scrittrice mette il rinvio a 1 Maccabei 3, 18.19.21.
Dice Gesù:
«Ho detto[125]: “Io sono (in chi mi accoglie) fontana d’acqua viva zampillante in vita eterna”.
Sia che sia un uomo o una nazione, beati coloro che mi accolgono e che hanno in sé i prodigi dell’Acqua di Vita vera. Ma troppo pochi sono ormai gli uomini che mi accolgono e ancor più poche le nazioni. E i frutti di questo respingere, o anche soltanto trascurare Gesù Cristo, si vedono. Si vedono con tutto il loro tragico aspetto e si gustano col loro venefico sapore che vi portano alla disperazione, alla morte, dopo avervi fatto smaniare in una
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Dice Gesù:
«Uomo che mi sei caro nonostante i tuoi errori, pecora spersa per la quale ho camminato e per la quale ho versato il mio Sangue per segnarti la via della Verità, questo dettato è per te. Una istruzione per te. Una luce per te. Non rifiutare il mio dono.
Non commettere sacrilegio di pensare che è più giusta altra parola di questa. Questa è mia. È la mia voce che da secoli è sempre la stessa, che non muta, che non si contraddice, che non si rinnova col passare dei secoli perché è perfetta e il progresso non
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Dice Gesù:
«Fra le molte cose che il mondo nega, gonfio di orgoglio e di incredulità quale è ora, è la potenza e la presenza del demonio. L’ateismo che nega Dio nega logicamente anche Lucifero, il creato da Dio, il ribelle a Dio, l’avversario di Dio, il Tentatore, l’Invido, l’Astuto, l’Instancabile, il Simulatore di Dio.
Vi ho già detto[15] che Satana, divenuto tale per peccato di superbia, anche ora che dai regni dell’Altissimo, ai quali osò dare assalto, è precipitato nell’abisso profondo dove è tenebre e orrore, ha voluto instaurare in quel profondo una copia della celeste corte ed avere
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