Dice Gesù:
«Daniele è colui che ha la medesima nota di Giovanni, e Giovanni è colui che raccoglie e amplifica la nota iniziale di Daniele. Ecco perché, piccolo Giovanni, a te piace tanto.
Come pesce in limpida peschiera, tu sei felice quando ti muovi nell’atmosfera del tuo Cristo, il quale avrà il suo supremo trionfo nell’ora in cui Satana, il suo figlio e i suoi cortigiani, saranno per sempre resi impotenti. E in Daniele vi è quest’atmosfera. Se Isaia è il pre-evangelista che parla del mio avvento[97] nel mondo per la salute del mondo, Daniele è il pre-apostolo, il pre-Giovanni
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Dice Gesù:
«È una pagina dolorosa a dettarla, a scriverla, a leggerla. Ma è verità e va detta. Scrivi. È per i sacerdoti.
Molto si accusano i fedeli d’esser poco fedeli e tiepidi molto. Molto si accusano gli uomini d’esser senza carità, senza purezza, senza distacco dalle ricchezze, senza spirito di fede. Ma come i figli, salvo rare eccezioni, sono come li formano i genitori, non tanto con le repressioni, quanto con l’esempio, altrettanto i fedeli sono, salvo le sempre esistenti eccezioni, quali li formano i sacerdoti, non tanto con le parole quanto con l’esempio.
Le chiese sparse fra mezzo
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Avrei qui da dirle due cose che la interessano certo e che avevo deciso di scrivere non appena tornata dal sopore. Ma siccome c’è dell’altro più pressante, scriverò poi.
Ciò che io vedo questa sera:
Una immensa estensione di terra. Un mare, tanto è senza confini. Dico “terra” perché vi è della terra come nei campi e nelle vie. Ma non vi è un albero, non uno stelo, non un filo d’erba. Polvere, polvere e polvere.
Vedo questo ad una luce che non è luce. Un chiarore appena disegnato, livido, di una tinta verde-viola quale si nota in tempo di
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Dice Gesù:
«Il segno del Tau[114]: croce capitozzata come è giusto sia quella che segna i sudditi, i quali non possono portare baldacchino, al loro trono, col nome di re. Figli di Dio ma non “primogeniti del Padre”. Solo il Primogenito siede sul suo trono di re. Solo il Cristo, il cui trono terreno fu la Croce, porta in alto alla stessa, sull’asse che s’innalza oltre il capo, la sua gloriosa insegna[115]: “Gesù Cristo, Re dei Giudei”. I cristiani portano il segno di Cristo umilmente monco nella cima come si conviene a figli di stirpe regale ma non primogeniti del
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Dice Gesù a me:
«Quanto hai scritto il 30 gennaio potrebbe dare spunto ai diffidenti di mettere avanti i loro ma e se. Rispondo Io per te. Hai scritto: “…quando vedo così, le mie forze fisiche, e specie cardiache, hanno una grande dispersione”.
Ci saranno certo i “dottori dell’impossibile” che diranno: “Ecco la prova che quanto avviene è umano, perché il soprannaturale dà sempre forza e non mai debolezza”.
Mi spieghino allora perché i grandi estatici, dopo un’estasi nella quale hanno superato le potenze umane abolendo dolore, peso della materia, conseguenze di ferite interne e di imponenti emorragie, gioendo di una felicità che li fa belli anche fisicamente, restino, non appena l’estasi cessa, tramortiti al suolo in maniera da far pensare che l’anima si sia dipartita da essi.
Mi spieghino anche perché, dopo poche ore della più atroce agonia che ripete la mia, quale è quella della mia serva Teresa[119], quale furono le agonie della mia santa Gemma e di molti altri spiriti che il mio amore e il loro amore fece degni di vivere la mia Passione, essi riprendano o riprendessero forza ed equilibrio fisico come le persone più sane non hanno.
Io sono il Padrone della vita e della morte, della sanità e della malattia. Io uso dei miei servi nei modi che voglio, come userei di un morbido filo messo a trastullo nella mia mano.
Il miracolo in te, uno dei miracoli, sta in questo. Che tu, nello stato fisico in cui sei – stato che è miracoloso che duri – possa andare a quella beatitudine senza morirne, portata in essa mentre sei in una prostrazione che in altri impedirebbe anche i pensieri più rudimentali. Il miracolo sta nella vitalità che rifluisce in te in quelle ore, come vi rifluisce in quelle in cui scrivi i miei dettati o quelli degli altri spiriti che ti portano la loro celeste parola. Il miracolo sta nel riacquistare di colpo la forza, dopo che la gioia ha consumato in te quella larva di vitalità che ti resta, per scrivere.
Ma quella vitalità te la trasfondo Io. È come un sangue che da Me entri nelle tue vene esauste, è come un flutto che si riversi su una riva e la irrori di sé, e che dura irrorata sinché il flutto la bagna, poi resta di nuovo arsa fino al nuovo flutto, così come è uguale a un’operazione che ti svuoti del mio sangue sino alla nuova trasfusione.
Tu per conto tuo non sei nulla. Sei un povero essere in agonia che campi perché Io voglio, per i miei fini; sei una povera creatura che vali unicamente per il tuo amore. Altri meriti non ne hai. Amore e desiderio di esser cagione d’altri amori per il tuo Dio, perciò sempre amore. Ciò è quello che giustifica il tuo essere e la mia benignità di conservarti la vita, mentre umanamente dovresti essere dissolta nella morte da tempo.
Il tuo sentirti daccapo uno “straccio”, come dici tu, dopo che Io cesso di portarti con Me nei campi della contemplazione o di parlarti, è la prova, che Io do a te e agli altri, che tutto quanto avviene è per mio unico volere. E se qualcuno umanamente pensa che con lo stesso volere e amore potrei guarirti e che sarebbe la miglior prova di amore e di volere, rispondo che ho sempre conservato la vita ai miei servi sinché ho giudicato che la loro missione doveva continuare, ma che non ho mai dato ad essi una vita umanamente felice perché le missioni si compiono nel e col dolore, e i miei servi, d’altronde, non hanno che un desiderio simile al mio: “Soffrire per redimere”.
Non dire dunque: “dispersione di forze”. Di’: “Dopo che la bontà di Gesù annulla in me il mio stato d’inferma per i suoi fini e per mia gioia, io torno quella che la sua bontà m’ha concesso d’essere: una crocifissa del suo e per il suo amore”.
E ora va’ avanti con ubbidienza e amore.»
[119] Teresa è Teresa Neumann, mistica, allora vivente (1898-1962); Gemma è Gemma Galgani, santa (1878-1903).
Dice Gesù:
«Vieni, piccolo Giovanni. Dopo aver gioito della visione del tuo Gesù che ama i fanciulli, e te con loro, andiamo insieme a leggere il mio e tuo Daniele là dove parla di tre fanciulli[127] che piacquero a Dio perché ebbero quella fede, fedeltà e fiducia, propria dei bambini, e credettero con tenacia, credettero senza titubanze, credettero anche in una prova tremenda perché amavano “con la mente, col cuore, con tutte le loro forze, con tutti se stessi, il Signore Iddio”.
I tiranni ci sono sempre stati. E nella loro tirannia, di cui Satana si serve per traviarli e
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Alba del 13-2-1944 - Domenica
Dice Gesù:
«Povera stellina mia che è rimasta sommersa sotto la tempesta di dolore del suo Gesù, nascosta, eclissata, annullata dietro al mio infinito dolore come una stellina dietro il sole; povera violetta mia appesantita fino a piegare sotto il sangue del suo Gesù, come le erbe che hai visto intrise del mio rosso sudore nell’orto, sai che t’ho fatto? Ti ho portata all’ “amore di compartecipazione” il quale è la perfezione dell’amore di fusione, di cui ti ho parlato in autunno[136].
Ora è primavera, non è più autunno. “L’inverno è cessato… i fiori
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Dice Gesù:
«Quante volte l’uomo, specie in questi momenti, non dice: “Ma, Signore, perché non intervieni a punire? Da’ ai superbi, ai cattivi, quanto si meritano. Se sei giusto, come puoi lasciare che i malvagi trionfino e i tuoi fedeli soffrano?”.
Figli, vi ricordo una parola[153] del Vangelo: “Prima di levare la pagliuzza all’occhio del fratello, levate la trave dal vostro”.
È vero che siete tormentati dai “grandi peccatori”. Ma non siete neppure voi senza peccato. I vostri peccati, molto minori rispetto a quelli enormi dei corruttori del mondo, si sono andati accumulando continuamente fino a che hanno provocato
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Dice Gesù:
«Ti ho fatto vedere ed udire da capo[156] la mia sofferenza, il mio spasimo, il mio grido al Padre.
Voi dite: “Ma perché il Padre Eterno non ci ascolta?”. Prima di non ascoltare voi, ha non ascoltato Me nell’ora dell’espiazione. Ed Io ero innocente. Anche di quei compromessi con le colpe altrui che piacciono tanto a voi.
Io, come tutti gli onesti, non avevo in cuor mio disapprovato e poi apertamente approvato, o criticato apertamente ma applaudito internamente. No. Io avevo avuto un contegno, un giudizio, una parola sola, nell’interno come nell’esterno, e l’avevo insegnato[157], questo mio metodo,
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Dice Gesù:
«I miei martiri hanno posseduto la Sapienza. E con essi i miei confessori. E la possiedono tutti quelli che veramente mi amano e fanno di questo amore lo scopo della loro vita.
Agli occhi del mondo ciò non appare. Anzi, l’esser giusti sembra debolezza, sembra una cosa superata. Quasi che per volgere di secoli fossero avvenuti mutamenti nei rapporti fra Dio e fedeli.
No. Se Io ho attenuato il rigore della legge mosaica e vi ho dato delle risorse di incalcolabile potenza per aiutarvi a praticare la Legge e giungere alla Perfezione, non è però mutato il dovere
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