MaM
Messaggio del 25 dicembre 1994:Cari figli! Oggi gioisco con voi prego con voi per la pace: pace nei vostri cuori, pace nelle vostre famiglie, pace nei vostri desideri, pace in tutto il mondo. Il Re della pace oggi vi benedica e vi dia la pace. Io vi benedico e porto ognuno di voi nel mio cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta - Messaggi anno:1943

19 dicembre 1943

Dice Dio Padre:
   «Nella manifestazione maestosa del Sinai, Io ho detto[722] al mio Servo per gli uomini, per tutti gli uomini, le regole da osservarsi per meritare la mia benedizione.

   E se molte delle disposizioni minute che hanno fatto seguito al Decalogo, per rendere più sicuro e facile a quegli antichi il mettere in pratica il Decalogo, sono cadute col volgere dei secoli e con l’avvento del Cristianesimo, il Decalogo è rimasto e non muta.
Non muterà sino all’ultimo giorno e, fosse concesso ancora alla Terra un vivere di millenni di millenni, esso Decalogo sarà sempre quello, sempre valido, sempre ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

20 dicembre 1943

 Dice Gesù:
   «Uno dei punti in cui la vostra superbia naufraga nell’errore, che oltre tutto avvilisce proprio la vostra superbia dandovi un’origine che se foste meno traviati di orgoglio ripudiereste come avvilente, è quello della teoria darviniana.[728]

   Per non ammettere Dio, il quale nella sua potenza può aver creato l’universo dal nulla e l’uomo dal fango già creato, prendete per vostra paternità quella di una bestia.

   Non vi accorgete di sminuirvi perché, pensatelo, una bestia per quanto sia perfetta, selezionata, migliorata, perfezionata nella forma e nell’istinto, e se volete anche nella formazione mentale, sarà sempre una bestia? Non ve ne accorgete? Questo depone sfavorevolmente rispetto al vostro orgoglio di pseudo superuomini.

   Ma se non ve ne accorgete, non sarò Io quello che spreca parole a rendervene accorti e convertiti dell’errore. Vi chiedo soltanto una cosa che, in tanti quali siete, non vi siete mai chiesta. E se mi potrete rispondere coi fatti non combatterò più questa vostra avvilente teoria.

   Se l’uomo è il derivato della scimmia, la quale per evoluzione progressiva è divenuta uomo, come mai in tanti mai anni che sostenete questa teoria non siete mai riusciti, neppure coi perfezionati strumenti e metodi di ora, a fare di una scimmia un uomo? Potevate di una coppia di scimmie intelligenti prendere i più intelligenti figli e poi i figli intelligenti di questi e così via. Avreste ormai molte generazioni di scimmie selezionate, istruite, curate dal più paziente e tenace e sagace metodo scientifico. Ma avreste sempre delle scimmie. Se mai vi fosse una mutazione, sarebbe questa: che le bestie sarebbero meno forti fisicamente delle prime e più viziose moralmente, poiché con tutti i vostri metodi e strumenti avreste distrutto quella perfezione scimmiesca che il Padre mio creò per questi quadrumani.

   Un’altra domanda. Se l’uomo è venuto dalla scimmia, come mai ora l’uomo, anche con innesti e ripugnanti incroci, non torna scimmia? Sareste capaci anche di tentare questi orrori se sapeste che ciò potesse dare sanzione approvativa alla vostra teoria. Ma non lo fate, perché sapete che non riuscireste a fare di un uomo una scimmia. Ne fareste un brutto figlio d’uomo, un degenerato, un delinquente forse. Ma mai una vera scimmia. Non lo tentate perché sapete in anticipo che fareste una pessima riuscita e la vostra riputazione ne uscirebbe rovinata.

   Per questo non lo fate. Non per altro. Perché di avvilire, per sostenere una vostra tesi, un uomo al livello di un bruto, non sentite nessun rimorso né orrore. Siete capaci di questo e di ben altro. Siete già voi dei bruti poiché negate Dio e uccidete lo spirito che vi differenzia dai bruti.

   La vostra scienza mi fa orrore. Avvilite l’intelletto e come dei folli neppure vi accorgete di avvilirlo. In verità vi dico che molti primitivi sono più uomini di voi.»

[728] teoria darviniana, cioè la teoria evoluzionistica, esposta dal naturalista inglese Charles Robert Darwin (1809-1882).

21 dicembre 1943

Dice Gesù:
   «Altro segno della mia venuta fu la Pace. Il mondo era tutto in pace quando nacqui. Ero Dio. E Dio è Amore. La guerra è odio. Ero il Principe della Pace. Non potevo venire che mentre sulla Terra era la pace.

   Nuovo Adamo che dà inizio alla seconda generazione del­l’uomo, annullando col suo martirio la generazione perversa del primo, nacqui come il primo alla vita mentre non vi era lotta nel mondo. E se, per quel che di incancellabile che Satana vi ha apposto, ancora durava la strage degli animali compiuta dall’uomo e degli animali fra loro - prima non vi erano neppur queste - gli uomini fra loro erano in pace. Almeno fra loro erano in pace.

   Meditate. La guerra è odio e Dio non è dove è odio. Per meritare Iddio bisogna essere senza odio. Verso nessuno. Inutile qualsiasi mezzo se manca Dio. E Dio non lo potete avere perché odiate con una ferocia di belve rese idrofobe dalla fame.

   Non dico altro perché siete indegni di avere altro, e del mio Bene vi fate strumento per nuocere a voi e agli altri. Dico solo questo: “Condizione prima per uscire da questo inferno è che prima usciate dall’odio che vi veste e che strappiate da voi l’odio che è come la midolla delle vostre ossa, poiché siete odio dentro e fuori di voi”.»

22 dicembre 1943

Dice Gesù:
   «Riconoscere i benefici che si ricevono è anche fra gli uomini obbligo e segno di cuor gentile. Gli ingrati voi li giudicate severamente. E con ragione.

   Ma come allora dovrà giudicarvi Iddio? Quando trionfate per un beneficio di Dio e vedete riuscire le vostre imprese, perché non trovate una parola per Colui che vi ha dato quella gioia? Perché dite: “Io ho fatto questo”? Perché, gonfi di orgoglio, esclamate: “Il Signore mi ha dovuto per forza ascoltare perché io sono meritevole del suo aiuto”? No. Se il Padre dovesse darvi per quanto meritate, dovrebbe polverizzarvi.

   Ma Egli, per ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

23 dicembre 1943

 Dice Gesù:
   «Grande insegnamento e troppo trascurato quello che si legge nel cap. 4° di Nehemia.

   Vigilanza, costanza e orazione. Ecco le tre armi più potenti delle frecce, delle lance e delle spade. Ed ecco anche la necessità che fra il popolo di Dio vi siano coloro che sono specialmente votati ad orare per coloro che lavorano e che non sanno usare contemporaneamente le mani alle occupazioni e il cuore alla preghiera.

   I giovani, dice[731] il libro dell’Esdra, che lavoravano, anche quelli che erano occupati al lavoro e non alle difese, lavoravano con la spada cinta al fianco e pronta alla lotta. Né vi erano ribellioni al comando che li designava ora per il lavoro e ora per le difese. I superiori sono sempre ispirati da Dio e quando assegnano un compito vanno ubbiditi con prontezza e senza mormorare.

   Tutti hanno questo dovere. E specialmente lo avete verso Dio, Superiore eccelso, il quale nella sua provvidenza predispone le missioni e le mutazioni nelle missioni. Guai a quei cuori attaccati alle cose che periscono, che si ribellano all’ubbidienza dicendo: “Io mi sento meglio in questo stato e non voglio questo altro stato”.

   Non voglio! Come potete dire che non volete? Dove è l’ubbidienza, la sommissione, l’amore alla Volontà di Dio che vi traspare da dietro ai comandi dell’uomo? Solo in una cosa vi è lecito non volere. Quando l’uomo vi impone di compiere il male. Allora dovete resistere e dire: “No” anche se ciò fa di voi dei martiri.

   E voi che avete potestà di comando, nel piccolo o nel grande che sia, udite ciò che vi dice il Signore, che ha parlato prima ai soggetti attraverso il Libro ed or parla a voi.

   Ricordate che dirigere è doppio onere che non l’esser diretti. Sta a voi non rendervi responsabili delle altrui rovine. I soggetti rispondono a Dio per se stessi. Voi, per voi e per loro. Alla dignità della carica corrisponde severità di condotta verso voi stessi. Dovete essere di esempio poiché l’esempio trascina, tanto nel bene che nel male. E da superiori malvagi o semplicemente accidiosi non si possono avere che soggetti malvagi e accidiosi.

   Così in una comunità e così in uno stato. I piccoli guardano i grandi e sono lo specchio dei grandi. Ricordatevelo.

   Altra dote dopo l’intemeratezza è la bontà. La bontà frena gli istinti più delle carceri e delle prescrizioni. Fatevi amare e sarete ubbiditi. Trascinerete alla bontà essendo buoni. Ma guai se sarete avidi, ingiusti, malvagi. Sarete odiati, scherniti, disubbiditi anche e soprattutto nei comandi buoni che darete, e ubbiditi, anche più di quanto non vorreste, nel copiare la vostra avidità, la vostra ingiustizia, la vostra malvagità.

   Non inebriatevi talmente del vostro onore da essere incapaci di intendere i soggetti nei loro giusti bisogni e nei loro lamenti. Esser capi vuol dire esser “padri”. Per questo Dio vi ha dato un’autorità. Non perché ne facciate sferza sui minori. Non siete onnipresenti come Dio. Ciò è vero. Ma quando si vuole si può, per quanto si vuole. E chi vuole sapere la verità, la sa.

   Vigilanza, dunque, su tutto e tutti. Non stolta e cieca fiducia e accidiosa noncuranza riguardo ai vostri aiutanti. Non tutti sono dei giusti e molti Giuda sono sparsi fra le file degli aiutanti dei capi. Non fatevi schiavi di essi mendicando il loro consenso pur di imperare. Siate giusti e basta. E quando vedete che in vostro nome si esercita un dispotismo colpevole, fate di esser sempre in condizione di libertà di obblighi verso i vostri rappresentanti, in modo da poterli riprendere senza tema che da accusati si facciano accusatori.

   Siate onesti e giusti. Onesti nel non approfittare della sorte a danno dei minori. Giusti nel saper punire coloro che per essere qualcosa si sono creduto lecito ogni sistema.

   Se così farete sempre potrete dire a Dio: “Ricordati di me in bene, perché ho fatto del bene a coloro che Tu mi hai dato»

[731] dice, in Neemia 4, 9-17, secondo la neo-volgata. (Nella volgata, il libro di Nehemia era chiamato anche secondo libro di Esdra).

24 dicembre 1943

Dice Gesù:
   «Anche un versetto solo di un salmo ha una luce capace di illuminare gran via.

   Ecco la differenza[732] fra il peccatore e il giusto.

   Il primo è un vampiro che prende e distrugge né mai restituisce. Distrugge le opere dei fratelli e i meriti miei. Si nutre della comunione dei santi. Ecco come se ne nutre. Non per il suo spirito al quale nessun cibo spirituale può giovare poiché è spirito morto. Se ne nutre per questa sua vita, poiché i santi pregano per lui e stornano dal suo capo i castighi di Dio. Tutti meno l’ultimo, poiché ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

25 dicembre 1943 Nuovo dettato di Maria.

Dice Maria:
   «La beatitudine dell’estasi natalizia è venuta meco come essenza di fiore chiusa nel vivo vaso del cuore per tutta la vita. Indescrivibile gioia. Umana e sovrumana. Perfetta.

   Quando il venir di ogni sera mi martellava nel cuore il doloroso memento: “Un giorno meno di attesa, un giorno più di vicinanza al Calvario”, e l’anima mia ne usciva ricoperta di pena come se un flutto di strazio l’avesse ricoperta, anticipata onda della marea che m’avrebbe inghiottita sul Golgota, io curvavo il mio spirito sul ricordo di quella beatitudine che era rimasto vivo nel cuore, così come uno si curva ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

26 dicembre 1943

ice Maria:
   «A molti, già rapiti nelle altezze della mistica, fu concesso di vedere il mio santo Figlio infante, di stringerlo anche al cuore. Ma a pochi fu concesso vedermi mentre rendevo alla sua Umanità le più dolci cure che una madre dona al suo neonato.

   È mettere il mio fedele nell’intimità più profonda della nostra Famiglia e della mia vita. È rendervi sempre più facile e perfetto l’amore da dare al mio Gesù, del quale potete ammirare l’umiltà, la delicatezza, la debolezza di neogenito e ricevere dalla sua bocchina vagente una delle più profonde lezioni di sacrificio e di ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

27 dicembre 1943

 Ore 1 antimeridiana

   Dice l’Apostolo:
   «Giovanni al piccolo Giovanni.[744] Dopo il Maestro e la Madre parlo io pure per darti un insegnamento spirituale.

   Per essere dei prediletti occorre fare ciò che io ho fatto per ispirazione dello Spirito Santo. Fedeltà assoluta che tutto accoglie senza esitazione e senza discussione. Purezza di spirito, di mente, di carne. Carità eroica.

   Talora Dio ci sottopone a prove che altro non sono che saggi dell’oro dell’anima. Siamo destinati a questa dimora che io posseggo presso il mio Dio. Ma qui non entra chi nella sua anima porta un anche minimo amalgama di impurità. Le ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

28 dicembre 1943

 Dice Maria:
   «Il primo pianto del mio Bambino ha tremato nell’aria otto giorni dopo la Nascita. Era il primo dolore del mio Gesù.

   Egli era l’Agnello e come agnello fu marcato col segno del Signore perché fosse a Lui consacrato: Primogenito, secondo la legge divina e secondo la legge umana, fra tutti i viventi.

   Già la sua consacrazione a Dio Padre era avvenuta in Cielo quando Egli si era offerto Riparatore della colpa e Redentore dell’uomo, cangiando la sua spirituale natura in quella di Uomo, Verbo fatto Carne per desiderio d’amore.
   Vittima già deposta sulla pietra del celeste altare, Vittima ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)