MaM
Messaggio del 1 agosto 1985:Per favorire il vostro raccoglimento interiore, ripetete spesso queste parole: “La mia anima è piena di amore come il mare, il mio cuore è pieno di pace come il fiume. Non sono santo, ma sono invitato ad esserlo”

Messaggi di altre apparizioni

Mons. Ottavio Michelini - Messaggi anno:1976

12 luglio 1976 - MENO DI UN ISTANTE



Figlio mio, scrivi, sono la tua mamma.

Tu capisci quanto sia sensibile il cuore di una madre per tutto ciò che riguarda la vita dei suoi figli.

Ora, e con ragione, ti è stato più volte detto che la vita non viene interrotta dalla morte. Intendo parlare dell'anima, ragione e causa della vita del corpo .

L'anima di una madre è purificata e perfezionata, nella sua esistenza ultraterrena, anche nella sua sensibilità verso coloro che in vita essa generò.

Figlio mio, tu puoi comprendere che vivendo noi di Dio, nella sua luce infinita vediamo voi e le vostre quotidiane esperienze, sofferenze e difficoltà, ma di tutto questo non possiamo soffrire.

La nostra fiducia senza confini in Lui e l'Amore che Dio ha per voi ci rende felici.

Figlio, coraggio! Tu credi nella Comunione dei Santi, e sai che questa non è verità astratta: è una sublime realtà per cui Dio ci unisce. Poiché viviamo (p.139) nell'amore di Lui, necessariamente siamo pure uniti nell'amore con voi.

Ti ripeto: coraggio!

La vita nel tempo è meno di un istante, e la povera terra è meno di un invisibile punto nello spazio.

La mamma tua. (p.140)

13 luglio 1976 - LA REDENZIONE

Scrivi, figlio mio.

Ripetutamente ne ho parlato, ora desidero ricapitolare i vari accenni fatti, a conclusione del terzo libro destinato a riportare alla ribalta della mia Chiesa il solo veramente importante problema della Pastorale.

Tutti gli altri problemi devono inserirsi in questo fondamentale scopo di ogni attività pastorale.

Molti, figlio mio, nella mia Chiesa non hanno le idee chiare sulla ragione prima della loro vocazione. Questo è veramente paradossale.

Io, Gesù, voglio che Vescovi, sacerdoti e fedeli siano miei corredentori. In misura diversa, ma tutti li voglio corredentori, debbono cioè con Me continuare il Mistero della Redenzione. Ma che vuol dire redimere se non ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

16 luglio 1976 - INTENZIONI UNIVERSALI

Sono Padre Pio.

Figlio, mi è noto il tuo desiderio di una comunione più viva e più intensa con tutto il Corpo Mistico.

Vi arriverai mettendo in pratica il tuo proposito di rinunciare all'elemosina della Santa Messa. Così potrai compiere il Santo Sacrificio immune da qualsiasi interesse materiale. Sarai libero di applicare non costretto dalle richieste degli altri, che non di rado legano al Santo Sacrificio intenzioni ben povere e ben lontane dalle ragioni per cui Gesú continua ad immolarsi.

Tu applicherai la Santa Messa per la conversione dei peccatori, per le anime del Purgatorio, o per altre intenzioni similari che siano sempre un atto d'amore verso Dio e verso il prossimo.

Non ti preoccupare per nulla della questione materiale.

Lui ti ripagherà abbondantemente nel modo che Lui vorrà.(p.147)

 

Fermento spirituale

Figlio, anche con questo mezzo approfondirai la comunione con Lui, Gesú e

- con la Chiesa Purgante (e la ragione è evidente),

- con la Chiesa Trionfante, che vedrà in te un amore più puro, una generosità e una fede più vicina a quella perfezione a lei cara.

- Avrai una comunione più intima e più intensa con tutta la Chiesa Militante.

In particolare, sarai più unito con le anime vittime. Esse rinunciano nella vita terrena a molto, molto di più che all'equivalente di un'elemosina per una Santa Messa, e si immolano per quei peccatori per i quali certi sacerdoti non pregano se non dietro compenso.

Figlio, il tuo proposito, se attuato con pronta fermezza, sarà ragione di un fermento spirituale in tutto il Corpo Mistico. Avrai grande aiuto dai Santi del Paradiso. Non ti dico ciò che faranno per te le anime del Purgatorio. Sarai in una comunione più perfetta con le anime vittime.

Il Santo Sacrificio, immune da parte tua da ogni umano interesse, salirà al Padre più gradito. La Santa Messa sarà inoltre vincolo di una tua maggior unione con Gesù nell'offerta di Sè e anche di te al Padre.

Coraggio, figlio! Sarà per te un balzo in avanti.(p.148)

 

Corrispondenza coraggiosa

Figlio, non ti nascondo poi, come in precedenza ti dissi, che, nel tuo viaggio a... e dopo, non sono mancate le ombre e le incorrispondenze da parte di tutti.

Nella vita spirituale ha grande importanza una particolare sensibilità per captare gli impulsi della Grazia, che non bisogna mai lasciar cadere nel vuoto pena un regresso pericoloso. Una caduta anche leggera può avere serie conseguenze per il corpo non meno che per l'anima.

Continua a chiedere a Dio, con opportuna e anche inopportuna insistenza, il dono di una corrispondenza sensibile, immediata, generosa, coraggiosa.

Avanti nell'eroica ascesa verso la cima! Se la croce è pesante, guarda a Gesù che ti precede.

Guardalo bene, figlio...

Vedilo incoronato di spine, lacerato, dissanguato, esausto.

Cade una, due, tre volte; il sudore intriso di sangue e di polvere gli copre il volto in una espressione di infinita sofferenza. Non dimenticare le sue parole, da molti conosciute ma non comprese: " Se vuoi venire dietro di Me, prendi la tua croce e seguimi ".(p.149)

Figlio caro, io sono contento di averlo seguito sul Calvario per tutta la vita.

Quanto soffrire, ma anche quanto gioire con Lui!

Lui sa rendere dolce anche la croce.

Non te ne pentirai per tutta l'eternità di avere efficacemente accolto l'invito di Lui, da moltissimi rifiutato.

Figlio, a presto.

Padre Pio (p.150)

16 luglio 1976 Festa della Madonna del Carmine - IL MIO VANGELO

Molti sono i cristiani e i sacerdoti che, anziché attingere direttamente dal mio Vangelo e dissetarsi alle acque pure e limpide della mia Parola - la mia è Parola di vita, è Parola eterna come eterno sono Io, è Parola che non muta perché vera e la verità è immutabile come immutabile Io sono - preferiscono attingere a rivoli inquinati. Così facendo, danno luogo nell'intimo del loro animo ad una erosione che li porta lontani dalla fede, verso lo sfacelo interiore del loro cuore.

I fedeli sono responsabili, ma i consacrati lo sono non solo personalmente, ma anche per tutte quelle anime da loro contagiate e che, nel piano della Provvidenza, essi dovevano guidare verso la perfezione cristiana.

Questi vocati non hanno voluto convincersi che un tesoro di inestimabile valore spirituale era a loro disposizione, un tesoro inequiparabile di potenza divina: il mio Vangelo!

Perché questo?(p.151)

Hanno ceduto alla tentazione del Maligno, ai ripetuti assalti dell'antico Serpente, e si sono lasciati prendere al laccio da cui raramente poi riescono a svincolarsi .

 

Si tratta di anime

E' uno dei tanti aspetti negativi della Pastorale moderna: l'infestazione di libri, giornali, riviste spiranti veleno dalle loro pagine. Molti sacerdoti ne hanno assorbito l'alimento inquinato che ora ammanniscono alle anime.

La responsabilità è gravissima. Il male sta diventando cronico ed e già molto avanzato; è una lebbra diffusa e contagiosa.

Questi cristiani, questi miei ministri ignorano che le forze dell'inferno, come onde di un mare sempre in tempesta, non si scoraggiano mai; vanno e ritornano come le onde che si infrangono contro le scogliere?

Questi miei sacerdoti ignorano la nobiltà della loro vocazione, pegno di amore e di predilezione? Ignorano la responsabilità connessa con la loro vocazione?

Si tratta di anime! E' in gioco o la loro salvezza eterna o la loro perdizione irreparabile.(p.152)

 

Questione di giustizia

Tu pensi, figlio mio, che essi mi riterranno intransigente.

Dillo ai miei sacerdoti che non è così.

Non si tratta di intransigenza mia bensì di anarchia esistente nella mia Chiesa. Ciò che a voi ordinariamente sarebbe doveroso compiere con amore, in tempi di crisi interiore viene considerato peso intollerabile.

Del resto, figlio mio, se i miei ministri meditassero il Vangelo, avrebbero imparato una parabola importante, quella dei talenti.

Chi ne riceve cinque, deve rispondere restituendone dieci; chi ne riceve due, deve rispondere restituendone quattro. Guai a coloro che non fanno fruttare i talenti ricevuti!

Ma quale sarà la sorte di coloro che si sono serviti dei talenti avuti non per coltivare la vigna, ma per devastarla con danni ingenti, molto superiori al capitale ricevuto?

Non intransigenza quindi, ma questione di giustizia. Ed Io, Dio, sono giusto, sono la Giustizia perfetta.

Non pensano molti miei sacerdoti al male non valutabile recato alle anime nella pessima (p.153) amministrazione dei miei Sacramenti, negli insegnamenti velenosi impartiti nelle scuole, nei cattivi esempi dati ad ogni piè sospinto?

E' terribile! Non riflettono, non meditano la mia Parola, che è Parola di Vita.

Figlio mio, quale aberrante oscurità, e quale colpevolezza!

Ti benedico, figlio. Prega e ripara. (p.176)

17 luglio 1976 - LODEVOLE RINUNCIA

Fratello, sono l'Arcangelo Gabriele.

Già tu sei a conoscenza di quello che io sono per te per Volontà divina, ma anche per libera volontà mia, perché non vi è né vi potrà essere mai contrasto nella Patria Celeste.

Sono contento, fratello, che tu mi abbia desiderato e chiamato.

Sono contento per questo nostro incontro che attendevo.

Voi, militanti sulla terra, avete consacrato questo mese di Luglio al culto del preziosissimo Sangue, effuso dal Verbo fatto Carne per la remissione dei vostri peccati, per la vostra riconciliazione con Dio e tra di voi.

Ma il Maligno ha avvolto l'umanità di grandi tenebre per cui non si vede più.

Fratello, per squarciare le tenebre cosa ottima e il tuo proposito di rinunciare ad ogni remunerazione per la celebrazione della Santa Messa e di non celebrare la Santa Messa se non per le ragioni per cui Gesù, il Redentore, ha effuso il Suo Sangue!(p.155)

In questo modo ti uniformerai meglio alle intenzioni di Gesú nella offerta che fa di Se stesso al Padre.

 

Aprirà gli occhi


Capisci, fratello, che vuol dire questo?

Vuol dire testimoniare a Gesù di aver capito il perché della effusione continua del Suo preziosissimo Sangue.

Vuol dire aggiungere un motivo, certamente non secondario, per rendere più stretta, più profonda, più efficace l'unione con Lui. Sarà uno di quei motivi che dall'unione ti porteranno alla vera Comunione con la Vittima Immacolata e Santa.

Vedrai, fratello, quanto fecondo di bene sarà questo tuo proposito! Libererai la Santa Messa da uno di quei fili che trattiene l'anima dal librarsi, spoglia di umani interessi, verso il Creatore, il Redentore e Santificatore.

La strada che stai per intraprendere sarà ricchissima di frutti. Non cedere a nessuna seduzione: Dio è infinitamente ricco!

Tra le tue quotidiane vicissitudini, un raggio d'oro è sceso sopra di te; non permettere che si dissolva nel nulla.(p.156)

Io, Gabriele, ti sono vicino. Per te intercedo, su di te vigilo, con te prego. Sì, fratello, ti sarà di conforto e di aiuto il sapere che Gabriele, l'Arcangelo che fu incaricato di compiere la Grande Ambasciata, prega Dio Uno e Trino e la Madre per te. Ricordalo, fratello, le nostre preghiere saranno più unite e quindi maggiormente gradite.

Fratello, tutto ciò che, nel presente messaggio, ti ho confidato ha scatenato la rabbia del regno delle tenebre. Non poteva essere altrimenti; perché esso dovrà segnare non poche sconfitte.

Convinciti che il tuo proposito è cosa grande.

Se poi il tuo Direttore Spirituale vorrà inserire nel terzo libro questo mio messaggio, allora sarà l'inizio di una lenta ma importante riforma che aprirà tanti occhi, ora chiusi, alla luce.

A risentirci presto, fratello.

Sono l'Arcangelo Gabriele.(p.157)

19 luglio 1976 - L'UNICO DESIDERIO

Siamo anime della Chiesa purgante, in attesa del nostro incontro con l'eterno divin Giudice.

Siamo anime che non hanno altri interessi, ai di fuori del solo grande interesse: vedere Lui, Uno Trino.

Siamo anime che attendiamo il conforto dell'aiuto fraterno che affretti la nostra liberazione.

Riteniamo superfluo tentare di farvi comprendere la nostra pena.

Se una immagine può servire a darvene una idea, allora vi diciamo: provate ad immaginare un uomo che arde tra le fiamme ed il desiderio che ha di uscire per immergersi in acque fresche e limpide.

E una scialba idea che può farvi capire il desiderio ardente di por fine alla tormentata attesa che ci impedisce di unirci al solo, unico Bene per cui siamo state create.

Sulla terra, distratti come siete di continuo da mille interessi, influenzati dai sensi e distolti da tante esigenze della vita materiale, voi non potete (p.159) capire noi, anime purganti. Siamo bruciate dalla sola necessità, dalla sola aspirazione, dall'unico e immutabile desiderio: ricongiungerci con Colui che è Causa e Fine della nostra esistenza. Non potete capire noi, perché vediamo in modo diverso da voi.

Fratello sacerdote, Don O., tu sai che nulla possiamo fare per noi stesse; sai bene però che possiamo per voi, ancora militanti sulla terra, pregare e ottenere.

Questo avviene per un ammirabile disegno della Provvidenza che ha voluto circolante in tutta la Chiesa, quale Corpo Mistico, l'amore intercorrente tra Gesú e le membra fra di loro.

 

Fiamma vivissima


Ora considera, che se tu ti impegnerai a celebrare il Santo Sacrificio per il solo fine per cui Lui, il Verbo fatto Carne, lo ha compiuto sul Calvario e lo continua, per mezzo vostro, sugli altari e cioè per la remissione dei peccati e delle pene dovute per i peccati, fratello nostro, tu puoi capire quali fermenti di riconoscenza e gratitudine solleverai in noi.

Noi ci sentiremo obbligate nei tuoi riguardi, intercederemo senza posa; offriremo di continuo la nostra sofferenza (potremmo dirlo martirio) per te (p.160) e per le tue necessità spirituali, per esserti a fianco nella dura lotta contro le forze dell'Inferno.

Sarà, fratello, come se la fiammella che attualmente arde in voi e in noi improvvisamente si tramutasse in grande e vivissima fiamma.

Sarà un aumento di calore, di dolore e di amore che ci unirà a Lui e tra di noi. "Caritas Christi urget nos ".

Fratello sacerdote e ministro di Dio, perché mai ,non rendiamo operanti questi misteri di grazia e di amore, latenti in noi e in voi? Perché non facciamo scattare la molla da entrambe le parti per abbreviare in noi la pena dovuta alle nostre colpe e in voi far scaturire una fonte di tante grazie insospettate ma reali?

Fratello Don O., noi ti aspettiamo con ansia che, esauriti i tuoi impegni, il tuo proposito diventi realtà concreta per tutto il Corpo Mistico.

Ti ringraziamo per il ricordo quotidiano in attesa che rapporti più efficaci tra noi e te abbiano a rendere più fecondo il Dogma della Comunione dei Santi.

Fratello, l'esperienza ti confermerà la verità di questo messaggio e vorremmo che molti sacerdoti ne venissero a conoscenza.

Siamo Anime purganti.(p.161)

20 luglio 1976 - SE POTESTE VEDERE

Don O., sono Z.

Quante cose vorrei dire! Dopo il nostro ultimo incontro dinnanzi a Lui, nella Parrocchiale di C., pochi giorni di degenza all'ospedale, poi subito il Paradiso.

Non ho conosciuto la terribile attesa del Purgatorio. Ora sono felice per sempre; sono eternamente grata a Dio per il dono della vita, per quelle tribolazioni che accompagnarono la mia esistenza, misura del mio amore per Lui.

 Don O. sono fra quelle anime che qui pregano per lei, e sono tante.

Coraggio!

Per lei ancora militante sulla terra, quando la sofferenza incalza, il tempo sembra lento, tanto lento come se si fosse fermato. Qui invece, fuori del tempo, vediamo come il tempo corra veloce, mettendo rapidamente fine ad ogni cosa.

Se voi poteste vedere ciò che noi vediamo, certo di atei non ne esisterebbero più, ma in questo caso (p.162) cesserebbe la prova della fede, rendendo sterili tutte le vostre azioni.

Dio, infinitamente Sapiente, ha fatto bene tutte le cose e tutte le dispone e dirige al proprio fine.

 

Bisogna dare

Don O., lei che fu mio confessore occupa un posto particolare nel mio animo. Conosco i doni di grazia di cui Gesù l'ha arricchito.

Mi permetto di dire però che bisogna essere sensibilissimi nell'intuire che i suddetti doni sono prima di tutto ad majorem Dei gloriam; secondariamente che, come il sacerdote non appartiene a se stesso ma alla Chiesa, cosi anche i doni da Lui elargiti non sono ad personam ma propter comunitatem.

Quindi, Don O., quando l'uso di questi doni viene richiesto per la gloria di Dio ed il bene delle anime, bisogna dare, dare fino all'annientamento.

Il Padre ha dato il Cristo, Suo unigenito Figlio, per l'umanità e Gesù consumerà se stesso in olocausto per la gloria del Padre e la salvezza delle anime.

Don O., tutto ciò che lei ha avuto come uomo e come sacerdote lo deve offrire, sull'esempio (p.163) luminoso del divino Maestro, in olocausto per la gloria di Dio e per la salvezza di tante anime.

Lei, Don O., quotidianamente chiede anime. Viene da Gesú questa sete ardente ed inestinguibile.

E' da Lui il modo, veramente prodigioso, per salvare anime.

Per lei che cosa resta?

Una cosa resta: la corrispondenza a tutto ciò che le vien chiesto. E' la chiave della santificazione e dell'arricchimento del suo animo.

Avanti, e a risentirci ancora presto.

Z. (p.164)

21 luglio 1976 - INESTIMABILE TESORO

Sono Padre R.

Una sola volta ci siamo incontrati nella vita.

La morte che portò fine alla vita terrena ha dischiuso alla mia anima la vera vita di cui Lui, Uno e Trino, ci fa partecipi nella misura con cui in terra lo abbiamo creduto, sperato, amato e servito.

Don O., so che altri ti hanno detto l'impossibilità per voi di capire ciò che è il Paradiso: è la verità, perciò io non tenterò l'impossibile

Vi basti il sapere che anche la più fertile immaginazione non potrà mai raffigurarsi anche in modo approssimativo la realtà che supera ogni vostra capacità di intendere.

Piuttosto, Don O., ritorno su di un argomento più accessibile in teoria, più difficile da vivere in pratica: il Dogma della Comunione dei Santi.

La Sapienza Increata ha provveduto a ricordarci, inserendolo nel Credo, questo grande Dogma cosí incompreso con grande danno dei militanti sulla terra e dei sofferenti in Purgatorio.(p.165)

Questo Dogma non basta infatti accettarlo teoricamente. Solo se è tradotto nella pratica quotidiana della vostra vita, ha possibilità di incrementare non solo la vostra vita personale, ma tutta la vita comunitaria della Chiesa.

Pensate che il vostro contributo di quotidiano suffragio si tramuta in una pioggia di grazie e stringe rapporti di amore, quindi di maggior unione, tra voi e le anime del Purgatorio.

Pensate a ciò che possiamo noi che viviamo in Dio e di Dio, se voi ricorrerete a noi, mettendoci nella condizione di potervi aiutare.

Il Dogma della Comunione dei Santi è paragonabile ad un grande inestimabile tesoro a cui solo pochissimi attingono. I piú non vanno oltre ad un comune e scialbo atto di fede.

 

Fecondo apostolato

Don O., sono convinto che il propagandare la necessità di conoscere e vivere più profondamente il Dogma della Comunione dei Santi equivalga ad un ottimo e fecondo apostolato. Solo se i figli di Dio, delle tre Chiese trionfante, militante e purgante vivono in una comune volontà di conoscersi, amarsi e aiutarsi, possono rendere più forte la compagine del Corpo Mistico, in particolare contro le forze del male. (p.166)

Don O., il male dilaga, l'anemia spirituale si acuisce.

Satana ha trovato amici e collaboratori nell'ordire congiure, nel preparare il suo disperato assalto contro la Chiesa. Ora sta minando con la dinamite dell'odio l'Italia e l'Europa.

Pregare, riparare, fare penitenza, sono le sole cose che veramente servono a scoraggiare il Nemico.

Se gli inviti della Vergine Santissima, a più riprese fatti per rendervi edotti del grave pericolo incombente sulla umanità e sulla Chiesa, fossero stati fedelmente accolti, tutto sarebbe stato evitato.

Non temere e non curarti dei giudizi altrui: parla chiaramente, richiama le anime alla realtà perduta di vista.

Gli uomini hanno perduto il senno. Se non ti ascolteranno, sarà peggio per loro.

E' vero ciò che dice Gesù, che verrà un giorno che gli abitanti di Ninive si alzeranno in giudizio per accusare questa generazione, incredula, pagana e purtroppo empia ".

Ti benedico, Don O.

Padre R. (p.167)

23 luglio 1976 - NON SONO PASSIVO

Scrivi, figlio mio.

La Fede deve essere tradotta nella vita quotidiana.

Vi sono molti che credono astrattamente, ma non operano in conformità della loro vita quotidiana.

La Fede deve permeare la vostra azione, tutte le vostre azioni: allora diventa pratica.

La Fede senza le opere è vana e le opere senza la Fede non valgono.

Senza la Fede non valgono non solo le opere, ma anche le parole che in continuazione pronunciate.

Figlio, vuoi essere uno strumento valido nelle mie mani?

Io voglio che tu sia uno strumento nelle mie mani, perciò tale ti devi sentire e come tale devi operare e parlare.

Devi credere che sono in te; sono in te non passivo ma molto attivo.

La Fede diventa limpida e cristallina, se sei coerente sempre.(p.169)

- Gesù, ma non vi è pericolo che io sbagli?

- No, se tu fermamente crederai che sono Io in te a vivere e pensare, a parlare e operare, ad amare e sperare.....

Ti benedico, figlio mio.(p.170)

3 settembre 1976 - VITA POVERA

Don O., sono Don A.,

sono il sacerdote, che pur potendo vivere agiatamente, senza problemi economici per i beni di cui la mia famiglia disponeva, preferii la vita semplice e povera sulla imitazione del divino Maestro. Ho seguito le sue parole di vita, i suoi esempi luminosi di povertà, di umiltà, di obbedienza.

Amai " toto corde " il Sommo Sacerdote e amai il Sacerdozio. Pregai e soffrii per le vocazioni sacerdotali, zelai la salvezza delle anime, fondai l'Opera R. che per la terra fu un fallimento, per li Cielo fu un trionfo. Questo ti dica, Don O., come il giudizio degli uomini raramente combacia con il giudizio di Dio.

 

Rispondono con fede?

Don O., quanti sono i sacerdoti che, animati di santo ardore e coerenti alla vocazione ricevuta, rispondono con fede ai richiami forti del divino Maestro e della Madre comune, della Madre della Chiesa?(p.171)

Don O., quale visione hanno la maggioranza dei sacerdoti, di Cristo Figlio di Dio, presente nel Mistero dell'Amore e della Fede in un prodigio infinito di umiltà?

Don O., non si accorgono che camminano sull'orlo di uno spaventoso precipizio, con a fianco il Maligno che, astuto ed insidioso, li segue per perderli eternamente?

Don O., come è possibile tanta oscurità negli stessi Pastori della Chiesa, molti dei quali hanno come problema della loro pastorale la salvaguardia del loro prestigio personale?

E come è possibile che non avvertano la sterilità del loro operato, terribile conferma di un fallimento la cui evidenza non può sfuggire a nessuno?

Come è possibile persistere in un atteggiamento presuntuoso che offende Dio, offusca la Chiesa e ne storpia la fisionomia impressa in lei dal suo divino Fondatore? Può ancora il Signore Iddio permettere tanto abominio che avvilisce e deturpa la Chiesa, uscita dal suo Cuore misericordioso?

Don O., la Chiesa non ha bisogno di diplomatici astuti, la Chiesa non ha bisogno di governatori orgogliosi, la Chiesa ha bisogno di Pastori santi che alla paternità sappiano unire una saggia fermezza, onde mettere fine allo stato di anarchia che tuttora avvilisce la Chiesa.(p.172)

Non devono ignorare che Satana, il principe delle tenebre, il fomentatore di scandali, di eresie e di scismi non si arresta mai. Satana ha forti e potenti alleati nelle logge massoniche, nei partiti atei e anche non atei.

Sappiano i Pastori di anime che, mentre si trastullano con fronzoli gelosi del loro prestigio, Satana sradica, devasta e distrugge la vigna del Signore, precipita anime all'Inferno e ride della insipienza dei suoi nemici, perché nulla fanno di efficace per contrastarlo.

 

Un loro dovere

Il divin Maestro, Fondatore e Capo della Chiesa, guariva gli infermi, cacciava i demoni.

Che cosa è che fa ignorare ai vescovi questo loro dovere?

Che cosa li induce ad ignorare le parole divine su questa delicata materia?

Che cosa oscura a tal punto la loro mente ed i loro occhi dal non vedere il numero stragrande non solo di anime ma anche di corpi invasi, soggiogati da Satana? Quante persone, di ogni sesso età e condizione sociale, sono da lui influenzate e tormentate nell'anima e nel corpo!(p.173)

Chi autorizza i Vescovi, non solo a non esercitare questo fondamentale Ministero, ma perfino a proibirlo ai sacerdoti a cui hanno conferito l'Ordine dell'Esorcistato ?

Rispondano i Vescovi a questi interrogativi!

Non vedono i Vescovi le piaghe di cui soffre il Corpo Mistico del Signore?

Perché il loro immobilismo su tanti problemi che richiedono soluzioni energiche, urgenti, improrogabili ?

Non avvertono i preannunci dell'ora tremenda che si avvicina, ignorano i richiami accorati della Madre...

Don O., coraggio! La strada ti è nota.

Non ti faccia paura la sofferenza, non ti spaventino i demoni.

Ti benedico.

Don A. (p.174)