Ore 0,15
Dice Giovanni:
«Istruito come ero, penetrato, fatto uno col Maestro, nel mio Vangelo vive la Parola così come fu detta, perché io per la mia fusione l’ho potuta ripetere senza modifiche. È il Cristo che parla. Giovanni non è che lo strumento che scrive. Così come te[40].
Grande sorte la nostra alla quale occorre essere fedeli sino nelle minuzie per non inquinare di noi, creature, la dottrina divina, e per la qual sorte dobbiamo conservare una vita illibata perché la Parola scenda dove nulla è di impuro, neppur l’ombra di un pensiero.
Accogliere la Parola di Dio è
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Dice Gesù:
«Il mio discepolo dice[50]: “Dio è Carità e chi ha carità ha Dio. Come può dire uno di amare Dio se non ama i propri fratelli?”.
Per fratelli non sono qui nominati i figli di un solo sangue, e neppure i figli di una sola nazione, e neppure i figli di una sola religione. Tutti siete fratelli, poiché il ceppo è unico: Adamo; ed unica l’origine: Dio. Latini, ariani, asiatici, africani, civili, incivili, non venite da diversi creatori, ma da un unico Creatore: il Dio vostro che è Signore dei Cieli e Padre di tutti i viventi.
Figli
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Dice Gesù:
«È detto:[58] “Dio, avendo amato infinitamente l’uomo, lo amò sino alla morte”.
I miei seguaci più veri non sono e non sono stati dissimili dal loro Dio, ed a Lui ed agli uomini, a suo esempio e per sua gloria, hanno dato un amore senza misura che va sino alla morte.
Ti ho già detto[59] che un unico nome ha la morte di Agnese come quella di Teresa: amore. Sia che sia la spada o il morbo la causa apparente della morte di queste creature, che seppero amare con quella “infinità” relativa della creatura (dico così per i
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Dice Gesù:
«Quegli che Dio ha purificato, per quanto possa avere l’apparenza di essere impuro, è uno spirito il quale cerca Dio con purezza di intenti.
Ti ho già detto[62], e attraverso a te lo dico a tanti ancor meno di te evangelizzati nella mia dottrina, che non dovete mai giudicare. Dio solo è giudice. Quando dall’alto del mio trono Io vedo uno spirito retto che persegue il suo anelito e cerca Dio con ogni suo mezzo, cerca di servire e di amare questo Dio con tutte le sue forze, lo giustifico e lo rendo puro e gradevole all’occhio mio come un mio figlio, e là dove gli uomini fanno difetto sopperisco Io dando luci di spirito.
Quante volte la mia Parola, o tiepidi cristiani-cattolici, non brilla e diviene luce nel cuore di uno che non vi è fratello di cattolicesimo, ma che vi supera per amore al Cristo e, anche se non conosce il Cristo, per amore al Dio vero che sente – per quanto sia a lui ignoto – essere vivente eterno nel suo Creato! In verità vi dico che lo Spirito di Dio non conosce limitazioni e si fa Maestro del Vero a molti che voi reputate essere invisi a Dio.
Come marea che copre questo lido scoprendo il lido opposto che, troppo insabbiato, non permette al flutto di salire a mondarlo e irrorarlo di sé, lo Spirito Santo, al quale troppi di voi cattolici precludete il venire con la vostra forma di vita, effonde le sue luci ad altri più meritevoli di voi di riceverle e li purifica a Dio, poiché Egli è il Purificatore, il Preparatore e il Perfezionatore dell’opera del Verbo.
Come nella storia umana lo Spirito, per bocca dei Profeti, preparò gli uomini alla mia venuta e, dopo il mio ritorno a Dio, perfezionò in voi la capacità di comprendere la mia Parola, così ugualmente è sempre Lui, la terza divina Persona, che mi prepara la via nei cuori che non mi hanno ancora ricevuto come Verità e che me li irriga perché la mia Verità, deposta come seme portato dal vento divino, divenga in essi albero grande sul quale tutte le virtù facciano dimora. Egli battezza prima di Me i pagani di ora (e per pagani intendo tutti i non cattolici); e volesse la vostra buona volontà che vi avesse a ribattezzare anche voi, che state divenendo o già siete tornati pagani. Battezza col fuoco dell’amore vero.
Onde torno a dirvi: Non giudicate profano ciò che Dio ha purificato ed abbiate viscere di fraterna carità per tutti.»
Le ubbidisco scrivendo l’avvertimento di Gesù in merito all’epigrafe di Antonia...[63]
Mi disse Gesù, dopo che le avevo dato il foglietto e che lei se ne era andato via con esso: «Guarda di avvertire il Padre che hai dimenticato di mettere l’accento sull’ “è” che precede “beatitudine”. E ciò cambia il senso alla frase e la rende un non senso. Ricordati di dirglielo e di farlo aggiungere questo accento.» Ecco fatto.
Questa mattina non ho avuto nulla di speciale e fino al momento presente, ore 23, niente.
[62] già detto il 12 gennaio. Accanto alla data, la scrittrice mette il rinvio ad Atti 10, 15.
[63] Antonia, già incontrata in nota al “dettato” del 4 gennaio, è Antonia Dal Bo Terruzzi, nata a Como nel 1907, morta a Viareggio il 4 gennaio 1944. Negli ultimi nove mesi della sua vita fu gravemente inferma e si offrì a Dio per la salvezza dell’Italia. La sua agonia, nei tre giorni che precedettero la morte, ebbe delle manifestazioni che turbarono i parenti, ai quali giunse, per interessamento di Padre Migliorini, il conforto della rassicurante epigrafe scritta da Maria Valtorta e fatta poi stampare sui ricordini: Poi che carità la prese, se stessa offerse come fiore sull’altare, ostia per le nazionali sventure. Conobbe la notte di Cristo nel Getsemani e l’amaritudine dell’ora di nona sulla Croce. Ma ancora prima della resurrezione in Gesù-Vita ebbe svelato ciò che è beatitudine degli eletti, e con anticipato possesso dell’Amore esalò lo spirito santificato dal suo eroismo guardando Maria, Stella del suo eterno mattino.
Dice Gesù:
«Una volta ti ho fatto vedere[64] il Mostro d’abisso. Oggi ti parlerò del suo regno. Non ti posso sempre tenere in paradiso. Ricordati che tu hai la missione di richiamare delle verità ai fratelli che troppo le hanno dimenticate. E da queste dimenticanze, che sono in realtà sprezzi per delle verità eterne, provengono tanti mali agli uomini.
Scrivi dunque questa pagina dolorosa. Dopo sarai confortata. È la notte del venerdì. Scrivi guardando al tuo Gesù che è morto sulla croce fra tormenti tali che sono paragonabili a quelli dell’inferno, e che l’ha voluta, tale morte, per salvare gli
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Dice Gesù:
«Già una volta ho detto,[72] spiegando l’Apocalisse di Giovanni, come Io sia il primogenito di tutte le creature. Primogenito perché uscito primo dal pensiero del Padre avanti che qualunque altra cosa fosse nell’Universo celeste ed in quello planetario. Primogenito perché nato primo dalla stirpe d’Adamo così come, secondo il volere del Padre, avrebbero dovuto nascere i figli dell’uomo: con procreazione priva di senso e di dolore.
All’erede, che è sempre il primogenito, viene dato impero su tutte le cose del padre, ed il padre, per il diletto, che è il primo venuto dal suo amore, compie ogni sforzo
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Dice Gesù:
«Bada che, più che per te e per molti come te, questo dettato rientra nel gruppo dei “sette dettati”[74]. Non è male, quando si è cominciato a scardinare un sistema, proseguire con colpi d’ariete. E questa forma di pensiero è un sistema d’acciaio. Occorre insistere per vincere.
Di Fede ce ne è una sola che sia vera. La mia. Così come Io ve l’ho data, gemma divina la cui luce è vita. In essa fede non basta rimanere di nome così come rimane un pezzo di marmo messo per caso in una stanza. Ma occorre fondersi ad
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Dice Gesù:
«Mia povera figlia così disgustata da quanto ti circonda, e nella casa e nella patria, ascoltami. Ieri sera ti sono stato vicino, conforto che non manca a chi soffre senza separarsi da Me.
Se tutti sapessero – in luogo di imprecare soltanto per tutte le noie, le pene, le sventure della vita – se tutti sapessero venire a Me quando il prossimo offende, morde, nuoce, quando calunnia, quando disillude, quando avvilisce, quando colpisce con la sua indifferenza, anticarità, incomprensione, come con una spada, come sarebbe meglio! Soffrirebbero meno e acquisterebbero benedizioni divine. Invece l’imprecazione contro tutto e
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Dice Gesù:
«Ti voglio spiegare l’epistola e il vangelo della Messa di ieri. Ieri sera eri troppo stanca perché Io lo facessi.
“Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo” è detto[85] nel brano evangelico. E nell’epistola si dice: “Non vogliate dunque gettare la vostra fiducia, alla quale è serbata grande ricompensa. Or vi è necessaria la pazienza, affinché facendo la volontà di Dio possiate conseguire ciò che vi è stato promesso; poiché ancora un tantino, e chi ha da venire verrà e non tarderà; ma il giusto vive di fede, se però indietreggia non sarà più gradito all’anima mia”.
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Dice Gesù:
«L’arcangelo[95] che ha vinto Lucifero, e che sta a guardia del mio Regno e dei figli di esso, sarà quello che sorgerà come segno celeste nell’ultimo tempo. Sarà questo il tempo in cui Israele sarà ricongiunto alla Roma di Cristo e non ci saranno più i due rami del popolo di Dio: il benedetto e il maledetto per il suo deicidio, ma un unico tronco detto di Cristo, perché vivente in Me.
Allora, poiché il numero dei salvati sarà completo, verrà la risurrezione della carne e, come moltitudine che dorme e che una tromba risveglia per chiamarla ad una adunata, i morti, stesi negli infiniti cimiteri, nei deserti, nei mari, ovunque giace un che fu uomo, sorgeranno per venire a Me, Giudice supremo.
Oh! Luce che sei attributo mio e che farai rifulgenti come stelle coloro che conobbero la Sapienza e insegnarono la Giustizia e la vissero, come ti effonderai gioiosa quel giorno sui miei beati!
L’ultimo tempo di tre anni e sei mesi, tremendo come mai l’uomo conobbe, sarà quello in cui Satana, attraverso il suo figlio, arso da supremo livore – perché anche la scissione fra i due rami del popolo di Dio sarà finita, e con essa la causa di tanti mali materiali, morali e spirituali – userà le sue perfette ed ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere il Cristo nei cuori e i cuori al Cristo.
I sapienti comprenderanno il tranello di Satana, gli innumerevoli tranelli di Satana, perché chi possiede la Sapienza vera è illuminato, e per la loro fedeltà alla Grazia diverranno candidi e provati come il fuoco, degni d’essere eletti al Cielo. Gli empi seguiranno il Male e faranno il male non potendo comprendere il Bene, perché di loro spontanea volontà avranno colmato il loro cuore di Male.
Allora verrà il tempo in cui, conculcata sino ad un punto mai raggiunto, la Chiesa non sarà più libera di celebrare il Sacrifizio perpetuo, e l’abominazione della desolazione sarà innalzata sul Luogo Santo e sui luoghi santi, così come è detto dai profeti[96] e ripetuto da Me che non erro.
Daniele dice: “Vi saranno 1290 giorni (di questo conculcamento). Beato chi aspetta e giunge a 1335”.
Ciò vuol dire che nei tre anni e sei mesi che precederanno la fine un piccolo tempo sarà serbato in fine ai fedeli per riunirsi ad ascoltare l’ultima Parola, risuonante nei loro spiriti, come invito al Cielo, mentre Michele coi suoi angeli vincerà Satana ed i suoi demoni. “Beato chi aspetta e giunge a 1335 giorni” vuol dire: “Beato chi avrà perseverato sino alla fine” poiché sarà salvo.
E a te dico: “Va’ fino al termine stabilito (del tuo tempo di vivente sulla Terra) ed avrai requie, e starai nella tua sorte sino alla fine dei giorni.»
[95] L’arcangelo è Michele, così chiamato in Daniele 12, 1. All’intero Daniele 12 rimanda la scrittrice accanto alla data del “dettato".
[96] detto dai profeti, per esempio in Daniele 9, 27; e ripetuto da Me, per esempio in Matteo 24, 15. La citazione successiva è da Daniele 12, 11-12.