«Parlo oggi, senza attendere domani, giorno di mia festa, perché altri oggi mi commemoreranno. Parlo per dirti questo. Il mondo è sempre più corrotto, il comunismo cresce come gigantesco baobab e si estende come tenaci gramigne e come liane che uccidono le piante buone. Anche molta parte della Chiesa è decadente, avendo, se non dimenticato, trascurato ciò che il Divino Maestro e Fondatore della Chiesa, di cui Egli mi elesse suo primo Pontefice, aveva insegnato ai suoi successori: noi, apostoli, discepoli, Pontefici e Sacerdoti. Troppo colpevole è tutto, perché la reliquia delle reliquie, la seconda solo a quelle che sono di G. e M., la maggiore di quella di tutti i Santi, possa essere esposta, sì, alla venerazione dei veri cristiani, ma anche al pericolo, sempre più incombente, di profanazioni e dispersioni da parte degli anticristiani. Se il mondo non muterà, specie quella parte di mondo che è l'Italia, non sorgerà mai l'ora in cui i resti della "Pietra su cui Cristo edificò la sua Chiesa" verranno tratti, dalle tenebre ove sono, alla luce del culto, dalla trascuranza, perché io sono celato, all'adorazione dei fedeli.
Gesù insegnò: "Date e vi sarà dato, e più darete più vi sarà dato, in maniera strabocchevole". Il ritrovamento del vero mio Corpo, la sua traslazione nella Basilica a me dedicata, vero cuore della Cristianità, per essere eretta sul luogo dove confessai eroicamente il mio fedele amore a Cristo, Chiesa Madre di tutte le Chiese cattoliche, sarebbe veramente dono di grazia strabocchevole. Ma per averlo occorre dare vero eroico amore a G., a M. Ss., alla Chiesa tutta. Rinascere per avere. Accendersi per avere. Ascendere per avere. Dio da a chi sa meritare il dono. A quelli soli. A questi, che neppure furono giusti per l'Opera, nulla va dato».
Pietro, essendo, anzi apparendo come corpo glorificato, è molto più bello di quanto non fosse, ma anche molto più triste di quanto, da vivo, non fosse.
[Dice Maria:]
«Ripeto quanto già ti dissi nell'ottobre 1947 e che non trovi più.
Sono apparsa a Roma, con quelle vesti e con quel libro, per questi motivi, che sono anche tre grandi verità, anzi quattro.
Perché Roma è Sede del Papato, e il Papa avrà tanto e sempre più a soffrire, questo, e i futuri, per le forze d'Averno scagliate sempre più contro la S. Chiesa e i suoi rappresentanti e Ministri.
Ricordi quel dettato del 20-11-43, che poi, per ordine celeste, dovesti distruggere il 24-3-46, per por fine all'imprudenza pericolosa dei Padri? In esso è predetto, dall'antica profezia di Isaia c.23 v.18, quanto avverrà in un'ora di prevalenza infernale, ossia anticristiana, comunista, così come ti fu detto il 21-12-45, sempre per bocca di Gabriele, l'arcangelo degli annunzi, verso che epoca sarà la fine del mondo, la purificazione del novello Tempio, tratta dall'antica profezia di Daniele c.8 v.14. Ebbene ciò avverrà, ed Io qui mi metto a difesa, per allontanare quei tempi e quelle azioni sacrileghe.
Sono vestita dei colori della tua Patria, che sono anche quelli delle tre virtù teologali, perché virtù e patria sono troppo disamate, trascurate, calpestate, ed Io vengo a ricordare, con questa mia veste inusitata, per Me che vesto quasi sempre di bianco, che occorre tornare all'amore alle Virtù e alla Patria, al vero Amore.
Tengo in mano il libro delle Rivelazioni perché troppo si legge di cose profane e nocive, ma troppo si trascurano il Vangelo e le altre parole di Vita Eterna, ed Io voglio, perché le anime vivano e si salvino, che si ritorni a quei libri, canonici o rivelati agli eletti.
Indico la veste talare gettata al suolo, sporca, strappata, con sopra la croce infranta, per dirvi che sempre più, e più estesamente nel mondo, ciò si verificherà. Come ai primi tempi della Chiesa Cristiana i miei figli: Sacerdoti e fedeli, furono trucidati, martirizzati, conculcati, così in questi, e più nei tempi prossimi, Chiesa e Cattolici saranno oppressi, uccisi. Ma dal loro martirio verrà il cemento, la calce per ricementare la Chiesa urtata, sgretolata dai figli di Satana.
Ma occorre pregare, pregare molto. E perché la marea infernale non dilaghi in questa Nazione, e in Roma soprattutto, e perché non trionfi l'Inferno, la Bestia d'Abisso, la Babilonia infernale, e perché il Dragone, che mi ha sempre odiato e mi odia e che, quando ero in terra, mi perseguitò in molti modi, da quando divenni madre per opera di Spirito Santo a quando ci fu la strage degli Innocenti, a quando fui calunniata, schernita, odiata perché Madre di Gesù, sino a quando dovetti assistere, prima in spirito, poi corporalmente, alle atroci pene del Figlio mio, non prevalga. Pregare, pregare, pregare! Convertirsi, credere se in creduli; tornare all'Ovile se si è separati da esso; purificarsi, se colpevoli di peccati immondi; ricostruirsi, se demoliti dalle forze ed eresie del secolo; rinascere in Gesù che vi è Redenzione e Vita e in Me che sono la Madre di tutti i cristiani, e anche degli altri, che voglio miei.
Sono la Vergine della Rivelazione. Lo fui da quando ancor ero in seno a mia madre, perché, essendo Immacolata, sempre tutto seppi e compresi, anche le cose più oscure. Vorrei che la Rivelazione che t'è stata data fosse nota al mondo, perché sarebbe rete di pesca miracolosa, luce nelle tenebre di tanti cuori, sale, pane, vino di Vita eterna. E ho infinito dolore perché la ostacolano, e piango perciò su chi impedisce la diffusione dell'Opera, e su te e chi muore in peccato per questa privazione».
«Così come portai il mio piede purissimo, il mio Io, perfetto in santità per essere Immacolato e Sposato a Dio, generatore del Verbo di Dio, nel tumulto ingiusto e scomposto dei gerosolimitani davanti al Pretorio e per le vie della città e sul Calvario, così porto ora il mio Io glorificato là dove più è forte il Comunismo che è, in tutto, la ripetizione dell'ingiusto odio verso il Corpo materiale e mistico del Figlio mio.
Ogni volta che, nei secoli, apparvi in qualche luogo, lo fu perché ivi o regnava l'anarchia, o la massoneria, o la rivoluzione, o altri castighi provocati dalle colpe degli uomini, o perché era necessario, con un prodigio, ricondurre a giustizia parenti, ecclesiastici, religiosi maschi e femmine, che non erano più giusti.
Così a Caravaggio, a Pompei, a Lourdes, a Fatima, e in molti altri luoghi italiani, europei e anche d'altri continenti. E anche ora appaio là dove più è radicato il Comunismo, la spada più pungente infissa nel mio Cuore, quella che mi fa cadere queste lacrime che tu ti affretti a raccogliere nel fazzoletto già santo, ma che ora, per questo mio pianto che vi cade, diviene santissimo.
Ma, ahimè! La gente traviata non muta. Si ripete esattamente la scena del Venerdì Santo: tradimenti, bestemmie orrende, atti sacrileghi, torture feroci, odio satanico, verso il Figlio e la Madre, nel tentativo di uccidere, abbattere tutto per avere un effimero ma spaventoso trionfo.
Un protestante, giunto ad un punto di traviamento diabolico, specie verso Me, si è convertito. Ma costoro no. Si son dati a Satana, non ad una religione o eresia errate e riprovevoli, ed esso li tiene ben serrati, e la conversione non avviene come per il Cornacchiola, ma anzi sempre più la piovra orrenda che è il Comunismo, veleno satanico, li stringe e avvelena e si estende a far sempre nuove prede. Il comunismo: l'orca, non marina ma mondiale, che abbranca e trascina al naufragio totale: di corpi, anime, nazioni, quanti abbranca, così come porta a morte vite e vascelli, se li abbranca coi suoi orrendi tentacoli l'orca, il polipo gigante, terrore dei mari.
Bartolo Longo, ateo e massone, si convertì, morì da santo per avermi trovata tra le immondezze. Ma questi no. Nulla li riporta al Bene. Quanto dolore mi danno!».
G. C.:
«Ecco una delle tante anime già morte prima di esser morto il corpo. Una di quelle di cui parlai ai miei discepoli. E morte per sempre, perché non si pentirono in extremis. Il veleno del serpente, che è il Comunismo, ha paralizzato in essi ogni movimento buono, e muoiono così, finendo nel regno del Serpente che è Satana. Vedi quanto occorre pregare per essi? Perduti in eterno! Perduti come i colpiti la sera del Venerdì, dopo la mia morte per causa loro.
I naufraghi, li chiama giustamente mia Madre. Ma dove naufraghi? Nel mare infernale. In verità ti dico che molti sono coloro che periscono per naufragio marino, da guerre o tempeste, o per disastri aerei, ma la loro anima si salva, e talora anzi ha maggior gloria da quella loro morte in grazia e con rassegnazione. Ma questi! Sotto di loro si apre il baratro infernale, su loro si chiudono le porte orrende ed eterne d'Inferno, e la loro sorte è immutabile come per Giuda di Keriot. Prega!».
G. C.:
«Non piangere per lui. È morto alla mia stessa età, dando la vita per salvare un'altra vita, come Io la diedi per infinite vite. È morto dopo aver tutto patito nella vita con rassegnazione, come Me. È morto col Nome mio e di mia Madre sulle labbra e nel cuore. Morissero tutti come lui! È uno dei fiori che Io colgo per portare in Cielo. Beati coloro che muoiono nel Signore e per un atto di eroica carità! Aveva compiuto la sua giornata, vinta la sua battaglia, raggiunta la meta santa. A lui spetta corona di gloria eterna. Io te lo dico. Costui, come D. Raffaelli e come tutti quanti sono come essi, mi compensano delle morti dei senza Dio, comunisti e massoni, che sono il mio fiele e la mia tortura attuale».
(Per Ubaldo Gherardini † a 33 anni il 11-7-53) Ma i suoi parenti?
«Hanno tanta fede. In essa troveranno conforto ed Io e lui provvederemo a dare pace. Più doloroso è per chi ha un figlio omicida o ladro, o suicida, senza Dio, disamore per la famiglia. Ma costui col suo vivere e morire da giusto l'ha onorata».
Mi rammarico che P. Migliorini († 10-7-53) sia morto senza veder pubblicata l'Opera per il cui trionfo aveva tanto lavorato e sofferto. Gesù mi dice:
«È vero. Ha lavorato per essa, ma in modo non giusto, perché contrario ai miei ordini, ripetuti e chiarissimi. E così ha demeritato di vedere compito il suo disegno.
In ogni uomo sono due personalità, o almeno in molti uomini. Costui era un complesso di bene per cui fu Sacerdote modello, ma, nel profondo, aveva un complesso suo proprio che lo portava ad essere ostinato e ribelle ai voleri e ordini divini. Come sacerdote era d'oro perfetto, come uomo aveva molta amalgama impura. Io l'ho saggiato e provato, come saggio e provo te. Ma da te, dopo lungo penoso, doloroso lavoro, uscirà il lavoro cesellato, perfetto. Da lui no, perché non si piegò al mio lavoro. Volle farsi da sé, sordo alla realtà che gli veniva dal suo fare, contrario al mio. Ed è finito, prima di vedere la cosa compiuta, proprio per questo.
Io non sopporto orgoglio, ribellione, disubbidienza. Darò a lui il premio della sua vita di sacerdote, ma anche la pena per la sua ostinata volontà contraria alla mia. La maschera e il volto vero erano in lui. Ora la maschera è caduta, davanti a Me, nel giudizio particolare, e solo dopo l'espiazione per la sua ribellione verso Me e te, e per la sua non carità per te, per cui ti fece accusa e rimprovero per i miei, non tuoi, giusti rimproveri per il suo modo d'agire e tu sai quante volte ne parlai il suo volto si rimodellerà in grazia di vita beata.
A te, che l'hai perdonato sempre, pur soffrendo tanto per le sue ingiuste parole e per le sue azioni in contrasto con i miei voleri, a te che per lui preghi e offri S. Comunioni in suffragio per la sua anima penante, onde si abbrevi la pena, Io dico: "A chi ama e perdona sia data la mia benedizione". E a lui pure sarà data pace, gioia, ma al giusto tempo, quando avrà espiato la sua colpa di novello Adamo, che non volle, come il primo Adamo, ubbidire al comando di Dio. Per la sua disubbidienza Adamo perse il Paradiso terrestre, per la sua costui perse la grazia di veder pubblicata l'opera. Le grazie bisogna sapersele meritare per averle. Quando ero in terra a chi le facevo? A chi credeva e ubbidiva alla mia Parola. In caso contrario, se sentivo ribellione, dubbio, non fede in quel cuore, passavo diritto senza ascoltare le suppliche né concedere grazie. Né era durezza di cuore, ma solo giustizia. Come per questo caso».
"Desidero una grande armata di anime vittime che si uniscano al mio Apostolato nella mia Vita Eucaristica".
Gesù Cristo a Suor Maria della Ss. Trinità. Monaca Clarissa.
«Lo vedi? Chiese profanate, Vescovi e Sacerdoti aggrediti... Già scomunicati per essere comunisti, cadono anche sotto l'altra scomunica che colpisce chiunque alza le mani su Sacerdoti o profana le chiese.
Il male cresce e dilaga sempre più. Dopo un effimero trionfo i colossi dai piedi d'argilla, i profeti della menzogna, cadono, crollano, si spezzano, si sbriciolano, muoiono, una e una volta. Ma la lezione non serve. Se mi fosse concesso tornerei sulla Terra, per ripatire la mia Passione, e anche più atroce, pur di salvarli. Ma il Padre, di cui Io sono suddito, oltre che Figlio ubbidientissimo, non me lo concede. Tornerò solo all'estrema ora del mondo, come Cristo Giudice e Re dei re, per l'ultimo, supremo giudizio. E sarà rapido come fulmine a ciel sereno. E sarà potente per i buoni, tremenda per i malvagi quell'ora!
Se tu non mi fossi necessaria ancora, ti direi: "Dammi la tua vita per la loro conversione", e sono certo che tu consentiresti subito perché sei anima eroicamente santa tutta tesa e data per la salvezza delle anime. Ma non posso chiederti questo perché mi servi ancora. Ti chiedo solo preghiere e offerta di sofferenze per essi. E per essi ti detto questa poesia:
"Povera foglia che il vento trasporta
ecco ciò che è un'anima morta.
Seco la porta, con cupo lamento
sino all'eterno tremendo tormento.
Seco la porta con turbine fatal
sino all'orrendo stagno infernal,
dove per sempre essa là perisce
e il castigo, pel suo voler, patisce.
Hanno scelto da sé la loro sorte?
Or la scontino con l'eterna morte!".
(Nel dirla Gesù piange. Poi riprende:)
Leggo la tua intima domanda. Tu lo sai che Io fui e sono l'Uomo delle infinite parole e dei profondi silenzi. Potrei dirti dunque ciò che vuoi sapere. Ma invece dico: "Tutto è condizionato al modo con cui si agirà verso te e l'Opera. Ma soprattutto tu mi servi, e ti voglio viva per questo, come anima vittima per la redenzione dei peccatori"».
Dice Maria Ss.:
«Metti nel medaglioncino d'oro con la stella, che è di Marta, un pezzette del lino miracoloso: una perla di bene sotto la perla che è nella stella, e che Marta lo porti più che può. E tu poniti al collo la corona di Gerusalemme. Quegli ulivi superstiti sono stati molte volte toccati e benedetti da mio Figlio, e da Me, e dagli Apostoli e discepoli, e da molti Consacrati, nei secoli. Hanno bevuto il Sangue di Gesù, il suo e mio pianto. E ciò li fa santi e potenti contro Satana e ogni altro male.
Più userai quella Corona e più sarai benedetta e mi darai gioia, e la darai al mio Gesù... Hai avuto un dono d'infinito valore spirituale.
Amalo, preferendolo, benché così rozzo, e scabro, e povero, ad ogni altra Corona, meno quella di Mr. Fulton Sheen che veramente sarebbe bene che tu facessi, per questo povero mondo così in pericolo in tutti e cinque i continenti».
Natività di M. V. Ss.
«A tutti coloro, te compresa, che non sapete capire il perché il profumo che viene a voi, con Me o con mio Figlio, sia così mutevole, complesso, difficile ad attribuire a questo o quel fiore o essenza, io dico:
Ricordate che io, di cui oggi cade il dì natalizio, nacqui in Galilea, ma venivo dalla stirpe di Davide, della Giudea, e che durante la mia vita stetti, oltre che nel mio orto di Nazaret, al Tempio, e poi, fatta donna, sposa, madre, peregrinai per tutta la Palestina.
Mi hanno chiamata "Vaso adorabile". Ma sono anche "Vaso di tutti i profumi celesti e terreni, spirituali e naturali".
In Me sono i profumi dei roseti, dei gigli delle convalli, delle dature, dei terebinti della valle ove Davide, da cui vengo, abbatté il gigante Golia, e quelli dei boschi dell'Hermon, e le resine preziose, che danno l'incenso, il benzoino, l'olibano, di altri boschi palestinesi, e vi è il profumo dell'incenso che veniva arso nel Tempio, al sacrificio del mattino e della sera, e l'effluvio dei balsami che anime buone versarono sul mio Gesù, e quello, penoso, dei balsami sparsi sul mio Figlio morto.
Tutto è in Me, e tutto è in Gesù. Siamo due vasi colmi di profumi eletti e santificatori. E, quando vogliamo, lasciamo sfuggire, direi traboccare presso i nostri diletti, ciò che ci colma, e ne esce un complesso di aromi, definibili, in cui talora predomina questo o quell'odore. Tanti odori, ma tutti ugualmente santi, eletti, santificatori. Tutti testimonianza di ciò che può Dio, che posso Io, per i miei prediletti.
Come nel Tempio si purificava dal Sommo Sacerdote il Propiziatorio nel Santo dei Santi per renderlo atto al Sacrificio santo dell'antica religione ebraica, così ora, con l'onda misteriosa, venuta da un turibolo paradisiaco, si purifica l'ambiente dei nostri eletti per renderli sempre più nostri servi».
Apro la scatoletta del Rosario Missionario e la trovo come velata da un liquido odorosissimo che si è già posato sulla Corona. Resto stupefatta. Ma ecco Maria Ss. che mi spiega:
«Posso spargere i miei balsami dove voglio, così come posso far sgorgare acqua dai luoghi che scelgo, acqua dalla terra, o acqua dai miei occhi, come sta accadendo ora in Sicilia, e ciò per convertire anime e guarire corpi, altrettanto posso spargere i miei profumi, unguenti di santificazione sugli oggetti a me cari, e di benedizioni sulle anime che mi amano e che Io amo».