Una devota di S. Gemma Galgani depose: «Nel 1906, da circa dieci mesi ero sofferente di forte dolore al capo, nel quale sentivo come tanti carboni accesi, in maniera che mi sembrava che mi bollisse il cervello; mi si bruciò anche tutta la bocca, in maniera che non potevo mangiare e dovevo contentarmi soltanto di bevande diacce, e qualche volta anche di un po’ di minestra, ma diaccia.
Nel suo libretto «I nostri morti - La casa di tutti» il salesiano Don Giuseppe Tomaselli scrive quanto segue ...
Verso l’autunno del 1917 si trovava in quel tempo a S. Giovanni Rotondo (Foggia) la sorella di Padre Paolino, superiore del convento dei Cappuccini, Assunta di Tommaso, la quale era venuta a visitare il fratello e dormiva nella foresteria. Una sera, dopo cena, Padre Pio e Padre Paolino andarono a salutare la sorella, che si tratteneva vicino al focolare. ...
In una nobile famiglia cattolica del Belgio... un bambino di circa sette anni era moribondo. La madre addoloratissima se ne stava presso il letto, aspettando l’ultimo respiro del figlio. Era il 7 febbraio 1878 alle 5 e tre quarti pomeridiane, al tocco dell’Ave Maria. A un tratto il bambino si anima, si solleva, fissa gli occhi al cielo e stende le braccia esclamando: Mamma, che vedo!
Interessante è il fatto avvenuto nel 1946 nella persona dell’ingegnere Enzo Crozza, domiciliato a Torino, in via Ilarione Petitti, 34. Quest’ingegnere, ammalatosi nel 1942, si era fatto assistere in famiglia nelle ore notturne da una Suora dei Cottolengo, certa Suor Angela Curti. Nei 1944 la Suora moriva nei Cottolengo. L’ingegnere non ne sapeva nulla.
Un Sacerdote mi diceva: Sono vecchio. Ho viaggiato in Europa, in Asia e in Africa. Ho conosciuto tanti Religiosi e Prelati. Ma l’uomo più santo che io abbia avvicinato è stato Mons. Marengo, il Vescovo della Diocesi di Carrara. Per il molto lavoro a bene del prossimo forse abbreviò i suoi giorni ed il 22 ottobre 1921 moriva, compianto dai fedeli e chiamato «santo» innanzi tempo.
San Domenico Savio, alunno salesiano morto nel 1857 e santificato nel 1954, dopo la sua morte apparve a San Giovanni Bosco. Questi narrava così l’apparizione ai suoi giovani e ai Superiori della Congregazione: «Mi trovavo a Lanzo ed ero nella mia stanza. D’un tratto mi vidi sopra una collina. Il mio sguardo si perdeva nell’immensità di una pianura. Essa era divisa da larghi viali in vastissimi giardini. I fiori, gli alberi, i frutti erano bellissimi, e tutto il resto corrispondeva a tanta magnificenza.
Nella Casa Provinciale dei Preti della Missione, in Via dei Vergini 51 a Napoli, si conserva, visibile al pubblico, un quadro rappresentante Gesù Crocifisso in carta incollata su tela, incorniciata da un piccolo telaio di legno. Lo straordinario sta nel fatto che porta nella parte inferiore le impronte di due mani incise a fuoco. Qual è l’origine di quelle impronte?
Il 13 maggio 1917 la Vergine Santissima appare a due ragazzine, Lucia di 11 anni e Giacinta di 7, e a un ragazzetto di 9 anni, Francesco, tre pastorelli semplici e buoni che recitavano sempre le preghiere.
Giuseppina Berettoni, anima privilegiata morta a Roma nel 1927, fu pregata dalla Presidente del Circolo delle Donne Cattoliche Carlotta Marchi, vedova Contestabile, a far visita a un suo nipote gravemente ammalato, ma purtroppo sprezzante di Dio e dei Sacramenti. Nel tardo pomeriggio del 31 maggio 1906 ella si presentò alla clinica e si trovò a colloquio con il Direttore, il quale con un sorriso canzonatorio le chiese: Lei deve essere una bizzoca che vuole convertirlo! Ma che? Non ci riuscirà, perché un tipo... — Poi cercò di licenziarla, ma essendo troppo tardi e non potendo ritornare a casa, Giuseppina si mostrò così persuasiva che il Direttore le concesse di rimanere, anzi le disse: «Veda, tutti i giorni io porto via questa chiave; ma ora la consegno a lei, così, dopo la visita all’infermo, potrà passare qui la notte; potrà riposare su quella poltrona».
Viveva a Londra, nel 1848, una vedova di ventinove anni, molto ricca e assai mondana. Tra i damerini che frequentavano la sua casa, si notava un giovane Lord, di condotta poco edificante. Una notte, verso le dodici, la donna stava a letto leggendo un romanzo per conciliare il sonno. Appena spenta la candela per addormentarsi si accorse che una strana luce, proveniente dalla porta, si diffondeva nella camera, crescendo sempre più. Meravigliata, spalancò gli occhi non sapendo spiegarsi il fenomeno. La porta della camera si apri lentamente ed apparve il giovane Lord, complice dei suoi disordini. Prima che essa potesse proferire parola, il giovane le fu vicino, l’afferrò al polso e disse in inglese: «C’è un inferno, dove si brucia!».
Un miracolato dalla Beata Assunta Pailotta (+ 1905) depose: «Da circa otto mesi me ne stavo a letto per paralisi... Mi raccomandavo a tanti Santi dei Paradiso, ma avevo una particolare devozione per la Serva di Dio Maria Assunta Pallotta.