Dice Gesù:
«Il credente si identifica col suo dio e il figlio col suo genitore. Non è errato dunque dire dei precursori di Satana ciò che dice Isaia nel suo 14° cap. e nei versetti 12-15.
Non hanno forse voluto emulare il loro padrone e padre[592] nel tentativo di proclamarsi dèi e nell’opprimere le folle coloro che Io chiamo i precursori del Male? Non hanno parlato di Dio con una condiscendenza vergognosa, quasi i superdèi fossero loro? Non si sono arrogati il diritto di comandare a ciò che è più sacro, a ciò che anche Dio rispetta nell’uomo? Non solo si sono permessi di dare o di levare il permesso di vivere, ma financo quello di pensare.
Il pensiero che Io ho dato all’uomo e che è libero - poiché tutto ciò che Dio vi ha dato è libero da imposizioni di sorta e più libero sarebbe stato, ché neppure la carne avrebbe messo inciampo a quella libertà, se la carne fosse per prima rimasta libera da schiavitù di colpa - il pensiero è conculcato da questi superdèi di fango e di orrore. Non esigono essi ubbidienza a sante leggi di amore quali Io ve ne faccio amoroso comando senza obbligarvi a seguirlo. Loro impongono obblighi crudeli che vi asserviscono peggio di buoi dal collo oppresso dal giogo e dalle nari offese dall’anello costrittore. Li impongono a tutto il vostro essere, e non una delle tre forme di voi - la fisica, la morale, la spirituale - sono esenti da questa schiavitù.
Sì, anche la spirituale. Le piovre del Male imperante penetrano e si stendono anche verso il vostro spirito e a loro piacimento vogliono o non vogliono che esso spirito si volga a Dio o alla sua Legge. Esplode il loro livore di figli di Satana nelle persecuzioni feroci. Ma anche quando, buttando la maschera umana che cela la loro testa di serpi infernali, non giungono alle grandi persecuzioni, sono le sottili astuzie, gli sgretolamenti dell’edificio della Fede, le forme di vita volte a sostituire paganesimo a religione, quelle con cui avviluppano per strozzarlo il vostro spirito.
E non sempre voi possedete la forza di rimanere fedeli, poiché avete spiriti non nutriti di amore e di Vangelo. Vi piegate alle schiavitù umane, voi che riputate esser indegno dell’uomo ubbidire ai comandamenti di Dio. E perdete, per un uomo o per più uomini, il dono più bello di Dio: “il libero arbitrio”. Siete marionette mosse da uno o più uomini. Potevate essere, in questa vita e oltre, esseri liberi del regno di Dio Padre vostro.
Scostatevi, staccatevi, finché lo potete, dalle leggi della Bestia, allontanatevi da essa. Già il suo destino è segnato. Quando la scure di Dio reciderà le parti dell’orrida Bestia che tortura[593] la Terra e che costituiscono i precursori dell’Unità di Male che sconvolgerà la Terra, fate d’esser molto lontani da esse che precipitano nel forno d’abisso come membra putride di questa manifestazione di orrore.
A Babilonia[594], che ora sorge e che avrà il suo apogeo di impero, succederà un giorno Gerusalemme santa. Fate che in quel giorno e nel Giorno senza tramonto su voi non sia il marchio dei potenti di Babilonia, dei Luciferi minori, delle figliazioni, delle escrescenze di Satana, ma il segno santo, inconfondibile, glorioso del Figlio di Dio.»
[592] padrone e padre, cioè Lucifero, della cui caduta si parla, appunto, in Isaia 14, 12-15.
[593] tortura è riferito alla Bestia; costituiscono dovrebbe riferirsi alle parti dell’orrida Bestia.
[594] Babilonia e Gerusalemme santa sono chiari riferimenti ad Apocalisse 17, 5; 18, 2-3; 21, 2.10.
Dice Gesù:
«Troppe volte “non rivolgete gli sguardi”[595] a Colui che è la vostra Provvidenza. Mettete le frange, spesso inutili, ad una cosa e poi vi dite: “Questa cosa l’abbiamo fatta noi”.
No. Non ne siete gli autori, anzi spesso ne siete i distruttori perché neutralizzate i frutti che da una opera vengono, quando non distruggete l’opera stessa con le vostre mani e le vostre menti distruttrici.
Dio vi dà tanto, vi dà tutto quanto vi è utile e necessario per la carne ed il sangue, e per la mente e lo spirito. Voi a questo tutto, specie a quel
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Dice Gesù:
«Voi uomini, che riconquistate la salute dopo malattia[599] di morte, non pensate, quando ci pensate, che a ringraziarmi per la ricuperata sanità fisica. Non riflettete mai che quella prova Io ve l’ho data per farvi riflettere che una fine vi attende oltre la quale vi è un inizio, così come il sole calando a sera segna, in fondo, che ha inizio il ciclo per cui verrà una nuova aurora. Ma la vostra aurora nell’aldilà non è inizio a giorno di poche ore. È inizio a un giorno eterno.
Su questo vuole farvi riflettere la malattia e a ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)
Dice Gesù:
«Amiamoci, o diletta, e parliamo d’amore perché nulla è più dolce, a chi ama, di questo.
La redenta del Vangelo,[602] come i tre magi che adorarono la mia Divinità incarnata, umiliò tre doni ai piedi miei: il cuore attraverso al pianto, la carne attraverso ai capelli, la mente attraverso il profumo. Tu devi ugualmente dare tutto senza trattenere per te nulla, neppure il soffio vitale.
“Acque possenti non valgono a spegnere l’amore - e le fiumane non lo travolgono. Se alcuno desse ogni sostanza in cambio d’amore, in grande disprezzo cadrebbe”.
Le acque che sono volte a spegnere l’amore sono date da tutte le cose della vita, le sollecitudini e anche le necessità. Le fiumane, dall’altrui volere che tenta impedire allo spirito di darsi tutto al suo Dio.
Ma il vero amante non tiene conto delle prime e non si spaurisce per le seconde. Sopra tutto quanto costituisce per gli altri la preoccupazione della vita, egli mette ciò che è la sua necessità vitale: amare il suo Dio. Spirito assorto, e potrei dire: “assurto” in Dio, vive già proiettato al di fuori di quello che costituisce la cosiddetta “vita” per gli altri. Egli, capovolgitore santo dei valori umani, non vede che uno scopo da raggiungere: l’interesse non suo proprio ma di Dio; non si preoccupa che di una cosa: conquistare la Vita senza tener conto della povera vita terrena che è fiore che poco dura sullo stelo. Mite, poiché è già uno col suo Dio, diviene leone quando deve difendere quel suo tesoro, e persecuzioni famigliari e sociali non riescono a travolgere questo spirito indiato, ma anzi, come flutto di mare irato, lo trasportano velocemente verso la riva, sul cuore di Dio.
Oh! beatissimi tormenti dei miei amatori, di questi conoscitori e gustatori della Verità, i quali, come l’autore del Cantico, dicono, e non con parole vane ma con le parole vere di tutta una vita vissuta e consumata a questo fine, che quando anche uno tutto desse del suo avere per conquistare l’Amore, ancora poco darebbe, perché anche il dono del giorno terreno è moneta irrisoria se confrontata al possesso dell’Amore che è infinito.
Dàmmi dunque tutto di te, senza riserva. Il ferro che nel crogiolo si fonde ne esce più bello. L’anima, che l’amore fonde e consuma, rinasce come fiore d’eternità nelle aiuole celesti.
È là che ti voglio. Ma prima devi ancora subire il lavoro dei nostri due amori: il tuo di creatura per Me, il mio di Dio per te. Quando queste due violenze avranno fatto in te rapina di tutto il tuo io, allora verrò per condurti alla Pace.»
[602] redenta del Vangelo, di cui si è parlato nel “dettato” che precede; magi, di cui si narra in Matteo 2, 1-12. La citazione nel capoverso seguente è da Cantico dei cantici 8, 7.
Dice Gesù:
«Io do sempre il doppio, il triplo, il centuplo, l’infinito in compenso di quanto voi non date. Perché vi amo, figli, e vi giudico con un rigore che l’amore tempera. Così non vi pago come le vostre iniquità richiedono, ma, più forte del bisogno di castigo, sento il bisogno dell’aiuto per voi, perché vi vedo disgraziati e di vedervi tali ne soffro.
Osservate nei miei castighi da quando l’uomo è. Vedrete che sempre ho cercato di salvare chi appena aveva un poco di buono in sé. Non erano perfettamente giusti i salvati nei flagelli con cui punivo l’uomo
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Dice Gesù:[604]
«Davanti a un Dio che incarna parte[605] di Sé stesso per farne salvezza delle sue creature colpevoli, l’Universo trasecola di stupore e si prostra in un silenzio adorante prima di esplodere nel cantico delle sfere e dei mondi, giubilanti per la Perfezione che scende a portare l’Amore al pianeta coperto di peccato.
Il Vincitore, il Figlio mio santo, è venuto ad incalzare le forze del Male, a metterle in fuga ed a portare il patto dell’alleanza e pace fra Dio e uomo.
Egli ancora passa fra voi e non lascia altra orma fuorché quella del suo amore, orma
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Dice Gesù:
«Tutte le anime sono create dal Pensiero del Padre, che manda queste sue figlie ad animare i corpi generati sulla Terra. Ma l’anima della Purissima non è scaturita unicamente dal Pensiero del Padre.
Dal vortice di ardori che è la nostra Trinità santa partono i tre amori che convergono nel centro, là dove la nostra Divinità si unifica e splende. Là è il vertice dell’Amore fatto dai tre amori insieme riuniti, e per portare un paragone umano potrei dire che là è il cuore della nostra santa Trinità.
Da quel cuore è venuta l’anima di Maria. Come scintilla scagliata dalla Volontà d’amore nostra, Ella si è generata dai nostri tre amori e dai nostri tre desideri di possederla qual figlia, qual madre, qual sposa, ed a crearla abbiamo messo ogni nostra perfezione perché Ella era destinata ad esser la pietra dell’edificio del Tempio vero, l’arca del patto nuovo, l’inizio della redenzione che come tutte le cose di Dio porta del Dio Trino il segno simbolico del tre.
Primo tempo della redenzione è la creazione - opera più specialmente del Padre - dell’anima senza macchia destinata a scendere per abitare una carne che sarebbe stata tabernacolo a Dio, e l’amore del Figlio e dello Spirito Santo vegliarono beati alla sua formazione. Secondo tempo è quando, per opera dello Spirito, Quella senza colpa, tutta bella e pura, fuse il suo ardore di vergine innamorata di Dio all’ardore dell’Amore di Dio e per opera dello Spirito generò il Cristo alle genti. Terzo tempo, quando il Cristo compì la sua missione di Redentore morendo sulla Croce. Anche allora Maria era unita all’opera di Dio e per opera del Figlio divenne Corredentrice e Vittima con Lui. Indissolubilmente legata a Dio e alla Volontà di Dio, Ella, in ogni momento delle tappe del cammino della Redenzione, è presente, e senza Maria non avreste avuto il Redentore.
La Madre è il fiore completamente sbocciato in tutta la porpora della sua veste regale. Ma la Madre, per essere tale, dovette non solo avere inizio nel boccio inviolato della Vergine candidissima, ma sibbene nel seme non ancora nato dal quale sorse poi lo stelo, il boccio, il fiore.
Nel celebrare la data del Concepimento immacolato di Maria, frutto soave del nostro amore e portatrice del Frutto di amore infinito, consacrato alla vostra salvezza che Io sono, abbiate presente non solo Maria testé concepita, ma la sua origine - tre volte santa perché a crearla concorsero i nostri tre amori - e la sua speciale dignità di iniziatrice del perdono dell’Eterno all’uomo.
Alba serena del giorno della Redenzione, Ella viene a voi nel suo casto fulgore di Stella mattutina e di alba paradisiaca. La sua cuna che si prepara a riceverla precorre di poco la mia, e il suo sorriso vi insegna il Gloria da cantare all’Eterno, che nella sua Carità perfettissima ha compiuto per voi i due amorosi prodigi del Concepimento immacolato di Maria e della mia Incarnazione.»
Dice Gesù:
«Mettiamo una pausa nel commento di Isaia. Sei tanto stanca, amica mia, e tanto sofferente che hai bisogno di un conforto e non di sovrappeso. Le mie parole, d’altronde, non sono dissonanti al soggetto che trattiamo. Ma anzi sono come un “a solo” nell’epopea profetica che annuncia la mia venuta, la mia missione, la mia gloria.
Faremo così un regalo al Padre che ti guida e che è desideroso di udire parlare di Maria, come un bambino che ha la mamma lontana e vuole sapere di lei per sempre più conoscerla e amarla. E in verità ti dico
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ice Gesù:
«Se tutte le donne che non sono delle depravate conoscono l’estasi della gioia femminile pensando alla gioia della prossima maternità, quale estasi avrà raggiunto la santa Madre mia ormai prossima alla sua sublime maternità?
Maternità bene intesa è vertice d’amore. Più caldo dell’amore che unisce i figli di una sola cuna, più casto dell’amore che unisce due carni, l’amore materno, quando è giusto, è l’amore completo, perfetto e più alto degli amori della Terra.
Ma Maria non era soltanto la creatura che ama la creatura che si forma in lei e che è il frutto di un duplice
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Dice Gesù:
«Segno caratteristico della mia nascita al mondo fu la luce.
Molte volte i fatti sono caratterizzati da fenomeni che voi chiamate e spiegate come fortuite coincidenze ed invece sono i presagi, i richiami di Dio per attirare la vostra attenzione, sviata dietro a mille più o meno necessarie cose, su un fatto che segnerà un’epoca nella storia del mondo o nella vita di un individuo.
Io ero la “Luce”[615], e la luce mi precedette, mi circondò, mi annunziò, mi condusse e a Me condusse i puri di cuore.
Ti ho detto[616] che pareva che una luce emanasse da
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