D. O. sono don Enrico,
non voglio io ridirti quello che ripetutamente già ti è stato detto, stimo meglio ricordarti il nostro primo incontro nella Cappella di F. di G.
Ti fecero impressione la mia malandata salute fisica, il mio corpo menomato, la mia anima imprigionata in un fisico quasi interamente inefficiente da suscitare commiserazione in coloro che mi avvicinavano, perché nel maggior numero dei casi queste persone non vedevano che il lato esteriore della mia vita. Erano incapaci di penetrare e quindi di capire la prodigiosa metamorfosi che si operava nel mio animo mediante la sofferenza sia fisica sia morale, sofferenza
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Rispondo al tuo desiderio, figlio mio.
So che brami avere maggiori chiarimenti in merito al proposito che lodevolmente stai attuando di abolire, per quanto ti riguarda, la cosiddetta elemosina legata alla S. Messa.
Quanto ti hanno detto S. Gabriele, P. Pio, la Luigina ed altri è chiaro e comprensibile da tutti coloro che hanno il loro animo aperto alla luce, cioè alla Sapienza dello Spirito Santo, purtroppo invece non lo capiranno mai tutti gli altri chiusi alla luce dello Spirito Santo.
Stoltezza e follia pensarlo
Ora figlio mio, è il tuo Gesù che ti rivolge la domanda:
Credi tu che se qualcuno alla vigilia della mia Passione e Morte, mi si fosse presentato innanzi dicendomi: " Ecco questi denari, io te li do perché tu ti sacrifichi in Croce per la remissione dei miei peccati " " credi tu figlio mio che io avrei accettato una simile proposta? "
Sarebbe stoltezza e follia il solo pensarlo! (p. 31)
Ciò che mi ha portato sulla Croce e che mi porta a rinnovare il Sacrificio della Croce nella S. Messa, è stato, è, e sarà sempre una cosa sola: l'AMORE! Figlio mio, fa' bene attenzione, che differenza fa se oggi persone si presentano a te offrendoti qualche moneta per la celebrazione di una S. Messa?
Figlio, la tua intenzione, come mio ministro, come partecipante del mio eterno Sacerdozio, può differenziarsi dalla mia purissima intenzione?
E dimmi ancora, è o non è la S. Messa, lo stesso Sacrificio della Croce?
Recidere qualsiasi legame venale
Tu nella S. Messa non ti devi unire a Me nell'offerta al Padre della tua volontà, offerta efficace che comporta l'annientamento del tuo io, e con la stessa purissima intenzione con cui Io, Gesù, e la Madre Mia Maria SS., sempre presente come Corredentrice, ci offriamo al Padre?
Fai bene figlio, fai bene a non avvilire l'atto più grande che si compie sulla terra, recidi e separa da questo atto qualsiasi legame venale.
E' mai possibile condizionare la tua partecipazione, la partecipazione in genere del sacerdote celebrante, ad un paio di migliaia di lire?
Ti ho detto figlio, condizionare, non dico di tutti i sacerdoti, ma di molti, niente offerta, niente (p. 32) S. Messa. Ecco a quale punto può portare l'assenza dell'amore e della fede!
Per i molti che celebrano la S. Messa in peccato che mai può importare la purezza di intenzione o l'azione corredentrice? Questi sacerdoti, perché scissi da Me, nulla aggiungono o possono aggiungere alla S. Messa di cui sono protagonisti solo materiali, non uniti a Me, ma a colui per cui Io mi immolo, sono cioè uniti a Satana né più né meno come Giuda.
Persevera, sarà riforma importante
Figlio ti è stato detto di perseverare nel tuo proposito, di non cedere ai ripetuti attacchi del Maligno. Ebbene te lo ripeto anch'Io, Gesù; insisti, persevera sarà questa una perla preziosa, una riforma importante della mia Chiesa rigenerata.
Non valgono i pretesti, le argomentazioni, per giustificare un'azione attestante la povertà spirituale di questi tempi di assurdità e di crisi di fede; non sono Io Gesù, il Verbo fatto Carne, quindi vero Dio e vero Uomo, il Protagonista del S. Sacrificio?
E come mai, Io Dio, Signore di tutte le cose, potrei ignorare i giusti bisogni di coloro che accanto a Me, si offrono con Me disinteressatamente al Padre per i fratelli vivi o defunti con un grande atto di amore? (p. 33)
Non sono Io l'Unigenito del Padre e tutte le cose non sono state fatte per Me? Non ho dato sufficienti prove della mia generosità? Mi sono forse una volta sola lasciato vincere da voi in generosità? Figlio mio, anche in questo mi sei strumento per il mio piano d'amore.
Ti benedico e con te benedico tutti i sacerdoti che umilmente ti seguiranno per questa strada e prometto a tutti grazie e doni particolari. (p. 34)
Figlio mio, scrivi:
Io sono la Perfezione e sono il solo ad essere la perfezione infinita. Questa mia perfezione si riflette in tutto l'universo creato, nel mondo invisibile e nel mondo visibile, originando in tutte le cose singole e in tutte le cose globalmente prese, un'armonia stupenda degna del suo Creatore, in un ordine non meno stupendo e non meno ammirevole ove ogni cosa tendeva a perseguire il proprio fine nella lode al Creatore.
Poi venne la creazione di esseri intelligenti liberi capaci di operare il bene, e capaci di operare il male, ma i doni anche naturali di cui erano rivestiti erano tali per cui tutto concorreva in loro ad orientarli e spingerli verso il bene.
In questa condizione dovevano stare per il tempo determinato dal Padre, Creatore e Signore di ogni cosa, e terminato questo tempo di attesa, innanzi a loro si sarebbero spalancate le porte del Paradiso per essere ammessi a partecipare alla gloria e alla felicità senza confini del Padre. Ma la più bella, la più potente di queste creature dopo Dio, inorgoglita della sua potenza e del suo splendore, la fece peccare e volendo essere simile a Dio, si ribello a Dio dando (p. 35) così inizio nel mondo universo ad una ribellione le cui conseguenze furono, sono e saranno di una gravità che nessuna mente umana è capace di abbracciare.
Turbamento dell'ordine - il peccato
L'armonia del creato è stata talmente turbata da mutare radicalmente l'ordine stabilito; tutto l'universo risente di questo turbamento e la stessa natura geme sotto il peso del peccato.
Alla ribellione del mondo invisibile seguì la ribellione dell'umanità in Adamo ed Eva, aumentando il turbamento dell'ordine precostituito e dando origine al male nel mondo, catastrofe senza precedenti, e a parte la sofferenza, le guerre, le malattie, gli odi, i delitti, la morte, le violenze, i crimini, tributo a Satana di ogni generazione. Basti il ricordare, figlio mio, le anime dannate o che vanno dannate; la perdizione di un'anima sola è cosa più grave di tutte le guerre, epidemie, rivoluzioni e sventure di tutti i tempi. Questo non lo potete facilmente capire perché non siete capaci di capire che cosa voglia dire una eternità di tormenti.
Ristabilimento dell'ordine: Chiesa e Sacerdozio
Figlio, Io, l'Amore, non potevo permettere tale scempio della natura umana; ecco allora l'Incarnazione e la Redenzione operata dal Verbo, il cui scopo (p. 36) è ristabilire l'ordine distrutto e ridare possibilità di salvezza per tutte le anime di buona volontà.
Con la Redenzione la Chiesa, il sacramento di salvezza, e nella Chiesa il Sacerdozio per formare con esso i miei corredentori, cioè i miei collaboratori che costituissero la spina dorsale del mio Corpo Mistico.
Sacerdoti si diventa solo per Vocazione
Figlio mio, come gli uomini in genere si scelgono essi i loro collaboratori, così Io, Verbo di Dio fatto Carne, mi scelgo i miei collaboratori, quindi guai agli intrusi, guai ai non chiamati, guai a coloro che come Giuda, per ragioni umane e per calcoli di interessi umani, si intrufolano fra i miei vocati... Sacerdoti si diventa solo per vocazione; ogni altra strada sarebbe non solo peccaminosa, ma sacrilega.
Ecco, figlio mio, il problema delle vocazioni sacerdotali.
Come il Padre Mio, nel piano della Provvidenza mette nel cuore degli uomini attitudini e tendenze diverse affinché nella grande famiglia umana gli uomini si completino e si integrino nell'ordine armonioso prestabilito; così Io nella mia Chiesa getto nel cuore dei prescelti il germe prezioso e sublime della vocazione, germe prezioso che va raccolto e custodito, protetto e sviluppato e dal prescelto e dalle persone legate al vocato, come genitori, tutori ecc.... (p. 37)
Di molte vocazioni fallite per colpa di chi aveva il dovere di tutelarle dovranno rispondere i responsabili. E' notorio che genitori pagani e cristiani scristianizzati spesso avversano e contrastano, con gravissimo danno recato alla Chiesa, le vocazioni da Me date a tante anime. Responsabilità tremenda!
Ora basta figlio; riprenderemo il discorso quanto prima. Ti benedico; prega e offri le tue sofferenze perché molti siano gli operai della Mia vigna. (p. 38)
Figlio mio scrivi.
Chi sono le anime vittime? Quale il fine delle anime vittime?
Perché le anime vittime non sono conosciute che da pochissime altre anime? Perché le anime vittime incorrono spesso nell'avversione o incomprensione o persecuzione di chi, a ragion di logica, le dovrebbe comprendere e affiancare in tutti i modi?
Chi sono?
Le anime vittime sono anime elette, prescelte dal Cielo, dalla Trinità Divina, di cui diventano figlie e spose; sono le anime più amate dal Padre, più intimamente unite al Figlio e allo Spirito Santo.
Sono le anime che generosamente, spesso eroicamente, fanno dono della loro vita umana a Dio, condizionando tutta la loro vita alla Volontà divina, non volendo se non quello che Dio vuole da loro, non desiderando che Dio, vero, unico, grande bene, alfa e omega di tutto e di tutti, offrendo e immolando se stesse per amore a Dio, Supremo Bene, ragione e fine della nostra vita, per riparare le offese proprie e altrui. (p. 44)
Che fanno? Salgono con Cristo sulla Croce
Le anime vittime sono anime privilegiate che domandano non solo di poter seguire Cristo in conformità alla Sua parola: " chi vuol venire dietro di Me rinneghi sé stesso e prenda la sua croce e mi segua ", non solo si accontentano di seguire Cristo sulla via del Calvario, ma salgono con Cristo in Croce.
Sono anime coraggiose, eroiche e generose; sono le anime che sentono profondamente la socialità della Chiesa, soprattutto della Chiesa debilitata, e per questo si offrono.
Le anime vittime sono le anime illuminate che hanno inteso che non vi può essere amore a Dio e amore ai fratelli senza la sofferenza; sono le più fedeli e le più autentiche interpreti ed esecutrici dei due comandamenti dell'Amore.
Le anime vittime sono le anime che elevandosi al di sopra della densa oscurità che avvolge l'umanità, vogliono elevarsi, e di fatto si elevano, su in alto, al di sopra dell'atmosfera inquinata e corrotta di questa umanità materialistica, e, pur camminando sulla terra, le loro anime e i loro pensieri sono su in alto, in cielo, rivolti a Dio, in Dio e con Dio.
Le anime vittime sono i parafulmini dell'umanità; guai agli uomini, guai alla terra se non vi fossero le anime vittime! La Giustizia divina avrebbe già (p. 45) perseguito l'inesorabile corso, tutto e tutti incenerendo.
Perché sono così poco conosciute?
Perché, figlio mio, il bene vero, la virtù vera, è schiva dalla pubblicità, dai rumori del mondo, dai pensieri del mondo, dai modi di vivere del mondo; per questo amano vivere nel ritiro, nel nascondimento, nel silenzio, per essere sempre pronte a captare la voce e i lumi che vengono dall'alto, per uniformarsi alla Divina Volontà che le vuole sì nel mondo, ma nascoste agli occhi di coloro che non le sanno e non le possono comprendere, perché esse innamorate di Dio, non potrebbero svolgere il loro colloquio con Dio se non nel loro umile riserbo.
Sono poco conosciute ancora figlio mio, perché gli uomini, non comprendendole, agli occhi loro appaiono come stolte e insensate; il mondo cosi non le ama, spesso le disprezza, le deride e le evita, ma in realtà le teme e spesso le avversa perché la loro eroica abnegazione suona severa condanna e giusto monito che le coscienze tarate non tollerano.
Nos insensati... credebamus...
Gli uomini un giorno dovranno rettificare il loro pensiero e i loro giudizi sulle anime vittime che volutamente hanno ignorate e disprezzate. Gli uomini un (p. 46) giorno vedranno, come il ricco Epulone ha visto il povero Lazzaro negletto nel seno di Abramo.
Gli uomini un giorno si rivolgeranno alle anime vittime esclamando: " Nos insensati, ergo erravimus a via veritatis. Nos credebamus... ".
Figlio mio, ti ho detto altre volte che le mie vie sono diverse dalle vostre vie; chi crede in Me non si perderà per i labirinti oscuri di un mondo dominato dal Maligno, ma chi crede in Me, mi seguirà sui sentieri che Io ho tracciato per tutti con la mia vita sulla terra.
Ti benedico figlio mio e voglimi bene. Vieni, figlio dietro di Me; vieni e seguimi e non te ne pentirai! (p. 47)
Scrivi figlio mio,
ho voluto darti una chiarificazione sulle anime vittime prima di dirti che ogni sacerdote deve essere un'anima vittima.
Questa affermazione susciterà in molti sorpresa, in altri stupore, in altri incredulità, cioè questa verità avrà reazioni diverse, rispondenti ai diversi stati d'animo di coloro che leggeranno questi messaggi.
Eppure ribadisco con fermezza che ogni sacerdote deve essere una vittima.
Infatti, figlio mio, sono Io stato sì o no la vittima per eccellenza? Dimmi, figlio mio, non sono forse Io la vittima pura, santa e immacolata che ha placato l'ira divina, soddisfatto la divina Giustizia? E chi è il sacerdote se non " alter Christus "? Chi sono i sacerdoti se non i miei naturali corredentori, e quale corredenzione sarebbe mai possibile se non facendosi vittime come Io vittima mi sono fatto per la vostra salvezza?
Non sono stato Io, Sommo Sacerdote, e, nello stesso tempo, Vittima, che ho immolato Me stesso per la vita del mondo? (p. 48)
Figlio in un precedente messaggio è spiegato chiaramente quale parte deve avere il sacerdote nella celebrazione della S. Messa, e ti ho detto: guai ai sacerdoti che un giorno scopriranno di essere stati nella S. Messa dei protagonisti incoscienti, passivi e soltanto materialmente presenti, anziché essere coscientemente presenti, consenzienti e attivamente compartecipanti con Me.
Presenti furono sotto la Croce e con Me presenti sono in ogni S. Messa la Madre Mia e S. Giovanni!
Fondersi con la Vittima Divina
Se un sacerdote non è presente nel S. Sacrificio con la ferma ed efficace volontà di offrire sé stesso, unitamente a Me, al Padre Celeste per la remissione dei peccati, ragione del sacrificio offerto, il sacerdote praticamente svuota il suo sacerdozio della sua essenza, snaturando e deformando la natura del carattere sacerdotale, mutilando il suo sacerdozio del suo fine; insomma questo sacerdote fa scempio del suo regale sacerdozio, da Me a lui compartecipato. Immagina un assassino che fa scempio della sua vittima straziandone il corpo.
Figlio, ma che hanno fatto Pastori ed educatori se non sono stati capaci, se non hanno saputo, inserire nell'animo dei " vocati " la conoscenza della natura, dell'essenza, del fine del carattere sacerdotale? (p. 49)
Due sposi che accedono al matrimonio senza conoscerne la natura e lo scopo, non sono forse due sventurati? Un chierico che accede al sacerdozio senza conoscerne a fondo l'essenza, la natura e lo scopo è molto di più di uno sventurato, poiché non solo mette in pericolo la sua anima, ma un numero grande di anime legate al suo sacerdozio nel piano dell'economia Divina.
Il sacerdote non solo deve essere vittima, ma vittima diventa per natura del suo sacerdozio; se poi rifiuta questo suo stato di vittima, diventa traditore del Mistero della Redenzione, come Giuda.
Sacerdote vittima per natura del suo stesso sacerdozio
Felice colui che è consapevole della grandiosa e sublime vocazione e missione sacerdotale e docilmente si arrende all'amore infinito di Dio che si è degnato di sollevarlo dallo sterco e dalla polvere della terra per erigerlo alla più grande e sublime dignità a cui creatura possa aspirare.
Felice colui che, consapevole di essere stato fatto vaso di elezione, si sforza, con Cristo, di seguirlo sul Calvario, per fondere le sue sofferenze con quelle della Vittima Divina, per essere poi, con la Vittima tre (p. 50) volte santa, liberatore di tante e tante anime dal giogo e dalla brutale tirannia di Satana.
Felice quel sacerdote che non accetta ne patti né compromessi coi nemici di Dio, coi nemici della Chiesa e coi nemici della sua anima e della sua coscienza.
Felice quel sacerdote che rifiuta ogni sua collaborazione con le forze oscure dell'inferno e cammina sulla via della perfezione e della santità secondo il precetto " Sancti estote "; che se tale precetto di santità è per tutti, è evidente e chiaro che in modo particolarissimo lo è per i miei ministri, che santi debbono essere per santificare.
Che dire della formazione impartita nei seminari odierni?
Figlio mio, quale paurosa distorsione in nome di un progresso e di una sovversiva evoluzione nettamente contrastante con i miei esempi e insegnamenti!
Pastori, che avete assistito e assistete passivamente a tanto pervertimento spirituale, non crediate di sfuggire alle vostre gravissime responsabilità; i vostri sofismi non servono per chiudere gli occhi di Dio.
Presto vedrete coi vostri occhi e presto pagherete di vostra tasca per tutto il male che non avete saputo (p. 51) o voluto impedire, per tutto il bene che non avete compiuto.
Ti benedico figlio mio. (p. 52)
Figlio mio, sono Io, Gesù, scrivi e non temere.
Ieri ti ho detto che ogni sacerdote deve essere una vittima che offre sè stesso insieme a Me al Padre, per la remissione dei peccati e per la liberazione delle anime dalla tirannia del Maligno, ora credi tu che questa fondamentale verità venga inculcata nei seminari ?
Credi tu che i Pastori di anime si accertino, vigilino perché gli aspiranti al sacerdozio siano illuminati, iniziati e sensibilizzati sulla responsabilità, più che umana, divina, del loro essere domani sacerdoti, ministri Miei e amministratori dei frutti del Mio Sangue e della Mia Passione?
No, figlio mio; non si può mai dare o comunicare ad altri ciò che non si ha. L'orientamento, la formazione data agli aspiranti al Sacerdozio è tutt'altro di quella da Me richiesta, anzi addirittura è opposta. Se i Pastori e gli educatori non sono loro stessi delle anime vittime, non potranno formare delle anime generose e sante; la ragione te l'ho anticipata.
Dinamismo febbrile = eresia dell'azione
Domando. - Ma Gesù mio, vi sono Pastori e sacerdoti zelantissimi e non sono pochi! (P. 53)
Risposta. - No, figlio mio; ti confermo che vi sono Pastori e sacerdoti santi, ma ti riconfermo anche che sono pochissimi!
Vi sono Pastori e sacerdoti animati da un dinamismo febbrile, sono contagiati dall'eresia dell'azione; Io non giudico dalle apparenze, ma giudico una realtà oggettiva a Me solo nota.
Le anime vittime amano celarsi, le anime vittime amano trattenersi con Me in una preghiera ininterrotta, le anime vittime bene si distinguono dalle altre che tali non sono. Oggi, figlio mio, nei Seminari, nelle Congregazioni religiose, poco è rimasto di positivo; hanno abolito i vecchi ordinamenti e li hanno sostituiti con nuovi, quasi tutti informati da principi errati, non conformi al mio volere, al mio Vangelo.
Libertà non vuol dire licenza né anarchia!
Figlio cercherò di farti meglio intendere si è confuso il concetto di libertà con quello di anarchia... che cosa è la libertà per molti educatori, per molti sacerdoti e per molti Pastori? La libertà l'hanno scambiata e confusa con la licenza; da qui il lassismo è entrato nei Seminari, per cui gli aspiranti al sacerdozio nulla, o quasi, hanno di diverso di tanti altri giovani, più o meno materialisti, che nulla negano alla voluttà dei sensi. (p. 54)
Visioni di film pornografici, violenti, comunque immorali e tutti impregnati di materialismo, esperienze sessuali di ogni tipo...; è necessario conoscere la vita, si dice, per poter essere in condizione di fare la propria scelta. La vita, si dice, è movimento, non vi è vita senza movimento e anche la vita dell'uomo, creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio, è movimento.
L'uomo è libero di muoversi verso il bene e anche verso il male; ma solo quando si muove verso il bene realizza il fine della sua vita, della sua vocazione, della sua ragione d'essere, perché per il bene è stato creato; avvilisce invece la sua libertà e di conseguenza la sua dignità quando l'uomo si volge al male. Libertà non vuol dire licenza, né anarchia!
Questo figlio mio, a quanto pare, non è compreso da chi invece dovrebbe insegnare queste cose.
Spaventoso sovvertimento morale e spirituale
Dal momento, figlio mio, che Dio getta il Suo seme nell'anima di colui che è stato ab aeterno prescelto, il seme va custodito, protetto e difeso da chi il seme riceve, ma anche da coloro che per volere della Provvidenza, hanno l'obbligo di realizzare la loro vocazione assolvendo con fede e amore il loro dovere di educatori. (p. 55)
Figlio ti riconfermo e sono Io, Gesù, a darti questa riconferma, rinuncio a dirti fino a quale punto di sovvertimento morale e spirituale siano giunti certi seminari, veri semenzai di eresie e di corruzione; sono costretto a bonificare un terreno infetto e paurosamente contagiato da tanti mali.
Hai fatto bene, figlio mio, a sconsigliare seminari e istituti religiosi a coloro che si sono rivolti a te, perché anch'essi dubbiosi ed incerti, non sapevano risolvere il personale problema della loro vocazione religiosa.
Solo per viltà, per paura, per rispetto umano, per evitare noie non si è provveduto a risanare situazioni penosissime da parte di coloro che avevano il dovere di farlo senza di nulla preoccuparsi.
Chi crede fermamente non lega il suo operare a giudizi del mondo, ma solo al giudizio di Dio.
Ti benedico, figlio mio, voglimi bene. (p. 56)
La vocazione al sacerdozio è un misterioso germe di vita soprannaturale da Dio lasciato cadere nell'anima del prescelto, perché questi, sotto la guida dei genitori o di persone da Dio deputate a quest'opera delicata di gestazione, faccia maturare il seme finché non abbia raggiunto il suo completo sviluppo.
L'anima che porta in sé il seme tanto prezioso che nessuna perla al mondo lo può uguagliare, deve essere edotta della preziosità del dono, deve essere incoraggiata alla preghiera, deve essere orientata nelle sue devozioni a Gesù, realmente presente nel mistero di infinita umiltà, sapienza e potenza del Mistero Eucaristico, deve essere decisamente orientata all'amore, alla preghiera allo Spirito Santo e alla Regina degli Apostoli, perché essa, la Vergine SS.ma sia Lei a condurre a termine la maturazione della vocazione.
Nel periodo della gestazione della vocazione, l'anima eletta dovrà essere edotta anche del mistero della Chiesa di cui è e sarà parte e membro vivo con funzioni vitali. (p. 57)
Gli educatori sono collaboratori di Dio
Dio agisce generalmente per mezzo delle cause seconde. Ecco allora i seminari, gli ordini e le congregazioni religiose, con lo specifico compito di entrare in azione sui "vocati" perché mediante l'istruzione sacra e profana, quali strumenti di Dio, collaboratori di Dio, predisposti nel piano dell'economia divina a completare la formazione e maturazione della vocazione, portino i vocati alla ordinazione sacerdotale.
Si è detto già in precedenza che a nessuno è lecito turbare l'ordine e l'armonia preordinata da Dio nella natura e nella Grazia; il farlo si è già detto che diventa gravissima ribellione al Padre, ribellione che non può andare impunita, costituendo essa grave colpa di superbia e di orgoglio; da qui la grave responsabilità degli educatori, di tutti gli educatori ma in particolarissimo modo di quegli educatori chiamati al compito più delicato nella mia Chiesa.
Per essi si richiede soda santità e perfezione di vita, ed è evidente e logico che se santità e perfezione non ve ne sono, non se ne può comunicare agli altri; mai vi può essere il caso di dare ciò che non si ha.
Questa santità e perfezione di vita contengono in se: ortodossia indiscussa, fedeltà assoluta al Sommo Pontefice e la ricchezza di tante altre virtù cristiane. Gli educatori debbono essere persone al di sopra di (p. 58) ogni sospetto, stimate per la loro rettitudine di vita, in una parola debbono essere modelli di vera vita cristiana.
Tremenda responsabilità per gli educatori demolitori della fede
I Pastori di anime hanno una grave responsabilità nella scelta per i loro seminari degli educatori. Meglio un seminario chiuso che affidato ai demolitori della fede, delle virtù cristiane, come purtroppo è di molti seminari dei nostri giorni.
Guai a coloro che si sono addossati la tremenda responsabilità di scelte sbagliate, si sono fatti complici, per incapacità o debolezza, per viltà o paura dell'opera demolitrice di Satana per la rovina delle anime.
Vescovi ed educatori dovranno render rigorosissimo conto alla Divina Giustizia di tutto il male di cui si sono resi responsabili... e non pensino di trovare misericordia, avendo a sé stessi e al loro prestigio personale sacrificato il supremo bene delle anime; saranno i sacerdoti sbagliati, saranno le anime da loro rovinate che si alzeranno come testimoni al Tribunale che non ammette appello.
figlio mio, non ti stupisca anche questa volta, se ti ripeto cose a cui ho già accennato in precedenza, ma, figlio mio, è necessario che tutto questo che Io ti (p. 59) dico, sia scritto e divulgato; lo richiede il bene della mia Chiesa.
Rispondono con glaciale diplomatica freddezza
Quanti hanno deplorato la tragica situazione di seminari e di ordini religiosi infestati di eresie!... quante anime vittime si sono offerte ed immolate perché fosse posto rimedio a tanta rovina, a tanto strazio!... Ma il loro sacrificio non ha valso a smuovere la glaciale diplomatica freddezza di coloro che avrebbero dovuto per mille motivi essere ultrasensibili per questo problema, il più importanti per la funzione vitale della Chiesa.
I sacerdoti della chiesa rigenerata avranno una visione ben diversa della natura, funzione e fine del loro sacerdozio, essi dovranno essere, come in realtà saranno, dei veri corredentori, cioè costruttori del regno mio nelle anime.
Ora ti benedico figlio; non temere scrivi tutto. Bando alle apprensioni, Io ti sarò sempre vicino. (p. 60)
Scrivi figlio mio.
Che cosa insegnano nei seminari o negli istituti religiosi? Si insegna un può di tutto, ma non si fa distinzione fra il sacro e il profano; anzi ti dico di più, ciò che dovrebbe avere una precedenza assoluta non di rado passa all'ultimo posto; basta questo per capire quanto il male, il materialismo, abbia sviato i responsabili, gli educatori, dal fine a cui dovrebbero i consacrati dare vita, energie e tutte le loro fatiche.
Ieri ti ho detto che i sacerdoti sono per natura delle vittime, perché Vittima completa è il Divino Maestro, il quale con atto di amore e misericordia infinita, vuole partecipare ai prediletti, la Sua regale potestà sacerdotale. Perché vuole che coloro che Lui ha prescelto, siano simili a Lui nell'amore e quindi nel sacrificio prima, nella gloria poi.
Il sacerdozio importa una tale somma di poteri da sbigottire le stesse gerarchie angeliche. L'Arcangelo Gabriele, che sta dinnanzi all'Altissimo, si sentì altamente onorato di essere stato eletto celeste Ambasciatore presso la Vergine SS. per annunciare il Mistero sublime dell'Incarnazione da parte di Dio Uno e Trino. (p. 61)
Certamente quella da Lui compiuta, è stata la più grande ed ambita ambasciata compiuta nell'universo mondo visibile ed invisibile.
Non vivono soprannaturalmente, quindi...
Ma quando si pensa ai poteri regali, alla dignità conferita dal Verbo fatto Carne ai suoi sacerdoti, gli stessi Angeli ne sono ammirati, stupiti, e Satana stesso e le sue schiere maledette sono disperatamente arrabbiate e sconvolte; non possono comprendere come uomini tanto a loro inferiori siano elevati a dignità così alta e sublime.
Tutto questo è realtà, figlio mio, ma realtà non capita, non accettata, non sentita, per cui ridono i demoni della cecità e stoltezza umana.
Perché questo deplorevole stato di cose ?
Come può un chierico vivere la sua vocazione in questa visione, se coloro che stanno attorno a lui come custodi, tutori, artefici, delegati complementari all'opera iniziata dal Divin Seminatore, sono incapaci di vivere soprannaturalmente la loro vocazione? Come possono inculcare ciò a cui non credono, non sentono, e non vivono?
Pianticella delicata è la vocazione, ma se attorno a lei vi sono cespugli spinosi, la soffocano e la fanno (p. 62) morire... Altro che cespugli spinosi sono oggi non pochi educatori nei seminari.
La vocazione è pianta delicata che deve ricevere luce e calore; ma luce e calore le tolgono gli educatori eretici, marxisti, materialisti!
La vocazione deve maturare in un'oasi
Non è nel trambusto della vita moderna, intessuta di traumi, di rumori, di lassismo, di anarchia, di contestazioni, che si può maturare una vocazione... La vocazione importa una concezione e visione della vita ben diversa da quella del mondo pagano moderno.
La vocazione deve crescere, maturare in un'oasi, e le oasi sono circondate dal deserto e sono nel deserto!
Figlio mio, quante vocazioni perdute e quante responsabilità da parte di coloro che sono stati chiamati all'apostolato primo; come si possono, figlio mio, condurre passo passo i " vocati " per sentieri e pascoli sconosciuti ?
Nella Chiesa rigenerata le cose cambieranno; voglio sacerdoti coscienti e consapevoli della loro grandezza e dignità sacerdotale; voglio sacerdoti umili e ben disposti a seguirmi sulla via della Croce e non sulle vie del mondo! (p. 63)
Debbono sapere che il mondo è del Maligno e che il Maligno non lo si vince se non con l'umiltà della Croce: Io cosi l'ho vinto e i miei sacerdoti solo così lo vinceranno!
Ti benedico, figlio mio, voglimi bene e prega.
Offriti perché la Grazia penetri nelle menti e nei cuori di tanti sacerdoti che sono in procinto di perdersi eternamente. (p. 64)
In certi seminari l'insegnamento della religione è considerato come materia secondaria; la preminenza è data, riservata allo studio di altre materie profane: psicologia e pedagogia; completamente sbagliato.
L'insegnamento religioso deve e dovrà esser considerato il fulcro, il centro, di tutto l'insegnamento impartito agli aspiranti sacerdoti. Poco importa a Gesù, Divino Maestro, a Maria Regina degli Apostoli, che i ministri di Dio siano dei dotti nella scienza profana, ma importa invece molto che i ministri di Dio siano dotti nella scienza di Dio, senza della quale non vi è fecondità spirituale, senza tuttavia trascurare la conoscenza di ciò che può completare la
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