MaM
Messaggio del 2 settembre 2016:Cari figli, oggi in modo particolare desidero invitarvi in questo tempo a pregare per i sacerdoti, per le vocazioni nella Chiesa. Pregate, cari figli, pregate! Pregate per i pastori, affinché guidino la Chiesa, il gregge. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta

25 settembre 1944

Con l’animo ancora turbato dal dettato di ieri e in lotta fra un’obbedienza e un desiderio di non dar dolore a P. M., dico sta­mane il “Veni Sancte Spiritus”, come sempre prima di aprire la Bibbia per trovarci luce e conforto quando Gesù non parla direttamente.

   Mi si apre alla pagina che porta l’ultima parte [612] della preghiera di Giuditta prima di recarsi da Oloferne. “Dio dei cieli… ascolta una miserabile che a Te ricorre e tutto spera dalla tua misericordia… metti le parole sulla mia bocca, fortifica nel mio cuore il mio proposito affinché la tua casa conservi sempre la sua santità… ecc. ecc.” cap. 9° v. 17-19.
   Mi dico: va proprio bene per me che non voglio che la gloria di Dio riconoscendo la mia miserabilità e debolezza, non voglio altro che la casa di Dio, la Chiesa militante, conosca la santità, una santità sempre crescente.
   Ma, mentre scrivo questo, la benedetta voce del mio Signore, la cui presenza è dall’altro ieri continua nella sua veste bianca di Maestro mio, mi dice:
   «Non solo la mia Casa. Anche la tua, ossia la spirituale casa del cuore dove accogli Dio e l’amore per il tuo Dio, deve, e colla mia forza vi riuscirai, conservare sempre la sua santità, ossia l’amicizia con Dio e lo zelo sino al sacrificio per la sua causa. Non aver mai paura di parlare o di fare. Vedi come nei momenti più gravi di decisioni Io ti sono presso, visibilmente? È per darti forza e approvazione.»
   E infatti quando è lì viene un coraggio e una sincerità! Come si potrebbe far cosa non vera, anche solo tacere per motivo di affetti umani, quando Egli guarda con quegli occhi?
   Più tardi mi fa aprire alla fine della profezia [613] di Giona, e Gesù dice, lo dice con severità e ne ho paura:
   «Scrivi. C’è cosa per tutti e due. Ché tutti e due vi affliggete per cosa che non vi è costata nessuna fatica, che non avete fatto crescere, e l’uno in un senso, l’altra nell’altro, vorreste levare questa misericordia alle Ninivi moderne. Ossia tu, portavoce, ai tuoi fratelli laici, e P. M. ai suoi fratelli consacrati.
   Non sapete che nell’una e nell’altra Ninive vi sono centoventimila e centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla sinistra, ossia il bene dal male, perché un complesso di cose, che sono altrettanti trabocchetti e opere di Satana, li ha ridotti deficienti nello spirito? Non sapete che nell’una e nell’altra Ninive vi sono, fra questi centoventimila e centoventimila, almeno una decima e una ventesima parte che sente la sua infelicità di cieca e la sua minorazione di intelletto spirituali e gridano a Me: “Gesù, abbi pietà di noi, malati! Fa’ che noi si veda! Apri i nostri cuori e le nostre menti a comprenderti!”. Ed Io, il Gesù di Nazaret, il Maestro buono, il Taumaturgo divino, non dovrei aver compassione di loro? Ma non solo di loro. Anche di quelli che il loro mercimonio col Vizio ha reso simili ad animali.
   Quanto gran numero di animali ha la Terra! Uomini che il malefizio di Satana ha degradato ad essere animali e non altro!
   Io sono venuto per riportare lo Spirito. Sono stato il Precursore della venuta del Paraclito. Ed Io verrò per radunare i fedeli allo Spirito del Signore, che è Scienza e Coscienza del Bene e Fedeltà e Amore a Dio. Ma ora non posso venire in veste di carne a preparare le vie per il trionfo del Re. Il Padre più non lo vuole [614]. Lascerò, allora, che la barca della povera umanità vada a naufragio e ben pochi si salvino di essa? No. Non viene la Carne ma viene la Parola e si affida ai suoi servi, per i miei poveri uomini.
   E i miei servi non sono padroni della Parola, ma custodi e distributori della stessa. Lo devono essere senza irritazioni né attaccamenti umani. Ripeto dunque i miei comandi di ieri. E ad essi ci si attenga. Scrupolosamente.»

[612] l’ultima parte…, che è in Giuditta 9, 12-14 (volgata 9, 17-19, come il rinvio messo dalla scrittrice).
[613] profezia che è in Giona 4, 10-11.
[614] Il Padre più non lo vuole, come nel primo dei “dettati”, quello del 23 aprile 1943.

27 settembre 1944

Dice Gesù:
   «Perché? Molti perché sono nel tuo cuore dopo questo dettato. Ma comincio dall’ultimo.
   Non piangere, mia piccola voce, mia piccola sposa. Tua madre sta meglio di tanti, nonostante non mi abbia saputo vedere qual sono: Misericordia operante, Amore e non Giustizia, Amore che per essere Assolutore totale chiede unicamente amore e fiducia. Il mio e il tuo amore hanno messo il giusto peso al peso di amore necessario all’anima di tua madre per riscattare se stessa. È un tesoro, sai, l’amore? Tutto compra, tutto libera, tutto redime. Non piangere.
   Perché ha avuto paura di Me? Sono andato a ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28 settembre 1944

Dice Gesù:
   «Scrivi questo solo. Vi è una persona tanto a Me e a te cara che vive presso a te, che deve dare, a te, non a Me che so senza bisogno di misurare nulla, la misura della risonanza negli spiriti delle mie parole e opere di misericordia di cui tu sei il mezzo di divulgazione. Tu vedi come questa creatura si alzi giorno per giorno verso la luce, come terra che emerga da un fondo di mare e piano si elevi verso il sole divenendo monte luminoso e fiorito. Oh! quanto le abbiamo dato a questa a noi cara! Che tesoro per la sua vita! che amicizia! che conforto! Ebbene, tu vedi che le pagine del Vangelo, divenute vive per la visione, sono quelle che più la scuotono.
   Così è di molti. Sii perciò ben felice di vedere e instancabile nel descrivere. Mi fai amare e porti al desiderio di Me, Maestro e Luce. I dotti, i meno, vogliono le più alte cose. I curiosi, dalle intenzioni impure, desiderano spiegazioni di misteri futuri e di tempi futuri. Non ho per essi nessuna pietà. E per i primi ne ho molta meno di quanta ne ho per i “piccoli” del mio gregge. Per loro sono sempre Colui che dice [620]: “Ho pietà di queste turbe” e do loro il pane della mia Parola e Vita.
   A Paola e a te la mia benedizione.»
   Ero occupata in un mestiere ben poco mistico: preparavo delle verdure per il pasto, ero senza carta, Gesù mi ha ordinato: “Scrivi”. Ho lasciato subito in asso le verdure e ho preso il pezzetto di carta [621] che avevo: unico e solo.
   Le parole di Gesù dànno gioia al mio cuore di parente e di strumento di Gesù. E dànno forza al mio povero essere che fisicamente non ne può più e soffre così tanto a scrivere che… pensa di non poter più continuare.
   Ma se c’è da fare a molti ciò che la mia fatica di descrivere fa a Paola, ben vengano, a centinaia magari, le visioni, ed io mi consumi, anche prima dell’ora presumibile, per la gran fatica. Muoia magari con la penna fra le dita. Un buon soldato muore in battaglia e un martire nell’arena. Io, che voglio esser della milizia di Cristo e martire del suo amore, voglio morire nella mia battaglia e nella mia arena: per amore e per fatica. E a Dio vada lode e alle anime grazia. Per me, misericordia.

   [Segue, in data 29 settembre, il capitolo 420 dell’opera L’EVANGELO]

[620] dice, come in Matteo 15, 32; Marco 8, 2.
[621] il pezzetto di carta, di cm. 10 x 15, sul quale ha scritto, nelle due facciate, il breve “dettato” che precede, è stato poi attaccato all’interno del quaderno (formato 19 x 24 circa) che termina con la presente annotazione, scritta sulla pagina interna della copertina.

8 ottobre 1944

   Dice Gesù, che poi risulta essere il Padre: [622]

   «In verità Io non sono lungi da nessuno di voi. Sol che mi cerchiate – e non occorre neppure andare brancolando come poveri ciechi per trovarmi – mi trovate.
   Dove sono? Dove è questo Dio eterno? Dove questo Signore del Cielo e della Terra, questo Creatore di ogni uomo derivato da quell’Uomo che fu il capolavoro della sua creazione e che ora è la pietra di paragone della sua bontà? Occorre
percorrere monti e valli, navigare sui mari, affrontare deserti, o anche semplicemente uscire da case e città per trovarlo in luoghi speciali? No. Vero è che al nome e al culto del Dio onnipotente sono elevati templi e chiese ed in esse vi è il Sole senza tramonto della Eucarestia, che chiama a raccolta gli uomini per scaldarli, per nutrirli, per purificarli, per farli uni coll’eucaristica Carne, ossia col mio Amato e Diletto. Ma solo là avete Dio? No. Giubilante nei suoi santi, paterno nei suoi figli, severo nei suoi nemici, Dio è in voi.

   Io sono in voi. Vivo con la mia Grazia, fiume di gioia e pace, sorgente di continui favori o incombente colla sola non sfuggibile potenza dello sguardo che è parola e tuono di rampogna – se la parola non basta né basta il baleno del mio sguardo a richiamare la coscienza al suo dovere – Io sono su ogni spirito d’uomo. Io: Re e Creatore dell’uomo.

   Vorrei essere entro ogni spirito. Sono in quelli dei giusti come è la Particola nell’ostensorio. Sono invece, come Ostensorio che splende, altolevato a chiedere adorazione, sui fedeli dal trepido volere. Sono fra lampi e tuoni e fuoco di corruccio sull’alto della mia Gloria e dico ai ribelli: “Non oltrepassate oltre i termini del vostro male, ma retrocedete, purificatevi, prendete via di santità se non volete che Io vi faccia morire”.

   Ma non occorre andare brancolando a cercarmi. Io sono presso a voi e voi vivete, vi movete e siete sempre nell’orbita del mio raggio.

   Guai a quelli che entro i termini santi portano contaminazione di anime di peccato! In parola di Dio che non mente Io dico che benigno sarò a chi, ignorando il Dio vero, lo serve di istinto spirituale servendo la bontà e la morale. Ma verso coloro che, conoscendo il mio Nome e la mia Legge, detronizzano Dio per fare luogo a vizi e idolatrie, ben diverso sarà il mio giudizio. I primi servono “il Dio ignoto”. I secondi disertano la reggia e la milizia del Dio conosciuto per servire infiniti dèi, idoli dai molti nomi e di un unico risultato: rovina.

   E può il Figlio, che è morto perché fosse amato da tutti il Dio vero, che dal Padre è stato eletto Giudice come fu designato Ostia del mondo, essere longanime verso quelli che con pervicacia sono rimasti nelle loro idolatrie? Qualcosa vi ho forse negato nel crearvi che giustifichi la vostra stoltezza? No. Vi ho dato intelligenza e volontà, e sarebbero bastate perché ve le ho date da Dio, ossia capaci di tenervi nel Bene. Né mi sono ad esse ancora limitato. Ma vi ho dato sapienza e dottrina.

   Tutto è detto di ciò che l’uomo deve fare per esser figlio mio. Chi non lo fa, non vuole esserlo. Non mormori dunque se Dio è per lui severo come sdegnato giudice, e non amoroso come padre ai suoi figli.»

[622] che poi risulta essere il Padre è un’aggiunta della scrittrice inserita tra le righe. Ad essa segue il rinvio ad Atti 17, 27-28.

11 ottobre 1944

Dice Gesù:
   «Pazienza e ubbidienza [626] sono due grandi virtù. Pazienza porta seco pace, pazienza porta seco amicizia con Dio, rispetto a Dio, carità verso i prossimi, salute spirituale e fisica e benedizioni celesti.
   L’impaziente è inquieto. Nell’inquietudine non vi è Dio, il quale si fa sentire solo nella pace del cuore. Anche un cuore addolorato può essere in pace. La pace vi è quando vi è rassegnazione. Ma nel cuore che si irrigidisce al volere eterno e all’urto delle cose comuni vi è sempre sforzo, sofferenza, inquietudine.
   Valesse l’irrigidirsi, e il puntarsi come muli restii, a deviare a favore ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16 ottobre 1944

Apro la Bibbia. Si presenta [635] il cap. 23° dell’Ecclesiastico, v. 1 - v. 4.

   È una preghiera che mi piace. È tanto facile che la mente insuperbisca e il cuore si gonfi d’orgoglio! No. La morte piuttosto che questo. Perché questo vorrebbe dire perderti, Signore, e perderti non voglio. Usa flagelli e discipline, ma tieni a terra la tua “violetta”.
   Alle 12 dico a Gesù: “Sì, Signore, conducimi per mano (stavo leggendo una frase dettata a Suor Benigna da Gesù [636] e che era il mio pensiero del giorno). Io voglio ciò che Tu vuoi e non altro. Ma ho paura del mondo…”.
   Gesù mi risponde, Lui che sa di che genere di paura parlo:
   «Quando ti imponessero silenzio non riconoscendo che per mio nome e volontà tu fai quanto fai, rispondi ciò che risposero [637] Pietro e Giovanni al Sinedrio dopo la guarigione dello storpio: “Se sia giusto dinnanzi a Dio l’ubbidire a voi piuttosto che a Dio, giudicatelo voi stessi. Noi (io) non possiamo (non posso) non parlare di quello che abbiamo (che ho) visto e udito”. Non potresti del resto impedire a Me di venire a te e di forzarti a vedere e udire. E sarebbe stoltezza in te udire il mondo che vuole imporre silenzio a Dio, anziché Dio che vuole dare luce al mondo. Se Io voglio, chi contro di Me?»


[635] Si presenta… nella neo-volgata: Siracide 23, 1-4.
[636] Suor Benigna è Benigna Consolata Ferrero, già menzionata il 24 settembre, rinviando al “dettato” del 23 agosto 1943.
[637] ciò che risposero…, come si legge in Atti 4, 19.

17 ottobre 1944

Dice Gesù:
   «Mi spiego, per quanto abborra scendere ad argomenti troppo intrisi di ciò che ha sapore di corrotto, a rispondere ad un desiderio. Questo perché sono il "Salvatore" e voglio salvare, liberando da ogni nebbia. Veramente tanto e tanto e tanto sole ti è brillato, Giuseppe, che non dovresti più aver nebbia in cuore, e come colui che dall'alto di un monte, in un giorno sereno, sta ad occhi ben aperti e attenti, dovresti vedere chiaramente fin i più piccoli particolari del vero e discernerli da quelli che sono scherzi di luce e di lontana nuvola vagante.
   ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

19 ottobre 1944

Dice Gesù:
   «Ed ora Io ti parlo.
   Non ti ho mostrato che un angelo, un semplice angelo. Non un serafino né un cherubino, non un arcangelo. Un angelo, direi il più piccino, per farti comprendere come egli è un comune fra le schiere tripudianti in Cielo. E tu hai visto come la sua luce, che dà incorporeo corpo alla sua essenza tutta spirito, abbia offuscato la luce di tutti gli astri messi insieme.
   Ho chiamato col desiderio del mio Pensiero un angelo ed egli è venuto dall’Empireo più lontano, e fra il mio chiamarlo ed il suo essermi ai piedi ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

20 ottobre 1944

 Sola, in queste prime ore del giorno, ho modo di concentrarmi e riflettere a tante cose. E fra queste penso perché Gesù ha atteso tanto tempo a dare una luce sul caso B. P. Non dico nel 1941 e 42, quando io ero ancora priva della Parola. Ma in questi 18 mesi che Essa mi ammaestra e che, da P. Migliorini, da me e da Giuseppe [639] stesso, si desiderava una luce divina su quello che, in diversa maniera ma con la stessa ansia, ci stava a cuore di sapere. E dico anche a Gesù: “Perché nel 1941, quando ci ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

22 ottobre 1944 Preghiera dettata da Gesù per l’Ottavario della sua Regalità

 «Gesù, Re d’Amore, abbi pietà di noi.
   Poiché vogliamo amarti, aiutaci ad amarti.
   Poiché riconosciamo che Tu sei il Re vero, aiutaci a sempre più conoscerti.
   Poiché crediamo che Tu puoi tutto, conferma la nostra fede con la tua Misericordia.
   Tu, Re del Mondo, abbi pietà del povero mondo e di noi che siamo in esso.
   Tu, Re della Pace, da’ la pace al mondo e a noi.
   Tu, Re del Cielo, concedici di divenirne sudditi.
   Tu lo sai che piangiamo: consolaci.
   Tu lo sai che soffriamo: sollevaci.
   Tu lo sai che abbiamo bisogno di tutto: aiutaci.
   Noi sappiamo che soffriamo per nostra colpa, ma speriamo in Te.
   Noi sappiamo che è ancora poco quello che soffriamo rispetto a quello che meriteremmo di soffrire, ma confidiamo in Te.
   Noi sappiamo quello che abbiamo fatto a Te, ma sappiamo anche quello che Tu hai fatto per noi.
   Sappiamo che sei il Salvatore: salvaci, Gesù!
   Re, dalla corona di spine, per questo tuo martirio d’amore sii per noi l’Amore che soccorre.
   Aprici colle tue Mani trafitte i tesori della Grazia e delle grazie.
   Vieni a noi coi tuoi Piedi feriti. Santifica la Terra e noi col Sangue che goccia dalle tue Piaghe: gemme della tua regalità di Redentore.
   Apri all’amore i nostri cuori con le fiamme del tuo Cuore aperto per noi.
   Se ti ameremo saremo salvi qui, nell’ora della morte e dell’ultimo Giudizio.
   Venga il tuo Regno, Signore, in Terra, in Cielo e nei nostri cuori.»