Dice Gesù:
«Due direzioni, una a guida di chi può essere sedotto a lasciare il vero per il falso, e una anche a guida per chi può avere dubbi, basando il suo giudizio su assiomi e teorie che non possono spiegare il soprannaturale perché sono tutti naturali.
Apri, piccolo Giovanni, il libro [2] ai Giudici dove è detto dell'idolo di Mica, e al libro di Ester dove è spiegato da Mardocheo il sogno. E ascolta e scrivi.
Non richiamo l'attenzione sulla storia della formazione dell'idolo. Parlo dal punto in cui è detto del giovinetto di Betlemme di Giuda, levita. Un esempio, un brutto esempio di coloro che avendo da servire con umiltà il Signore, in casa di verità, non si appagano più, dopo qualche tempo, della loro funzione umile e santa, e "vogliono andare a star meglio" ossia a cercare più di quanto Dio ha loro concesso sapendolo dono buono e che, ben tutelato, sarebbe ragione di lode per il servo buono. Ed eccoli seguire, dopo aver avuto golosità di doppia e tripla porzione, altre vie, per cercare. Che? Dio non si presta ad accontentare le concupiscenze spirituali. E coloro che cercano più che Dio non dia, o non trovano, e hanno il solo danno di trascurare il vero per le nuvole, oppure finiscono col trovare Satana in veste di profeta.
Oh! è aumento di meriti e di gloria questo? No. Meglio era se il giovane betlemmita e levita rimaneva semplice levita, anziché divenire sacerdote di un idolo! Meglio era se aveva il poco, venuto da Dio, al molto venuto da un idolatra, il quale si pompeggiava dicendo: "Ora poi sono sicuro che Dio mi farà del bene perché ho un sacerdote della stirpe di Levi!". Ma non capite che dove è orgoglio e finzione tutto serve per aumentarli, e la Finzione e l'Astuzia insegnano ciò che può sedurre clamorosamente le piccole anime?
L'uomo d'Efraim non era soddisfatto del suo culto, né del figlio creatosi sacerdote. Sapeva bene che era larva di religione, inutile apparenza. Sapeva che non era valido il dio e il culto che si era fatto, né presso il vero Dio né presso gli uomini. Tanti sanno ciò. E allora ecco che sentono il bisogno di coprire il proprio vuoto con un aiuto sacerdotale. Ma no. Non serve. Male fa chi così fa, e male fa chi a quel giuoco si presta.
Ognuno stia dove Io l'ho messo, e non vada cercando d'avere "a stare meglio". È ancora la superbia che si infiltra sotto mentite spoglie di bontà e di zelo. E ubbidienza, ubbidienza, ubbidienza. O il mio castigo non mancherà. Ho bene il modo, di due che sono uniti per mio volere, di colpirne uno solo, riserbando pace "al piccolo fonte che crebbe e divenne fiume e si trasformò in luce e sole e versò acque abbondanti", e che sa che tale è divenuta non per suo merito ma per mio volere. E che non ha chiesto questa grazia, ma solo quella di amarmi. E che soffre – perché solo Io posso sapere quanto soffre – vedendo che non tutti sono di una sorte: di quella del popolo di Dio.
I figli di un solo popolo comprendono il linguaggio del loro re e dei sudditi fedeli al re. Come mai, dunque, così pochi capiscono la mia Parola, e i più dubitano che sia mia, e anche si lasciano sedurre da altre parole che hanno suono falso come l'origine da cui vengono? Io ve lo dico. Come ho dato posso cessare di dare. Sono anni che lo dico. Ma "al piccolo fonte che crebbe" Io non leverò la sua gioia perché ella è nelle disposizioni in cui si è messa per amore. Ella morirà nella mia pace. E pace è per lei essere in Me ed Io in lei come era il mio sogno d'esserlo in tutti i cuori.»
A Padre Migliorini.
Dice Gesù:
«Che i giusti ubbidiscano è sempre volontà del Signore. Ma non c'è altra volontà nella tua partenza, altra volontà di Dio. Se ne avessi un'altra contraddirei Me stesso. Perché Io ti volevo qui, presso il mio "Portavoce". Qui, e non altrove.
Maria, la nostra povera Maria, lo ha scritto di suo perché ha capito. Io confermo. Vi ho preparati a quest'ora con le visioni della partenza di Sintica e Giovanni. Leggile attentamente. Sentirai il pensiero del tuo Salvatore.
E va' tranquillo perché sei nella mia Grazia. E questo è tutto. Il giudizio degli uomini non
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Dice Gesù:
«Prima che Romualdo parta, e acciò parta con elementi netti per rispondere, svolgo quanto ho accennato al 3 marzo.
Perché ho consigliato a Emma Federici di andarsene? Quasi mi si accusa di aver fatto errore. No. I superficiali e gli ignoranti possono credere e pensare che in quelle parole non Io ma altri abbiano parlato o che Io abbia errato. Brevemente vi dico la giustizia e la bontà del mio consiglio, come ho detto [1] quelle verso le figlie d'ignoti.
Io conosco lo stato dei cuori. E conosco le capacità dei cuori. Conosco perciò ciò che è
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Dice Gesù:
«La mia benedizione alla mia crocifissa nell'anniversario della sua crocifissione [1]. E la mia ubbidienza da farsi subito. Scriverai al Padre, subito. E alle tue notizie unirai ciò che ti dico.»
Ed ecco ciò che mi dice. Dice Gesù:
«Il 19 marzo tu hai scritto nelle Direzioni, e ti sei raccomandata a voce, e lo hai scritto e detto ai Padri, di "provvedere acciò tu abbia vicino un Padre che per età di spirito e di anni sia più formato e più capace di dare affidamento di saper fare con santità, serietà e correttezza, di P. Mariano". Se
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Ma Gesù sorride e dice:
«Ed Io ti vegliavo, mia dolce vittima che ti consumi per mio amore. Sono venuto a dirti che Io sono là dove una creatura soffre la sua passione e le parlo, per la bocca di tutti gli spiriti celesti, con le figure di tutta la liturgia, oltreché col mio amore sempre più forte e presente. Perché Io so cosa è la Passione, nei suoi precedenti e nel suo termine. Ed ho infinita compassione di chi la patisce per amor mio e delle anime. Le vostre angosce, anime vittime del mondo e dell'amore, Io le ho tutte provate. Giorno per giorno, più ti disvelo la mia treenne Passione di Maestro incompreso, di Voce schernita, di Salvatore perseguitato, [più] tu ti ritrovi, nella tua misura di creatura. E come te tutti coloro che Io ho scelto a straordinario servizio. Ma come Io affissavo lo sguardo allo "scopo", al luminoso, sereno, glorioso scopo del mio lungo e molteplice soffrire e dicevo: "Devo passare per questo, doloroso, per raggiungere quello, glorioso", così voi, per poter procedere fra i rovi crudeli della vostra via, pieni di serpi, di spine, di tranelli, e procedere col vostro peso sulle spalle per attingere la mèta – l'immolazione che è anche raggiungimento dello scopo vostro, ossia corredenzione – dovete sempre tenere gli occhi fissi a questo "scopo", alla carità perfetta per le anime, che si compie col sacrificio totale di se stessi. Non c'è amore più grande di quello di colui che dà la propria vita per i fratelli e gli amici. Io l'ho detto e l'ho fatto.
Maria, mia cara, diletta Maria, mia violetta che ti consumi per Me, tuo Amore, e per i fratelli, e che soltanto da Me hai vero ricambio di amore, mia Consumata, vieni, procedi… Andiamo insieme. Il mondo e Satana potranno odiarti ma fino al limite che Io ho messo, alto, insuperabile come il muro da te visto nel sogno. Essi al di là, nel loro rumoroso, caotico mondo, sporco di tutte le concupiscenze, seminato di tutte le più tossiche eresie… tu al di qua, nel deserto di questo prato che non ha che serenità e povertà semplice e fiorita di erba vergine di corruzioni. L'abbiamo fatto questo prato Io e te insieme. Io con le mie parole, tu colle tue ubbidienze. Vedi come è grande? Che pace emana!… E in alto il sereno del cielo e le innumerevoli stelle che ti guardano e ti aspettano. Sono i tuoi amici del Cielo, mia diletta sposa. La mia luce li fa parere più piccoli e sbiaditi. Ma quando Io ti lascio essi subentrano con la loro luce paradisiaca e ti confortano. Sola, ma non mai sola, procedi. Fino alla fine. E poi, in un raggio di stella, della tua Stella del Mattino, sarai assorbita, anima consacrata dal dolore, Maria consumata per il tuo Dio e per le anime — e questo sia quello da scriversi sul tuo loculo, o piccola martire, questo e non di più su tutto quanto ti ricorderà agli uomini — sarai assorbita al Luogo della eterna Pace e raggierai di là luce sugli uomini, luce di amore, e luce di verità saranno le pagine che tu hai ubbidientemente scritte per fissare sulla carta le mie Parole, e come una luce ti ricorderanno gli uomini buoni. Gli uomini buoni!… Anche in questo simile a Me, perché solo da pochi del mio tempo la mia infinita Luce fu amata e accolta. Gli altri, le tenebre, non vollero accogliermi e tenebre rimasero.
Ti benedico con tutto il mio amore di predilezione a tuo conforto, a tuo conforto, a tuo conforto!»
Resto commossa e beata… Così finché il mio Azaria comincia la sua spiegazione.
Le parole del gloriosissimo Risorto che però mi fa condividere fino all'alba di domani lo strazio della Vergine Madre, apparendomi solo per ridarmi vita nella bellezza trionfale del suo Corpo risorto da morte.
«A coloro che possono non comprendere le ragioni di infinita misericordia per le quali Io non svelo, non accuso, non addito al vostro troppo facile disprezzo anime che sono imperfette, colpevoli anche, ricordo le parole finali [1] della profezia di Giona, colui che fu mia figura col suo inghiottimento nel corpo della balena: "Non devo avere compassione di Ninive, città grande, nella quale ci sono più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra?".
E Quello che parlava a Giona era il Signore, il Signore del tempo di corruccio e rigore, era il Dio Padre… Ma Io sono il Figlio che si incarnò e morì per portarvi perdono e amore. Io sono la Misericordia. Io sono l'Amore. Io sono il Perdono. Io sono la Compassione. Io ho difeso l'adultera [2] non perché mi paresse lieve il suo peccato, ma perché quelli che l'accusavano non erano senza peccato. E non si può condannare quando non si è innocenti. Vi ho insegnato questo con quest'atto. Io ho perdonato ai grandi peccatori che il Vangelo vi fa conoscere. Perché perdonare, perché prendere sotto la propria protezione è dare il tempo di redimersi. Vi ho insegnato questo con questi perdoni e protezioni. Io ho perdonato ai miei crocifissori [3] perché "non sapevano quello che facevano". Erano ubbriacati dai fermenti delle loro passioni. Vi ho insegnato questa verità con questo perdono. Perché tutti quelli che sbagliano sono ubbriacati da qualche malvagia passione. Ciò non li giustifica dal mal fare.Ma la Misericordia concede perdono per dare loro tempo e aiuto ad uscire dal loro sbaglio. Soltanto quando "tutto è compiuto" [4] anche per essi, ossia ha termine la vita terrena che è una catena di misericordie continue da parte di Dio, una tutela continua da parte dello spirito angelico lottante contro quello infernale, allora la Giustizia succede alla Misericordia, e per giustizia verso Se stessa e i giusti che non devono essere equiparati ai peccatori.
Questo faccia capire a te, e a coloro che potrebbero stupirsi del mio comportamento per le anime che tu sai (Federici, Dora, Antonio, Pia, e così via), perché ancora per queste anime sovrabbondi la Misericordia che redime alla Giustizia che condanna. E imitatemi per essere come Me miti e dolci di cuore e caritatevoli al prossimo peccatore. E usate i miei mezzi per redimere i peccatori: "preghiera, sofferenza,amore". E non vogliate lagnarvi di Me né giudicare i miei giudizi che sono tutti giusti, le mie azioni che sono tutte sante e che voi non avete capacità di comprendere coi vostri sensi e affetti limitati.»
E dopo il Signore, altro rimprovero di Padre Migliorini… Collezioniamoli pure con santa mortificazione! Prima o poi, come è avvenuto il 19 dicembre a Compito, dovrà dire: "Adesso che conosco tutte le cose nella loro verità faccio un altro giudizio". Magari mi dirà questo quando saremo ambedue dall'altra parte… Ma non importa. Lo dirà un bel momento! Io attendo quel momento. Io so aspettare. E so tacere quando vedo che non si vuole accogliere le parole sincere. Anche Gesù ha taciuto quando capiva che era inutile parlare perché anche la più persuasiva, innegabile spiegazione o asserzione di fatti purtroppo veri non poteva essere accettata dal suo oppositore. Imiterò il mio Gesù delegando Lui solo, il mio Maestro e Giudice, a difendermi ed a far brillare la verità, e a provvedere a me, orfana spirituale, dato che P. Migliorini non mi capisce più…
1 le parole finali, che sono in Giona 4, 10-11.
2 ho difeso l'adultera, in Giovanni 8, 3-11.
3 ho perdonato ai miei crocifissori, in Luca 23, 34.
4 quando "tutto è compiuto", come in Giovanni 19, 30.
Dice la superbeatificante Voce dello Spirito Santo:
«Perché ti sono sopra. Sei nel fascio dei miei raggi. Tutta la luce che ricevi sono Io. Tutta la pace di cui godi sono Io. Tutta la gioia che provi sono Io. Io ti sono sopra, invisibile ma presente. Protetta sei, anche se ti credi sola. Perché l'Amore non manca mai presso le agonie e i sacrifici di quelli che lavorano per la gloria di Dio e la redenzione delle anime.
Io ero presso il Verbo immolato, anche se nulla pareva mostrare che Io ci fossi. Egli ha invocato [1] il Padre come assente. Non Me. Io ero in Lui che sublimava l'amore a potenza di Sacrificio. Io ero in Lui e gli davo forza di soffrire l'infinito dolore del mondo, di tutto il mondo e per il mondo. Avevo formato il Corpo Ss. Era giusto che fossi nel Cuore della Vittima dell'Amore per raccoglierne gli infiniti meriti e portarli al Padre. Io sono stato il Sacerdote del Calvario, Colui che alza la Vittima e l'offre. Io sono stato il Sacerdote perché nel sacrificio è sempre sacerdote, indispensabilmente è desso, l'Amore.
Io sono su te, con te, in te. E ti do forza al soffrire e ti offro col tuo soffrire al Padre. Lasciati immolare dall'Amore che ti ama. Resta in Me come Io in te.
La pace dell'Amore sia in te.»
Questo breve e letificante dettato dello Spirito Santo, in queste prime ore del primo venerdì di maggio e festa dell'Invenzione di S. Croce, è in risposta ad una mia intima domanda mentre pregavo e soffrivo moltissimo per una crisi cardiaca forte.
Mi dicevo: "Come può essere che una creatura soffra contemporaneamente tanto dolore materiale e morale fino a raggiungere l'agonia, e avere insieme una gioia talmente intensa che dà l'impressione di consumare più ancora della malattia e nello stesso tempo è vitale più delle medicine? Perché sono così felice, io tanto malata e – ciò che più conta – tanto crucciata per P. Mig.ni per ciò che si riferisce agli scritti venuti dal Cielo che, nonostante ogni diversa asserzione del Padre, sento sotto giudizio e precisamente sotto giudizio severo e mal disposto?".
E lo Spirito Santo, con quella sua voce immateriale che solo con l'avvicinarsi porta all'estasi, mi dice queste cose…
P. Mariano viene col Ss. Sacramento mentre lo Spirito Santo mi saluta prima di tacere. E mi trova abbattuta P. Mariano… Ma credo che le mie sensazioni – e lo credo senza tema di errore – siano simili a quelle dei martiri agonizzanti: debolezza fisica e sofferenza fisica totale,ma gioia e pace spirituale giunta al limite massimo di cui possa godere una creatura ancora sulla Terra…
1 ha invocato…, in Matteo 27, 46; Marco 15, 34.
Dopo avermi tenuta per molti giorni di questa sua novena sotto il luminoso splendore della sua apparizione, Maria Ss. di Fatima mi parla dicendo così:
«Figlie mie dilettissime, abbiate l'anima di Lucia [1], Giacintina e Francesco, che mi ebbero perché erano semplici come le loro pecorelle. Sappiate guardare sempre in alto, perché la Madre non scende nel fango, ma si libra su voi dall'azzurro del Cielo. Con il mio candore per veste dell'anima, con lo spirito orante come le mie mani congiunte in preghiera per pietà dei mortali, con la mitezza del mio sorriso per far dolce la vita di comunità, con soprattutto un cuore per quanto è possibile immacolato, perché le figlie ereditano pure dalla mamma il cuore e la sua ereditarietà, imitatemi, amatemi, elevatevi.
Non parlo a Maria della Croce. Ella è nel mio cuore, unica cuna per darle pace. Nel mio cuore trafitto può entrare la povera colombina stanca, e stare per dissetarsi alle lacrime compassionevoli della Mamma su di lei e per riposare dimenticando che c'è l'odio nel mondo, perché sarebbe troppo penoso per lei proseguire senza che il mio amore la consoli. Amatevi, però, voi tre e lei una. Amatevi in me e nel mio Figlio Ss. che vi ha unite nell'amore per un grande desiderio del suo amore.
Ad Iria c'è una nuova cattedrale. Bella. Ma io voglio le piccole cappelle dei cuori amanti il mio Cuore. Sono più profumate d'amore e più ripiene di rose. Fate che io possa scendere nei vostri cuori a comunicarvi la mia dolcezza e ad ammaestrarvi nell'accettazione costante del divino Volere. Accettazione che mi ha fatto Regina perché si incorona chi si scorona. Ossia la corona della santità si posa sugli spiriti che sanno levarsi la corona della loro umanità accettando di servire il Signore in ogni cosa.
La mia benedizione sia su di voi.»
La sera avanti, 12 maggio, mostrandosi bellissima quale certo la videro i tre pastorelli in alto dell'elce, mi disse con un sorriso da rapire all'estasi: "Ti benedico, figlia mia diletta. Tutte le benedizioni della Mamma, tutto l'amore del mio Cuore a consolarti per tutto. Ti benedico, figlia diletta. Ti benedico". E nel mio gran soffrire fisico e morale mi sono addormentata placida, come se tutto si fosse calmato per il sorriso e le parole di Maria.
1 Lucia… Lucia dos Santos e i fratelli Francesco e Giacinta Marto sono i tre pastorelli che a Fatima, in Portogallo, ebbero le apparizioni della Vergine a partire dal 13 maggio 1917.
La visione resta interrotta dalla lettera che mi arriva da Roma, dal Padre Migliorini, e che Gesù mi dice: "Aprila e leggila". Lo faccio. E francamente non saprei che rispondere… Mentre ci penso rileggendola per una seconda volta, la voce amatissima del mio Signore mi fa sussultare tanto è vicina alle mie spalle. Dice:
«A mio nome rispondigli così:
Dice la Sapienza e dice il Vangelo [1], onde non potete negare queste parole per sante: "Gesù insegnava nella sua patria Nazaret e nelle loro sinagoghe… E si scandalizzarono di lui… E a cagione della loro incredulità non vi fece molti miracoli" (Matteo e Marco)… "E Gesù andò a Nazaret dove era stato allevato ed entrò nella sinagoga e si alzò per leggere… E disse: '…Nessun profeta è accetto nella sua patria…'. E quei di Nazaret pieni di sdegno lo spinsero sulla cima del monte e lo volevano gettare di sotto" (Luca). "Allora Egli cominciò a rimproverare le città nelle quali aveva fatto molti miracoli e che non s'erano ravvedute, dicendo: 'Guai a te, Corozim; guai a te, Betsaida,… e tu Cafarnao… perché non vi siete convertite al Signore'" (Matteo). "E Gesù disse: 'Gerusalemme che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati,… ecco, vi sarà lasciata deserta la vostra casa e non mi vedrete più finché non venga il giorno in cui diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore'" (Luca). "E Gesù vedendo Gerusalemme pianse su lei dicendo: 'Oh! se tu conoscessi… Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata dal Signore'" (Luca).
Ecco. È detto. Betlem non volle il Signore. Nazaret non volle il Signore. Cafarnao non meritò il Signore e non Betsaida e non Corozim. E Gerusalemme odiò il Signore perché "non lo riconobbe nella sua Parola". Molti sono i "cristi" e molti sono coloro che ai cristi e alle loro missioni oppongono ciò che opposero le città di Palestina al loro Salvatore e Maestro. Di' questo, e di': "Chi ha orecchio da intendere intenda, e chi ha intelletto rifletta, e chi carità agisca".
Il resto resta lezione fra Me e te, o mio portavoce, e la mia pace, la mia grazia, il mio amore e quello del Padre e dello Spirito siano con te.»
E riprendiamo a vedere…
1 dice il Vangelo in Matteo 11, 20-24; 13, 53-58; Marco 6, 1-6; Luca 4, 14-30; 13, 34-35; 19, 41-44.
Stavo ordinando le mie preghiere del mese di giugno ed ero incerta se far precedere quella allo Spirito Santo o quella al Sacro Cuore. Con una beatificante ondata di pace si precipita su me lo Spirito Paraclito dicendomi:
«Puoi mettere l'orazione a Me in testa ad ogni altra, senza timore di offendere il Cuore amoroso e divino.
Quel Cuore è perché Io l'ho formato. Io, l'Amore, sono il generatore dell'Umanità Ss. del Verbo, e il suo Cuore è l'amor degli amori dello stesso Amore divino, è l'Anima più ardente del trino Fuoco. In esso Cuore è il Padre, il Verbo e lo Spirito, ma lo Spirito, essendo ciò che forma un Uno delle e con le due prime Persone e con Esse compie la Triade Ss., è l'Ospite eletto del Cuore amorosissimo. Tutto Dio si compiace in quel Cuore e vi abita. Ché, se è detto che voi siete templi dello Spirito Santo e si suppone, dalla limitatezza umana, che il trono allo Spirito sia nell'organo generatore della vita e suscitatore degli affetti, quale trono, in quel tempio più sacro di qual che si sia tempio, o costrutto dall'uomo o dall'uomo generato, avrò mai più bello, più santo, più sacro, più mio di questo?
Il Cuore di Gesù Cristo! Formato dai fuochi della Carità e dai gigli della Purissima! Se gli uomini sapessero capire ciò che è il Cuore di Cristo! Ma appena i Serafini possono penetrare nell'incandescenza di questa perfezione di amore che è il Cuore di Dio, Perfezione della Perfezione. Pensa, anima mia. Dio, l'Incorporeo, l'Eterno, che si orna dell'organo perfetto nella perfetta creazione dell'uomo e in esso vi rinchiude tutto il Paradiso perché sia testimonio dell'annichilimento sublime del Verbo e si perfezioni nella Carità. Se gli angeli potessero svelare i misteri del Cielo, vi direbbero che alla evangelizzazione della Terra col Cristo docente corrispose la grande lezione data a tutti i celesti cori di come si raggiunge l'amore perfetto: annichilendosi un Dio sino alla morte per amore di Dio e degli uomini.
Santo, tre volte santo Cuore del Cristo, raggiante Sole in cui si affissano tutte le luci del Cielo, glorificazione della materia che ha meritato di condividere la gloria dell'anima perché nella Carità, nella Fortezza, Giustizia, Temperanza e nell'Ubbidienza ha raggiunto la Perfezione. Perché, ricordatelo tutti, o figli carissimi della Sapienza, il Cristo era Carne ed Anima come ogni uomo e, per un decreto imperscrutabile, benché senza macchia, dovette conoscere tentazione. Era l'Uomo. Era l'Adamo novello. Doveva mostrare come avrebbe dovuto agire il primo per possedere la gloria senza aver conosciuto il tormento, e come era possibile avere gloria senza avere tormento solo col fare eroicamente la volontà del Creatore. E il Cristo ha mostrato questo. E poi ha sofferto ed è morto per riparare a ciò che Adamo aveva commesso. E tutto – ubbidienza, resistenza alle tentazioni, buona volontà, generosità, perdono, sapienza, sacrificio – sono scaturiti dal Cuore che ora palpita in Cielo, e per voi, per te, per tutti coloro che hanno compreso l'Amore.
Dio è Carità. Il Cuore di Gesù-Dio è il trono della Carità-Dio.»