MaM
Messaggio del 25 agosto 2004:Cari figli, vi invito alla conversione del cuore. Decidetevi, come nei primi giorni della mia venuta qui, al totale cambiamento della vostra vita. Così, figlioli, avrete la forza di inginocchiarvi e davanti a Dio aprire i vostri cuori. Dio sentirà le vostre preghiere e le esaudirà. Io davanti a Dio intercedo per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

I lebbrosi sono guariti

28/10/2007    1684     Lourdes    Lourdes 
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Il dottore mi prese per il braccio mostrandomi, discreto, una donna che attendeva presso l'Ufficio medico, che si apre sul Gave. - Guardi quella l'ha guarita.
Guardarla! Ci sono volti che attirano stranamente l'occhio di ognuno e te lo trattengono, tuo malgrado. Pauroso viso: un buco orrendo al posto del naso corroso; la faccia distrutta che il cancro aveva ridotta orribile e peggiore di una testa da morto, con quella carne sanguinolente e livida su cui brillavano due occhi stranamente cupi, quasi che qualcuno avesse avuto l'inumana fobia di scorticarlo a bella posta e non avesse saputo renderlo più ributtante di così. Riconoscendo il medico, essa si alzò, cercando di sorridere. Ma quale sorriso! La maschera umana assunse, senza volerlo, tinte più fosche che m'obbligarono a chiamare tutte le energie dello spirito per non mostrare il disgusto naturale. L'amico le strinse, con gesto affettuoso, più che naturale, la mano: il suo occhio vedeva sotto il male, che nauseava i passanti, una realtà infinitamente più degna: un'anima bella, appena rigenerata dal pentimento, trasfigurata dalla certezza del perdono. Che valore può avere allora anche uno spaventevole male che rode spietato e fa scostare, inorridita, la folla?
Fu essa stessa a raccontarci la sua storia: un racconto d'umiltà sì dolce e rassegnata, che non potevi non unire alle sue le tue lacrime.
- Ho detestato la Santa Vergine, l'ho ingiuriata; per anni ho bestemmiato Dio con rabbia ed ostinazione. Fremevo al solo sentire nominare Lourdes e avrei voluto averLa presente, viva quell'Immacolata per poterle lanciare in faccia il mio insulto, infangare la sua purezza, amareggiarla di oltraggi.
Su un simile volto, quelle parole avrebbero dovuto essere terrificanti, se non ci fossero stati in quegli occhi segni indubbi di un grande pentimento.
- E non è tutto, ho fatto di peggio ancora; ho paura di me stessa: credo d'essere stata indemoniata davvero. Si arrestò quasi oppressa da un passato di odio e di rivolta che la inorridiva. Il dottore le parlò dolcemente: - Sì, ma poi Nostra Signora l'ha voluta vedere qui e l'ha condotta, tenendola per mano. - Davvero, mormorò la donna, è stata Lei. Allora con parole di chi ancora rivive nell'emozione, essa cominciò a raccontare come nel pieno delle proprie collere, la Vergine l'avesse vinta abbattendola, materna come Lei sola sa fare, ai piedi di una cappelletta, ad un crocicchio di strade.
- Avevo teso il mio braccio blasfemo e ribelle contro di Lei, con le parole più ignobili che conosca la terra e che andavo cercando nel fondaccio peggiore di me stessa; avrei voluto schiacciarla sotto i piedi, spasimando perché non mi era dato. Ma ad un tratto mi sentii mancare; mio malgrado e contro ogni mio sforzo, le gambe cominciarono a piegarsi, mentre mi si annebbiava la vista fino alle vertigini, sempre più impotente ad articolare le parole che sentivo ribollirmi dentro; le braccia inquiete cercavano invano un sostegno.
- La Vergine Santa l'ha punita! - gridava sbalordito il gruppetto di donne, che avevo scandalizzato nel loro pregare. Il terrore mi sembrava guardare da ogni parte e lo sentivo, immenso come onda d'alluvione, travolgermi ogni pensiero fino a morirne.
Poi non so più... senza sapere come, insensibilmente, mi trovai in ginocchio, singhiozzante, davanti a Lei che mi guardava serena: non era il suo uno sguardo accusatore...
La interruppi commosso: - E per questo siete venuta a Lourdes?
- Sì, rispose, ma non cerco la guarigione; non la voglio. Le domando solo di soffrire qualcosa ancora. Non la salute, ma solo un po' di pazienza e la grazia della rassegnazione... la forza di portare, senza scoraggiamento, il mio supplizio redentore; l'energia sufficiente per poter continuare a vivere nella vergogna di questo male che mi tortura e lavare il mio delitto.
Diceva tutto, con dolcezza a voce bassa a noi, soli. Piangeva e le lacrime cadevano pesantemente da quegli occhi, rossi, tumefatti giù tra le rughe del male, aperte come solchi profondi.
Ci raggiunsero voci di commiserazione e di pietà di gente in attesa presso l'Ufficio Medico Costatazioni; ma noi, che ne conoscevamo il prodigio, benedicevamo con Lei la Vergine.
Ella si allontanò, lasciandoci pensosi, fermi nel medesimo posto per qualche minuto, colpiti dalla sincerità dai quel pentimento e di quella sete di penitenza.
- Grandioso, non è vero? - disse il Medico.
Non risposi, sentivo che una parola sola avrebbe annientato il mio sforzo di trattenere le lacrime. L'amico si voltò di scatto verso le fotografie dei miracolati; mi accorsi però che non guardava nulla; solo, preso da tenerezza, piangeva lui pure; ma erano lacrime di gioia, perché nonostante tutta la modestia, non poteva soffocare la soddisfazione d'aver contribuito, dopo la Vergine, con la sua attenzione generosa e cordiale, a qualcosa di quella rinascita.

Fonte: libro: Campane di Lourdes