MaM
Messaggio del 5 agosto 1984:Figli cari! Oggi sono felice, tanto felice! Non ho mai pianto di dolore nella mia vita come questa sera piango di gioia! Grazie!

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Santa Gemma Galgani

Mercoledì, 8 agosto - L'angelo la tranquillizza sulla coscienza che ha dei suoi peccati dicendole di rimettersi al giudizio del confessore.

Ora veniamo a stamani. Poco dopo che sono uscita dal confessionario, mi è venuto qualche pensiero, dicendo dentro di me che il confessore diminuisce troppo i miei peccati, ed ero inquieta.

Per calmarmi mi si è avvicinato l'angelo custode; ero in chiesa, e pronunziava forte queste parole: « Ma dimmi, a chi vuoi credere: al confessore o alla tua testa? Al confessore che ha continui lumi e assistenza, che ha molta capacità, oppure a te che non hai nulla, nulla, nulla di tutto ciò? O la superba! », mi diceva, «vuol farsi maestra, guida e direttrice del confessore! ».

Non ho pensato ad altro; ho fatto un atto di contrizione, ed ho fatto la santissima comunione.

Giovedì, 9 agosto - L'angelo custode le raccomanda l'obbedienza al confessore. In questo giovedì Gemma deve soffrire più del solito, per suffragare la defunta madre Maria Teresa.

Anche oggi, dopo aver sostenuto con l'aiuto di Dio una battaglia del nemico, assai forte, è venuto l'angelo custode, che rimproverandomi e assai severo mi ha detto: «Figlia, ricordati che, mancando a qualsiasi obbedienza, commetti sempre peccato. Perché così resela a obbedire al confessore? Ricordati ancora che non vi è strada più corta e più vera, quanto quella dell'obbedienza».

Ma perché oggi tutto questo? Per colpa mia. Meriterei forse anche peggio, ma Gesù mi usa sempre misericordia. Oimè, che ripugnanza che provo stasera! Fin da stamani mi sento così stanca; ma è tutta svogliatezza, cattiva volontà; ma pure mi voglio vincere coll'aiuto di Dio.

E giovedì, è per questo che mi sento sì curiosa; al sopraggiungere di questa sera, mi accade sempre lo stesso. Sì, patire, patire per i peccatori, e in modo particolare per le povere anime del purgatorio, e in particolare per... E ben lo so perché questa svogliatezza così presto. Le altre sere mi veniva poche ore prima. Perché oggi l'angelo custode mi ha detto che Gesù stasera voleva farmi soffrire qualche ora di più, cioè due ore: alle nove incomincerebbe, e questo per un'anima del purgatorio, e questo senza il permesso del confessore; ma è solito però che non mi grida, anzi vuole, e lo posso fare benissimo.

Ieri sera, verso le nove circa, cominciai a sentirmi un po' male; feci presto a andare a letto, ma soffrivo già tanto anche avanti: il capo mi sentiva fuor di modo, ogni movimento che facevo, mi cagionava pene terribili. Soffrii due ore, come Gesù voleva, per madre Maria Teresa; poi con gran dolore mi spogliai ed entrai nel letto, e cominciò l'ora. Fu assai dolorosa, ma in compagnia di Gesù che cosa non si farebbe!

Venerdì, 10 agosto - Gesù la riempie di consolazioni. In presenza della signora Cecilia, l'angelo custode le si fa sempre vedere e la dirige in ogni cosa; le dice che nessuno, all'infuori della signora Cecilia, sa fare le sue veci con lei.

Mi disse la sera avanti l'angelo custode che mi avrebbe fatto tenere le spine nel capo fino alle cinque del venerdì: fu vero, poiché verso quell'ora cominciai un po' a raccogliermi; mi nascosi in chiesa dei Francescani e lì Gesù me la venne di nuovo a togliere; fui sempre sola. Quanto mi mostrò di volermi bene! Mi animò di nuovo a soffrire e mi lasciò in un mare di consolazione.

Bisogna però che dica che tante volte, ma in particolare il giovedì sera, mi prende tanta una tristezza tale, al pensiero di aver commessi tanti peccati, tutti mi ritornano alla mente, che mi vergogno di me stessa, e mi affligge tanto tanto. Ieri sera pure, poche ore prima, mi venne questa vergogna, questo dispiacere, e trovo solo un po' di quiete in quel po' di patire che Gesù mi manda, offrendolo prima per i peccatori, e in particolare per me, e poi per le anime del purgatorio.

Quante consolazioni che mi dà Gesù! In quanti modi mi mostra di volermi bene! Son già tutte cose della mia testa; ma se obbedisco, Gesù non permetterà che mi abbia ad ingannare. Giovedì sera mi promise che in questi giorni, che la signora Cecilia non c'era non mi avrebbe mai fatta lasciare dall'angelo custode. Me lo dette ieri sera, e non mi ha più lasciato un momento.

Questa cosa l'ho osservata parecchie volte, e non ne ho parlato neppure col confessore, ma oggi glielo dico subito. Se sono con altre persone, l'angelo custode non mi lascia mai; quando sono con lei invece, subito mi lascia (voglio dire che non mi si fa più vedere, se non che per darmi qualche avvertimento); così pure è accaduto oggi: non mai un minuto si è partito d'accanto a me; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l'accenna lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare.

Questa cosa mi meraviglia assai, e mi ha costrinta a dimandargli: «In che maniera, quando c'è con me la signora Cecilia, non ci stai mai? ». Mi ha risposto così: « Nissuna persona, al di fuori di lei, sa fare le mie veci. Povera bambina», soggiungeva, « sei così piccina, che ti abbisogna sempre la guida! Ora te la farò io, non temere; ma obbedisci, veh, perché faccio presto...

Sono andata a confessarmi; ho detto la cosa al confessore (glielo avevo [anche] scritto); mi ha spiegato ciò che io non capivo, ma ora ho capito tutto.

Sabato, 11 agosto - Desidera ardentemente una visita della Mamma celeste; l'esserne privata è per lei un grande castigo.

È sabato; vado a fare la santissima comunione. Che farò? In ogni modo obbedisco. Se potessi ottenere una vísitina dalla Mamma mia! Ma no, mi ricordo del peccato commesso ieri sera. È vero che stamani me ne sono subito confessata, ma che, la Madonna in particolare a me non mi perdona sì facilmente. Mi vuole perfetta.

È sabato sera; Dio mio! Che castigo! È il maggior castigo che tu possa darmi, di privarmi della visita di Maria Santissima, è appunto vicina il sabato che sempre cado in tante mancanze...

Domenica, 12 agosto - Aridità di spirito.

Sono giunta a domenica. Che svogliatezza, che aridità! Ma pure non voglio lasciare le mie solite preghiere.

Mercoledì, 15 agosto - Alle aridità succedono le consolazioni. Le appare madre Maria Teresa, che le chiede ancora preghiere. Maria Santissima prende il cuore di Gemma per conservarlo in cielo.

Sono arrivata in questo stato di aridità e di mancanza di Gesù fino a oggi, mercoledì. Da venerdì più non l'ho sentito. Il confessore mi accerta che sarà per castigo dei miei peccati o per vedere se posso stare senza Gesù, e per stimolarmi ad amarlo di più. Sono stata sempre sola, voglio dire senza Gesù. L'angelo custode non mi ha lasciata neppure un secondo; eppure quante mancanze, quanti difetti, anche in presenza sua! Dio mio, tu abbi misericordia di me! Ho fatto sempre la comunione, ma Gesù come se più non ci fosse. Ma Gesù voglia lasciarmi sola anche oggi in una solennità sì grande? La comunione l'ho fatta con assai più consolazione, ma senza sentir Gesù. Ho pregato parecchio in questi giorni, perché voglio una grazia da Gesù.

Oggi M.M.T. [madre Maria Teresa] deve andare in paradiso: io lo spero. Ma come fare a saperlo? Raccogliermi non posso, se non sono in un luogo sicuro. Il mio angelo custode oggi farà anche da guardia alla mia porta.

Eccomi alle nove e un quarto di questo gran giorno. Mi sento al solito un interno raccoglimento; ho pregato l'angelo custode di sorvegliarmi e che nessuno veda; mi sono nascosta nella stanza delle monache.

O non è passato gran tempo, che al raccoglimento è giunto il rapimento (non creda chi legge queste cose a nulla, perché posso benissimo ingannarmi; che Gesù mai non lo permetta! Lo faccio per obbedienza, e mi sottometto a scrivere con gran ripugnanza).

Erano circa le nove e mezza, leggevo: tutto ad un tratto sono scossa da una mano che leggermente mi posava sulla spalla sinistra. Mi volto impaurita; ebbi paura, feci per chiamare, ma mi trattenne. Mi voltai e vidi una persona vestita di bianco: conobbi una donna; la guardai, il suo sguardo mi assicurò che non temessi di nulla: «Gemma», mi disse dopo qualche minuto, «mi conosci?». Dissi di no, perché ben potevo dirlo; soggiunse: «Io sono madre Maria Teresa del Bambin Gesù; ti ringrazio tanto tanto che tu ti dia tanta premura, perché presto possa raggiungere la mia eterna felicità».

Tutto questo accadeva, mentre io ero propriamente svegliata e in pieno conoscimento di me stessa.

Soggiunse: « Seguita ancora, ché ho ancora qualche giorno da soffrire». E nel dirmi così mi fece una carezza, e andò via. Quei suoi sguardi, devo dirlo, m'ispirarono molta fiducia. Da quell'ora raddoppiai le mie preghiere per quell'anima, affinché presto possa raggiungere il suo fine; ma le mie preghiere son troppo deboli; o vorrei che presso le anime del purgatorio dovessero aver la forza delle preghiere dei santi! Da quel momento soffrii sempre, fino alle undici circa che non potei esser sola. Sentivo dentro di me un certo raccoglimento, una voglia di andare a pregare, ma come fare? Non potevo. Quante volte mi toccò a insistere! Finalmente l'ebbi il sospirato permesso, e me ne andai con la Mamma mia, ma ben pochi momenti; ma furono momenti preziosi! Per i miei cattivi portamenti, Gesù non permise che la Madonna venisse come sempre sorridente, ma invece assai mesta (ed io ne ero la cagione). Mi rimproverò un po', ma si rallegrò anche di una cosa (che qui credo bene di non notare), e quella cosa fece tanta consolazione anche a Gesù! È per premiarmi di quella fu appunto che venne (la Madonna), ma, come ho detto, seria; mi disse alcune parole, tra le quali disse: «Figlia, quando io andrò in cielo, stamattina porterò con me il tuo cuore ».

In quel momento allora mi sembrò che mi si avvicinasse... me lo tolse, lo prese con sé, nelle sue mani, e mi disse: «Non temere di nulla, sii buona; io terrò il tuo cuore sempre lassù con me, sempre in queste mie mani». Mi benedì in fretta, e nell'andar via pronunziò ancora queste parole: «A me mi hai dato il cuore, ma Gesù vuole ancora un'altra cosa». «Che cosa? », gli dissi. «La volontà», mi rispose, e sparì.

Mi trovai per terra, ma quello so benissimo quando accadde: quando fece cenno di avvicinarsi e di levarmi il cuore. Benché queste cose al primo apparire mi impauriscono, pure alla fine finisco coll'essere sempre in infinite consolazioni.

Giovedì, 16 agosto - Presa da grave timore di dannarsi alla vista dei propri peccati, è animata dall'angelo a confidare nella misericordia di Dio. Soffre con Gesù, che le parla della prossima liberazione di madre Marza Teresa dalle pene del purgatorio e le promette nuove dolcezze nella santa comunio

Eccomi a giovedì. La solita ripugnanza mi giunge; il timore di perdere l'anima mi viene; il numero dei peccati e l'enormità di essi, tutto mi si spalanca davanti. Che agitazione!

In quei momenti l'angelo custode mi suggerì all'orecchio: « Ma la misericordia di Dio è infinita ». Mi quietai. Cominciai presto assai a patire nel capo: saranno state circa le dieci. Quando fui sola, mi buttai sul letto; soffrii un po', ma Gesù non tardò a comparire, mostrandosi anch'esso che soffriva tanto. Gli ricordai i peccatori, pei quali lui pure mi animò a offrir tutti i miei piccoli patimenti all'eterno Padre, per essi.

Nel mentre che ero con Gesù e soffrivo, e soffriva lui pure, mi venne un forte desiderio, quasi da non poter resistere. Gesù se ne avvide e mi domandò: «Che vuoi che faccia?». Ed io subito: « Gesù, per pietà, alleggerisci i tormenti a madre Maria Teresa ». E Gesù: « Già l'ho fatto. Vuoi altro? », mi diceva. Allora mi feci animo e gli dissi: « Gesù, salvala, salvala». E Gesù così mi rispose: «Il terzo giorno dopo l'Assunzione della mia santissima Madre, verrà anch'essa sprigionata dal purgatorio, e la condurrò con me nel cielo».

+ Quelle parole mi ricolmarono di una gioia tale, che non saprei esprimere. Parecchie altre cose mi disse Gesù; io gli chiesi ancora perché dopo la santissima comunione non mi faceva più gustare quelle dolcezze di paradiso. Mi rispose prontamente: «Non ne sei degna, o figliuola»; ma mi promise però che la mattina dopo l'avrebbe fatto.

Come fare a arrivare alla mattina? È vero, rimanevano poche ore, ma per me erano anni; non ho chiuso mai gli occhi al sonno; mi consumavo, avrei voluto che fosse subito venuta la mattina: in una parola, stanotte mi è sembrata lunghissima, ma è giunta finalmente [la mattina].

Venerdì, 17 agosto - La felicità di stare con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice versando sopra di lei abbondanti grazie divine. L'angelo le raccomanda l'obbedienza e le dà alcuni avvisi per il confessore. Ripugnanza nello scrivere.

Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me Gesù, mi è sceso nel seno (dico nel seno, perché il cuore non l'ho più: lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù! Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo amore, con questa povera creatura? Ma pure si è degnato venire. È proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me lo dimanda se lo amo e lo amo davvero. E ne dubiti ancora, Gesù mio? Allora lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole perfetta, che mi ama assai anche lui e che lo contraccambi.

Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo io, supplirà per me il mio caro angelo custode. Dio voglia che mai mi abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.

Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po', ma nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.

Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito. Quanto si è mostrato affettuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre! Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso. Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona dalla mia testa, e poi non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come sempre, erano belle. È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una luce più assai più forte che del dttrrre. Esso teneva quella mano alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è bello il mio Gesù! Mi ha benedetta con quella stessa mano, che aveva alzata, e mi ha lasciata.

Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volentieri che cosa volesse dire quella luce che usciva dalle piaghe, in particolare dalla mano destra, con la quale mi ha benedetta. L'angelo custode mi ha dette queste parole: « Fígliuola, in questo giorno la benedizione di Gesù ha versato sopra di te un'abbondanza di grazie».

Ora mentre scrivo, si è avvicinato e mi ha detto: « Mi raccomando, figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha soggiunto: «Digli che Gesù vuole che abbia assai più premura verso di te, se ne dia più pensiero: se no tu sei troppo inesperta».

Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha dette più volte, sono svegliata, e mi è sembrato proprio di vederlo e di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua santissima volontà.

Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere, ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti] ! E poi? Tu forse, o Dio mio, vorresti che scrivessi anche quelle cose occulte, che mi fai conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa' conoscere la tua volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai voluto che faccia così, io l'ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo santo costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.

Sabato 18 - domenica 19 agosto - Madre Maria Teresa, accompagnata da Gesù e dal suo angelo custode, viene a ringraziare Gemma e se ne vola al cielo.

Nella santa comunione stamattina Gesù mi ha fatto conoscere che stanotte a mezzanotte madre Maria Teresa volerà in paradiso. Nient'altro per ora.

Gesù mi aveva promesso di darmi un segno. Son giunta a mezzanotte: ancora nulla; eccomi al tocco: neppure; verso il tocco e mezzo mi sembrò che la Madonna venisse a darmi avviso, che l'ora si avvicinava.

Dopo un po' di tempo infatti mi è parso vedermi venire innanzi madre Teresa vestita da Passionista, accompagnata dal suo angelo custode e da Gesù. Quanto era cambiata dal giorno che la vidi per la prima volta. Ridendo si avvicinò a me, e disse che era veramente felice e andava a godere il suo Gesù eternamente; di nuovo mi ringraziò, e soggiunse: «Avvisa madre Giuseppa che io sono felice e si metta in quiete ». Mi fece più volte cenno con la mano di dirmi addio, e insieme con Gesù e il suo angelo custode volò al cielo circa le due e mezza.

In quella notte soffrii assai, perché io pure volevo andare in paradiso, ma nessuno fece atto di portarmici.

Il desiderio che da tanto tempo Gesù aveva fatto nascere in me alfine mi è stato soddisfatto: madre Teresa è in paradiso; ma anche dal paradiso mi promise di tornarmi a vedere.

Lunedì, 20 agosto - I rimproveri dell'angelo. Terribile assalto diabolico, che la santa supera bene invocando la virtù del sangue preziosissimo di Gesù Cristo. Dolore dei peccati: assistenza fraterna e insegnamenti dell'angelo.

Ieri il giorno ebbi di nuovo da parlare coll'angelo custode; mi rimproverò anzitutto la mia svogliatezza nella preghiera; parecchie altre cose mi ricordò: tutto sempre riguardo agli occhi, minacciandomi severamente. Ieri sera in chiesa di nuovo mi ricordò ciò che mi aveva detto il giorno, dicendomi che dovevo poi renderne conto a Gesù. Infine, prima di andare a letto, nell'atto di chiedergli la benedizione, mi avvisò che Gesù oggi, 20 agosto, voleva farmi dare un assalto dal demonio, e questo perché ero stata per qualche giorno trascurata nella preghiera. Mi avvisò che il demonio avrebbe fatto ogni sforzo per impedirmi di pregare, massime con la mente per tutt'oggi, e mi avrebbe privata anche delle sue visite (voglio dire dell'angelo custode), ma solo per oggi.

Ho fatto la santissima comunione, ma chi sa in quale stato! Tanto distratta, e la mente l'avevo a stanotte, cioè a un brutto sogno, che ho riconosciuto preparato dal diavolo.

O Dio, il momento dell'assalto è venuto; ma è stato forte, anzi direi quasi terribile. Nessuna benedizione, nessuno scapolare bastava a frenare la tentazione più brutta che si possa immaginare; era così orrendo [il demonio], che ho chiuso gli occhi, e non l'ho mai aperti, se non quando ero assolutamente libera.

Dio mio, se sono senza nessun peccato, lo devo a te solo, tu sia ringraziato. Che dire in quei momenti? Cercar Gesù e non trovarlo è una pena più grossa che la tentazione stessa. Quello che provo, lo sa solo Gesù, che di nascosto mi guarda e se ne compiace. Ad un certo punto che la tentazione pareva che prendesse più forza, mi è venuto in mente di invocare il S.P. [Santo Papà] di Gesù, ho gridato: «Eterno Padre, per il sangue di Gesù, liberami ».

Non so quello che è accaduto: quel cosaccio di diavolo mi ha dato una spinta sì forte, mi ha tirato giù dal letto, mi ha fatto battere il capo con tanto impeto in terra, che ho sentito gran dolore; ho perduto i sensi e son rimasta per terra, fino a tanto che non mi sono riavuta, dopo assai tempo.

Sia ringraziato Gesù, che oggi pure è passato nel miglior modo che a lui è piaciuto.

Il resto del giorno l'ho passato benissimo. Stasera, come è solito accadermi spesse volte, mi sono venuti alla mente tutti i miei gran peccati, ma con tanta enormità, che ho dovuto farmi forza per non piangere forte: ne sentivo un dolore sì vivo, che mai avevo provato. Il numero di essi oltrepassa mille volte la mia età e la mia capacità: però, ciò che mi consola, ne ho provato grandissimo dolore, che vorrei che questo dolore mai si cancellasse dalla mia mente, e mai mi diminuisse. Dio mio! Fino a che è giunta la mia malizia!

Stasera, per dire la verità, aspettavo Gesù, ma che! Non è comparito nessuno; solo l'angelo custode non cessa di vigilarmi, di istruirmi e darmi dei savi consigli. Più volte al giorno mi si fa vedere e mi parla. Ieri mi tenne compagnia mentre mangiavo, però non mi forzava, come fanno gli altri. Dopo che ebbi mangiato, non mi sentivo niente bene; allora lui mi porse una tazzina di caffè sì buono, che guarii subito, e poi mi fece anche un po' riposare.

Tante volte gli faccio chiedere a Gesù se lo lascia tutta la notte con me; va a dirglielo, poi torna e non mi lascia fino alla mattina, se Gesù glielo permette.