Ieri il giorno ebbi di nuovo da parlare coll'angelo custode; mi
rimproverò anzitutto la mia svogliatezza nella preghiera; parecchie
altre cose mi ricordò: tutto sempre riguardo agli occhi, minacciandomi
severamente. Ieri sera in chiesa di nuovo mi ricordò ciò che mi aveva
detto il giorno, dicendomi che dovevo poi renderne conto a Gesù.
Infine, prima di andare a letto, nell'atto di chiedergli la
benedizione, mi avvisò che Gesù oggi, 20 agosto, voleva farmi dare un
assalto dal demonio, e questo perché ero stata per qualche giorno
trascurata nella preghiera. Mi avvisò che il demonio avrebbe fatto ogni
sforzo per impedirmi di pregare, massime con la mente per tutt'oggi, e
mi avrebbe privata anche delle sue visite (voglio dire dell'angelo
custode), ma solo per oggi.
Ho fatto la santissima comunione, ma chi sa in quale stato! Tanto
distratta, e la mente l'avevo a stanotte, cioè a un brutto sogno, che
ho riconosciuto preparato dal diavolo.
O Dio, il momento dell'assalto è venuto; ma è stato forte, anzi direi
quasi terribile. Nessuna benedizione, nessuno scapolare bastava a
frenare la tentazione più brutta che si possa immaginare; era così
orrendo [il demonio], che ho chiuso gli occhi, e non l'ho mai aperti,
se non quando ero assolutamente libera.
Dio mio, se sono senza nessun peccato, lo devo a te solo, tu sia
ringraziato. Che dire in quei momenti? Cercar Gesù e non trovarlo è una
pena più grossa che la tentazione stessa. Quello che provo, lo sa solo
Gesù, che di nascosto mi guarda e se ne compiace. Ad un certo punto che
la tentazione pareva che prendesse più forza, mi è venuto in mente di
invocare il S.P. [Santo Papà] di Gesù, ho gridato: «Eterno Padre, per
il sangue di Gesù, liberami ».
Non so quello che è accaduto: quel cosaccio di diavolo mi ha dato una
spinta sì forte, mi ha tirato giù dal letto, mi ha fatto battere il
capo con tanto impeto in terra, che ho sentito gran dolore; ho perduto
i sensi e son rimasta per terra, fino a tanto che non mi sono riavuta,
dopo assai tempo.
Sia ringraziato Gesù, che oggi pure è passato nel miglior modo che a
lui è piaciuto.
Il resto del giorno l'ho passato benissimo. Stasera, come è solito
accadermi spesse volte, mi sono venuti alla mente tutti i miei gran
peccati, ma con tanta enormità, che ho dovuto farmi forza per non
piangere forte: ne sentivo un dolore sì vivo, che mai avevo provato. Il
numero di essi oltrepassa mille volte la mia età e la mia capacità:
però, ciò che mi consola, ne ho provato grandissimo dolore, che vorrei
che questo dolore mai si cancellasse dalla mia mente, e mai mi
diminuisse. Dio mio! Fino a che è giunta la mia malizia!
Stasera, per dire la verità, aspettavo Gesù, ma che! Non è comparito
nessuno; solo l'angelo custode non cessa di vigilarmi, di istruirmi e
darmi dei savi consigli. Più volte al giorno mi si fa vedere e mi
parla. Ieri mi tenne compagnia mentre mangiavo, però non mi forzava,
come fanno gli altri. Dopo che ebbi mangiato, non mi sentivo niente
bene; allora lui mi porse una tazzina di caffè sì buono, che guarii
subito, e poi mi fece anche un po' riposare.
Tante volte gli faccio chiedere a Gesù se lo lascia tutta la notte con
me; va a dirglielo, poi torna e non mi lascia fino alla mattina, se
Gesù glielo permette.