Quando, stanco per la lunga strada che gli aveva spezzato le gambe e raffreddato il coraggio, quell'audace curato arrivò dal direttore del pellegrinaggio, sentì il suo entusiasmo spegnersi e la sua speranza affievolirsi: «Dopo tutto, pensò, non ho altro argomento da portare che la mia fiducia nell'impossibile. La mia richiesta susciterà meraviglia e, ciò che è peggio, ironia».
Nell'uragano di Verdun, in fondo a quella Fossa della Morte, tomba spaventosa del fior fiore della gioventù, culla della vittoria.
Una sera dell'estate 1928, verso le sei, davanti alla basilica del Rosario, dove mezz'ora prima era terminata la benedizione ai malati, si era formato un assembramento molto animato. Persuasa di un miracolo, la folla aveva subitamente invaso la piazza. No, non era un miracolo. Immobile era steso un uomo, chiusi gli occhi, già livido, morto, fulminato da un embolo. I barellieri si affrettarono a trasportare il cadavere, quando una donna si precipitò con le braccia tese, i lineamenti sconvolti da un dolore tragico: « mio marito! ».
Questo fatto, che bisogna inserire tra i miracoli di ordine sovrannaturale che ornano la fronte di Bernardetta, l'ho raccolto recentemente da un Sacerdote inglese. Sembra abbia, Nostra Signora di Lourdes, una gioia particolare a condividere, con la sua Eletta, il privilegio di Mediatrice fra la misericordia divina e 1'angoscia umana. L'inverno scorso un uomo, dalla coscienza sconvolta dai rimorsi, purtroppo più che giustificati, mi confessò con freddo cinismo di essersi deciso finalmente a farla finita con la vita, gravata di una colpa enorme e, peggio, creduta senza remissione. Si sentiva affatto incapace ormai di sopportarne più a lungo il peso opprimente. Nessun sintomo di pentimento, nessun spiraglio che desse adito alla speranza; solo una visione folle sentiva ergersi a sbarrargli da ogni parte il passo: l'irreparabile!
« Sono ormai due anni che ritorno qui, con la stessa speranza, con lo stesso insuccesso. Due armi che mi presento davanti a Lei, gridandole l'angoscia della mia infermità: "I miei occhi, i miei poveri occhi spenti... perché non vuoi rendermeli? Altri, inguaribili come me, hanno ricevuto da te questa grazia perdutamente desiderata; dono regale e bello, che sembra il più grande dei beni a chi l'ha perduta... la luce!".
Viene condotto a Lourdes per la prima volta un vecchio bretone, dalle abitudini caratteristiche della Bretagna, inconfondibili. Il suo stato è pietoso: paralizzato da cinque anni, le gambe inerti, le braccia irrigidite, affatto prive di forza. È una rovina!
Nel suo paese, da tanti anni, l'avevano soprannominato « Zampa tarda », e nessun nomignolo avrebbe potuto tradurre meglio il grottesco di una infermità, che aveva del ridicolo. Quando egli, infatti, che era già sulla sessantina, buttava avanti la gamba sinistra, il piede destro seguiva, strisciando, cinquanta centimetri indietro.
Allorchè pieno di inquietudine, di terrore, il viso funereo di chi sente l'alito amaro dell'eternità, arrivò alla porta che schiude il Paradiso, quel dannato d'un Binoche si lasciò cadere, singhiozzando, sulla soglia. - Animale d'un animale, che cosa vado io a chiedere da S. Pietro, che durante la mia vita non gli ho spedito che caterve di invettive?!
Passo per salutare, prima di lasciarci, alcuni malati che mi erano stati molto vicini nel pellegrinaggio. « Il miracolo, che non si vede ancora, - dicevo loro - può essere in cammino: nessuna preghiera è tanto grandiosa come quella che elevate ora, che tornate apparentemente inesauditi ». Non è necessario: sui loro volti c'è tanta grazia e mai il loro pregare così tranquillo. La serenità più grande nella mia vita l'ho trovata qui, su questi treni ammalati e la gioia più serena. Fratello che scuoti il capo « vieni e vedi », « metti il tuo dito qui ».
Il dottore mi prese per il braccio mostrandomi, discreto, una donna che attendeva presso l'Ufficio medico, che si apre sul Gave. - Guardi quella l'ha guarita. Guardarla! Ci sono volti che attirano stranamente l'occhio di ognuno e te lo trattengono, tuo malgrado. Pauroso viso: un buco orrendo al posto del naso corroso; la faccia distrutta che il cancro aveva ridotta orribile e peggiore di una testa da morto, con quella carne sanguinolente e livida su cui brillavano due occhi stranamente cupi, quasi che qualcuno avesse avuto l'inumana fobia di scorticarlo a bella posta e non avesse saputo renderlo più ributtante di così. Riconoscendo il medico, essa si alzò, cercando di sorridere. Ma quale sorriso!
Non ti farò felice in questo mondo, ma nell’altro! Questo si era sentita dire dalla "Signora vestita di bianco" che l’11 febbraio del 1858 le era apparsa nella grotta di Massabielle. Lei era una fanciulla di appena 14 anni, quasi analfabeta e povera in tutti i sensi, sia per le scarse risorse economiche di cui disponeva la famiglia, sia per la sua limitata capacità intellettuale, sia per una salute estremamente malferma che, con i suoi continui attacchi d’asma, non le permetteva di respirare. Come lavoro pascolava le pecore e l’unico suo passatempo era la corona del rosario che lei recitava quotidianamente trovando in essa conforto e compagnia. Eppure fu proprio a lei, una ragazza apparentemente "da scartare" secondo la mentalità mondana, che la Vergine Maria si presentò con quell’appellativo che la Chiesa aveva, appena quattro anni prima, proclamato come dogma: Io sono l’Immacolata Concezione, le disse durante una delle 18 apparizioni che Bernadette ebbe in quella grotta vicino Lourdes, il suo paese di nascita. Ancora una volta Dio aveva scelto nel mondo "ciò che è stolto per confondere i sapienti" (vd. 1Cor 23), capovolgendo tutti i criteri di valutazione e di grandezza umana. E’ uno stile che si è andato ripetendo nel tempo, compreso in quegli anni in cui il Figlio stesso di Dio scelse tra umili e ignoranti pescatori quegli Apostoli che avrebbero dovuto proseguire la sua missione sulla terra, dando vita alla prima Chiesa. "Grazie perché se ci fosse stata una giovane più insignificante di me non avreste scelto me..." scriveva la giovane nel suo Testamento, consapevole che Dio sceglieva tra i miseri e tra gli ultimi i suoi collaboratori "privilegiati".