MaM
Messaggio del 25 dicembre 1999: Cari figli, Questo è tempo di grazia. Figlioli oggi, in modo speciale assieme a Gesù Bambino che tengo fra le braccia, vi do la possibilità di decidervi per la pace. Attraverso il vostro "si" alla pace e la vostra decisione per Dio vi si apre una nuova possibilità per la pace. Solo cosi figlioli il tempo di questo secolo sarà per voi un tempo di pace e di prosperità. Perciò mettete il neonato Gesù bambino al primo posto nella vostra vita ed egli vi condurrà sulla via della salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggi di altre apparizioni

Santa Gemma Galgani

Sabato, 28 luglio - Dall'angelo custode riceve santi ammaestramenti. Gesù, nella santa comunione, le si fa sentire; la Madonna non le fa la solita visitina.

La notte la passai benissimo; la mattina mi venne l'angelo custode: era contento, mi disse che prendessi della carta e scrivessi quello che lui mi dettava.

Ecco tutto:

«Ricordati, figlia mia, che chi veramente ama Gesù, parla poco e sopporta tutto.

«Ti comando, per parte di Gesù, di non dire mai il tuo parere, se non sei dimandata; di mai non sostenere il tuo sentimento, ma subito cedere.

« Ubbidire puntualmente al confessore e a chi lui vuole, e senza replica; e nelle cose che tu devi, farai una replica sola, ed essere sincera con l'uno e colle altre.

« Quando hai commesso qualche mancanza, accusati subito, senza aspettare che te lo dimandino.

«Infine ricordati di custodire gli occhi, e pensa che l'occhio mortificato vedrà le bellezze del cielo ».

Dopo dette queste cose mi benedì, e mi disse che andassi pure a fare la santa comunione. Ci corsi subito: fu la prima volta, dopo quasi un mese, che Gesù si fece sentire.

Gli dissi tutte le mie cose, mi trattenni con lui assai, perché mi comunicai alle otto e mezza e, quando ritornai in me, era assai tardi. Corsi a casa, e per la strada sonarono le dieci e un quarto; ma fui buona: mi trovai sempre nella solita posizione di quando mi ero comunicata, e vidi nell'alzarmi che l'angelo custode era sopra il mio capo con le ali spiegate. Mi accompagnò lui stesso a casa e mi avvisò di non pregare nel corso del giorno, fino alla notte, perché non ero sicura. Infatti me ne avvidi: per gli altri di casa più che sicura, ma per la mia sorella no, perché mi aveva tappato il buco della serratura e mi fu impossibile chiudere; allora ci si misero le zie, e la sera potei chiudere.

Verso sera andai ai Quindici Sabati in S.M. [Santa Maria]; la Madonna mi disse che non mi avrebbe fatta la solita visitina, perché nei giorni passati avevo disgustato Gesù. Gli dissi che Gesù mi aveva perdonato, ma lei: « Io non perdono tanto facilmente alle mie figlie; io voglio assolutamente che tu diventi perfetta: vedremo se sabato potrò venire a condurti confratel Gabriele»; non di meno mi benedì, e io mi rassegnai.

Non mi manca però qualche tentazione; una un po' forte l'ebbi ieri sera sabato: venne il demonio e mi disse: «Brava, brava! Scrivi pure ogni cosa: non sai che quelle cose lì è tutta opera mia, e se tu vieni scoperta, figurati che vergogna! Dove andrai a nasconderti? Ti faccio passare per santa, e invece sei un'illusa».

Stetti così male, che dalla disperazione giurai che, quando fosse tornata la signora Cecilia, avrei distrutto quello scritto. Intanto feci per rompere questo, ma non mi riuscì; non ebbi forza, oppure non lo so come andasse.

Domenica, 29 luglio - L'angelo custode la assiste; Gesù la rimprovera di aver lasciato la santa comunione e la invita a sé.

Durai in questo stato fino a ieri mattina domenica senza potermi più raccogliere; il mio angelo custode però non mi manca: mi fa forza, e devo dire anche che domenica non avevo fame, e lui stesso mi obbligò a mangiare; e così ha fatto pure stamani. Ogni sera non manca di benedirmi, e anche di castigarmi e di gridarmi.

Oggi domenica sento un gran bisogno di Gesù, ma è già tardi, e non ho ancora nessuna speranza [di vederlo]; aspetto stanotte di essere libera e sola.

È venuto, veh!, Gesù; quanti rimproveri perché non ho fatto la santa comunione! Ecco in che modo Gesù mi rimproverava: «Perché, o figlia, così spesso devo essere privo delle tue visite? E sai quanto bramo che tu venga da me, quando sei buona».

M'inginocchiai davanti a Gesù, e piangendo gli dissi: «Ma come, Gesù mio, non sei ancora stanco di soffrirmi con tutta la mia freddezza? ». «Figlia», mi rispose, «fa' che d'ora in poi non passi giorno senza che tu venga da me, procura di tenere il cuore purificato e ornato con ogni cura possibile. Allontana pure dal tuo cuore ogni amore a te stessa, e qualunque cosa che non sia interamente mia, e poi vieni pure e non temere ».

Mi benedì, insieme a tutti i membri del Sacro Collegio, e andò via; anzi in ultimo mi raccomandò di avere un po' più di forza contro il nemico, dicendomi che non facessi conto delle sue parole, perché è un vero bugiardo e cerca ogni mezzo per farmi cadere specialmente con l'obbedienza. «Obbedisci, figlia mia», mi ripeteva, «obbedisci subito e allegramente, e per meglio riuscire e vincere [in] questa bella virtù, prega la Mamma mia, che ti ama tanto». Avrei voluto dirgli che ieri la sua Mamma non volle venire, ma scappò.

Lunedì, 30 luglio - Afflitta per alcune contraddizioni, è confortata dall'angelo, che la anima a patire e a meditare ogni giorno la Passione di Gesù.

Stamani, lunedì 30 luglio, sono andata per fare la santissima comunione. Non la volevo fare, non ero quieta di coscienza; ma pure mi sono gingillata fino alle nove, sempre se dovevo o no farla; poi ha vinto Gesù, e l'ho fatta, ma come? Che freddezza! Gesù non l'ho sentito per niente.

Oggi poi non ho potuto mai raccogliermi; sono stata cattiva, mi sono inquietata, ma da me sola, nessuno mi ha veduta; ho pianto tanto tanto, perché la mia sorella non mi voleva uscir di camera. Ieri sera domenica, per dispetto, fino alle undici stette in camera mia, dicendomi, per canzonare, che mi voleva vedere andare in estasi; oggi poi era lo stesso. Scrisse una lettera ieri ai B.S.G. [Bagni di San Giuliano] e parlava assai di me e delle cose mie. Queste cose, che dovrei accogliere bene e ringraziare Gesù, invece m'inquieto, e quasi quasi ho dei momenti di disperazione.

Mentre ero in quello stato, l'angelo custode, che mi stava a vedere, mi disse: «Perché t'inquieti così, figlia mia? Bisogna soffrire qualche cosa, veh, per Gesù» (veramente la cosa che più mi era dispiaciuta a me erano certe parole che [mia sorella] aveva detto forte), e per questo l'angelo mi disse: «Tu sei degna solo di essere disprezzata, perché hai offeso Gesù ».

Poi mi fece tornare quieta; si mise a sedere accanto a me, e mi diceva ammodino ammodino: « O figlia, ma non sai che tu devi essere in tutto conforme alla vita di Gesù? Egli patì tanto per te, e tu non sai che devi in ogni occasione patire per lui? E poi perché dai questo dispiacere a Gesù, di lasciare ogni giorno la meditazione sopra la Passione? ». Era vero: mi ricordai che la meditazione sulla Passione la faccio solo il venerdì e giovedì. « Devi farla ogni giorno, rícordatelo ». Infine mi diceva: «Coraggio, coraggio! Questo mondo non è mica il luogo del riposo: il riposo sarà dopo morte; ora tu devi patire, e patire ogni cosa, per impedire a qualche anima la morte eterna». Lo pregai tanto che dicesse alla Mamma mia di venire un po' da me, ché avrei tante cose da dirgli; mi disse di sì. Stasera però non è venuta.

Martedì, 31 luglio - Chiede a Gesù che le mandi la Mamma celeste, di cui ha gran bisogno.

Siamo a martedì; corro a far la santissima comunione, ma in quale stato! Ho promesso a Gesù di esser buona e cambiar vita; gliel'ho detto, ma lui non mi ha risposto nulla; gli ho detto pure che mi mandi la Mamma sua, e anche mia, e mi ha risposto: « Ne sei degna? ». Mi sono vergognata, e non ho detto altro. Ha aggiunto poi: « Sii buona, e verrà presto con confratel Gabriele ».

È da domenica che non mi sono potuta più raccogliere; in ogni modo ho ringraziato Gesù. Quando viene l'angelo custode, sono svegliata, e non via con la testa; Gesù, la Mamma mia e qualche volta confratel Gabriele, loro mi fanno andar via il capo; ma io resto sempre dove mi metto, mi trovo sempre al solito posto, ma la testa parte. Che gran bisogno che ho della Mamma mia! Se Gesù mi volesse contentare, dopo sarei più buona. Come devo fare a star tanto senza la Mamma?

Venerdì, 3 agosto - Preparata da Gesù, sostiene una battaglia con il demonio; l'angelo corre in suo soccorso.

+ Oggi ho un po' dormito, poi mi sono sentita raccogliere internamente; dopo il raccoglimento mi sono sentita andar via il capo: ero con Gesù. Come ero contenta! Ho sofferto, sì, tanto nel capo; mi sono un po' lamentata, perché mi lascia sola. L'ho pregato ancora di farmi sapere di M.M.T. [madre Maria Teresa] quando sarà in cielo. Mi ha detto: «Non anche; soffre sempre».

Gli ho raccomandato il mio povero peccatore, e ha dato la benedizione a tutti i membri del Sacro Collegio e mi ha lasciata contenta.

Stasera sentivo di non potermi raccogliere; ho fatto le poche preghiere vocali della sera e sono andata a letto. Per dire il vero, prevedevo un po' di burrasca, perché Gesù mi aveva avvisata già qualche giorno fa, dicendomi: «Ancora un'ultima battaglia il nemico ti tenterà, ma sarà l'ultima, perché ora è assai».

Non potei fare a meno di ringraziarlo della forza che mi aveva sempre data, e lo pregai che mi volesse darla anche nell'ultimo momento, vale a dire ieri sera.

Andai a letto, si sa bene, coll'intenzione di dormire; il sonno non tardò a venire, e mi comparve quasi subito un omino piccino piccino, coperto tutto di pelo nero. Che spavento! Mi posò le mani sul letto, credevo che volesse picchiarmi. «No no», disse, «non ti posso picchiare, non aver paura», e nel dire così si era allungato.

Chiamai Gesù in aiuto, ma non venne; non per questo mi lasciò: dopo invocato il suo nome, mi sentii subito libera, ma fu tutto ad un tratto.

+ Altre volte avevo chiamato Gesù, ma mai fu pronto come ieri sera. Averlo veduto il demonio dopo: quanto si arrabbiò! S'avvoltolava' per terra, bestemmiava; fece infine un ultimo sforzo per riuscire a portarmi via il crocifisso che avevo con me, ma ricadde subito indietro.

Quanto fu buono ieri sera Gesù con me! Il diavolo, dopo quell'ultimo sforzo, si voltò verso di me e mi disse che, già che non aveva potuto far nulla, voleva tormentarmi tutta la notte. « No », gli dissi; chiamai l'angelo custode, aprì le sue ali, si posò accanto a me, mi benedì e berliffo scappò. Sia ringraziato Gesù.

Stamattina poi ho saputo che nel momento che il diavolo montò sulle furie, mi era stato posto addosso lo scapolare di Maria Santissima dei Dolori, e allora ho capito che, quando fece per togliermi da dosso la roba, non poteva essere altro che quello. Sia ringraziata pure la mia Mamma Addolorata.

Giovedì, 23 agosto - Aridità e ripugnanze; la corona di spine; amorosa gara con Gesù. Oimè! La sera viene, e il solito raffreddamento, la solita ripugnanza mi assale; la stanchezza vorrebbe vincermi, ma con un po' di fatica non mai voglio tralasciare di fare il mio dovere.

Gesù stasera mi ha posata la sua corona sul mio capo circa le dieci, dopo essermi un po' raccolta. Il mio patire, che non eguaglia per niente quello di Gesù, è stato forte: persino tutti i denti mi sentivano; a ogni movimento era un forte dolore; credevo di non resistere, ma sì, va tutto bene invece. Ho offerto per i peccatori quelle poche pene, ma in particolare per la povera anima mia. Lo pregavo che tornasse presto. Quando fu per lasciarmi, allora nacque una gara tra me e Gesù: chi di noi sarebbe andato a far visita prima (e sono andata io, vo' dire a far la santa comunione), e insieme ci dicemmo e restammo combinati che io andrò da lui e lui verrà da me. Mi promise l'assistenza del mio santo angelo e mi lasciò.

Sabato, 4 agosto - Apparizione di Maria Santissima Addolorata.

Eccomi a sabato: è il giorno a me destinato per vedere la Mamma mia, ma che dovrò sperare?

Infine son giunta anche a stasera. Mi metto per recitare la corona dei dolori; sul primo mi ero abbandonata, vale a dire ero rimessa al volere di Dio, di passare anche quel sabato senza vedere la Madonna dei Dolori; ma a Gesù gli bastò l'offerta del sacrifizio e mi contentò. Non so a che punto della corona, mi sentii raccogliere internamente; al raccoglimento, come sempre, successe ben presto che mi andò via il capo, e senza avvedermene mi trovai dinanzi (a me mi parve) alla Madonna dei Dolori.

Al primo vederla, mi fece un po' di paura; feci di tutto per assicurarmi se veramente era la Mamma di Gesù: mi dette ogni segno per accertarmi. Dopo qualche momento, mi sentii tutta contenta; ma fu tanta la commozione che mi prese nel vedermi così piccola davanti a lei, e tanta la contentezza, che non potei pronunziare parola, altro che ripetutamente il nome di « mamma ».

Lei mi guardava fissa fissa, rideva, si avvicinò per accarezzarmi, e mi diceva che mi calmassi. Ma sì, la contentezza e la commozione mi crescevano e lei, forse temendo che mi facesse male (come altre volte mi è accaduto; anzi una volta, e non l'ho anche notato, per la gran consolazione che provai nel rivedere Gesù, il cuore mi cominciò a battere con tanta forza, che fui costretta, per ordine del confessore, a mettermi in quel punto una fascia strinta strinta), mi lasciò, dicendomi che mi andassi a riposare. Obbedii prontamente: in un secondo fui a letto e non tardò a venire; allora mi quietai.

+ Bisogna ancora che dica che, al primo veder queste cose, queste figure (che certamente potrei essere ingannata), mi sento presa subito da paura; alla paura succede ben presto la gioia. In ogni modo che sia questo, è ciò che provo io. Gli parlai di alcune mie cose, la principale però fu quella che mi conducesse con lei in paradiso; questa più volte gliela dissi. Mi rispose: «Figlia, devi ancora soffrire». «Soffrirò lassù», volevo dire, «in paradiso». « E no», soggiungeva, «in paradiso non si soffre più; ma ti condurrò ben presto», mi diceva.

Era presso al letto, era tanto bella, non potevo saziarmi di contemplarla. Le raccomandai il mio peccatore; allora sorrise: fu buon segno... Le raccomandai ancora parecchie persone a me tanto care, in particolare quelle con le quali ho un grosso dovere di riconoscenza. E questo dovevo farlo ancora per ordine del confessore, che l'ultima volta mi pregò di raccomandarle caldamente a Maria Santissima dei Dolori, dicendomi che io non posso far niente per esse, ma la Madonna supplisca per me, conceda loro ogni grazia.

Temevo che da un momento all'altro mi lasciasse, e per questo la chiamavo più volte, e dicevo che mi conducesse con lei. La sua presenza mi fece dimenticare il mio protettore confratel Gabriele. Gli chiesi di lui, come mai non l'aveva portato; mi disse: «Perché confratel Gabriele esige da te obbedienza più esatta». Aveva da dirmi una cosa per padre Germano; a quest'ultime parole non mi rispose.

Mentre parlavamo insieme, che mi teneva sempre per la mano, me la lasciò; io non volevo che andasse, ero quasi per piangere, e allora mi disse: « Figlia mia, ora basta; Gesù vuole questo sacrifizio da te, per ora conviene che ti lasci». Le sue parole mi misero in quiete; risposi tranquillamente: «Ebbene, il sacrifizio è fatto». Mi lasciò. Chi potrebbe descrivere al minuto quanto sia bella, quanto cara la Madre celeste? No, non vi è paragone al certo. Quando avrò la fortuna di rivederla di nuovo?

Domenica, 5 agosto - Gesù le fa intendere esser sua volontà che ella mediti sempre sulla Passione.

Oggi, domenica, ho pregato l'angelo custode, se mi faceva la grazia di andare (a dire a Gesù) che allora la meditazione non l'avrei potuta fare, perché non mi sentivo bene; l'avrei fatta la sera. Alla sera poi, non ne avevo nessuna voglia; andai a letto, feci la preparazione alla meditazione e rimasi raccolta soltanto internamente.

Il capo non mi andò via; mi trattenni un'ora. Anzi devo dire ancora che la meditazione della domenica è sempre sopra la risurrezione ovvero il paradiso; ma Gesù mi fa chiaramente conoscere che quella meditazione da me non la vuole ancora, perché la mente mi corre subito a qualche punto principale della sua Passione. Sia fatta la sua volontà.

Lunedì, 6 agosto - L'angelo custode si trattiene con lei tutta la notte e la esorta a offrire ogni patimento al Signore per le anime del purgatorio.

Eccomi giunta al 6 agosto. I giorni passano, e io eccomi sempre nell'abisso del mondo.

Stasera, l'angelo custode, mentre facevo le preghiere della sera, mi si è avvicinato, e battendomi sopra una spalla mi ha detto: « Gemma, come mai tanta svogliatezza per la preghiera? A Gesù gli dispiace». «No», ho risposto, «non è svogliatezza: sono due giorni che non mi sento bene».

Ha soggiunto: « Fai il tuo dovere con applicazione, e vedrai che Gesù ti amerà ancora di più ». È stato un momento zitto, poi mi ha dimandato: « E confratel Gabriele? ». « E non lo so ». « Quanto tempo è che non l'hai veduto? ». « È tanto tanto tanto ». « Ma stanotte Gesù te lo manda ». « Come? Stanotte no, disubbidirei: di notte non vuole il confessore».

O con quanto desiderio l'avrei voluto! Ma volevo obbedire. Lo pregai che me lo mandasse di giorno e presto, affinché potessi scrivere quella lettera a P.G. [Padre Germano]. Mi raccomandai all'angelo custode che andasse da Gesù a dirgli se gli permetteva di passare la notte insieme con me. Sparì subito.

Avevo terminato le preghiere: andai a letto. Quando ebbe avuto da Gesù il permesso di venire, ritornò; mi dimandò: «Quanto tempo è che non hai pregato per l'anime del purgatorio? O figlia mia, ci pensi così poco! Madre Maria Teresa soffre sempre, sai?».

Era dalla mattina che non avevo pregato per loro. Mi disse che avrebbe piacere che ogni cosetta piccola che soffro la regalassi alle anime del purgatorio. « Ogní piccola pena, loro le solleva; anche ieri e oggi, se tu avevi offerto per loro quel poco ».

Ma risposi un po' meravigliata: «Mi sentiva il corpo; e che i dolori di corpo sollevano le anime del purgatorio? ». « Sì », mi disse; « sì, figlia: ogni più piccolo patimento le solleva». Gli promisi allora che da quel momento ogni cosa avrei offerto per esse.

Soggiungeva: «Quanto soffrono quelle anime! Vuoi fare qualche cosa stanotte per esse? Vuoi soffrire?». «E che cosa? », gli dissi; « è lo stesso soffrire di Gesù nel giorno di venerdì? ». « No », rispose. « Di Gesù non sono; saranno dolori corporali». Io dissi di no, perché fuori di giovedì e di venerdì Gesù non vuole; le altre notti vuole che dorma. Ma siccome le anime del purgatorio, e in particolare madre Maria Teresa, mi sta molto a cuore, gli dissi che un'ora volentieri avrei patito.

Gli bastarono queste parole, ma vedeva bene che facendo questo avrei disobbedito; mi ha lasciata dormire. Stamattina, quando mi sono svegliata, era sempre presso di me; mi ha benedetto ed è andato via.

Martedì, 7 agosto - Le appare san Gabriele dell'Addolorata, che le parla della fondazione del monastero di Lucca e invoca per questo l'intercessione di Maria Santissima.

Ieri il giorno l'angelo custode mi promise che alla sera avrei potuto parlare con confratel Gabriele. Venne la tanto sospirata sera; prima di tutto il sonno voleva vincermi, poi un'agitazione tale mi prese, che fui presa da spavento. Ma siccome Gesù era vicino a darmi quella consolazione, e allora, o prima o dopo la consolazione, mi dà qualche dolore. Sia sempre benedetto +.

Però nel provare questa agitazione non vedevo nessuno, voglio dire il diavolo; solo stavo assai male, ma durò poco. Mi calmai ben presto, sentii ad un tratto che mi veniva il raccoglimento, e quasi subito mi successe al solito: il capo se ne partì, ed io mi trovai con confratel Gabriele. Che consolazione fu quella! Ma l'obbedienza voleva che non mi avvicinassi per baciargli la veste, e ristetti. La prima cosa fu quella di domandargli perché stava tanto senza venire. Mi rispose che è per colpa mia. Di questo ne sono persuasa, perché sono assai cattiva.

Quante belle cose mi disse del convento, e le diceva con tanta forza, che mi sembrò che gli occhi gli sfavillassero. Da se stesso, senza che io l'interrogassi: «Figlia, tra pochi mesi, tra l'esultanza di quasi tutti i cattolici si farà la fondazione del nuovo convento ». « Come, tra pochi mesi? », gli dissi. «Ne mancano ancora tredici». «E son pochi», soggiungeva. E poi sorridendo si voltò da una parte e s'inginocchiò, giunse le mani e diceva così: «Vergine benedetta, vedi: qui in terra si gareggia per la propagazione del nuovo istituto; via, te ne prego, fa' che sovrabbondi sopra tutti quelli che ne faranno parte la copia dei doni e favori celesti. Accresci a loro la forza, accresci altresì lo zelo. Sarà tutto vostro dono, o Vergine benedetta ».

Parlava come se avesse presso di sé la M. [Madonna] dei Dolori; io non vedevo nulla, ma con quanta forza, con quanta espressione diceva queste parole, che io ne rimasi meravigliata; sembrava anche lui fuori di se stesso.

Ora poi dovrei parlare di padre Germano, ma il confessore ha detto che qui sopra no, perché...

Parlai anche del povero mio peccatore; sorrise anche lui: tutto buon segno. Infine mi lasciò piena di consolazione.