Nel sogno mi trovai in una vasta campagna; camminavo assieme a mia sorella.
Nel camminare inciampavamo (in) tante travi, travi che erano appese, e pendevano da alti alberi. Le travi ci ferivano gli occhi, il petto; insomma ci facevano tanto male.
Eravamo al buio, e per camminare, mettevamo le mani davanti, ma era inutile il non ferirci; almeno ci feriva al petto se salvavamo gli occhi: un camminare pericoloso, piccoli inciampi nelle gambe e nei piedi.
Mentre, affannate, (si) proseguiva (a) camminare a stento, ci si presentò Don Bosco. Tutto luminoso, si avvicinò e ci disse: Figlie, state attente nel camminare; questo prato vasto è il mondo ove voi vivete, tutti.
Questi alberi grossi sono i sacerdoti, le travi che voi vedete, curve verso ' di voi, quasi chinate per terra, sono grossi rami che (si) distaccano dagli alberi, attaccati, ma curvati, che offendono migliaia di uomini: vuol dire il mal esempio di questi sacerdoti (che) fanno tanto male agli uomini. Al buio vi rendono questi, col pericolo di farvi divenire ciechi e di ferirvi mortalmente il cuore.
I piccoli inciampi nei piedi, sono il mal esempio di altri uomini, ma non di preti, ma di secolari. I più terribili sono gli inciampi degli alberi grossi.
Pregate, figliuole, affinché questi sacerdoti rischiarino di nuovo la via e raddrizzino i rami, rovina di milioni di anime.
Così dicendo, mi svegliai.
Il confessore sempre mi dice: Dì a Gesù che cessi questo flagello, che tante anime muoiono bestemmiando.
Io glielo dissi a Gesù, e mi rispose: Dì al tuo confessore, e figlio del mio Cuore, che il castigo della presente guerra, non è un castigo della mia giustizia, ma un castigo cella mia bontà e misericordia; e per mezzo di questo flagello, moltissime anime si salvano. E; dal sangue di tante vittime lo, nella Russia, sopra cotesto sangue pianterò la mia Chiesa; e presto andrò per metterci il mio trono. Anche lì voglio vivere e regnare.
Stamattina, dopo la S. Comunione, ebbi un rimprovero da Gesù. Mi disse: Figliuola, ti voglio più buona; anche Paolina dev'essere pronta a perdonare non solo le grandi offese, ma anche le più piccola. Altrimenti che virtù è mai la vostra?
Se viene quell'anima, ricevetela per mio amore, con carità e gentilezza.
Se così non fate, io non vi voglio, da qui in avanti, niente bene: dovete ricompensare il male in bene!
Tu non sai, figliuola, quanto io ami le anime umili! E sappi che l'umiltà è il fondamento di tutte le altre virtù. Io amo tutte le anime, ma specialmente con le anime umili io mi delizio; e tu non sai quanto a me piace conversare con i figli degli uomini!
Quanto è buono Gesù, quanto ci ama! Se a me peccatora ama tanto, cosa sarà alle anime buone?
Anch'io, Gesù, ti amo, e vorrei morire a forza di amarti!
Stamattina dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito: Mi si presentò il S. Cuore.
Io, piangendo, dissi: Gesù mio, quella persona che ci aveva promesso per quell'affare, vedi come ci ha fatto? Abbiamo speso tanti soldi! è tutta roba perduta.
Figlia, mi rispose, quella persona poteva, se avesse voluto; ma offrilo a Me per la pace delle Nazioni.
E non ti eri offerta vittima? Ripeti insieme all'angelo tuo custode l'atto di offerta che ti fu insegnata da mia Mamma.
Ed io, insieme all'angelo, rinnovai l'offerta di vittima.
Gesù proseguì: Figlia, state tranquille con Paolina. Io vi aiuterò, vi ricompenserò di tutto il soffrire di questa volta in benedizioni.
Come è buono Gesù! E noi ingrati, non sappiamo apprezzare tanta bontà e misericordia verso di noi tutte sue indegna figlie!
Ieri sera mi sognai nella Russia. Vidi Stalin seduto, con davanti un tavolino dove scriveva a caratteri grandi queste parole: - lo sono il forte e terribile nemico di Dio - con un brutto viso, che a me fece paura di guardarlo bene.
Stalin inviava truppe di soldati per ammazzare le truppe di soldati cattolici; ed io strillavo: Avanti!, dicevo ai nostri buoni soldati, avanti, coraggio!
E così gridando, mi svegliai.
Stalin è proprio brutto; seguace del diavolo.
Bisogna pregare anche per lui, perché Gesù soffrì in Croce e sparse il suo Preziosissimo Sangue anche per Stalin.
Dopo la S. Comunione fui rapita in ispirito: Mi si presentò il S. Cuore, ed io, piangendo, dissi: Gesù, come è cattivo il mondo! Solo tu sei buono.
Un'amica mi promise di farmi ottenere quel posto, invece!
Come è (sono) senza cuore le persone del mondo! Tanti soldi tante spese! Ed il ricco non si commuove.
Gesù mi rispose: Figlia mia, io comandai ed imposi che il ricco aiuti il povero senza mercede; eppure il ricco, figlia mia, questo mio comando non l'ascolta e non vuole ascoltarlo. Ma dico in verità che son rari i ricchi ch'entrano in Paradiso, perché la maggior parte levano il sangue del povero che io tanto amo ed ho sempre amato.
Il bene fatto per l'interesse per Me, non sarà mai scritto nel libro della vita, ma sarà scritto in un altro libro a caratteri neri.
Figlia mia, chi non ama il povero, è bugia che ama me; chi disprezza il povero, disprezza me: chi usurpa il sangue del povero, usurpa me. Ti ripeto che (è) più facile entrare un cammello nella cruna di un ago, che il ricco avaro entri nel mio Regno.
Sta tranquilla, figlia mia, ed anche tua sorella non si preoccupi tanto; io penserò a tutto. Tutto andrà bene, ed io vi farò da benefattore.
La tua zia è ancora in Purgatorio. Se tu farai celebrare qualche Messa, io non gliela regalerò. Soltanto reciterai qualche orazione in particolare.
Mio buon Gesù, quanto sei buono! Ma sei anche giusto.
Mi trovai nella Chiesa di S. Domenico; fui rapita. Nella stessa si presentò Gesù in aspetto maestoso; si mise in mezzo alla Chiesa con aspetto non solo maestoso, ma coll'aspetto di comando.
Tanta gente entravano con regali; chi cose d'oro, chi d'argento, chi depositava soldi in gran quantità: tutto mettevano davanti a Gesù. Sembravano ricchi, Conti. Principi, insomma persone ricche.
Gesù si fece avanti, prese tutti quei regali e li buttò fuori. Severamente diceva: Questi regali tutto sangue del povero; non ne accetto. E mentre li buttava fuori del Tempio, tutti quei oggetti, ed anche i soldi, lasciavano una fiumana di sangue.
La Vergine, seduta alla destra con tante ragazze, che ad una ad una accarezzava, e a loro diceva: Figlie mie, andate ognuna ove la Provvidenza vi ha destinate. Siate sempre buone, oneste ed obbedienti a chi sarà destinato per vostri superiori.
Chi, di quelle ragazze, era destinata per donna di servizio, chi per impiegata, chi per sposa; una diversa dall'altra aveva il suo comando: Tutte, ripeteva la Vergine, siete mie figliuole, tutte mi siete care. Dopo l'esilio di questa valle di lacrime dovete, caste e pure, ritornare fra le mie braccia.
Quanto è buona la Vergine! Davanti a Lei non (ci) sono preferenze né privilegi; solo chi può (e) si conserverà buono, sarà la sua privilegiata.
Ieri sera, addolorata per un affare di mia sorella, mi addormentai. Gesù, come in una tela, mi presentò tutta la mia vita passata; pene ed affanni: insomma anche la minima sofferenza io vidi rinnovarsi davanti a me.
Per queste sofferenze, mi disse Gesù, è che io ti voglio bene, perché tutte le sopportasti per mio amore.
Mi presentò un posto. Vieni, mi disse, qua; vedrai tante belle cose.
Camminando, arrivai ad un bel portone ove erano due angeli ai lati, in atto di imponente vigilanza.
Sopra il portone d'oro, era scritto: Qua non entreranno né disonesti, né impudichi.
I due angeli mi fecero segno di entrare; io, contenta, entrai: era un pezzo del Paradiso. Come era bello! Piante e fori mai visti, il pavimento smaltato di perle e fiori preziosi.
Camminai un pezzetto; poi mi fecero segno di non oltrepassare più oltre.
Mentre, incantata, guardavo bellezze mai viste, vidi avvicinarsi un prete salesiano, con una chiave in mano, diretto ad un giardino che trovavasi dentro il S. Paradiso.
Nel cancello prezioso (c')era scritto a caratteri d'oro:
Giardino Salesiano. Dentro si vedevano preti grandi e piccoli, secolari di tutte le età, un giardino meraviglioso, piante (e) fiori mai visti; tutta la gente di dentro cantavano allegramente.
Lo avvicinai Don Angelini: Ci lasci entrare a vedere il vostro giardino! No, rispose: è roba nostra.
Mentre parlavamo con lui, nell'aria vidi scritto il mio nome e quello di mia sorella. Guardi, dissi io, il nostro nome è scritto in Cielo!
Lui sorrideva.
Così meravigliata, mi svegliai.
Mentre pregavo, martedì mattina, dopo la S. Comunione, Gesù mi disse: Figlia,voi vi addolorate tanto tanto per Don Angelini. Lui è un'anima a me molto cara; però lui deve lavorare per la mia gloria e portarmi molte anime: voi di guida ne avrete un'altra. Io ve la potrò scegliere anche migliore.
Rassegnatevi, figliuole mie; poi vi affliggete troppo per le cose temporali. E non sapete che io sono la porta, che ricevo tutti i miei cari tribolati: il mondo ve la potrà chiudere la sua porta, ma io son sempre pronto ad aprirvela.
Quanto è buono Gesù! Quanto ama i suoi figli!
Ieri sera, mentre pregavo in casa, vidi don Bosco: era bello, sorridente, affettuoso. Mi si avvicinò e mi disse: Figlia mia, ama tutti i miei preti salesiani; tu non sai quanti di essi ce ne sono santi! Un Don Rotolo, un Don Angelini, Don Aurelio: questi sono anime sante. Quanti altri uguali a loro ne ho santi e puri.
Non solo dei preti ho santi, ma anche dei secolari miei collaboratori ne ho santi. Tu non tutti conosci, ma ne ho un gran numero. Anche Don Gasbarra è anima a me cara.
Ne ho altri non secondo il mio cuore, non cattivi, ma non come io desidero.
Ti raccomando i miei salesiani, di volerli (sic) tutti bene e pregare per loro affinché tutti i miei salesiani si facciano gran santi.
E' così allegro Don Bosco, (con) un viso bello che io rimasi meravigliata! Dopo avermi dato queste avvertenze, la visione sparì...